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Autore: NCH    08/11/2011    1 recensioni
Questa fanfic racconta gli eventi successi prima di Rendez-vous.
Due fratelli vampiri in lotta fra loro, la Scooby Gang presa in questa lotta, Willow alle prese con un'inaspettata gravidanza... nuovi nemici, nuovi amici e lo stravolgimento di una dinamica fratricida che noi tutti conosciamo... Vi prego di recensire se la storia vi piacerà e vi SCONGIURO di recensire se la storia non vi piacerà! Grazie a tutti in anticipo per la lettura! NCH
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO SETTIMO: LEGGENDE, STORIA E RELIGIONE Il pomeriggio seguente a quella sfortunata quanto strana notte di caccia, tanto le due Cacciatrici, quanto la strega e il carpentiere fecero in modo di essere di ritorno dal lavoro prima del tramonto. Il signor Giles, vedendoli rincasare tutti più o meno alle sei del pomeriggio mangiò subito la foglia e dichiarò riunione generale aperta per tutta la gang. Mancava solo Dawn, ma quella sera non sarebbe rincasata neppure per cena, quindi tanto valeva non aspettarla comunque. . Domandò l’Osservatore, sprofondando nella comoda poltrona che sarebbe appartenuta a Buffy. I quattro ragazzi si lanciarono occhiate l’un l’altro: non sapevano bene neppure loro cosa fosse accaduto la notte precedente, figuriamoci se potevano raccontarlo chiaramente a chi non era stato presente. Comunque, dopo alcuni istanti d’esitazione, fu Buffy a prendere la parola e a raccontare a grandi linee gli avvenimenti della sera precedente. Quando il racconto terminò, Giles sembrava più corrucciato di prima. . Chiese alla fine, l’uomo. Kennedy e Xander scossero la testa. Buffy fece spallucce:. Commentò, sarcastica. Willow, invece, sembrò riflettere più a lungo degli altri e alla fine disse:. Tutti la guardarono sorpresi. . Esclamò Xander, fissando l’amica come fosse una folle. . Disse Kennedy, addentando un sandwich che aveva appena preso dal frigo. . Commentò Buffy, sorridendo all’amica per prenderla un po’ in giro. L’altra però non si scompose minimamente e rispose con una semplice smorfia del viso:. Spiegò la rossa, mentre la sua ragazza le si metteva a sedere vicino e intrecciava le dita della propria mano alle sue. Un gesto automatico, che facevano ogni volta che si trovavano vicine. Giles parve riflettere dubbioso, poi si alzò e uscì per andare nella propria casa per tornare poco dopo con un volume piccolissimo e dall’aria estremamente consunta. . Domandò Xander, scherzoso, allentandosi la cravatta fin quasi a scioglierla completamente. L’uomo gli lanciò un’occhiata torva, ma non rispose. Si rimise seduto sulla poltrona e iniziò a sfogliare accuratamente le pagine di quello che sembrava un antico opuscolo imbottito. Dopo poco iniziò a leggere:. Quando smise di leggere quelle righe, alzò nuovamente lo sguardo verso i suoi ragazzi e trovò occhi incuriositi e confusi a scrutarlo come fosse stato un pazzo che aveva appena iniziato a vaneggiare. . Domandò, sentendosi osservato. I ragazzi si guardarono, poi Buffy si schiarì la voce:. Disse la giovane, guardando il suo mentore un po’ preoccupata. Giles sollevò un sopracciglio:. Esclamò, irritato. . Spiegò Xander, sempre più confuso. Giles sbuffò e si grattò la testa:. Dise Giles, tranquillo come se stesse raccontando una favola, anziché un orrore. Willow gli strappò letteralmente il libro dalle mani e iniziò a leggerlo rapidamente, pagina per pagina nonostante il suo latino fosse più che arrugginito. . Esclamò Willow, esterrefatta. Giles scosse la testa:. La corresse Giles, cupo. Willow lesse e rilesse quelle righe e, dovette ammettere, il suo latino era davvero