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Autore: kymyit_ria    11/11/2011    6 recensioni
Signore e signori! (Più signore che signori) Io, kymyit, e la mia compare, Ria-chan, siamo ben liete di presentarvi i nostri parti quotidiani di boiate circa le due ciurme più devastanti del momento. Una raccolta sulle coppie fra la ciurma degli Heart e quella di Kidd, esclusi i capitani che copuleranno insieme a parte (però non mancheranno le Kidd/Killer o le Law/Penguin).
Il rating generale della raccolta sarà arancione, ma avvertiremo capitolo per capitolo che tipo di storia starete per leggere.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altro Personaggio, Supernova
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Signore e signori! (Più signore che signori) Io, kymyit, e la mia compare, Ria_chan, siamo ben liete di presentarvi i nostri parti quotidiani di boiate circa le due ciurme più devastanti del momento. Come non resistere ad un Massacratore dai lunghi capelli d'or che beve rum dalla cannuccia e ama la pasta e al suo pinguino da guardia? Per non parlare di zombie, pipistrelli in reggicalze, orsi ben educati, e il caro, dolce Casquette... vedete un po' che gli combino qua sotto!
E doveva essere una cosa scema, ma è degenerata. Perciò, attenzione: RATING ROSSO!
Tutto iniziò quando chiesi a Tanuki un prompt, così, per avere qualche idea e lei disse "punto croce". Ecco, poi aggiungete la canzone Beautiful di Christina Aguilera (da quel che mi dice "Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace") e un "piccolo" difetto fisico. Volevo qualcosa di tragico, ma non era il caso che anche Casquette fosse un depresso cronico come Killer per la faccenda della maschera... beh non è che non sia complicata la cosa, ma se considerate che per scrivere sta cosa stavo facendo una ricerca sui tatuaggi usati nelle prigioni, ne converrete che forse è stato meglio così per rendere il tutto più leggero. E così almeno è una fic senza pretese che non vorrò continuare perché ne ho già fino al collo xD
Basta anticipazioni!! Hearts'n'Kidds sa tanto di giocattoli per bambini XD Oppure: droga sesso e Hearts'n'Kidds! Levate pure la droga, va', le due ciurme fanno sia da droga che da musica per le nostre teste bacate!

Ok, ok, vi lascio alla lettura e poi nelle mani di Ria-chan.
Bacioni!!

kymyit


Virgin
(Eddie/Casquette)*
*Eddie è un nome di fantasia per il rastone Kiddiano, Casquette, beh, molti non sanno che il suo vero nome è Shachi, ovvero Orca.


Fu uno scontro davvero difficile.
Alla fine, sia gli uomini di Kidd sia quelli di Law le avevano suonate di santa ragione, e tutto per una stramaledettissima scaramuccia, a un'altra ciurma di pirati chiamata… nessuno lo ricordava. Forse era Porcelli Rossi… o forse Cinghiali Scarlatti… beh, non era importante davvero. Perché alla fine, con grande rammarico di Kidd e Law, fu Bepo a ridurre il capitano nemico a una chiazza sanguinolenta sulla sabbia. Una cosa alquanto seccante per i due comandanti, ma la ragione essenziale era che se il vice degli Hearts non avesse inferto quel colpo di grazia, si sarebbe presto scatenata un’altra battaglia, peggiore di quella appena combattuta.
Kidd e Law così si allearono, pensa che consolazione, per aggredire il disgraziato orso e rinfacciargli di aver loro sottratto la preda.
Killer si prodigava di fare da paciere per il comune benestare e Penguin tratteneva Law dall’ammazzare il povero comandante in seconda.

