Storie originali > Horror
Ricorda la storia  |      
Autore: Azziana    08/11/2011    0 recensioni
Questa è una storia che era destinata a essere il prologo di una storia fallita all'inizio, quindi ci ho fatto una one-shot. Parla di una ragazza, Samantha, che vive ai tempi dei demoni come ne "Il guardiano dei demoni" e.. be'. Nella storia c'è anche un accenno a Silente (Harry Potter).
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il coraggio più difficile
e a' deboli specialmente più necessario
è il coraggio di saper soffrire al bisogno.


Nicolò Tommaseo


E' la triste storia di come muoio suicida. Mi sto suicidando, ne sono consapevole. Non c'è pietà per quelli come me, ma non sono abbastanza coraggiosa.Non ce la posso fare. Sono determinata, il dolore sarebbe semplicemente troppo. Non ho mai sopportato le torture. Sì, va tutto bene. Io sono coraggiosa. Non ho paura di cadere. Sono forte, questo è un passo che richiede.. forza.. Singhiozzo. Ma questa non è questione di coraggio, del resto buttarsi in acqua è paura, non coraggio, mi sto ingannando. Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio.

xxx

E' tardi, il sole è soltanto un alone arancione sullo sfondo della campagna circostante. Fra poco giungerà la sera e io non farò in tempo a tornare nei miei dormitori. Perchè, perchè mi è venuta fame a quest'ora e sono scesa nelle cucine?
Mi dirigo velocemente verso le stanze condivise, dove possono passare la notte quelli che allo scoccare della campana serale sono ancora in giro. Come me, appunto. Proteggere le singole stanze invece che l'intero castello è davvero stupido: diventa praticamente impossibile uscire perchè a possedere gli anelli di rune mobili e saper volare sono in pochi, e nessuno di loro è così stupido da rischiare. Mi appunto mentalmente di parlarne con Silente, lui sicuramente appoggerà la mia idea di proteggere le mura del castello.
La prima porta è chiusa, segno che gli abitanti hanno ormai sigillato la stanza. Vicino alla seconda noto un ragazzo che mi fa segno di entrare, cosa che faccio senza pensarci due volte.
 La stanza è spaziosa, con una grande finestra che da sul cortile. Il ragazzo chiude la porta dietro di me, controllando le rune.  La sigilla bene e si volta verso i compagni di stanza: siamo tre lui compreso e non li conosco. Rassegnandomi a passare l'intera notte in loro compagnia mi affaccio dalla finestra da dove posso scrutare l'intero parco. Di notte vedo bene come di giorno, soltanto i colori sono alterati. A destra e a sinistra ci sono sicuramente altre persone che scrutando l'oscurità cercano di scorgere i fumi dei demoni che si stanno materializzando, ma dubito che ci sia qualcuno simile a me.
E' cominciato lo "spettacolo": la terra trema e si sbriciola, rivelando una crepa dalla quale escono delle creature scure e terribili. In questa regione compaiono solo i demoni della terra, grossi bestioni molto vendicativi. Si dirigono tutti verso il castello, l'unica costruzione nel raggio di parecchi chilometri. Be', in realtà non è proprio un castello: sono tante, tantissime celle che di giorno si uniscono tutte per prendere la forma di un castello, di notte si separano e fluttuano nell'aria a decine, centinaia di metri di altezza, ognuna protetta da simboli di rune. Anche i sotterranei si inalzano: non è sicuro stare nella terra dalla quale spuntano ogni notte i demoni.
Uno di loro si dirige verso di noi. E' alto più di quattro metri, ha una spessa corazza nera e le corna lucide e scure, una fila di lunghi denti aguzzi e una coda irta di aculei che sono capaci di sbriciolare pietre. Incontrarne uno così senza essere protetti è una condanna di morte, soltanto un umano molto veloce potrebbe sfuggirli.
