Fanfic su attori > Gerard Butler
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Autore: irene862    09/11/2011    2 recensioni
2015 --> REVISIONATA E CORRETTA!
Dal IX capitolo..
“Hai perfettamente ragione, sei stato uno stronzo. Un emerito, grandissimo stronzo! Non ti permettere mai più di rifare o ridire quello che hai detto e fatto. Perché te ne pentiresti! “ Non so dove presi il coraggio di minacciarlo. Ma fui contenta di avercelo ficcato da qualche parte.
“Non so con chi hai a che fare quotidianamente, nel tuo mondo patinato di super divi miliardari, ma qui è diverso. Siamo nel mondo reale bello! La gente merita rispetto!” Eravamo talmente vicini che i nostri abiti si sfioravano. Gli puntai un dito sul petto e lo pungolai. ” E non mi importa un fico secco se sei un attore Hollywodiano o che altro. Non credo ad una sola parola delle tue scuse di poco fa quindi non starmi tra i piedi ed andremo d’accordo! Non sono venuta fin qui da casa mia per farmi insultare da un maledetto idiota borioso, come te!”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dolce e delicata come il miele'
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Cap. 32B

XXXII Capitolo (seconda parte)

 

Passammo la notte assieme ma, causa le sue scottature, non potei toccarla. Dormimmo comunque serenamente, tenendoci per mano.

“Sophie … svegliati dormigliona!”

La sua risposta fu un mugolio indistinto ed un accoccolarsi più vicino al mio corpo. Non avevo potuto evitare di toccarla, con dolci e lenti carezze diverse però da quelle che solitamente ci scambiavamo al mattino, causa l’ipersensibilità dovuta alla sua brutta scottatura. Aveva dormito tutta la notte a pancia sotto nuda, senza nemmeno un lenzuolo a coprirla e per me era stata davvero dura resistere dal farla mia.

Solo il pensiero di farle male mi ha fatto desistere!

Guardai la sveglia sul comodino e vidi che erano le nove passate così decisi di alzarmi e, date le alte temperature estive, di correre in bagno per una doccia rinfrescante.

Quando tornai in camera, Sophie era ancora a letto e dormiva profondamente. La guardai per qualche istante beandomi di quel meraviglioso spettacolo di donna, che placidamente dormiva nel mio letto; uno spettacolo che mi apparteneva in tutto e per tutto. Mi avvicinai e la baciai dolcemente sulle labbra poi, con un sorriso appagato e possessivo, uscì dalla stanza senza far rumore.

Ero arrivato alle scale quando il campanello di casa suonò rumorosamente.

Chi diavolo è a quest’ora?

Che siano già arrivati gli amici di Soph?

La faccia che mi sorrideva quando aprì la porta non era sicuramente né Ilaria, migliore amica di Sophie né tantomeno Luca.

Era uno scocciatore conosciuto!

“Jared… che diavolo ci fai qui?”

“Mi sei mancato anche tu, Gerard. E sto benissimo ora che me lo chiedi” ribatté sarcastico

Arrossì un poco e con un timido sorriso di scuse aprì la porta invitandolo ad entrare e ad accomodarsi in salotto.

“Mi fa piacere vederti Jared, lo sai. Ma a quest’ora del mattino, chi o cosa ti ha spinto a bussare alla mia porta?”

Sorrise in risposta e cominciò a ciarlare del più e del meno

“Dov’è Sophie?” domandò poi di punto in bianco

“Sta ancora dormendo. Non sta molto bene” e in poche parole gli raccontai della scottatura di Soph e delle indicazioni della dottoressa

“Completamente nuda?” come al solito aveva colto l’aspetto meno rilevante dell’intera vicenda

“Già. Niente vestiti e dosi massicce di gel all’aloe” chiarì cercando di suonare indifferente.

