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Autore: NekoShadi    11/11/2011    3 recensioni
Noel e Imizu sono due adolescenti qualunque che un giorno si trovano coinvolte in una missione incredibile.
Il destino le ha scelte come Poker Protettrici, e il loro compito sarà quello di difendere lo Shaku Kessho, un gioiello dotato di straordinario potere e quattro ragazzi, principi di un mondo favoloso, Kizuna.
La storia vede l'intreccio di 3 racconti diversi; due amori contrastanti dai mille problemi della vita che seguono la storia principale e cioè la missione delle due ragazze.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Sentivo una strana sensazione: correvo, correvo forte, ma la fatica era praticamente nulla; non succedeva come quando a scuola mi facevano fare la prova di resistenza, nella quale capitava che, dopo aver corso anche solo per un minuto, mi si offuscasse la vista, cosa che mi costringeva a rallentare, perdendo così secondi preziosi per guadagnare un buon voto.
No. In quel momento sentivo una nuova forza, una determinazione molto più grande in me, mentre correvo verso la casa, mentre pensavo ad un modo per compiere il mio dovere e cioè salvare Keiichi dalle grinfie del nemico.
Già, il nemico; visto da dietro sembrava qualcosa di buffo: aveva la calzamaglia con un paio di stivali e dei pantaloncini bombati; sopra una giacca con le spalle a puff e un colletto da cui pendevano dei campanellini da jolly.
Sembrava che avesse lo scopino in testa al posto dei capelli e come ornamento finale, un largo cappello.
A prima vista si poteva paragonare di sicuro ad un pagliaccio del circo, ma nell'uso del suo potere era certamente impeccabile; aveva catturato Keiichi e riusciva tranquillamente a fronteggiare Imizu, il che non era cosa da poco.
Tuttavia pensai che, essendo la prima volta, forse Imizu non aveva ancora avuto modo di scoprire come si usasse il suo potere.
E io? Ora io dovevo entrare in azione, ma ero nella stessa identica situazione della protettrice dei semi chiari: non sapevo minimamente come si evocassero o si usassero i poteri.
In quel momento però la mia mente era riempita da un solo pensiero, una sola grande convinzione: dovevo salvarlo! Insomma era il mio dovere, avevo accettato l'incarico di Poker Protettrice per dimostrare che non sono una buona a nulla, perché non volevo che Kizuna, così imponente, così fantastica, così meravigliosa, venisse distrutta dall'egoismo di chi ha sete di potere, ma soprattutto perché, da quel momento, da quando avevo visto gli occhi freddi del principe di picche, troppo simili ai miei di qualche anno prima, ero motivata a comprendere cosa lo turbasse così tanto.

Feci un balzo altissimo da terra, quasi mi sembrava di volare, veloce ed elegante come l'aquila, il mio animale preferito, e ad un certo punto sembrava che qualcosa mi controllasse, quel qualcosa che mi regalò ancora più forza di quella che già avvertivo nel mio corpo e improvviso, così come l'esplosione di poco prima, la mia voce squarciò il silenzio di una sera silenziosa.
-Protettrice dei semi scuri, trasformazione!- fui avvolta da un raggio di luce fioca, ma stupenda e poco dopo mi ritrovai con lo stesso vestito che avevo avuto modo di contemplare alla corte di Cattleya.
E così come avevo balzato, mi gettai in picchiata verso i rovi spinosi che intrappolavano la libertà di Keiichi, mentre nella mia mano si materializzava un'arma con cui fronteggiare il nemico.
-Eisei Kizuna!- non sapevo da dove mi fossero uscite quelle parole, la cosa certa è che dopo averle dette dallo scettro che stringevo si sprigionò un bagliore fioco e travolgente come quello della mia trasformazione.
Il nemico non ebbe nemmeno il tempo di voltarsi, che i rovi erano già stati distrutti e Keiichi era salvo tra le mie braccia.
Era svenuto, ma per fortuna non aveva nessuna ferita.
-Noel!- Imizu venne verso di me, ignorando il pagliaccio che gli stava puntando addosso una banale bacchetta da mago.
-Imizu stai bene?- lei mi guardò: -Sisi tutto apposto, tu invece? Come hai fatto ad evocare il potere?- io abbassai la testa confusa: -Non lo so nemmeno io, ho pensato che dovevo salvare Keiichi e mi sono ritrovata una grande forza dentro di me che poi ha sprigionato il potere..-
Il pagliaccio si innervosì: -Hei voi due! Che maleducazione volgere le spalle a qualcuno più importante di voi!- orribile; aveva la erre moscia e utilizzava accenti alla francese. Io mi alzai in piedi, affidando Keiichi a Imizu: -Cosa? Tu più importante di noi? Vuoi mettere a confronto le Poker Protettrici con un pagliaccio?!?!- egli si irritò: -Come ti permetti nanerottola! Tu non sai chi hai davanti; io sono Yoshiro Nagazuki, il mago più famoso del mondo!-
Io e Imizu ci guardammo in faccia: nessuna di noi due conosceva quel nome o ne aveva mai sentito parlare.
-Vedo che indugiate nel vostro stato di ignoranza, va bene! Allora assaggerete il potere della mia magia nera! Kyomou Power!- in pochi istanti fummo avvolte da una nebbia nera che ci tolse il respiro.

