<<
Grazie per la vostra ospitalità
>>, ringraziò Igraine rivolgendosi a Gaius,
che prontamente rispose:
<< di nulla >>.
<<
Apprezzo molto la vostra gentilezza
>>, lo elogiò Igraine, sorseggiando la calda
tisana, che il medico le
aveva offerto per riscaldarsi, << siete davvero gentile
>>,
continuò, regalandogli un sorriso.
<<
Non è nulla >>, ripeté Gaius,
cordialmente, provando tenerezza per il sorriso sincero della ragazza.
<<
Sono tempi difficili questi >>, espose saggiamente,
<< bisogna
aiutarsi a vicenda >>.
<<
Non tutti la pensano come voi >>,
lo contraddisse, << le comunità di druidi si
fronteggiano fra loro a
causa di questo caos, provocato dal re >>, fu evidente
una nota di
amarezza nelle sue parole, << si stanno schierando degli
schieramenti
>>, spiegò, continuando a sorseggiare,
<< e non molti stanno dalla
parte del sovrano di Camelot >>.
<<
Sono nate delle ribellioni? >>,
s’informò Gaius, interessato.
<<
Ovviamente >>, confermò Igraine,
sospirando, << tutti speravamo che con la venuta di
Artù le condizioni
del regno migliorassero. Uther ci ha reso per molti anni la vita
impossibile
>>, confessò con rancore, <<
credevamo che il figlio prendesse in
mano la situazione e cambiasse le cose, facendo ritornare la pace,
tanto
agognata da quelli come noi >>, e con un gesto
indicò se stessa, <<
la magia non sempre è cattiva, anzi, può essere
d’aiuto se utilizzata con
cautela. Quello che Emrys fa per la comunità è
ammirevole >>. Pose lo
sguardo su Merlino, che, dormiente, stava seduto sulla sedia e aveva
messo la
testa sul tavolo, utilizzandolo come cuscino.
<<
E’ vero >>, concordò Gaius,
introducendo
un po’ d’orgoglio nel suo dire, <<
Merlino è cosciente di avere un destino
molto più grande di lui, e nonostante questo affronta tutto
con estremo
coraggio >>.
<<
Non è solo una questione di coraggio
>>, chiarì Igraine, carezzando delicatamente
la testa con la mano al
giovane mago. << Emrys sente il richiamo del sangue della
magia. In lui
scorre l’antica religione, come in me e in altri. Nessuno
può scampare al
proprio destino >>, precisò Igraine, poggiando
la tazza sul tavolo,
<< c’è un motivo per cui Emrys
è qui, e anche per cui io sono venuta a
bussare alla vostra porta Gaius >>.
<<
Quindi, potreste spiegarmi il motivo
di tale arrivo? >>, osò chiedere Gaius.
<<
Certamente >>, acconsentì Igraine
con estrema naturalezza, << io sono qui per aiutare Emrys
e, a sua volta,
il re >>, lo fissò in modo serio,
<< la gente come noi sta perdendo
le speranze in Artù, e si stanno unendo a un essere molto
più potente ma
malvagio >>.
<<
Morgana? >>, provò Gaius.
<<
Esatto >>, rispose Igraine,
annuendo, << se non avessi saputo cosa racchiude il suo
cuore, non ci
avrei pensato due volte a unirmi a lei >>,
confessò schiettamente,
<< non mi fraintendete Gaius >>,
anticipò, notando lo sguardo
severo dell’uomo, << Morgana vuole riportare la
magia a Camelot e le sue
intenzioni possono apparire benevole, se non si è a
conoscenza che dietro a
tutto questo ci sarà un bagno di sangue >>,
narrò, cupa, << e poi anche
lei è un legittimo erede >>, aggiunse.
<<
I druidi non hanno torto >>,
dovette ammettere Gaius, << hanno subito torture per
molto tempo, ed è
normale che siano spaventati da Artù e dal suo operato
>>.
<<
Dal suo operato? >>, mimò le
parole di Gaius, << siete sicuro che Artù
agisca per coscienza propria?
>>, gli mise la pulce nell’orecchio.
<<
Intendete Agravaine? >>.
<<
Chi se no >>, mormorò sarcastica.
Gaius
rifletté, e poi chiese: << che
c’entra
lui in tutto questo? >>.
<<
Mi dispiace, ma non mi è concesso
rivelare il futuro a chi non possiede la vista >>, si
scusò. << Ma
vi assicuro che farò qualsiasi cosa per proteggere il re
>>, giurò,
chinando il capo, << veglierò io su Emrys
>>, promise, fissando
intensamente Merlino, << e su Artù
>>, sussurrò infine.