“Una donna senza vestiti, ferita, bisognosa di cure e affetto per di più da oliare e massaggiare. Amico, la domanda sorge spontanea … perché sei ancora qui a parlare con me? Pensavo avessimo superato questa fase!“ mi ricordò riferendosi all’episodio di quando Soph si era persa per poi trovarci tutti e due a doverla spogliare da svenuta

“Perché a differenza di te, amico, non sono un caprone in calore!” replicai sdegnoso

Ci voleva lui a dirmi cosa avrei potuto e voluto fare con Sophie!

“Ha la pelle ipersensibile e qualsiasi tipo di contatto le provoca dolore. Anche il solo spalmarle il gel le crea sofferenza” spiegai

“Certo, con le tue manone da muratore le avrai sicuramente fatto male. Io, al contrario, ho le mani da pianista dicono!” buttò lì Jared

Risposi con un’occhiataccia e lui saggiamente decise di cambiare discorso “Beh, menomale che sono passato a trovarti, con Soph fuori uso sarò io a farti compagnia!” continuò sorridendo

Ero contento di vedere Jared  “Se non hai altro da fare …” risposi alzando le spalle

“Nulla. Che programmi avevi per oggi?” e per rispondere alla sua domanda raccontai anche dell’arrivo dei due amici di Soph.

 

 

“Dalle tue parole e dal tono usato percepisco una sorta di animosità verso questo Luca”

“Animosità? No, non mi pare” negai scuotendo il capo

Avevo forse lasciato trasparire le mie impressioni su Luca?

“No eh? Lo hai definito pesce lesso, mummia rattrappita e non ricordo cos’altro”

Stavo per rispondergli per le rime quando sentì i suoi passi. Sophie si era svegliata.

“Buongiorno a tutti” esordì entrando in salotto con un sorrisone. Indossava un corto vestitino di cotone bianco senza spalline

Balzai in piedi e le andai vicino “Ben svegliata amore mio” sussurrai baciandola dolcemente sulle labbra

Il bacio era durato a lungo e quando mi allontanai, notai nei suoi occhi scaglie di dolcezza tutte per me. Sorrisi e la invitai ad unirsi a noi. Salutato Jared con un bacio sulla guancia ed un sorriso allegro si sedette sul bracciolo del divano, accanto a me.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luca e Ilaria arrivarono in tarda mattinata. La seconda mi fece subito una buonissima impressione; fisicamente somigliava molto alla mia Sophie, lunghi capelli castani, allegra e sorridente, occhi scuri e corpo formoso. Sembravano quasi sorelle. Luca invece era... un ragazzo alto, qualche centimetro in meno di me, biondo, occhi verdi con fisico asciutto e muscoloso. Sorrideva molto anche lui e si guardava in giro curioso. Incontrava spesso lo sguardo di Sophie ed insieme sembravano poter comunicare solo con il pensiero.

Mi presentai e presentai loro Jared e assieme a lui mi rifugiai in cucina, lasciando i nuovi arrivati con Soph. Sicuramente avevano un sacco di cose da dirsi.

“Non mi piace!” dichiarai non appena Jared ebbe chiuso la porta della cucina.

“Credo di sapere a chi ti riferisci” rispose sorridendo malignamente

“Cioè dico … ma l’hai visto?”

“Mhm … non so. Un ragazzo alto, biondo con un fisico niente male?”

“Fisico niente male?!?!? Ma non dire cazzate! Comunque sarà meglio tenerlo d’occhio. Non mi fido … ha una faccia da furbetto che non mi piace!” dichiarai risoluto

“Non sarà perché sembrava felicissimo di vedere Soph, vero? O magari è per come l’ha salutata?”

Sbuffai in risposta. Non mi piaceva e lo avrei tenuto d’occhio!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Li sentivo ridere e parlare in italiano e per l’ennesima volta quel giorno mi diedi dell’idiota per non aver approfittato di Sophie per imparare un po’ quella stramba lingua.

Non puoi mica rimanere in disparte da associale per tutto il giorno … dopotutto, modestia a parte, sei Gerard Butler!

Ormai Jared sen’era andato da una buona mezz’ora e rimanere in cucina da solo non aveva senso ed era oltremodo inospitale, così m’incamminai verso il salotto.