arrugginito: quindi probabilmente Giles aveva letto meglio di lei il senso delle frasi scritte in quelle pagine. . Chiese Buffy, ancora confusa. . Spiegò Giles, pulendosi gli occhiali con un fazzoletto di cotone. Kennedy si lasciò sfuggire un fischio:. Esclamò, stringendo di più la mano della sua ragazza. Xander annuì, d’accordo con lei. . Esclamò Buffy, preoccupata. . La corresse Giles. . L’uomo fece spallucce e scosse la testa:. . Esclamò Xander. . Intervenne Kennedy, continuando a mangiare. Willow scosse la testa, intendendo che lei non era riuscito a leggerlo. . Affermò Giles, non mettendo troppa enfasi nella voce. < Permanete… in effetti il tizio che chiamavano Habel è anche quello che ci ha salvato la pelle, quindi… >. Disse Buffy, guardandosi le unghie e ripensando alla sera prima. < Vero! Ma negli anni abbiamo imparato che non tutto sembra ciò che è, no? Voglio dire, e se fosse il biondo quello buono? Quel Kaine! >. Replicò Xander, sfiorandosi di continuo la cicatrice sull’occhio. Era un gesto che faceva ripetutamente nei momenti di nervosismo dacché Willow glielo aveva guarito. E in quel momento era molto nervoso. . Disse Buffy, alzandosi e dirigendosi in cucina sotto lo sguardo dei suoi amici:. Le domandò Xander. Lei si fermò un momento e sorrise:. Rispose la Cacciatrice, andando nell’altra stanza. . Commentò Kennedy, sorridendo con la sua ragazza. . Gridò Buffy, dalla cucina, mentre componeva il numero della pizzeria. Giles e Xander sbuffarono rassegnati: tanto valeva iniziare la solita vecchia prima fase per la risoluzione dei loro “problemi”… ricerca sui libri. Tomas uscì dalla doccia con un asciugamano attorno ai fianchi e i capelli grondanti che tentava di asciugare alla ben’e meglio con un asciugamano più piccolo mentre Buffy, seduta sulla poltrona della sua camera da letto si godeva lo spettacolo di quei muscoli guizzanti e bagnati che risultavano assolutamente sexy. Ma non era quello il momento di lasciarsi andare a piacevoli passatempi del tipo rotolarsi nel letto col bel dottore… era andata a casa sua per dirgli che quella sera non avrebbero potuto vedersi: la scusa ufficiale era che, da brava sorella, doveva aiutare Dawn a finire d’impaginare la sua tesina di geografia economica. Ovviamente, la verità era ben differente: lei e gli altri si erano organizzati per una ronda un po’ più approfondita che aveva lo scopo di scovare o Kaine o Habel o, magari, tutt’e due insieme. Aveva sentito Angel solo due giorni prima, dopo aver tentato per settantadue ore filate di parlargli per telefono senza riuscirci perché, a detta di Cordelia, impegnatissimo in un caso in cui era stato trascinato dalla sua amica poliziotta Lockley. Angel le aveva faxato tutto quello che sapeva su quella “leggenda” perché era così che l’aveva definita lui. Ma d’altronde, per molto tempo, anche Angelus era stato una leggenda tra il popolo dei vampiri, eppure era stato reale più che mai. Comunque, accantonando la faccenda della “leggenda”, sembrava che dopo la morte di Kakistos avvenuta per mano di Faith, i suoi due luogotenenti, di nome Kane e Habel, avessero spezzato in due il clan dell’antico vampiro poiché… be’, a farla breve, le aveva scritto Angel, non andavano d’accordo: avevano decisamente visioni diversi della gestione del clan. C’era stata un’enorme e catastrofica battaglia fra loro e i loro reciproci vampiri che era finita con la polverizzazione di metà di quest’ultimi e la separazione del clan in due altri distinti. A parte questo, Buffy aveva appreso poche altre informazioni utili praticamente a nessuno, oltre al fatto che le cose più interessanti erano tutte scritte in latino a sumero antico, quindi