<<
Non ne dubito >>, disse Gaius,
chiudendo gli occhi e aprendoli velocemente. Gettò
un’occhiata a Merlino, che
dormiva, e dopo fissò nuovamente Igraine. <<
Per stasera potete
utilizzare la stanza di Merlino >>, le concesse,
<< domani
provvederò io a una sistemazione per voi >>.
<<
Vi ringrazio di cuore >>,
Igraine si alzò in piedi e fece un piccolo inchino,
congedandosi nella stanza
di Merlino. Prima di aprire la porta, domandò a Gaius:
<< potreste
trovarmi un lavoro, se per voi non è troppo?
>>.
Gaius
annuì, sorridendo mesto. Igraine ricambiò
il sorriso e si chiuse la porta alle spalle. Una volta dentro,
sospirò fissando
la stanza, illuminata solo dalla luce della luna che filtrava dalla
finestra, cui
si avvicinò con passi lenti. Fissò
l’intera città, e le sfuggì un piccolo
sorriso nel vedere la foresta. Sentiva già lontana casa sua,
ma si faceva forza
con la speranza che se avesse agito in fretta, avrebbe potuto farvi
ritorno. <<
Stelle incantate vegliate su di me e su Camelot >>,
mormorò, guardando
intensamente il cielo stellato.
Chiuse
gli occhi e si adagiò sul letto,
sfilandosi le scarpe. Si coprì con la coperta,
poiché sentiva freddo. Si lasciò
subito andare al sonno. Era molto stanca e non riusciva più
a resistere.
Il
suo sonno fu tranquillo ma coronato da vari
sogni. Igraine si ritrovò catapultata in un luogo che lei
conosceva bene: l’isola
dei Beati. La sua espressione era colma di tristezza nel vedere quel
luogo, che
cadeva in rovina pezzo per pezzo. Non fu stupita di trovare una donna
vicino
all’altare del giardino principale. Igraine sapeva
già chi fosse, per questo
non proferì parola e aspettò.
<<
Sei stata brava Igraine >>, si
congratulò la donna, con un tono dolce e cordiale,
<< hai dimostrato di saper
mantenere la parola data >>.
<<
Vi ringrazio >>, il tono di
Igraine era molto basso, << madre >>.
<<
Svolgerai con onore il tuo compito
>>, profetizzò la donna, rimanendo sempre
nella stessa posizione,
<< ma dovrai star attenta a non cadere nel tranello che
ti attende
>>.
<<
Posso sapere quale? >>.
<<
Non ne sei ancora degna >>,
rispose la donna in tono di rimprovero, << ma ti avverto,
stai attenta, poiché
potrebbe essere la tua più grande rovina >>.
Igraine
deglutì, e inizio a dire: << non
ho intenzione di… >>.
<<
Succede Igraine >>, il tono
della donna si addolcì, << a me è
successo. Tu devi essere più forte di
me e vegliare su coloro che il fato ti ha affidato, senza indugiare
>>.
Igraine
fu tentata di emanare un sospiro, ma si
bloccò. Sciolse i pugni, che poco prima aveva stretto, e si
rilassò. <<
Il fato si serva di me per agire nel suo intento >>,
dichiarò senza
battere ciglio.
<<
E così sia >>, sancì la donna,
girandosi di scatto e voltandosi verso la ragazza.
Igraine
fu invasa dallo sguardo della madre e
una luce la avvolse portandola ad aprire gli occhi. Il canto del gallo
la destò
dal sonno. Si portò una mano alla fronte, bagnata dal sudore
e alzò gli occhi
al cielo. Tempi difficili la attendevano.
Disclaimer:
I
personaggi citati in questo racconto non sono miei;
appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi
è alcuna forma
di lucro, da parte mia.
Salve,
sono tornata con un nuovo capitolo, un
po’ più lungo del primo, ma egualmente corto,
poiché i tempi che mi ritrovo
sono molto pochi. Prometto di rifarmi nel capitolo successivo. Allora,
allora…
in questo capitolo viene compresa meglio la figura di Igraine, che
può sembrare
banale ma non lo è per nulla, e viene anche messa la pulce
nell’orecchio perché
sono tirate in ballo scene che fanno venire dei sospetti. Non vi
dirò se sono
giusti o sbagliati, ma vi lascerò la sorpresa.
Riguardo
al capitolo precedente, ringrazio di
cuore: Grinpow, chibisaru81, Daphne91 e Raen91 che mi hanno dedicato un
po’ del loro
tempo, recensendo il capitolo scorso. E ringrazio anche coloro
che hanno letto la storia
e messa tra le seguite.
Spero
che questo capitolo non abbia deluso le
vostre aspettative. Se sì: non abbiate timore nel dirmelo,
poiché per me le
critiche sono molto costruttive. Se vi va, fatemi sapere cosa ne
pensate.
Un
bacino a tutti e grazie ancora, Any.