“Può
darmi del tu, in fondo credo di essere molto più
giovani di lei.” Ridacchia divertito.
“Hai
ragione Bella, sei molto, ma molto più giovane di
me, anche se mi porto bene i miei millenni.” Tossisco
convulsamente e lui mi
batte una mano sulla spalla.
“Cosa
è successo?”
“Non
può dirmi come se niente fosse che lei ha qualche
millennio di vita e pretendere che io non faccia una piega.”
“Hai
ragione, ma cara, chiamami semplicemente Aro.”
“A-Aro?Quell’Aro?
Il capo dei Volturi? Colui che è
considerato una sorta di sovrano dei vampiri?”
“Oh
sovrano, mia cara non esagerare, mi metti in
imbarazzo.” Sollevo un sopracciglio in modo sarcastico.
“Peccato
che non potendo arrossire non posso credere
che lei sia in imbarazzo. Comunque, appurato chi è lei, ora
se non le spiace, vorrei
sapere cosa vuole da me. Se avesse voluto uccidermi, cosa che ancora
non
escludo del tutto, l’avrebbe già fatto senza tante
cerimonie e senza metter su
tutto questo teatrino.” Mi sorride mellifluo, certo che a
vederlo così non è
tanto terrificante.
“Mia
cara, perché mi osservi con tanta
curiosità?”
“Lei
mi incuriosisce e se permette, e senza offesa, mi
sembra un tipo alquanto bizzarro.” Spalanca gli occhi e
scoppia a ridere. Una risata
perfetta e cristallina. Perfetto come solo un vampiro può
essere.
“Piccola
Bella, sono stato chiamato in diversi nomi,
ma mai nessuno mi ha definito bizzarro, lo trovo alquanto
buffo.”
“Io
invece lo direi inquietante, ma ancora non mi ha
detto il motivo della sua cortese visita.” Avrà
notato il sarcasmo? Si, dal suo
sguardo capisco che l’ha notato.
“Non
così in fretta. Ho tutto il tempo del mondo.”
“Io
invece ho un orologio biologico che cammina e non
fa sconti, perciò se vuole parlare in un luogo
più appartato io ho finito e
possiamo andare via.” Si alza elegantemente e mi scosta la
sedia. L’ho già
detto che pur essendo pericoloso e sanguinario è un vero
gentiluomo? Prendo il
portafogli per pagare ma una mano bianca e gelida mi blocca.
“Cara
sono un gentiluomo e i gentiluomini non permettono
alle proprie dame di pagare. Così mi offendi.”
Scrollo le spalle, quasi quasi lo
porto con me a comprare quella moto che ho visto prima. Ripensandoci
forse è
meglio arrivare subito al nocciolo della visita, sperando di uscirne
viva.
“Facciamo
una passeggiata.” Mi porge il braccio
proprio come nel 1800 e inarco un sopracciglio, ma accetto ugualmente.
“So
che è un gesto antico e sorpassato, ma diciamo che
preferisco continuare a vivere con i miei modi, sono più
educati rispetto a
quelli odierni. Convieni con me, mia cara?” Ma la smette di
chiamarmi così?
“Diciamo
che non sono abituata a tutta questa
galanteria.”
“Capisco.
Bene dove mi porti?”
“Credo
che lei conosca la città meglio di me, ma
comunque Hyde Park va benissimo.” Continuiamo a camminare
parlando di
frivolezze e il mio nervosismo aumenta. Voglio, anzi esigo, sapere cosa
vuole
da me.
Ci
accomodiamo su una panchina un po’ appartata e per
un po’ nessuno dei due parla, fino a che mi spazientisco e
sbotto.
“Ora
può dirmi cosa vuole da me?”
“Certo,
mi stavo solo godendo il panorama, ma data la
tua impazienza è meglio arrivare subito al dunque. Tu sai di
noi. Sei un
potenziale pericolo per la nostra specie e sai che la nostra esistenza
è
segreta da millenni. Tutti coloro che ne venivano a
conoscenza…”
“O
morivano o venivano trasformati. Conosco le regole.