Giles e Willow erano gli unici due elementi del gruppo a poter tentare una qualche traduzione che avesse un senso. Un fatto era che, in quell’ultima settimana, i giornali erano stati pieni zeppi di articoli riguardanti vandali che distruggevano night rinomati e uccidevano giovani malcapitati trucidandoli il più delle volte. Finora erano stati rinvenuti una trentina di cadaveri ed era stata denunciata la scomparsa di altrettante persone miste tra uomini e donne. Tomas si mise a sedere sul letto, incurante che l’asciugamano gli si aprisse un po’ sul davanti e, dopo aver gettato da un lato quello con cui si stava strofinando i capelli, regalò a Buffy uno dei suoi sorrisi più seducenti. . Disse il giovane, stiracchiandosi un po’. Era stanco e lo si vedeva. Buffy sapeva che ci sarebbe rimasto male per quella buca colossale che stava per rifilargli perché, probabilmente, il dottore dopo ventiquattrore filate di lavoro avrebbe preferito vedersi con la sua ragazza quella sera. Ma non era davvero possibile. . Esclamò Buffy, prendendola molto alla larga. Ma l’altro sorrise e scosse la testa, poi si allungò verso di lei, la prese per un polso e la tirò a sé, facendola sedere sulle proprie gambe ancora umide della doccia. . Le disse Tom, iniziando languidamente a baciarla sul collo. Lei si lasciò andare a quelle effusioni per qualche istante, sorridendo della propria incapacità quasi assoluta a mentire a quell’uomo o a chiunque altro avesse compiuto più di dieci anni. Poi però, con gentilezza, lo fermò e lo fissò negli occhi:. Affermò, sussurrando a quel viso incantevole, sbarbato di fresco. Il giovane sorrise annusando un po’ del profumo dei suoi capelli:. Buffy gli sorrise ancora, confermandogli che aveva ragione. Poi lui proseguì meno rilassato:. Le chiese. Buffy si ritrasse un po’: era arrivata la parte più difficile, quella che per certo lo avrebbe mandato in bestia perché sapeva di bugia lontano un miglio. . Disse la Cacciatrice, assumendo un tono di disperata irritazione. Tomas la guardò per alcuni istanti senza dire nulla, poi le lasciò andare una mano ed esclamò:. Il tono duro e secco. Lei annuì lievemente, ma non riuscì a sostenere lo sguardo di lui che dichiarava tutta la sua delusione e la sua irritazione per quella che era, chiaramente, una scusa poco credibile. Stizzito, l’uomo le diede una spintarella e la costrinse ad alzarsi dalle proprie ginocchia, puntellando poi le braccia sul letto e sbuffando stornando i suoi occhi. . Disse brusco, senza alzare il tono della voce. Ecco, ora era davvero arrabbiato. . Si affrettò a dire Buffy, cercando di dimostrarsi dispiaciuta il più possibile. E lo era, lo era sinceramente. Ma non poteva dirgli la verità, non poteva dirgli: non esiste nessuna tesina ma devo andare a fare una ronda, che occuperà tutta la notte, per cercare due leggendari vampiri, per cui non posso stare con te stasera. Tomas la fulminò con lo sguardo:. < Non è che non si sappia organizzare, tra l’altro sai che è brava a scuola! Ma… ecco, la ricerca le è costata più tempo del previsto e se domani non consegna la tesina, dovrà frequentare i corsi estivi di recupero! Lo sai che l’anno scolastico è quasi finito, no? >. < Certo che lo so, è per questo che trovo la faccenda tanto assurda: siamo al due maggio, fra meno di dieci giorni cominceranno le vacanze estive e tu mi vieni a dire che Dawn deve ancora consegnare le tesi di fine corso? >. < Be’, è così! >. < Be’, è in ritardo clamoroso! Diglielo quando la vedrai, stasera! >. Esclamò Tom, con più irruenza di quanto lui stesso non avrebbe voluto. Buffy fu infastidita dal tono improvvisamente alto della sua voce, ma si trattenne perché