Gli sorrido sprezzante e lo saluto con la mano, mandandogli baci. Mi guarda e ringhia scoprendo i denti e mi si scaglia contro, venendo subito sbalzato lontano dalla barriera magica che protegge la nostra cella. I miei due compagni mi pregano di tirare la tenda, ma io non ho intenzione di farlo: mi diverto troppo a prendere in giro i demoni. Allora uno di loro mi si avvicina, mi affarra il polso e mi guarda.
- Samantha - dice. Non è strano che conosca il mio nome, lo sa più o meno tutto il castello. Sono o non sono parente di Integra Fairbrook Wingates Hellsing? - Non è saggio fare quello che stai facendo. Sai che la barriera potrebbe cedere, e allora i demoni ti si scaglierebbero contro per ridurti a brandelli, e non avresti vie di scampo perchè sono i più forti che .. - sì, bla bla bla. Nessun stupido demone oserebbe toccarmi. Gli sorrido, gli stringo il collo in una morsa stretta e lo alzo da terra. Sgrana gli occhi e diventa rosso, annaspando e artigliandomi le mani, inutilmente. Quando sento la sua stretta farsi più debole lo lascio e lui si accascia a terra di malagrazia, annaspando e guardandomi con terrore. Gli sferro un calcio e gli faccio un cenno di andare via. Non riesco a fare a fare a meno di sorridere sadicamente e guardare l'altro: - Anche tu ti preoccupi per la mia vita? - chiedo. Si allontana terrorizzato e si siede in un angolino.
Torno a guardare i demoni, molti dei quali si sono accalcati sotto la nostra cella e dimenano i pugni, ringhiando. Quelli ormai non possono farmi niente, non sono capaci di saltare e anche se lo fossero non sarebbero capaci di farlo a 500 metri di altezza: le mie celle stanno in alto, lo sono sempre state. In questo modo soltanto i demoni di aria potrebbero attaccarle, però qui non ce ne sono. Il divertimento è finito ormai, i bestioni si sono stufati o forse mi hanno dimenticato e si stanno scagliando contro gli edifici più bassi nella speranza di fare breccia nella barriera. Non ci riusciranno mai, questo posto è protetto fin troppo bene.
Sposto il mio sguardo sulla distesa scura che è il Lago Nero, quando vedo qualcosa dentro agitarsi. Una piccola onda si forma e poi scivola su una figura che sicuramente non è un demone della terra. Che gli acquatici..? No, non è possibile, i sirenidi li hanno sterminati da tempo, ci tengono troppo al loro territorio. Che qualche stolto abbia deciso di farsi una nuotatina, dimenticandosi di tornare in tempo? E' possibile: in questo caso avremo un bello spettacolo. La figura però non accenna a voler fuggire e nascondersi, procede con passo deciso. Non sembra bagnata, ma non riesco a capire chi o cosa sia perchè è incapucciata. I demoni sembrano non volerle far del male, anzi si scansano al suo passaggio. Un dubbio mi assale. Che sia il mitico guardiano..? "Non è possibile" mi dico "i demoni non si metterebbero a riverirlo e inchianarsi, piuttosto lo attaccherebbero." La persona, o meglio l'essere non tira fuori nessun arma, si dirige soltanto a passo sicuro verso di noi. Naturalmente, non letteralmente verso di noi, non è possibile che voglia proprio la nostra cella. Forse è venuto a proporre un accordo.. forse è colei che ci ha mandato la piaga dei demoni.
Tormentata da questi e altri dubbi scocco un'occhiata ai due ragazzi che adesso stanno parlando, soltanto un po' nervosi. Li chiamo e gli faccio un cenno, mi scanso dalla finestra e gli lascio guardare. Credo che non capiscano, non so quanto è limitata la loro vista, ma a quanto pare riescono a scorgere qualcosa, perchè sgranano gli occhi e mi guardano, come a decidere se parlarmi. Non sembrano spaventati, più che altro irrquieti. Be', a questo si può rimediare.