-Che bella giornata di sole.- commentò Casquette ironico, per poi dare una forte pacca alla spalla di un compagno –Finito, avanti un altro!-
Fu Eddie, il medico di bordo dei Kiddiani, quello coi rasta azzurri, a entrare in quel momento nella tenda adibita ad ambulatorio medico.
Aveva una grossa ferita alla spalla sinistra, un lungo squarcio che attraversava il suo tatuaggio spinato per almeno dieci centimetri. Casquette rabbrividì a quella vista macabra nell’insieme.
Non capita tutti i giorni di curare una sottospecie di zombie con la bocca squarciata e una ferita del genere, anche parecchio profonda fra l’altro.
I Cinghialetti avevano inferto parecchi danni un po’ a tutti, ma non ci era scappato il morto e nessuno era così grave da non poter correre a gozzovigliare sulla spiaggia tracannando alcolici e raccontando di vere battaglie truculente.
-Sono l’ultimo.- disse Eddie accomodandosi sulla sedia pieghevole, con fare calmo.
Il pirata degli Hearts si stiracchiò con evidente fatica.
 –Era ora! Sono esausto!-
-Dovresti medicarti anche tu.- disse l’altro, apparentemente disinteressato.
Il castano sorrise forzatamente, sterilizzando ago e filo per suturare la ferita.
-Tu pensa a preoccuparti per te.-
-Oh, infatti, sono preoccupato per me… Ci sai fare con quel filo?-
Casquette inarcò il sopraciglio –Di certo meglio di chi ti ha fatto quel lavoraccio lì.- gli rispose indicandogli un intreccio disordinato di suture all’altezza dell’addome.
Eddie socchiuse gli occhi.
-L’ho fatto io.- disse.
Il castano rimase in silenzio, mentre una goccia di sudore scorreva lungo la sua nuca: una gran bella figura di merda. Inoltre, Eddie con quel muso mostruoso era tutt’altro che rassicurante.
Lo zombie… pardon, il paziente, si legò i lunghi capelli in una coda di cavallo e prese a tracannare del liquore, senza ritegno.
Casquette deglutì nell’osservare il liquido ambrato sfuggire alle sue labbra allungate e sfregiate. Fu uno spettacolo alquanto raccapricciante, benché avesse visto di peggio. Insomma, non c’era nulla di eccezionale in quelle labbra tagliate e ricucite alla meno peggio, aveva visto lavori di Law che facevano decisamente più rabbrividire, ma la cosa assurda fu che, forse proprio per colpa di Law, stava iniziando ad avere un certo gusto per l’orrido.
Quando Eddie terminò di stordirsi con la bottiglia, gli porse il braccio e Casquette si gettò a capofitto su quei fasci di muscoli scuri e tatuati. Infilò l’ago nella pelle e tracciò un arco. Altro buco, altro arco. Ecco il primo intreccio a X sulla ferita.
Quello era lo stile del medico col basco.
Eddie non disse niente, lo lasciò tracciare quell’intricato intreccio di X su tutto il suo braccio, vedendo comporsi fra i rovi del suo tatuaggio una sorta di ricamo sanguinolento e dolente. Provò piacere in ogni affondo, in ogni tirata. Non distolse lo sguardo e neppure sorseggiò dell’altro liquore. Al termine dell’intervento, gli parve fossero trascorsi sì e no cinque minuti, un vero peccato.
-Non sapevo che in medicina si usasse il punto croce.- disse scrutandosi il braccio.
Casquette arrossì violentemente.
-N-Non è punto croce!- esclamò –E’ una nuova tecnica medica!-
-E io sarei la cavia?!-
Il castano gli tirò un pacco di garze e del disinfettante.
-Non me la sono inventata. Parliamo di quel disastro lì?-
Eddie si guardò nuovamente l’addome.
-E’ una nuova tecnica medica.- affermò ironicamente.
Casquette, con le braccia incrociate, inarcò il sopraciglio.
-Ceeerto… e dalla bella infezione che c’è, immagino che funzioni pure.- sospirò e si affiancò all’altro –Lascia che me ne occupi.-
Ma, come allungò la mano, l’uomo coi rasta gli afferrò il polso per fermarlo.
-Non c’è nulla di peggio di un medico che crede di non aver bisogno di curarsi.- disse serio e Casquette sudò freddo.
-Ci penserà il capitano.-
-Trafalgar è impegnato con il mio Capitano al momento e tu stai grondando di sangue. Chi è più masochista fra me e te?-
Casquette s’irritò e tentò di liberarsi, ma invano. Per quanto tentasse di sbilanciarlo, Eddie rimaneva seduto immobile.
-Perché ti dai tanta pena?- domandò allora il castano, con una punta d’ironia nella voce e un sorriso sghembo atto a mascherare sia la frustrazione sia la paura.
Beh, non che lo temesse proprio, solo che non voleva che nessun altro lo medicasse, eccetto Law. Le cose andavano così da tempi immemori, perciò perché cambiarle?
-Sono un medico anche io.- disse semplicemente –E non mi va di avere debiti, levati la tuta.-
-No, non c’è bisogno e ormai è inutile anche mascherare i favori con debiti.-
Il Kiddiano si alzò in piedi, in tutta la sua stazza, e tirò l’altro per il braccio, sbattendolo alla lettiga di metallo. Casquette gemette per il dolore alle parti basse, che per disgrazia aveva sbattuto al ferro, e rimase piegato in due il tempo necessario all’altro per strappargli di dosso, o quasi, l’ingombrante indumento bianco.
Eddie gli sollevò la maglia nera e comprese il perché di tanta reticenza.
Oltre che una dolorosa ferita, c’era un’escrescenza sulla sua schiena, sporgente come la pinna dorsale di un qualche animale marino ed era scura, oltre che coperta di sangue. Presentava, infatti, una dolorosa ferita circolare. Ce n’era anche un’altra, poco più in basso, ma, a quanto pareva, Casquette doveva aver già estratto il proiettile.
Il medico della ciurma di Kidd contemplò in silenzio la scoperta, ma non si stupì più di tanto, dopotutto, in mare aveva visto cose ben peggiori. E non solo durante la navigazione, in effetti...
Negli ospedali che visitava per far scorta di medicinali particolari, per esempio, o anche guardandosi allo specchio tutte le mattine.
Un capolavoro di mostruosità!
Lui, non quella pinna.
Quell’escrescenza era solo “curiosa” nella sua scala di mostruosità.
Lasciò dunque andare il castano che si rimise in piedi e lo spinse via. Aveva però perso così tanto sangue che fu un miracolo se riuscì a mettere un passo dietro l’altro senza cadere. Quando perse l’equilibrio, Eddie si limitò ad afferrarlo al volo e a distenderlo senza fatica sulla lettiga.
-E’ urgente, perciò per stavolta, dovrai fare a meno di Trafalgar.- disse.

