Nell’animo incerto ancora si accende.
Un sospetto si spegne, sul fiore risplende
Una luce ancora che soffusa si difende.
Oltre quei rami di esili, scomposti, fili
Dove anche noi siamo stretti e ora vili
Nel senso di ieri in cui siamo rinchiusi,
ancora ammaliati, confusi, disillusi.
Ma è un cielo sublime di azzurro vivace,
è una fine che dal prato ora giace
e fiorisce da lì una cenere amara
che brucia di vita nuova ed ignara.
Sono nato ora in cielo dal misero grembo
Che mi tiene ora stretto, stretto nel petto.
Allattato da un giovane, nuovo tormento,
una vita sottile che non ha alcun senso.
Amerò ancora le gioie, le gioie del vento
Che soffia sottile gli amori del tempo,
amerò ancora quel dolce, ora dolce lamento
di un nuovo ritorno di cui non mi pento.
L’esperienza ora trasforma l’essenza
Ed ogni colore già si incenerisce,
oltre quei muri li brucia violenza,
crede di odiare colui che cresce.
Risucchiano gioia ad ogni respiro,
chiedono venia da ciò che ho patito.
Sono ciechi ed amari con le bende tirate,
non vedranno mai ciò che mi hanno levato,
ora son nato nuovo dai loro canini
di sangue ne ho dato a chi chiede di vini,
ho creato ed armato colori sottili
che abbattano oggi i dolori più vivi.