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Autore: FraonMars    10/11/2011    0 recensioni
This is who I really am, una frase, mille emozioni. Molti di voi non sapranno nemmeno da dove l'ho presa, beh, ve lo dico io. E' presa dalla canzone dei 30STM 'The Kill'. No, la storia non parlerà di loro, bensì di me. Tutto questo è una specie di diario personale, dove potrete leggere di me, della mia vita. Non tutto è vero, alcuni avvenimenti sono reali altri inventati.
Spero vi piaccia, buona lettura(:
Ps. i primi capitoli vi sembreranno un pò noiosi, vi assicuro che pian piano diventan migliori(:
Fra.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fino a quel momento nella mia vita erano state poche le persone a colpirmi davvero. Poche erano state capaci di farmi stare bene, di rendermi felice. Non mi era mai capitato di avere una relazione o un’amicizia ‘a distanza’. Non avrei mai creduto di poter voler così tanto bene a qualcuno che mai avevo visto o incontrato.
Quel giorno, nove novembre duemilaundici, ho potuto dire che io ci credevo. Credevo nel sentimento che nasce a chilometri di distanza. Credevo anche che questo fosse molto più profondo di quello che si prova per qualcuno che conosci di persona.
Affezionarsi a qualcuno nonostante tu non l’abbia mai visto vuoleva dire, secondo me, essere realmente colpiti dal carattere o dalle parole di quella persona.
Francesca.
Ricordavo benissimo come ci siamo conosciute. Un modo strano si.
Francesca aveva un anno in meno di me ma questo non contava. Era simpatica, pazza e molto sensibile.
Mi piaceva per la sua semplicità. Una distanza enorme ci separava, mai l’avevo vista realmente. Avevo letto le sue parole, sentito la sua voce per telefono.
Mi era sempre stata vicina nei momenti di difficoltà, stranamente mi capiva più di altri. Sembrava mi conoscesse davvero.
Mi aveva chiamata per la prima volta pochi giorni prima. Parlava moltissimo. Aveva una voce allegra, se così si può dire, tante cose da raccontarmi. Avevamo trattato gli argomenti più assurdi, dal mio accento simile a quello della madre alla scuola.
Quel pomeriggio purtroppo non siamo riuscite a sentirci.
Avevo avuto da studiare molto e la sera sarei dovuta andare ad una ‘festicciola’.
Michele aveva invitato alcuni suoi amici e me a casa sua dove avremmo guardato un film e passato la notte.
Avevo portato con me anche Giorgia ovviamente. Di certo non me ne sarei stata tutta la sera in mezzo a quel gruppetto pieno di fighi con almeno due anni in più di me.
‘Non ti mangiano mica.’, mi aveva detto Michele scherzando mentre a piedi facevamo la strada dal centro a casa sua.
‘Ma non li conosco nemmeno dai! Io non faccio parte della vostra compagnia poi.’, risposi io intimidita.
‘Ma fai parte di me.’
Stampai un bacio nella guancia di quel bel ragazzo e per non badare troppo a quella sua dolcezza assurda tornai al discorso.
‘E comunque c’è anche Fede! La Gio non è mica di troppo.’
‘No ma figurati, è che ti ci dovrai abituare prima o poi.’
‘Appunto, prima o poi.’, dissi specificando ad alta voce il ‘poi’.
In venti minuti eravamo arrivati all’appartamento. I genitori di lui erano separati e Michele viveva con sua mamma. Quella sera però la casa l’avrebbe avuta libera.
‘Certo che per una volta che hai casa libera potevi evitare di invitare compagnia bella.’
Michele mi guardò confuso: ‘Se ti secca tanto posso riportarti a casa.’
‘Intendevo, potevi invitare solo me no?’
‘Saresti venuta?’
‘Conoscendo i tuoi pensieri pervertiti ci avrei pensato due volte ma la risposta sarebbe stata un si.’, dissi io cercando di combattere l’imbarazzo.
Sentimmo entrambi qualcuno arrivare mentre Michele cercava le chiavi del portone d’entrata.
Ci voltammo di scatto e vedemmo davanti a noi l’intero gruppetto di amici che ci osservava divertito.
Merda. Una volta ero riuscita a fare una battuta non del tutto pulita con il mio ragazzo e una volta l’avevo fatto davanti a tutti loro.
Corsi in casa piena di vergona senza aspettare nemmeno che ci salutassero.
Sentii Michele chiamarmi ridendo ma non ebbi il coraggio di scendere.
Presi il cellulare dalla tasca e non esitai a chiamare la Fra.
‘Pronto?’
‘Ohi Fra, non hai idea di che figura di merda ho appena fatto!’
  
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