Si lavò le mani con cura, disinfettò le pinze dalle punte sottili, l’ago e il filo. Infilò i guanti sterili e tornò dal suo paziente. Il braccio leso gli doleva, ma era sopportabile. Analizzò la situazione e lanciò un’occhiata a Casquette che giaceva imbronciato e imbarazzato.
-Come dicevo, non c’è nulla di peggio di un medico che crede di non aver bisogno di essere curato.-
-Il proiettile ha fatto da tampone, era tutto calcolato.-
-Il proiettile ha tranciato un’arteria importante, a quanto vedo, e se aspettiamo un altro minuto finisci all’inferno.-
-Ci finirò comunque, prima o poi.- disse ironico per poi urlare d’improvviso -Fermo!-
Eddie rimase col braccio a mezz’aria e l’ago della siringa a pochi centimetri dalla pelle del castano.
Casquette gli indicò un’altra bottiglia di liquore mezza piena.
-Non ho bisogno di sprecare l’anestetico per una bazzecola.- disse serio.
L’altro gliela porse, tanto più che poco gli importava di dover operare qualcuno cosciente o meno.
Anzi, era famoso non solo per aver bruciato il culo di qualche piratucolo, ma anche per gli strazianti orrori ai quali sottoponeva i prigionieri di Kidd.
Al contrario di Law, Eddie era sanguinolento e non si preoccupava certo di praticare ferite pulite o di usare disinfettanti. Le sue torture erano più barbare e non si mascherava certo dal medico che non era. Conosceva la medicina, ma non possedeva attestati e neppure aveva studiato in prestigiose scuole.
La sua istruzione era la trincea, ma questa è un’altra storia.
Al presente, le uniche persone che si premurava di salvare e curare erano i suoi compagni, gli altri potevano precipitare nell’inferno più nero e lui ne avrebbe solo goduto.
Il suo fu solo un gesto di cortesia spontanea, compiuto forse per saldare il debito di pocanzi. O forse per il benestare delle ciurme.