Sono a conoscenza della vostra esistenza da diverso tempo e non ho mai
aperto
la bocca, non è nei miei interessi far sapere al mondo che i
vampiri esistono. Per
diversi motivi, ovviamente non voglio essere internata
perché considerata
pazza, ci tengo alla mia libertà ed io sono sana di mente.
In secondo luogo non
vedo il motivo di far sapere alla popolazione mondiale della vostra
esistenza. Diciamo
che c’è sempre stato equilibrio tra le due specie,
certo non contando il fatto
che uccidete per sopravvivere, ma mi pare che fino ad ora si
è vissuti bene. Ovviamente
se vi nutriste in modo diverso non solo sarete più umani, ma
eviterete anche di
uccidere innocenti.”
“Giusto
ragionamento il tuo, ma vedi mia cara è la
nostra natura. Vi sono due alternative, seguendo una diversa
nutrizione, una è
quella vegetariana diciamo, e l’altra è quella di
prendere, o meglio rubare, il
sangue delle donazioni.”
“Meglio
ladri che assassini, non conviene con me, mio
caro?” Ridacchia divertito. Stronzo.
“Giusto,
ma non tutti hanno la forza e la voglia di
andare contro la loro natura. Ma torniamo al nostro discorso. Sono
consapevole
che non dirai nulla a nessuno, non solo per la tua sanità
mentale, credo che ci
sia un motivo diverso che ti spinga al silenzio, non è vero?
E per favore non
propinarmi nuovamente le belle quanto false parole
dell’equilibrio, non ci
credi tu e non ci credo io.” Sospiro, sa tutto.
“Se
sa perché me lo chiede? Vuole che le dica che la
mia famiglia è composta da vampiri? Vuole che le dica che mi
hanno abbandonata
per la mia sicurezza? Vuole che le dica che ho due amici vampiri che
seguono la
dieta classica? Devo continuare o va bene così?”
“No,
no va più che bene, ma ovviamente sono
perfettamente a conoscenza di tutto ciò, penso tu
l’abbia capito, sei alquanto
intelligente.”
“Si
l’avevo capito sin da quando mi ha detto il suo
nome. Ora le chiedo cosa vuole da me. Non è stata infranta
alcuna legge. Sono stata
io a scoprire la vostra esistenza, e fino ad ora non ho dato modo di
dubitare
del mio silenzio.”
“Si,
hai ragione, ma sai comunque tanto e inoltre
possiedi un grande potenziale.” Lo guardo corrucciata.
“Mia
cara sai che i vampiri, non tutti, possiedono
doti extra?” Annuisco incuriosita dalla conversazione.
“Bene,
io con un semplice tocco vengo a conoscenza di
tutti i pensieri generati da un qualsiasi essere, e quando dico tutti
mi
riferisco anche ai segreti più nascosti e reconditi. Ma con
te niente. Non riesco
a percepire nulla. Ciò vuol dire che hai un potere latente
già molto
sviluppato, e sei solo un’umana, pensa a cosa potresti fare
da vampira. Saresti
una grande vampira, sar…”
“No,
no, no, stop. Io non voglio essere un membro
della sua guardia, non voglio prendere ordini da nessuno. Tutti possono
scegliere se far parte o meno della guardia e io rifiuto. Se deve
uccidermi
faccia in fretta, ma mai diventerò
un’assassina.” Mi guarda ammirato.
“Devo
dire che sono affascinato. Sai quanti vorrebbero
farne parte? Sai quanti vorrebbero immortalità, forza,
bellezza? E tu la rifiuti.
Per cosa poi? Credi che una volta che troverai i Cullen, loro ti
accoglieranno
in famiglia a braccia aperte?”
