Fanfic su attori > Gerard Butler
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Autore: irene862    12/11/2011    2 recensioni
2015 --> REVISIONATA E CORRETTA!
Dal IX capitolo..
“Hai perfettamente ragione, sei stato uno stronzo. Un emerito, grandissimo stronzo! Non ti permettere mai più di rifare o ridire quello che hai detto e fatto. Perché te ne pentiresti! “ Non so dove presi il coraggio di minacciarlo. Ma fui contenta di avercelo ficcato da qualche parte.
“Non so con chi hai a che fare quotidianamente, nel tuo mondo patinato di super divi miliardari, ma qui è diverso. Siamo nel mondo reale bello! La gente merita rispetto!” Eravamo talmente vicini che i nostri abiti si sfioravano. Gli puntai un dito sul petto e lo pungolai. ” E non mi importa un fico secco se sei un attore Hollywodiano o che altro. Non credo ad una sola parola delle tue scuse di poco fa quindi non starmi tra i piedi ed andremo d’accordo! Non sono venuta fin qui da casa mia per farmi insultare da un maledetto idiota borioso, come te!”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dolce e delicata come il miele'
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Cap. 33

XXXIII Capitolo

 

 

“Amore, mi manchi” il tono di voce era dolce ma malinconico.

Ogni nostra conversazione iniziava sempre così. Lui mi ripeteva quelle parole tutte le volte, da quando ci eravamo separati. Parole che mi scaldavano il cuore ma che inevitabilmente riportavano a galla la mia tristezza nell’averlo così lontano.

Sentire la sua voce era piacevole. Sempre. Ma anche triste.

Mi manca.

Ero tornata in Italia, a casa.

Non potevo mica rimanere in Scozia per sempre … vi ero rimasta sei mesi.

Lasciare quei luoghi incantati, con i suoi profumi, la musica e quei colori mozzafiato era stato devastante. Ma lasciare lui lo era stato ancora di più.

Dividerci era stata la cosa più difficile, non avrei voluto farlo, ma non vi era altra soluzione. Avevamo passato tanti bellissimi momenti insieme, condiviso così tanto che, adesso, solo a pensarci avevo le lacrime agli occhi.

“Ciao tesoro, anche tu mi manchi. Tantissimo”

Ero tornata da poco più di due settimane ma sembravano decenni. Non poterlo vedere, non poterlo toccare e baciare mi faceva impazzire.

“Cosa stai facendo?”

Era curioso, interessato a cosa facevo, dove andavo o con chi fossi. Voleva condividere con me la mia vita anche da lontano come io facevo con lui.

“Non ci crederai, amore. Ho una notiziona … ti avrei chiamato io a breve per fartelo sapere” ero emozionata

Si trattava di una notizia che mi aveva sbigottito ma anche entusiasmato.

Avevo iniziato un tirocinio, appena rientrata in Italia, in una società pubblicitaria molto importante e proprio oggi mi avevano dato la notizia. Erano intenzionati ad assumermi presso di loro. Con un contratto a termine di diversi mesi, dandomi anche buone prospettive future.

“Che notizia? Dal tuo tono sembra una notizia positiva”

“Lo è, infatti. Mi hanno proposto un contratto di lavoro” lo dissi tutto d’un fiato.

Silenzio dall’altra parte.

“Amore, ci sei?” domandai incerta

“In che senso?”  la sua voce aveva cambiato tono

“Nel senso che oggi mi hanno proposto un contratto a tempo di alcuni mesi. Ed io avrei intenzione di accettare. Che ne pensi?”

“No! Non lo so... non sono contento. Perché hai accettato?” era arrabbiato.

“Cosa c’è che non va? Non capisco”

“Come fai a non capire? Che ne sarà di noi? Eh? Ci hai pensato? Come faremo a vederci se vivremo e lavoreremo lontanissimi l’uno dall’altro? Cristo Soph! Lo sai che non riesco a stare per troppo tempo senza di te. Non voglio. Voglio averti vicino. Sempre”

Era arrabbiato ed era saltata fuori ancora questa storia.

