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Autore: SassyUnicorn    11/11/2011    1 recensioni
Eravamo lì, su una di quelle panchine in marmo a chiederci in silenzio il perchè di tante cose senza renderci conto che qualcosa, da lì a poco, sarebbe cambiato. Una fitta allo stomaco mi fa gemere, Gerard mi stringe sperando con me che tutto sia solo un brutto sogno.
[Mpreg] [Sequel]
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'What if I'm pregnant?'
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Mi sudano le mani.
Quanto tempo ci puoi mettere ad arrivare alla porta, Gerard?!
 
Sono davanti casa Way, Gerard mi ha invitato a cena, bisogna parlare con la madre. Mi sembra pure ora..
Ed eccolo che apre la porta con il fiatone, esce fuori, mi prende il viso fra le mani e mi bacia.
                -Gee..- sussurro con un mezzo sorriso sorpreso da questo bacio così in piena.. strada.
                -Scusa, ero di sopra, stavo.. niente. Cioè entra!- mi prende la mano e mi trascina dentro.
La madre non c’è, la macchina non è nel vialetto.
Penso che il padre sia in visita, ultimamente viene sempre più spesso per fare visita a Mikey.
Mikey..


Saliamo sopra, non entro nella stanza di Gee da.. Natale.
I regali.. Mikey.. era tutto più semplice.
Mi tocco il pancione ed entro facendomi forza, anche quella stanza sa troppo di lui.
La stanza è diversa da come la ricordavo, i fumetti sono in ordine, i muri sono spogli ma la scrivania ha preso vita.
Fogli, su fogli.
Ho come l’impressione che la stanza sia stata svuotata e che ora stia riprendendo vita, si sente.
Mi avvicino alla scrivania mentre Gerard apre la finestra, oggi fa un caldo pazzesco.
Prendo un foglio fra le mani e un nodo in gola si stringe bello forte.
Un viso, un occhio ben definito..
                -E’.. Bellissimo..- sorrido continuando a fissare il volto di Mikey disegnato a matita su un foglio tenuto perfettamente rispetto ai mille fogli sgualciti.
                -Frank, sto riprendendo a vivere.- la sua serietà mi blocca per un attimo e mille emozioni si iniziano a contrastare. Poso il foglio sulla scrivania e senza pensarci avvolgo Gerard in un abbraccio.
Sono felice e sono confuso.
Sono confuso perché mi chiedo se mi ero accorto di Gerard, del suo umore di lui e basta troppo preso dai miei dilemmi. Mi chiedo se gli ho dato una mano anche involontariamente. Mi chiedo se.. mi affollo la mente di tante domande stupide ma cerco di annullarle stringendo Gerard.
Ora è meglio guardare avanti, guardare al presente e pensare al futuro.
                -Non potrebbe esserci cosa più magnifica- gli accarezzo il viso e lui mi bacia facendo incontrare le nostre lingue dopo giorni, 48 ore che per me sono davvero tante senza Gerard con me.
Gerard è mancato due giorni, visite a New York.
                -Com’è andata a New York?- ne approfitto per alleggerire l’aria e per cercare di far andar via il nodo in gola. Gerard mi sorride ma poi cambia espressione, così, in due secondi. –Hey, che succede?- gli dico accarezzandogli la guancia.
Lui mi guarda e poi distoglie lo sguardo.
                -Frankie, dobbiamo parlare- è serio, io mi preoccupo.
                -Dimmi tutto- mi siedo sul letto, inizia a farmi male la schiena, lui rimane in piedi e girovaga per la stanza.
                -Mi hanno offerto una borsa di studio- si ferma, mi fissa.
                -Ma è magnifico!- il mio entusiasmo è quasi fuori luogo in questo momento ma non ci trovo niente di serio o triste.  –Dove?- incalzo visto che lui sembra paralizzato.
                -Accademia di belle arti..- riprende a camminare e si mette vicino la finestra guardando fuori.                 -E’ tornata mia madre, ci conviene scendere- mi guarda e io annuisco.
 