- Non so cosa sia. E' uscito dal Lago Nero e sembra non avere paura dei demoni: del resto loro lo guardano a lo lasciano passare. Si sta avvicinando e non è una cosa buona. Ho pensato che possa effere Hel. La sapete la storia della dea della morte, vero? Si narra che quando vennero creati i demoni colpirono per la prima volta l'umanità e che lei stessa li portò nel mondo dei vivi, per seminare dolore e disperazione. - sembrano voler svenire da un momento all'altro. Il primo, quello biondo che prima aveva cercato di parlarmi si accascia a terra, il secondo si affaccia di nuovo dalla finestra. La sua pelata risplende alla luce della luna appena sorta e anche se sono preoccupata non riesco a non ridere. Non che ci abbia provato, sia chiaro.
- Ma allora.. cosa è venuta a fare qui? Ha con sè una scopa o un rastrello? - oh, a quanto pare quel biondo ci ha creduto davvero.
- Oh, insomma, sveglia! Helnon esiste! - sbuffo, calciando quel tipo che è tanto idiota. Capisco che sono terrorizzati per via dei demoni, o per colpa mia, o probabilmente per entrambi, ma credere alle stupide favole della dea del Hel che va nei villaggi a seminare morte e distruzione e se porta il rastrello ci saranno sopravvissuti e se ha la scopa moriranno tutti? Ma per favore! 
- Samantha, guarda. Tu che hai la vista magica, si sta avvicinando? - chiede l'altro, quello che stava alla finestra, con una paura mal celata. Sbuffo: io non ho la vista magica. E' semplicemente più sviluppata che nei comuni esseri mortali perchè io sono speciale, ma sicuramente non è magica. E' tutto merito mio. Spingo via il pelato e mi affaccio. Quel che vedo non mi piace: la figura è molto più vicina a noi, riesco a dstinguerla meglio: è alta e grossa, cammina con decisione. Arrivata sotto a una cella vicina - sicuramente non la nostra - di ferma all'improvviso e guarda in alto. I lembi del cappuccio scivolano sulle spalle e scoprono un volto che non riesco a notare perchè vengo ipnotizzata dagli occhi. Occhi arancioni, occhi terribili e pieni d'odio che sembrano vedere solo me e solo me bramare. Fisso quelli occhi spaventosi per secondi o forse minuti, immobilizzata dalla paura e da quella sensazione di pericolo che ogni tanto ci coglie. Mi accorgo di non guardare più in basso bensì di fronte a me soltanto quando una mano mi afferra la spalla e cerca di tirarmi giù. Mi divincolo e cerco di liberarmene con tutte le mie forze e mi ricordo dei ragazzi accanto.
- Che cazzo aspettate, muovetevi, aiutatemi! - loro sembrano come morti, con gli occhi vuoti e stampate delle espressioni terrorizzate sulla faccia. Si può morire.. di paura? 
Finalmente dopo un'ardua lotta riesco ad allontanare la mano della creatura dal mio corpo. Pelle dura e candida e liscia come acqua, dita lunghe e affusolate simili ad artigli. La spingo via e chiudo la finestra, urlando: - Stupido demone, tu non puoi passare! - l'essere mi guarda e sparisce a destra dietro l'angolo; mi rendo conto di non aver notato nient'altro tranne la zampa e gli occhi. Quell'essere sembrava avere soltanto occhi. Mi accasciò a terra con il respiro tremante e le guance arrossate dalla paura, il cuore che ha raddoppiato i battiti. Guardo i miei compagni che sembrano essersi imbambolati: non sono morti, probabilmente sono sotto shock. Cos'avranno mai visto? Come poteva essere que..
SBAM. Mi giro verso la fonte del rumore. Il mio cuore sussulta. Se prima sembrava battere all'impazzata, adesso si è fermato. La porta è sfondata, al suo posto ci sta la creatura. E' una donna, o meglio era. Adesso il suo scheletro è ricoperto da brandelli di carne putrida e sfilacciata da un lato. Mi rendo conto che prima ad artigliarmi la spalla non erano state dita. Erano ossa. Ossa simili ad artigli e come artigli affilate. No, non è possibile, le rune sono tracciate dai migliori Guardiani, nessun demone riuscirebbe a passare attraverso la barriera. A meno che.. oh, cielo. 