era lei ad essere in clamoroso torto. Chiuse gli occhi un istante e sospirò per calmare quello che era il suo istinto: fargli una sfuriata. Sfuriata che sarebbe stata assurda e ingiustificata, tra l’altro. Quando li riaprì, gli si avvicinò di nuovo e lo abbracciò, lasciando che il viso di lui sprofondasse nel proprio addome piatto e liscio. . Gli disse, carezzandogli i capelli corti, ancora umidi. Lui sospirò e si alzò in piedi, costringendola a scostarsi. La fissò dritta in quegli occhi verdi che tanto lo avevano affascinato e le carezzò una guancia, ma senza dolcezza. . Disse Tom, ora più calmo. Ma era chiaro che stava trattenendo la sua irritazione e che se l’era presa per quella faccenda. Buffy si arrese: non aveva né tempo né voglia di discutere. E poi, ne era certa, doveva solo lasciare il tempo a Tomas di sbollire un po’ della sua irritazione e della sua delusione. Così la ragazza annuì:. Chiese. Lui fece spallucce:. Buffy annuì ancora. . Esclamò Buffy, infine, alzandosi sulle punte e baciandolo lievemente sulla bocca senza che lui concedesse la minima collaborazione. La Cacciatrice lanciò un’ultima dispiaciuta occhiata al suo ragazzo, poi se ne andò in silenzio, ripromettendosi di fare una strage di vampiri quella notte, così, tanto per far scontare a loro quella discussione con Tom. Mentre Buffy era a casa di Tom a spiegargli che quella sera non sarebbero potuti uscire insieme, Willow era seduta all’ombra del salice che lei stessa aveva fatto crescere davanti alle lapidi di Tara, Anya e Joyce. Aveva poggiato la propria giacca e la borsa del lavoro da un lato, si era sfilata i sandali poggiando i piedi sull’erba fresca e ora era completamente immersa nella lettura del materiale che Angel aveva fatto arrivare lì a San Francisco tramite fax… una grande idea, a parte il fatto che lei non conosceva affatto il sumero e che era stata costretta a riprendere i libri di latino per fare una traduzione quanto più fedele possibile. Era già un’ora che leggeva e traduceva e scriveva su un blocchetto cercando di raccapezzarsi, cercando di capire chi era il vero nemico o se, come sospettava lei, sia Kaine che Habel erano da temere. Ogni tanto alzava lo sguardo verso le lapidi e si fermava incantata a guardare il volto della sua ex ragazza ritratto in quella foto che a lei era sempre piaciuta moltissimo, poi dopo qualche minuto riprendeva a lavorare. Al tramonto mancava almeno un’altra ora, ma lei non avrebbe aspettato tanto per andarsene: non era consigliabile, vista la situazione. Così finì gli ultimi tre fogli che si era prefissata di tradurre quel pomeriggio, poi ripose i propri appunti, le matite e il dizionario nella propria borsa, si rimise le scarpe allacciandole accuratamente e si alzò dall’ombra di quell’albero senza nessuna fretta, spazzando via l’erba dai propri pantaloni e notando che in un punto si era formata una bella macchia che non sarebbe andata via così facilmente. . Imprecò, continuando a cercare di portare via la chiazza verde. Ma dopo poco si arrese e sospirò, lasciandosi sfuggire un mezzo sorriso ad un ricordo che le riaffiorò improvviso… . Disse Tara, correndo a spalancare le finestre del bungalow che avevano preso in affitto. La loro unica, vera vacanza che si erano potute concedere dopo aver messo da parte centesimo su centesimo. Avevano scelto il lago Michigan per trascorrere sette giorni immerse nella natura, nella pace più completa di un paesaggio da sogno. Sette giorni lontane da Sunnydaile, da demoni e vampiri che volevano farle fuori perché aiutavano la Cacciatrice, lontano dagli assillanti genitori di Willow, lontano dal caos del campus universitario. Willow gettò i