“Oh
no, non mi illudo facilmente, la ringrazio per la
preoccupazione. Non mi hanno voluta da bambina si figuri ora che sono
maggiorenne ed indipendente e posso tranquillamente badare a me
stessa.”
“Allora
perché li cerchi?” Già,
perché li cerco?
“Lei
ha una moglie?”
“Si
cara, i vampiri amano una sola volta nella loro
esistenza. È un amore eterno, un amore che ti cambia e lega
a se, non potrei
amare nessun’altra donna, umana o vampira, che non sia la mia
Sulplicia.”
“Se
sua moglie andasse via la cercherebbe?”
“Certo.”
“Bene,
io voglio cercare la mia famiglia e basta, non
voglio nulla da loro. Voglio solo ricordargli la loro esistenza, per
quanto con
la vostra infinita memoria, possano averlo dimenticato.”
“In
pratica vuoi sbattergli in faccia il tuo dolore?”
“Anche.
È brutto da dire e anche da pensare, ma voglio
che capiscano cosa hanno combinato. Come mi sono sentita.”
“E
sia mia cara. Ti propongo un patto.” Lo fisso
curiosa e guardinga, non mi fido molto di questo vampiro.
“Nel
caso in cui loro vorrebbero averti in famiglia…”
“In
quel caso non so se io potrei voler loro, mi hanno
lasciato un segno indelebile.”
“Se
per ipotesi, la famiglia si riunisce e finisce che
siete tutti felici insieme, non mi vedrai più, ma bada bene
dovrai essere una
di noi, non potrai continuare ad essere un’umana, sarebbe
troppo rischioso,
anche se mi dai la tua parola mantenendo il silenzio. Però
devono essere loro a
proporti la trasformazione, non devi convincerli tu. Se invece non
ritrovi ciò
che credevi, ciò che ricordavi, allora entro in gioco
io.”
“Mi
viene a prendere e i fa entrare nella guardia,
giusto?”
“Esatto,
ma non solo, ucciderò i Cullen.” Sgrano gli
occhi.
“Non
può fare una cosa del genere. Facciamo così,
verrò io di mia spontanea volontà, dopo la
laurea, a Volterra, entrerò nella
guardia, ma la mia famiglia non la tocca, da ora
all’eternità.”
“E
se loro ti volessero?”
“No,
io verrò comunque, inventerò qualcosa, ma
verrò. Li
abbandonerò io.”
“Perché
lo fai? Potresti vendicarti per tutto il male
che ti hanno fatto. Sei troppo buona Bella e ti prometto che avrai
libero
arbitrio sulla tua nutrizione.”
“Anche
se mi hanno fatto molto male, non vorrei mai
che coloro che per un po’ di tempo mi hanno amata come una
figlia muoiano a
causa mia. Non voglio che i miei genitori e i miei fratelli muoiano. Le
giuro
Aro che se lei dovesse venir meno alla promessa di non toccare la mia
famiglia,
non potrà nascondersi in nessun posto al mondo a costo di
distruggere l’intera
guardia, a costo di morire io stessa.” Mi guarda con
ammirazione.
“Sarai
una grande vampira Bella.” Sospiro e volto lo
sguardo verso l’orizzonte. Una folata di vento mi comunica
che il mio
accompagnatore è sparito.
Ma
porca miseria in che guaio mi sono cacciata.
Stringo
i capelli e urlo con tutto il fiato che ho in
gola. Alcune persone si girano a fissarmi come se fossi pazza.
Riesco
solo ad incasinarmi la vita.
Maledizione.
Torno
alla realtà dopo il
mio racconto. Ovviamente di quello strano patto non ho fatto parola, ci
manca
anche solo che mi trasformino per compassione e diciamo che ne ho fatto
il
pieno. Inoltre devo andare per forza a Volterra, perciò
problema risolto.
Tutti
mi fissano
ammutoliti.
“Ti
ha fatto del male?”
Nego con il capo in direzione di mia madre.
“Però
è strano. Sei sicura
di aver detto tutto?” Annuisco in direzione di Jasper.