- Tu non sei un demone - sussuro a fior di labbra, e mi rendo conto di essere morta. Non è possibile, non può essere lei. Lei. Hel. Esiste, e sta bene. Ci fissiamo negli occhi e nei suoi vedo che la rabbia è sparita, lasciando posto al divertimento. Divertimento, come un gatto che gioca col topo. Come un assassino che gioca con la sua vittima che non ha più vie di scampo.. sono una preda. Quell'attimo di riflessione mi costa caro: mi colpisce la faccia strappando via pelle, carne e sangue della mia guancia. Un dolore immenso mi sconvolge e mi volto. Corro più veloce che posso, rincorsa dalla paura stessa. Mi butto dalla finestra ed atterro sul tetto di sotto, seguita da lei. Corro per sopravvivere, lotto per gli ultimi istanti di vita che mi rimangono. Vado avanti sempre più veloce, urlando e chiedendo aiuto, invano. La gente si affaccia dalle finestre, eh sì, ma nessuno è così stolto da uscire in pasto ai demoni. Hanno ragione: perchè mai qualcuno dovrebbe aiutare me? Perchè qualcuno dovrebbe rischiare la vita per me?
Spicco un salto lungo, convinta di non potercela fare. Il sangue mi insozza la i vestiti e il braccio, scorre caldo. Nel buco creato da Hel sento l'aria passare, non ho più una guancia. I demoni di sotto sbavano già al pensiero di carne fresca. No, ce la farò, non posso morire così. Non qui, non adesso. Sono così giovane. La realtà però non collabora, dopo il salto c'è un ultima cella, poi il vuoto e sotto la grande distesa del Lago Nero. Ai lati non ci sono altre celle, la via dalla quale sono giunta è ostacolata da lei. Si ferma con me, mi guarda, un lampo maligno negli occhi, e con un sorriso soddisfatto si avvicina. Piano, come se sapesse di avermi in pugno. Be', è vero, non ho più vie d'uscita. Mi squarcerà, mi terrorizzerà, mi affonderà le mano nel petto per togliermi il cuore e lo mangerà, vivo e pulsante. Mi butterà in pasto ai demoni che lacereranno il mio corpo deliziandosi con interiora e strappandomi arti, mi guarderà soffrire come pochi prima di me. E' sempre più vicina quando prendo una decisione: lei non mi avrà. Mi avvicino al bordo, cammino sopra il filo di un rasoio. Cadere da quest'altezza.. quanti saranno, cinquanta piani? Spiaccicarsi sulla distesa d'acqua mi sembra quasi piacevole in confronto a quello che mi spetterebbe altrimenti. So che Hel ama giocare con le anime dei malvagi. So che non c'è perdono. Be', farà male, ma almeno so che per un attimo io potrò volare. Stringo i ricordo dell'amore tra le mani. "Va tutto bene" mi faccio coraggio. Faccio un passo avanti. Mi butto.



----

Scusate per la formattazione da schifo ma non sono ancora esperta, anzi è la mia prima storia (postata qui :D) Dunque.. questo doveva essere l'inizio di una storia fallita all'inizio, quindi invece di lasciarla incompleta l'ho trasformata in una one-shot. I commenti sono sempre ben accetti, questa poi è la mia prima storia "seria" che scrivo. Ho abbassato il rating perchè non mi sembra così cruda, però ho avvertito che è non per stomaci delicati. Boh, che altro dire.. spero che vi sia piaciuta


Credits: L'ambientazione è stata presa dal libro "Il guardiano dei demoni" di Peter V. Brett. Un personaggio (Silente) che è soltanto accennato, ma che ho inserito, è proprietà di J. K. Rowling, autrice della serie di "Harry Potter". La canzone "Lettera di un suicida", da cui sono state tratte poche righe inserite all'interno della storia, è cantata da Fax Klein e Stili Spielberg. Il resto, ovvero l'informe massa di pensieri e azione che ne è venuta fuori è di proprietà di Azziana.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: Azziana