Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Genesis_Candeor_Diamond    11/11/2011    1 recensioni
Le dite ossute della solitudine sono in agguato.
Quindi non lasciare vuota la mia mano.
TI PREGO.
---------------------------------
Lo so che faccio schifo con le introduzioni, ma chiedo venia.
Spero comunque di avervi incuriosito e per chi leggerà: spero di farvi riflette su ciò che volevo esprimere. Grazie per l'attenzione.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Visione interna'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

LETTERA A UN AMICO

 

 

                                                                                                                     Ragusa, 11/11/11

Caro amico mio,

Capita a volte di sentirsi soli.

Poi si pensa agli amici e ci si sente meglio.

Aspetti sempre di trovarteli alla porta, quando hai dei problemi.

La verità? Gli unici che troverai ad aspettarti sull’uscio sono i gatti randagi cui porti da mangiare.

Cos’è un migliore amico? Io pensavo di saperlo.

Chi è quella persona che chiami sorella o fratello, non avendo comunque legame di sangue? Io pensavo di averla trovata.

Che cosa dire in proposito? Nulla.

In verità io ti dico che l’affetto di un amico vero, forse, me l’hai sempre fatto mancare.

Mi è mancata quella persona che se chiamo accorre in mio aiuto o a consolarmi.

Io, per te, l’ho fatto sempre.

Se chiamavi io c’ero.

Se chiedevi: Vieni. Ho bisogno di parlare!

Io c’ero.

Ho bisogno che mi fai un favore!

Io lo facevo, nel mio possibile.

Stavi male.

 Io mi preoccupavo.

Tu, il mio amico, ti limitavi a una telefonata di cortesia.

L’hai sempre fatto.

La tua giustificazione è sempre la stessa: lo sai che ho sempre tanto da fare!

La verità è che tu hai tempo per me quando non lo hai da dedicare ad altri.

Solo la sera io ottengo la tua attenzione per liberarti dal peso della tua dimora.

Io che sono poco avvezza all’uscite, non festeggiavo con la tua regolarità.

 Così tu hai deciso che i miei sporadici dinieghi fossero solo noia.

Mi dispiace, ma sono fatta così. Dopo questi anni di conoscenza, dovresti saperlo.

Ora non vanto neanche quella cortesia.

Mi chiedo se forse sono io ad avere una percezione troppo grande di questo concetto chiamato amico.

Il tempo per chi reputi meritevole in quel frangente ce l’hai sempre.

In effetti, come posso pensare IO di poter meritare da te tali onori.

Io che sono ai margini della società per la mia timidezza e a volte poca sicurezza.

Hai miei occhi sei sempre parso forte e sicuro di te. Lo eri per entrambi.

Ora, tuttavia, il tuo atteggiamento non mi dona sicurezza, anzi m’incupisce più della solitudine.

 Quando sento solo questa, la solitudine, almeno so che è reale e vera.

 È una certezza.

Oramai quando mi accompagno a te, non riesco a distinguere se ciò che sento sia finta compagnia o vero vuoto.

Mi dico sempre che devo smettere.

Mi dico sempre che devo chiudere alla prossima voragine che aprirai, ma continuamente non riesco a lasciarti andare.

Perché anche se l’incertezza e il vuoto mi assalgono, non riesco a lasciare la tua mano.

Quella stessa mano che mi lascerebbe annegare nel più profondo dei mari.

Io, però, non ti lascerò.

Quando avrai bisogno di una mano. Io sarò lì a tenerla stretta.

Quando il tuo dolore sembrerà trafiggerti il cuore. Io devierò il colpo come uno scudo.

Quando la malinconia e la tristezza oscureranno il tuo viso. Io lo illuminerò con un sorriso.

Anche se non riavrò, sicuramente, nulla di tutto questo in cambio.

Anche se questo mi farà soffrire enormemente.

La mia mano sarà sempre tesa verso di te, perché ti voglio bene e, nonostante questo affetto faccia male, non posso lasciarlo andare, perché questo vorrebbe dire lasciare la tua mano e allora cosa mai potrà stringere la mia?

Solo le dita ossute della solitudine che per anni hanno cercato di stringerle e da cui sono sempre fuggita, ma mai seminata.

Lei è lì. In ogni angolo pronta ad afferrarmi.

Quindi non farmi lasciare le tue dita e se puoi, stringile.

 Ti prego!

                                                                                                                      L’amico che non lascerà mai la tua mano.

   

GENESIS’S MOMENT

Piccola, diciamo, lettera che scrivo per tutti coloro che non si sentono abbastanza ricambiati dai loro amici.

Effettivamente questa è una piccola richiesta d’aiuto al mio amico, che penso non leggerà mai questo piccolo specchio di anima.

Forse tuttavia è meglio così.

Questo, comunque, è un piccolo post senza pretese.

Se ci sarà qualcuno che vorrà commentare e vorrà pormi le sue riflessioni o le emozioni che questo post gli provocato  sarà ben accetto. Chi solo leggerà sarà allo stesso modo ringraziato.

Tutto dipende cosa vi ha provocato questa piccola lettera.

Alla prossima.

Genesis_Candeor_Diamond

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Genesis_Candeor_Diamond