Quando ebbe il liquore fra le mani, il castano bevette d’un fiato diversi sorsi e subito dopo strinse gli occhi, stordito dal bruciore che l’alcol gli arrecò alla gola. Era dannatamente forte, come aveva fatto quello a scolarne una intera?
Eddie, ad ogni modo, non perse tempo. Estrasse il proiettile dalla pseudo pinna scura, scoprendo che era stata tatuata e non era colorata per natura, e ricucì attentamente l’arteria. Dopodiché applicò dei punti a croce come quelli realizzati dall’Heart, il quale sghignazzò sgambettando come se niente fosse.
-Che fai, mi rubi le tecniche adesso?-
-Non vorrei far ingelosire Trafalgar. Già sopportare il Capitano è un’impresa…-
Casquette bevette un altro sorso.
-Già… a volte è davvero difficile mantenere il quieto vivere con loro…-  
-Quel Penguin è psicologo?-
-Solo con il suo pulcino assassino.-
-Killer.-
-E che ho detto?-
I due si lanciarono un’occhiata d’intesa, poi Casquette scoppiò a ridere.
-Comunque mi chiamo Shachi.- disse porgendo la bottiglia all’altro. Eddie la prese e bevette d’un sorso –E’ per colpa della pinna…-
-Che genitori fantasiosi…-
-Tu invece, eri così dalla nascita?- continuò quello, senza preoccuparsi del fatto che l’altro potesse offendersi o meno. Gli Heart erano tutti della stessa pasta, alla fine.
-No, sono ferite di guerra, vecchia storia. Ho finito.- disse levandosi i guanti e risistemando a dovere gli strumenti utilizzati –Il tuo Chirurgo della Morte non può provvedere a quella cosa?- domandò curioso e Casquette s’incupì.
-In realtà ci stiamo lavorando da un po’, ma…- si grattò la testa e prese a trafficare con la tuta per cercare i suoi inseparabili occhiali scuri -…per uno strano scherzo del destino, ci passano dei vasi sanguigni importanti e in più si tratta di estrarre diverse vertebre… sarebbe molto rischioso.-
Bevette un altro sorso di liquore, ormai la bottiglia era quasi vuota e il suo sguardo vacuo. Le sue gote iniziarono ad assumere un colorito più acceso e i suoi gesti furono meno calcolati. Crollò con la testa sulle braccia, sospirando.
-Potrei anche morire…- disse lamentosamente -... sigh… morire vergine a venticinque anni… che tristezzaaaaa…-
Eddie gli lanciò un’occhiata più duratura del previsto…
“Vergine, eh?” pensò.
Beh, neppure lui aveva molta fortuna in fatto di sesso. Nei bordelli riusciva a rimorchiare, ma di solito le donne fuggivano soltanto a vederlo.
Forse fu a causa dell’alcool, forse fu l’empatia o forse fu l’astinenza a condurre la sua mano lungo la schiena bizzarra del castano. Casquette arrossì maggiormente quando le dita nodose premettero contro la pelle soda attraverso la tuta.
Mugolò qualcosa.
Forse una protesta, ma Eddie non lo interpretò a quel modo.
Vi era ancora del liquore nella bottiglia e così sollevò la testa all’altro per fargliene ingerire ancora e Casquette bevette tutto, senza fare troppe storie. L’alcool bruciava e gli incendiava le membra, si sentiva euforico e quando Eddie diede uno strattone alla tuta per liberare le natiche, lui si mosse per aiutarlo, inconsciamente, a spogliarlo. Attraverso la nebbia scura creata dalla combinazione di occhiali da sole e sbornia, intravide una figura femminile dai lunghi capelli azzurri, incredibilmente alta, dagli occhi enormi ed espressivi che lo fecero fremere.
“Una bella donna…” si disse sogghignando, aveva perso completamente il senno. La bella dama si chinò su di lui e gli prese le labbra fra le sue e Casquette saggiò quella lingua umidiccia con la sua, impastata e debole. Corrucciò le sopraciglia e provò un poco di paura per la ruvidità e la lunghezza di quelle labbra. Si sentì divorare da una bocca enorme, risucchiare, travolgere...
Due mani tozze percorrevano i suoi fianchi, esploravano il suo corpo, saggiavano la sua intimità.
-Che donna volgare…- disse piano, sudando copiosamente.
Le dita di quella donna gli torturavano la prostata con crudeltà, spingendolo continuamente verso il delirio e l’oblio, verso l’inebriamento dei sensi e la perdita di conoscenza. Era tutto così strano. Una voce, forse negli ultimi lampi di lucidità, gli disse che non doveva ubriacarsi, ma non vide il problema, lo faceva sempre… allora la voce rispondeva che Penchan non gli metteva le dita nel culo quando era ubriaco.
Casquette, incalzato da questa costatazione, tentò di risollevarsi e di sottrarsi a quella donna zombie che, con le sue lunghe e tozze dita, s’inerpicava nel suo corpo come un serpente impalatore.
E altre dita si stringevano nel suo petto, torturandogli i capezzoli senza tregua.
Manco fosse lui la femmina!
Eddie lo afferrò, per impedirgli la fuga, ma non con forza. Non gli ci volle nessuno sforzo per riprendere il ragazzo e portarlo fra le sue gambe.
Neppure gli passò per la testa il pensiero di sbagliare, dopotutto gli stava facendo un favore, anche se in maniera contorta.
La guancia di Casquette premeva contro il suo pacco rigido e il pirata con i rasta si sentì scuotere da quel contatto. Era davvero da troppo tempo che non se la spassava con qualcuno. Con una vergine, in particolare, il che rendeva le cose certamente più eccitanti del previsto. Non ci pensò oltre e porse all’altro la sua asta ormai rigida e lo accompagnò, conducendo la sua bocca all’apice e per poi spingere piano, inserendosi in essa. Casquette lo prese senza fare storie e succhiò con foga, senza tregua, come uno spiritato. Eddie si sentì trascinare, inarcò la schiena sospingendo il bacino verso l’altro che mugolò sommessamente. Era schifosamente ingiusto approffittarsene, ma non poteva negare quanto gli piacesse sentire dopo tanto tempo il cervello andarsene a puttane e i problemi scomparire.
Preso dall’estasi, Eddie premette la testa dell’altro contro di se, quasi soffocandolo col suo sesso. Casquette istintivamente tentò di distaccarsi e, per sbaglio, lo morse.
Eddie gemette di dolore, ma riuscì a tornare in sé e uscì dalla bocca dell’altro. Perché c’era un altro posto dove voleva penetrare e quel posto era un piccolo antro caldo ed invitante, ignaro del sesso ed indifeso, profanato soltanto dalle sue dita, e forse solo da quelle del castano… in mare non si sa mai.
Lo rimise carponi, per evitare che la ferita e la strana escrescenza gli creassero problemi. Entrò in lui con una sola spinta e Casquette gemette, voltandosi appena per fissarlo. Gli sorrise, persino.
Che fosse un ennesimo lampo di lucidità?
Eddie sospinse il bacino in avanti e poi indietro.
Avanti e indietro a ritmo regolare e lento, generando un coro di gemiti sommessi, via via più acuti, da parte dell’altro.
Le scariche di piacere s’inerpicavano lungo la sua schiena e stuzzicavano il suo cervello, ma ogni spinta non bastava a soddisfarlo e così aumentò il ritmo dando vita ad una danza frenetica.
Casquette quasi urlava di piacere, ma non era ben chiaro se capiva cosa accadeva, anche Eddie ormai era rumoroso, col sesso duro da far male, pronto ad esplodere.
Strinse i denti. Per resistere a cosa poi?
Non voleva che finisse troppo presto, ma non riusciva a trattenersi e le sue braccia agivano da sole, faccendolo affondare maggiormente sul corpo dell’altro.
Casquette piangeva, piangeva dal piacere che ciò gli arrecava, piangeva dal dolore del morso che Eddie inflisse alla sua pinna scura nella foga dell’orgasmo e le lacrime scorsero copiose lungo le sue guancie quando il sesso caldo gli vibrò fra le gambe, esplodendo in lui con vigore.
L’ultima cosa che sentì prima di perdersi nella beatitudine del suo primo vero orgasmo, fu proprio quella vibrazione, quel primo attimo in cui sentì quel fremito e poi…
E poi il seme di Eddie fu in lui.