Aprì la porta ed entrai.

I due sedevano sul divano mentre lei, la mia Soph, se ne stava in piedi accanto a loro. Mi notò subito e mi venne incontro sorridendo felice.

“Tesoro, ti unisci a noi?” domandò con tono dolce

Guardandola annuì e mi diressi verso la poltrona mentre lei rimase ancora in piedi.

“Dovremmo fare gli impacchi e rimettere il gel Soph … lo vedo che soffri”

“Già” annuì lei “La pelle mi brucia molto” continuò

Luca s’intromise nella discussione chiedendo spiegazioni. Soph chiarì tutto in italiano e spiegò loro l’intera vicenda. Capì subito che Luca parlava fluentemente l’inglese mentre Ilaria poco o niente.

Anche se non riuscì a capire nulla o quasi della loro conversazione vedevo le loro espressioni dispiaciute e i loro occhi erano sinceri.

Parlammo di tante cose, tutti assieme, con Soph e Luca a fare da traduttori per me ed Ilaria.

Per tutto il tempo quei due non fecero altro che sorridersi, guardarsi e sorridersi ancora in perfetta sintonia. E la cosa m’innervosì oltremodo.

Pranzammo assieme e il pomeriggio lo passammo in piscina.

 

 

 

 

Stavamo parlando e ridendo in piscina quando il mio cellulare prese a suonare. Era Bob perciò mi alzai e mi allontanai dai tre per non tediarli più del dovuto. La telefonata non durò molto ma al mio ritorno trovai una brutta sorpresa.

Soph e Luca insieme.

Rabbia e gelosia m’invasero. Li vedevo assieme, li vedevo ridere e scherzare e giocare. Erano entrambi a bordo piscina quando d’improvviso Luca la sollevò tra le braccia ed insieme si buttarono in acqua.

Aprì la bocca per protestare ma nemmeno un suono ne uscì. Tentai nuovamente ma le parole pensate dal mio cervello sembravano non voler arrivare e uscire dalla mia bocca.

Continuavo a guardarli. Ridevano e si abbracciavano.

La visuale mi si oscurò solo quando la sua figura mi fece ombra.

L’ombra di Ilaria.

Con un sorriso si accomodò vicino a me, mi guardò e mi toccò un braccio con fare rassicurante

“Gerard … come avrai sicuramente notato, io non parlo inglese molto bene ma ho capito cosa ti passa per la testa. Sembri fuori di te e i tuoi occhi non dicono altro” Il suo viso sembrava sincero e un sorriso le aleggiava sul volto.

Il suo inglese era pessimo ma aveva buone intenzioni e rimasi ad ascoltarla concentrandomi su quello che diceva.

“Tranquillizzati perché non è come pensi. Luca e Soph si conoscono da diversi anni mentre io e lei ci conosciamo fin da bambine, perciò ti posso assicurare che fra quei due non c’è nulla se non una grande e fraterna amicizia. Amicizia tutto qui. Si vogliono un gran bene ma come amici. Lei ama te.” concluse il tutto con un’altra pacca consolatrice e alzandosi si unì a quei due.

 

 

 

 

 

Eravamo rientrati a casa nel tardo pomeriggio ma avevo notato che Gerard era un poco sulle sue.

Lo avevo forse trascurato?

Così mi venne un’idea…

Avrei rimediato. Quella sera stessa. Gli avrei fatto una sorpresa e Luca mi avrebbe aiutato.

Luca! Avevo bisogno di Luca!

“Luca mi devi aiutare” esordì entrando nella sua camera senza neppure bussare

Di lui non c’era traccia ma sentì lo scrosciare dell’acqua della doccia perciò decisi di aspettarlo seduta sul letto. Se ne sarebbero andati fra solo un paio di giorni e la cosa mi rattristava parecchio. Ero così felice di averli, di poter parlare con loro.

Parlavo italiano finalmente!

“Hey, Soph che ci fai qui?” mi salutò uscendo dal bagno. Aveva un asciugamano intorno ai fianchi ma per il resto era nudo.