propri bagagli ad un lato della stanza e andò ad abbracciare da dietro Tara che era rimasta incantata a guardare il panorama. . Le disse, strofinando il proprio naso sul suo collo e poi posandole un lieve bacio sulla spalla nuda. Era agosto, faceva caldo. Il loro abbigliamento era ridotto a canottiere leggere e gonne lunghe, larghe e fresche esattamente come piacevano a loro, dai colori sgargianti tipici dell’estate. Anche se lì l’aria era un po’ più fresca che a Sunnydaile. Tara si voltò e ripose ai suoi baci, dolce e provocante. Poi si scostò improvvisamente e la guardò con quel suo sorriso sbieco:. Disse. E fuggì via, verso il lago. Will ci aveva messo un attimo a capire il gioco e ora le stava correndo dietro:. Le gridò dietro, mentre i suoi passi si facevano più rapidi. Arrivatale vicino, la rossa era praticamente saltata addosso all’altra, buttandosi con lei in mezzo all’erba morbida e ruzzolando ridendo assieme a lei felice di poter giocare a quel modo all’aria aperta. Si erano ritrovate vicino all’acqua, una sopra all’altra e ancora ridevano. La caduta era stata attutita del tutto dal terreno soffice. . Le disse Tara, senza smetterla di ridere. Ed in effetti tutto si era aspettata, fuorché il balzo dell’altra su di lei. Willow l’aveva incastrata col proprio corpo a terra, era a cavalcioni su di lei e le teneva le braccia ferme tenendole i polsi al disopra della testa. La guardava con quel suo sorriso furbo che stava ad indicare che aveva qualcosa in mente. . Le rispose, poi le si gettò sul collo a mordicchiarglielo facendole il solletico e facendola contorcere dalle risate e dai piccoli brividi di piacere che le trasmetteva. < Oh, Will… basta, ti supplico…! Basta! >. L’altra le concesse una tregua, ma continuava a guardarla con quel sorriso tipico. Un attimo dopo gli occhi di Willow si addolcirono e stavolta si chinò a baciarla delicatamente sulle labbra, lasciandole le mani libere e lasciando che l’altra rispondesse ai suoi baci. Dopo poco la rossa si scostò lievemente. Aveva il fiato corto e non per la corsa:. Disse, sorridendo felice. Poi si era messa a sedere al fianco di Tara e l’aveva aiutata a riacquistare a sua volta la posizione seduta. . Le disse Tara, dopo pochi istanti, con l’aria improvvisamente dispiaciuta. Willow seguì la direzione del suo sguardo e scorse sulla propria gonna chiara una macchia d’erba e terra che difficilmente se ne sarebbe andata via, anche lavandola col miglior sapone del mondo. La rossa fece spallucce, sorrise alla sua ragazza e le alzò il mento con un dito:. Esclamò, baciandole il naso rapidamente, subito dopo. . Ribatté l’altra, ancora rammaricata. Willow finse di pensarci su, poi i suoi occhi scintillarono:. E da lì il gioco era ripreso. Willow aveva preso per mano Tara e l’aveva trascinata fino all’acqua, tuffandosi nel lago assieme a lei, con tutti i vestiti, ignorando le grida di protesta e le minacce di Tara, sapendo che non le avrebbe mai davvero messe in pratica. Era stata una vacanza stupenda… l’unica… l’ultima. La strega rossa ancora sorrideva al ricordo di quella settimana e di quell’episodio in particolare. Tara aveva strillato per un quarto d’ora filato dopo essere stata gettata in acqua: diceva che era troppo fredda. . Poi lanciò un’ultima occhiata alle tre lapidi poste una accanto all’altra. Era stata egoista a portarle lì, ma non ne era pentita: sentiva che la vita ora poteva apparirle più facile. Pochi minuti dopo, la ragazza era nella sua auto con la radio accesa e canticchiando guidava verso casa, preparandosi mentalmente alla ronda che Buffy aveva organizzato per quella sera.
  
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