Quando aprii gli occhi credetti di aver appena fatto un sogno; mi ritrovai nella mia stanza, la sveglia suonava l'ora di alzarsi e il calendario segnalava il 10 settembre, primo giorno di scuola.
Misi la mia divisa e mi incamminai verso la scuola; mi sentivo vuota, mi mancava qualcosa; avevo la sensazione di aver dimenticato qualcosa di molto, ma molto importante, ma per qualche strana ragione non lo ricordavo.
Ad un certo punto, senza volerlo mi ritrovai davanti ad una via, davanti ad una casa, una casa abbandonata, e quel senso di vuoto diventò più vivo nel mio cuore.
Feci un giro di nascosto all'interno, ma nulla mi aiutava a ricolmare quel vuoto profondo.
Improvvisamente mi ritrovai davanti ad uno specchio; mi guardai con sospetto: ero piccola, forse tredicenne, quando l'avevo indossata non ci avevo fatto caso, ma quella era la divisa di terza media.
Arrivai a scuola, nessuno mi salutava, nessuno si curava della mia esistenza, era come se fossi invisibile.
Un ragazzo si avvicinò a me, massì era proprio lui, Joes Kirazuki: -Nikamura! Ciao!- io lo fissai per qualche secondo poi risposi: -Ciao..-
Quella scena era tanto normale, era tanto quotidiana e ciò non era appartenente al mio mondo; sapevo che la mia normalità era stata stravolta, ma non sapevo da cosa.
La giornata finì e io tornai a casa, feci i miei compiti e studiai per il giorno dopo.
Qualcuno dal soggiorno mi chiamò, era mia madre: -Vai a prendermi un francobollo al bar per favore?- annuii.
Al bar c'era un gruppo di pensionati intenti a giocare a Poker.
Uno si alzò tirando una carta sul tavolo: -Ho vinto io vecchio mio!- un altro dal bruciore della sconfitta gettò il mazzo di carte che aveva in mano.
Alcune arrivarono ai miei piedi, ma io fui attratta da una sola di quelle.
Era come se mi chiamasse, se cercasse di attrarmi a sé.
La presi in mano. Non mi ero mai soffermata a osservare in questo modo una carta da gioco.
Quell'asso, quel seme, nascondeva il segreto di ciò che dovevo ricordare, di ciò che la mia mente aveva irrimediabilmente cancellato o forse messo solo in un angolo remoto della mia memoria.
Una voce nella mia testa ripeteva il mio nome, e io la sentivo sempre più vicina, e l'asso di picche che avevo in mano sembrava trasmettermi finalmente delle pulsazioni che mi portarono al recupero di quel ricordo: quella non era la realtà, quello era tutto falso! Non era vero che nessuno mi salutava alla mattina, c'erano Imizu, la mia migliore amica, e Sakura, una mia vecchia compagna di classe, a farlo; non era vero che Joes fosse così gentile e affettuoso; non era vero che quell'appartamento fosse vuoto; l'eco “NOEL!” nel mio cervello diventava sempre più chiaro e potente. All'improvviso mi ritrovai sola in un grande spazio nero.

Quello doveva essere lo spazio dei miei ricordi felici, già, perché io di ricordi felici non ne avevo, per me erano l'inesistenza, qualcosa di mai raggiunto; e così come nelle proiezioni del mio falso passato, la mia guida fu di nuovo quella voce, quella voce così familiare, così piena di convinzione, che mi sembrava qualcosa di importante e finalmente aprii gli occhi: ora ricordavo, finalmente quel vuoto era svanito: mi ricordai di loro, i 4 principi, di Kizuna, della missione; quella era la mia realtà, e per quanto avrebbe rischiato di essere terribile, era il mio destino, dal quale non potevo sfuggire.
-Finalmente ti sei ripresa!- riconobbi il viso di Keiichi vicino a me e vidi i suoi occhi, forse preoccupati. -Keiichi! Che è successo?- lui mi guardò severamente: -Quel mago ha il potere dell'illusione, ha colpito anche me prima!- io mi allarmai: -Imizu dov'è?- lui indicò un punto vicino a me: -Sembra che stia vivendo qualcosa di felice, ora tu devi pensare a Yoshiro!-
Appena vide che mi alzai in piedi, Yoshiro sussultò: -Come diamine hai fatto a liberarti dalla mia magia!?- io richiamai il mio scettro: -Ci sono volte in cui un'illusionista fallisce col suo trucco!- il mago fece un passo indietro, io mi piazzai a braccia aperte davanti a Keiichi: -Prova solo a torcergli di nuovo un capello e dovrai vedertela col mio potere!- Yoshiro balbettò qualcosa tra sé e sé, poi mi puntò l'indice: -Protettrice dei semi scuri! Questo affronto me lo pagherai caro; per oggi ho raccolto abbastanza informazioni, addio!- il mago fu avvolto da un turbine oscuro e scomparve nel nulla.
   
 
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