 
Il buon umore che avevo in camera sembra essersi legato al letto, ogni passo, ogni gradino, è una maglia di felicità in meno.
Penserà che sono grasso?
Capirà subito? Insomma.. ha avuto due figli..
Mi caccerà di casa?
Urlerà? Cazzo quando urla quella donna.. E se urla.. penso di scoppiare a piangere.
Gerard mi stringe la mano vedendomi ansioso e, come fece quella volta, salendo le scale di casa mia, dopo le prove, mi bacia giusto in tempo.
Eccola lì, Donna Way.
Sembra sorridente, il camice verde dell’ospedale la invecchia.
                -Salve ragazzi- il tono non è molto entusiasta, io mi nascondo dietro Gerard mormorando un saluto.
                -Cosa c’è per cena? Si ferma anche Frankie- Gerard si sposta in cucina e io resto un po’ impalato, non mi aspettavo uno spostamento, prego i santi che Donna non vengo nell’ingresso, perché ora le mie gambe non ce la fanno a muoversi. Cerco Gerard con lo sguardo ma è impegnato  a mettere a posto la spesa con la madre.
                -Non so, Frank, cosa preferisci?- ci metto un po’ a capire che la domanda è per me.
                -Oh.. io, non si preoccupi, vanno bene anche dei biscotti- ridacchio imbarazzato, il rapporto con la signora Way non è mai stato tanto confidenziale ma ora sembra ghiaccio, non ce la faccio.
Biscotti… si, voglio dei biscotti.. Frank, non toccarti.
Cerco Gerard che ora mi sta guardando, forse ho lo sguardo implorante, annuisce e mi fa cenno di aspettare.
                -Allora ci penso mentre faccio la doccia- Donna va via ridacchiando e Gerard prende dei biscotti porgendomeli, ne afferro uno mangiucchiandolo.
                -Grazie- ridacchio
                -Sei tenero quando sei imbarazzato!- scherza appoggiandosi al bancone e stampandomi un bacio.
Rido e lo aiuto ad apparecchiare.
 
 
 
Ringrazio la signora Way per la porzione di gelato e abbasso lo sguardo sulla mia ciotola, è arrivato il momento. Gerard mi stringe la mano sotto il tavolo e io sorrido debolmente.
                -Mamma..- la voce di Gerard interrompe quel silenzio imbarazzante. La madre alza lo sguardo. –C’è una.. novità!- cerca di mandarla sul divertente, ottima tecnica.
                -Dimmi! – sorride la madre, -Oh, non dirmi che hai trovato casa!-
Trovato.COSA.?
Quasi mi strozzo ma mi volto verso Gerard rosso, molto rosso in viso.
                -No..- sussurra in risposta alla madre.
                -Come mai ti serve una casa, Gerard?- chiedo cercando di risultare il meno acido possibile. Parlare mi è costato un grande sforzo.
Lui mi guarda, io lo fisso, la madre sorride.
                -Non hai detto a Frank della borsa di studio?- la signora Way si alza per mettere la ciotola nel lavandino e Gerard mi stringe di più la mano.
                -Si, gliene stavo parlando prima.. Ma non è di questo che ti volevo parlare- Si volta verso la madre che sta lavando i piatti ed è di spalle.
Si volta per guardarlo senza smettere di strofinare e Gerard prende fiato.
Fissa il vuoto e poi lo dice.
                -Frank è incinto-
Silenzio.
                -Frank cosa?- la madre ridacchia ritornando a guardare il lavabo pieno di schiuma.
Per un attimo ha pensato che fosse una cosa serie, la sua espressione era impagabile.
                -Si mamma..- Gerard continua a guardarle le spalle, lei lentamente si asciuga le mani ad uno strofinaccio e si volta a guardarci. Io cerco di sostenere lo sguardo indagatore che vaga da me a Gerard.
                -Come?- nel suo tono c’è una nota di ironia.
A questa domanda non so come risponderà Gerard e non so se io prenderò parola, una parte di me pensa ancora alla casa che Gerard avrebbe dovuto trovare. Dove poi? A.. New York?
                -Semplice. Io lo amo, lui mi ama. E’ successo tempo fa, la sera del.. ballo- il tono di Gerard mi riporta alla realtà. Non è un tono di scusa, non è un tono di giustificazione, è un tono fermo e serio. Quello di uno che sa e crede in quello che dice.
Il viso di Donna si rattrista, penso che quella “sera del ballo” per lei sia altro..
Se una vita è nata quella sera.. Un’altra si è spezzata, è morta.
Vorrei stringermi a Gerard..
                -Quando..- chiede distratta.
                -Due mesi più o meno- risponde Gerard anticipando la domanda.
Davvero poco , penso io.
                -Quindi, cosa volete da me?- la voce di Donna arriva dopo attimi di silenzio, con un tono freddo e distaccato.
                -Niente- risponde Gerard alzandosi e lasciando la stanza.
Io sono ancora lì a fissare con la bocca quasi aperta il frigorifero.
Come può una madre dire questo?
Che poi la frase in sé non è nulla ma.. il tono.. il tono freddo come quello che si usa con.. non lo so con chi si usa, solo.. non si usa!
Mi alzo lentamente per raggiungere Gerard è un sussurro freddo come uno spiffero in pieno Dicembre in una stanza calda mi colpisce:        -Froci-
 