“Cosa
è strano?” Chiedo
curiosa.
“Non
ti ha chiesto nulla. Cioè
Aro è famoso per il suo volere talenti nella guardia e per
non risparmiare mai
nessuno. È strano il fatto che ti abbia lasciato andare
senza voler nulla in
cambio.”
“Direi
che la bella paura
che mi ha messo addosso quel giorno non è proprio niente.
Sono ripartita in
fretta e furia per evitare altri incontri spiacevoli con lui, anche se
presumo
che se avesse voluto parlarmi nuovamente me lo sarei trovato di fianco
senza
che me ne accorgessi.”
“Hai
ragione, ma trovo
comunque strana tutta questa storia.”
Sento
le braccia di mio
padre che mi stringono a se. Mi lascio andare al suo abbraccio. Mi
sento
protetta tra le sue braccia.
“Ehi
Bellina, ma ancora non
hai detto nulla dello scudo.”
“Oh
si. In pratica nessuno
può entrare nella mia testa, perciò il potere di
Edward non funziona su di me,
sono io che inconsciamente lo blocco. Credo che anche Alice abbia delle
difficoltà.”
“Giusto
sorellina. Non riesco
a vedere il tuo futuro, o meglio vedo il tuo futuro ma non le tue
scelte.” Perché
mi guarda maliziosamente? La guardo curiosa.
“Mi
dispiace ma nessuno
saprà nulla oltre me.” Alterno lo sguardo da lei a
Edward e viceversa.
“Oh
tranquilla neanche lui
lo saprà, ho diversi trucchetti che mi consentono di tenerlo
lontano dalla mia
mente.”
“Geniale.”
“Oh
lo so, ti ringrazio. Ora
però credo che sia ora di cena giusto? Vuoi per caso morire
di fame?” Mi alzo
di scatto, ora che mi ci fa pensare ho una fame tremenda.
“Hai
ragione. Ora vado.
Ecco…si…ehm…ci…ci…vediamo…mmm…do-domani?”
Balbetto e arrossisco in direzione dei miei genitori e fulmino i miei
fratelli
che ridacchiano divertiti.
“No
tesoro…” Il mio viso
deluso lo notano.
“Oh…ah…ehm…mmm...v-va
bene…mmm…ok…allora…si…vado…io…si…”
Mi volto e mi dirigo verso la porta.
“Bella?
Dove vai?” Non
voglio voltarmi vedrebbero gli occhi lucidi.
“I-in
alber-go.” La voce è
rotta dai singhiozzi traditori.
Le
braccia di mio padre mi
avvolgono e mi stringono in un altro abbraccio al quale si aggiunge
anche mio
madre. Mi volt verso di loro e noto ce ci hanno lasciati soli.
“Non
ci vediamo domani perché
tu resterai qui. Noi siamo la tua famiglia e questa è casa
tua. Alice e Rose
nel pomeriggio hanno provveduto a preparare la tua camera, hanno preso
la tua
roba in albergo e saldato il conto. Ora tua madre ti prepara la cena e
poi ci
accomodiamo di nuovo in salotto o tu vai a letto se sei stanca, ma da
qui non
ti muovi. Non ti faremo più andare via.” Oh
papà, che stupida che sono stata.
Mi
butto tra le sue braccia
e lascio libero sfogo alle mie lacrime.
“Ssh
amore, perdonaci,
perdonaci.” Stringo anche mia madre fino a che non mi calmo e
poi ci dirigiamo
tutti e tre in cucina.
Come
farò a tener fede alla
parola data ad Aro?
Ciao
ragazze,
sono viva e non sono stata rapita, ma come sapete questa storia la
scrivo
quando ho momenti liberi dallo studio. Allora cosa ne dite del
capitolo? A me
ha fatto commuovere la parte finale. Chissà come
andrà a finire tra Aro e
Bella. Aspetto i vostri commenti, a presto, un bacio Mary.