Dannazione!

“Gerard, è solo per qualche mese. Non sarebbe per sempre“

Anche se le sue parole mi avevano innervosito avevo mantenuto il mio tono di voce calmo. Volevo rimanere serena ed essere gentile, per cercare di rimanere lucidi e ragionevoli. Non volevo arrivare a litigare. Avevamo discusso, sullo stesso argomento, poche settimane prima della mia partenza. Pensavo di aver chiarito il mio punto di vista ma evidentemente lui non aveva capito.

“Ci risiamo, Sophie! Io non riesco a capirti. Cosa c’è di difficile o di complicato nel rimanere accanto alla persona che si ama? Pensavo che il tuo ritorno a casa fosse temporaneo ma ora non lo so più. Perché non vuoi stare dove sono io? Perché non vuoi vivere qui?”

Sempre le solite domande. Sempre i soliti quesiti.

Io riuscivo a capire lui, il suo lavoro, i suoi impegni, i suoi momenti da soli uomini e tutto il resto mentre lui non riusciva a fare altrettanto nei miei confronti.

“Non è così, lo sai. E’ solo che…” non riuscì a terminare il mio pensiero che mi interruppe.

“No, non lo so! Non so più niente ormai. Non so più cosa siamo! Siamo distanti. Tu sei lontana! Ed io soffro!”

“Ed io? Sto soffrendo anche io, cosa credi?”

Le sue parole mi avevano ferito.         

“Io ti amo. Ti amo moltissimo. Anche io soffro a non vederti, a non toccarti. Vorrei essere lì con te ma non posso rinunciare a me stessa. Non lo voglio fare! Voglio rendermi utile, voglio aiutare e lavorare. Non me ne starò attaccata a te come un’ombra, come un orrendo parassita che ti succhia via tutto. Non voglio fare la mantenuta, Gerard! Non è nella mia natura e non lo farò. L'orgoglio si può mettere da parte ma la dignità non si perde per nessuno

Mi ero ripromessa di non discutere, di non urlare, di mantenere la calma e rimanere lucidi ed obbiettivi … avevo decisamente fallito.

Lui mi aveva lasciato parlare senza intervenire o interrompermi. Volevo sapere se le mie parole erano state comprese. Se aveva capito.

Certo, non sarei rimasta per sempre in Italia e lo sapevo. Lo amavo troppo. Ma volevo almeno fare un’esperienza lavorativa valida. Lo dovevo a me stessa! Dovevo ripagare tutti i sacrifici che avevo fatto, i miei e quelli della mia famiglia.

Sicuramente avrei trovato un lavoro simile anche all’estero, magari migliore. Volevo guadagnare un po’ di soldi e iniziare con lui la mia vita, alla pari.

Volevamo comprare casa insieme anche se lui, causa lavoro, si spostava e viaggiava frequentemente.

Lui faceva l’attore, aveva moltissimi amici, era ricco, bello e famoso. Io invece nulla di tutto quello. Ero in soggezione per questa cosa ed era anche per questo che volevo farlo.

Volevo costruire qualcosa insieme ma senza pesare su di lui. Avremmo fatto progetti e condiviso eventuali sacrifici; lo avremmo fatto assieme, non lui da solo. Ero sempre stata una ragazza indipendente ed autonoma. Dipendere dagli altri, soprattutto economicamente, mi avrebbe distrutto a lungo andare. E lui lo sapeva. Ne avevamo già parlato.

“Non senti ragioni, vero?” sospirò pesantemente

Mi presi la testa fra le mani perché non riuscivo a farmi capire.

“Fai come vuoi. Non voglio discutere ancora con te. Buonanotte Sophie” e mise fine alla conversazione.

Ero incredula. Fissavo il telefono nelle mie mani senza dire una parola.

Cominciai a piangere in silenzio.

  
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