 
 
***
 
Asciugo l’ennesima lacrima di Gerard.
Siamo sul mio letto, ha deciso di non tornare a casa stasera, non potevo lasciarlo dormire in macchina.
Mia madre era già a letto quando siamo arrivati a casa e Gerard non ha smesso un attimo di singhiozzare.
                -Gee calmati..- gli stringo il viso sul mio petto, sulla chiazza umida che si è formata sulla mia maglia.
Altri singhiozzi, altre lacrime, altri insulti.
 
 
L’ennesimo raggio di sole che entra dalla finestra e simpatico mi sbatte sul viso, il caldo assurdo e il dolce respirare di Gerard sono davvero un ottimo risveglio. Forse l’ultima cosa rende tutto migliore, forse..
Cerco di alzarmi senza svegliare Gerard che non si è addormentato, è svenuto fra le lacrime ieri sera.
Il pancione è davvero pesante, le donne dovrebbero programmare di fare figli in estate per avere il pancione in inverno.. ma che cazzo dico poi.
Mi fermo davanti allo specchio e mi accarezzo il pancione, mi sento una neomamma e la cosa è ridicola ma non riesco a far a meno di sorridere quando sento un delicato calcio sul ventre.
Riflessa nello specchio c’è lei, Pansy.
La sua custodia nera, così anonima senza le varie spillette che con Mikey avevamo collezionato..
Le ho conservate tutte in un sacchetto.
 
E’ da troppo tempo che non suono e il solo sfiorare le corde ora mi da adrenalina. Il ricordo della nostra prima ed unica esibizione è unico, legato a cose brutte ma unico.
Mi torna in mente la scenata sul palco, quando ho urlato a Gerard che lo amavo.
Poi il cazziatone di mia madre.
Poi il funerale e poi.. tutto.
Cerco di sedermi alla meno peggio per terra e di abbracciare la chitarra per quello che posso, non posso non fare qualche nota ora che è di nuovo fra le mie mani ma è davvero difficile suonare con questa pancia.
La rimetto nella custodia con un sorriso amaro e trovo Gerard a fissarmi, mi sporgo per dargli un leggero bacio sulle labbra e dargli il buongiorno.
                -Non suoni?- mi chiede con il tipico tono di chi si è appena svegliato.
                -Non ce la faccio- sussurro e gli sposto dal viso sudato delle ciocche di capelli, dovrebbe proprio tagliarli.
Scendiamo a fare colazione, mia madre mi ha lasciato un bigliettino. Penso che si sia riabituata alla presenza di Gerard in questa casa e nella mia vita.
Ci sono anche degli sms di Terry che mi da il buongiorno.
 
                -Gee?- chi chiedo rannicchiato vicino a lui sul divano.
                -Mh- mugola lui continuando a fare zapping.
                -Perché devi trovare casa a New York?- è tutta la notte che c’ho pensato...
Deglutisce rumorosamente e poi mi guarda, io gli sorrido.
                -Vedi Frankie.. mi hanno offerto una borsa di studio a New York e niente, ho dato solo qualche speranza a mia madre- sospira e riprende possesso del telecomando.
                -Perché solo qualche speranza? Non vuoi frequentare l’accademia?- non riesco a capire..
                -Ma non voglio lasciarti- sussurra serio afferrandomi le mani.
Posso liquefarmi?
Posso?!
Oh bene, penso seriamente che se solo la cosa fosse possibile.. bhè già da un pezzo sarei sostanza liquida.
                -Gee..- sussurro sorridendo debolmente e intrecciando le dita con le sue – Io vengo con te- una frase che esce spontanea dalle mie labbra e che non è per niente rimpianta.
Lui mi guarda per un po’, come se le mie parole lo avessero spiazzato.
Mi allungo e lo bacio, quanti baci ci diamo io e Gerard? Tantissimi, non sono mai abbastanza.
 
 
 

BENE, BENE, BENE.
Ciao a tutti. Si, ho aggiornato *cori da stadio in cassetta, nella mia radio* asd.
Mh questo capitolo, finito un po’ a cazzo ma comunque C’E’ lo dedico ad una persona speeesciale.
Non so il tuo nome, il tuo nickname o che altro MA tu sai che lo dedico a te!
Aguri honey <3
-E se non commenti rginrtingvinidnehf.-
 
Baci, Ann
 

   
 
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