Il suo fisico muscoloso mi faceva sempre un certo effetto, soprattutto quando era senza maglietta … ma a pensarci bene nessuno era come il Gerard.

Lui era tutto quello che più desideravo. Molto, molto, ma molto più di quello che avrei mai chiesto!

Riscuotendomi da quei pensieri mi alzai precipitosamente e quasi mi fiondai su di lui

“Luca, mi devi aiutare … per favore” cominciai a dire prendendogli le mani

“Certo, Sophie … tutto quello che vuoi, ma … aspetta cosa dovrei fare?”domandò cauto

Gli raccontai brevemente la mia idea e lui si dichiarò d’accordo. Corsi in camera mia e vi trascinai anche lui, con ancora indosso solo l’asciugamano, dove recuperai tutto quello che mi serviva.

Profumo e biancheria intima sexy.

“Soph, non potrei almeno cambiarmi? Perchè a parte l’asciugamano sono nudo come un verme” protestò per l’ennesima volta

“Te l’ho già detto Luca, non abbiamo tempo” risposi esasperata

Era una situazione strana ma non imbarazzante, almeno per noi. Ero di fronte a lui con addosso solo uno striminzito completo intimo bianco.

“Allora … che ne pensi?” domandai facendo una giravolta per farmi ammirare meglio

“Se vuoi dargli l’impressione di una suora … stai alla grande!”

“Oh, ma dai! Non starai esagerando?! Una suora… guarda che l’ho pagato un sacco di soldi!” risposi sbuffando

Era il secondo completo che bocciava. Due dei miei migliori completi intimi.

“Non hai qualcosa di più … provocante?” domandò esasperato per poi correre a frugare nel mio cassetto. Incrociai le braccia al petto irritata.

Forse non era stata una buona idea chiedere aiuto a Luca … avrei dovuto chiedere ad Ilaria!

All’improvviso lanciò un fischio acuto che mi riscosse dalle mie riflessioni e m’indusse a guardarlo. Tra le mani reggeva una striminzita brasiliana con reggiseno a balconcino abbinato. Erano entrambi neri.

“Questo … prova questo!”

Corsi in bagno a provarlo, eccitata e nervosa. Volevo fare in modo che Gerard non potesse resistermi, volevo scusarmi e lo volevo tutto per me quella sera.

“Allora che te ne pare?” domandai uscendo dal bagno

Lui mi guardò a lungo, a bocca aperta e con occhi sgranati.

“Soph stai una favola! Se fossi etero ti sarei già saltato addosso e ti avrei incatenato al letto!”

Sorrisi grata di quel complimento e lo abbracciai. Gli volevo un gran bene.

“Il merito è tutto tuo e del tuo buon gusto! Grazie Luca” dissi

“Beh, con questo completino lo farai impazzire… poco ma sicuro! Chiamo Ilaria deve assolutamente vederti!”  prese il cellulare e le mandò un messaggio

Mi diressi con passo lento di nuovo in bagno, volevo profumarmi e truccarmi un minimo quando sentimmo bussare alla porta.

“Cavoli, Ila, hai fatto in fretta” lo sentì dire  “Ila … devi vederla … è una strafiga assurda!” disse aprendo la porta

Uscì in fretta dal bagno ma non era Ilaria quella che ci trovammo di fronte…

Gerard rimase sulla porta come pietrificato. Passava lo sguardo da me a Luca senza dire una parola.

Sapevo cosa stava pensando … glielo si leggeva in faccia.

Cercai di avvicinarmi perché volevo spiegargli ma lui me lo impedì agendo prima.

Non mi resi nemmeno conto di quel che stava accadendo finché non sentì i gemiti di dolore di Luca. Gerard era entrato come una furia in camera e, preso Luca per la gola, lo aveva sollevato da terra per spiaccicarlo al muro. Il viso contorto dalla rabbia era quasi irriconoscibile. Continuava a gridare ma io non riuscì a cogliere nulla. Vedevo solo l’espressione sofferente di Luca.