Al suo risvegliò, si ritrovò avvolto in una coperta ed il medico coi rasta era lì, seduto accanto al tavolo, nella sedia dove lui l’aveva ricucito, intento a leggere qualcosa con attenzione. Casquette non disse nulla, non ne aveva le forze e poi era davvero imbarazzante. Non ricordava poi molto, ma il piacere che aveva provato ancora era lì, fremente sotto la sua pelle.
Che imbarazzo…
C’era solo da sperare che non dicesse a nessuno della sua pinna, ma sembrava un tipo di poche parole.
Eddie si voltò, sentendosi osservato ed incrociò il suo sguardo. Gli sorrise malizioso carezzandogli il capo come ad un bambino –La vergine ha apprezzato?- gli chiese, il che lo fece andare in bestia, ma non si lamentò, perché l’emicrania lo annientò all’istante.
Sbuffò, maledicendosi e maledicendo l’altro.
-Ho fatto sesso con un morto…- borbottò prima di ricadere profondamente addormentato.




Note:
Spero abbiate gradito... io ho già un altra coppia a cui dedicare attenzioni. Il solito sfiga-pairing al quale mi affeziono, sono irrecuperabile...Credo di avervi già detto tutto, povero Casquette, sono stata cattiva con lui, ma tanto lo sappiamo, Trafalgar Law troverà una soluzione!

Bacioniiiii!!
Kymyit
  
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