“Gerard! Lascialo subito!” urlai perentoria

Ero di fianco a entrambi quindi era impossibile che non mi avesse sentito. Mi guardò per qualche secondo per poi lasciarlo andare. Luca scivolò a terra e tenendosi una mano sulla gola alzò lo sguardo prima su Gerard e poi su di me. Ma entrambi non lo notammo: Gerard fissava me ed io lui, i nostri sguardi rabbiosi legati l’uno all’altro.

“Come ti sei permesso di fare una cosa del genere!?” urlai mentre cercavo di aiutare Luca a rialzarsi da terra. Guardai con attenzione il suo collo ma non sembrava avere lividi o arrossamenti.

Menomale …

“Cosa avrei dovuto fare? Perché sei in biancheria intima? E cosa diavolo ci fa in camera tua?” domandò furibondo riferendosi al mio migliore amico

Luca si era ripreso ed ora mi guardava con aria triste. Ricambiai lo sguardo per poi rivolgerlo a Gerard

“Sei un idiota Gerard Butler … non hai capito proprio niente!” risposi in lacrime

Luca si avvicinò e, tentando di consolarmi, si allungò come per abbracciarmi ma Gerard con una spinta glielo impedì

“Sta’ lontano da lei!” ringhiò arrabbiato

“Stai calmo Gerard perché non è come pensi. Sono qui solo perché Sophie mi ha chiesto aiuto. Voleva farti una sorpresa e mi ha chiesto di aiutarla a scegliere un bel completo intimo. Voleva passare la serata con te dato che le è sembrato di trascurarti un po’ oggi, forse a causa nostra” spiegò calmo

La spiegazione sembrò calmarlo. Non accennò a dire una sola parola a Luca ma il suo sguardo si concentrò su di me, sul mio viso, come a chiedere conferma

“Mi eri sembrato triste oggi così avevo pensato di farti una sorpresa e di farmi trovare in camera tua ” chiarì indicandomi

Avevo le guance rigate di lacrime ma non me ne curai

“Perché indossi solo un asciugamano?” domandò a Luca con voce tesa

Il mio migliore amico sorrise e mi guardò

“E’ colpa mia, non gli ho lasciato il tempo di cambiarsi. Non volevo perdere tempo … e non gli ho permesso di cambiarsi” spiegai

Le mie parole erano frammentate da piccoli singhiozzi e forse fu proprio questo a fare breccia nel suo cuore

“Oh, Sophie scusami. Ti ho vista così … con lui e non ho capito più nulla” disse abbracciandomi delicato

“Non è con me che ti devi scusare ma con Luca” feci avvicinandomi al mio migliore amico e abbracciandolo

Luca ricambiò con affetto; mi allontanò da sé dolcemente per poi girarsi verso Gerard

“Mi dispiace Luca. Sono veramente mortificato per il mio comportamento … ma vederti con lei mi ha …”

“Tranquillo, lo capisco. Ora vi lascio soli… così potrete parlare da soli”

L’ultima cosa che vidi fu Luca chiudere la porta perché poi chiusi gli occhi e mi lasciai andare al dolce sapore delle labbra del mio uomo. Un sapore ed una morbidezza irresistibili.

 

 

 

 

Luca ed Ilaria rimasero, proprio come nei piani, per altri due giorni. Ed io passai tutto il mio tempo con loro. Gerard, la sera del nostro piccolo scontro, mi confessò di essere stato terribilmente geloso di Luca e solo per questo si era comportato in quella maniera. Tuttavia aveva capito la situazione e si era fatto, in qualche modo, da parte per divertirmi con i miei amici da sola. Lui ne aveva approfittato per una rimpatriata con alcuni vecchi amici che non vedeva da tempo.

Quei due giorni passarono troppo in fretta ma mi lasciarono dentro una sensazione di allegria, contentezza e felicità che portai con me anche i giorni seguenti. Gerard disse che sembravo splendere dalla contentezza, molto più del solito.

  
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