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Autore: EllenJenkins    12/11/2011    2 recensioni
Ben, sopraffatto dal senso di abbandono e solitudine, cade in un profondo sonno. Di chi è quella voce che lo chiama nei suoi sogni? Potrà mai svegliarsi? Vorrà mai svegliarsi?
Bevin (KevinxBen) - Shounen-Ai
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7 - Declaratio

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Declaratio, onis, f., 1 dichiarazione

Dichiarazione [di-chia-ra-zió-ne] s.f. 1 il dichiarare o il dichiararsi, manifestare il proprio amore

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Kevin fu svegliato dai lievi movimenti che in un primo momento non fu in grado di specificare. Aprì gli occhi a fatica, si sentiva talmente stanco che sarebbe tornato volentieri a dormire, ma si rese conto che la posizione non era delle più comode. La sera prima si era addormentato sulla sedia di fianco al letto dove dormiva Benji, una mano ancora stretta nella sua. Gli strani movimenti che lo avevano svegliato provenivano proprio dal copro del ragazzo che, come il solito, aveva un sonno agitato.

Non voleva svegliarlo, doveva dormire per recuperare tutte le forze, ma avrebbe anche voluto togliergli quei brutti sogni che lo accompagnavano ogni notte. Strinse maggiormente la presa sulla sua mano e prese ad accarezzargli i capelli con l’altra; aveva notato la sera prima che quel gesto era piaciuto a Benji. In effetti dopo pochi secondi di carezze il suo corpo smise di agitarsi e un sorriso comparve sul suo volto.

Ma quel momento di pace fu interrotto dal suono di qualcuno che bussava alla porta

-Avanti- Disse Kevin restio ad abbandonare quella serenità. La porta si aprì e sulla sogli comparve il dottore che seguiva le cure di Benji

-Oh, ci sei solo tu. I suoi genitori?-

-Non verranno fino a questa sera. Devono lavorare-

-Capisco, comunque quello che devo dirti non è un’informazione strettamente confidenziale. Puoi venire fuori?- Kevin fu sorpreso. Perché doveva uscire se potevano restare benissimo lì? Non voleva lasciare Benji lì da solo, ma a quanto pare non c’erano alternative

-Okay- Rispose prima di uscire

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Quando si svegliò i suoi occhi ci misero un po’ ad abituarsi alla luce, seppur debole, del mattino. Come sempre aveva sognato Alice o almeno, l’aveva sentita piangere nel buio, senza riuscire a vederla. Si trattenne dal piangere o dal pronunciare il suo nome. Sapeva che non era lì con lui, ma che era ancora intrappolata nell’Omnitrix e poi se qualcuno lo avesse sentito avrebbe pensato che fosse ancora pazzo.

Nessuno gli credeva, nessuno; nemmeno la sua famiglia. Nessuno. Tranne Kevin. Non sapeva perché ma lui era convinto che la sua Alice fosse reale. Kevin. Arrossì pensando al ragazzo e a quello che era successo il giorno prima. Non ci poteva ancora credere.

Aveva passato anni a reprimere quel sentimento che provava verso l’osmosiano. Per il bene di sua cugina, che ne era innamorata; non l’avrebbe mai tradita portandole via ciò che amava. Ma a pensarci bene, anche per il suo stesso bene. Quante possibilità c’erano di essere ricambiato? Allora pensava meno di zero, ma forse in realtà erano molte di più.

Già, ma … dov’era Kevin? Spaventato Ben si mise seduto in una frazione di secondo, maledicendo quel pulsare alla testa per il rapido movimento. Si guardò in torno ma non vide nessuno. Il panico lo assalì. E se … si fosse sognato tutto? Se Kevin non si fosse mai dichiarato? Se non avesse mai ricambiato quei sentimenti? Se non si fossero mai baciati?

Preoccupato e sinceramente spaventato non rifletté prima di alzarsi per andare a cercarlo. L’ultima cosa che si sarebbe aspettato era che le sue gambe cedessero sotto il suo peso appena cercò di fare un passo. Cadde rovinosamente a terra. Con occhi spalancati guardò le sue gambe. Perché non riusciva a camminare? Non c’era nulla che non andasse, riusciva a sentirle benissimo, lo aveva sempre fatto, allora perché?

In quel momento la porta si aprì di scatto rivelando un Kevin piuttosto preoccupato. Quando lo vide,dopo neanche due secondi fu al suo fianco

-Benji, che ci fai per terra?- Chiese preoccupato, gli posò una mano sulla fronte per vedere se aveva febbre ma così non sembrava

-Q-Quando mi sono svegliato non c’eri così sono venuto a cercarti, ma non sono riuscito a fare neanche un passo. Perché non riesco a camminare?- La sua voce sembrava molto spaventata, ma Kevin non seppe che rispondergli

-Non è nulla di grave- La voce proveniva dalle porta. Ben si sporse oltre la figura dell’altro e vide il dottore, quello che credeva fosse pazzo, sulla soglia. Gli lanciò un’occhiata gelida carica d’odio e tornò a nascondersi contro il corpo di Kevin -Semplicemente è molto che non cammini e le tue gambe si sono lievemente atrofizzate; nulla che un po’ di esercizio non possa risolvere. Inoltre non ti sei ripreso ancora del tutto, sei ancora debole, ci vorrà un po’ di tempo prima che tu ti riprenda completamente. È normale nei casi di coma- Concluse. Visto che Ben non accennava a rispondergli fu Kevin a intervenire

-Grazie, dottore- Disse e l’uomo lasciò la stanza -Dai ti aiuto a ritornare sul letto- Sebbene Ben non fosse molto incline all’essere preso in braccio in quel momento quella costante presenza del moro lo faceva solo stare meglio -Si può sapere che stavi cercando di fare?- Disse una volta che Ben fu di nuovo seduto sul letto, il rimprovero mascherato dall’evidente preoccupazione

-Te l’ho detto, quando mi sono svegliato non c’eri, anche se mi aveva promesso di esserci- Arrossì, distogliendo lo guardo -P-Pensavo di essermi sognato quello che era successo ieri- Kevin sorrise a quando Benji potesse essere tenero quando era imbarazzato

-Scusa, non avrei mai voluto lasciarti da solo, ma il dottore mi doveva dire una cosa, visto che non c’erano i tuoi genitori- L’espressione di Ben si rabbui di puro odio al solo menzionare l’uomo. A Kevin sembrava strano vedere quell’espressione sul suo volto. Non l’aveva mai visto odiare così tanto qualcuno, la maternità era davvero una cosa strana

-Non porta mai nulla di buono-

Sapeva che era stato lui a convincere i genitori di Ben a credere che fosse pazzo, a un livello tale che anche Gwen, la quale aveva proposto per prima la questione della visione, si era battuta contro. Sapeva che la ragazza voleva solo il bene per suo cugino e forse per un secondo non era stata più così convinta della sua idea originale su Alice.

L’unica cosa che vedeva era il suo corpo deteriorarsi per delle medicine che forse non erano necessarie. Kevin aveva visto più volte l’ombra del dubbio nei suoi occhi mentre guardava Benji, ma sapeva anche che non era il tipo da ammettere facilmente di ave avuto torto, soprattutto se per colpa sua qualcuno a cui voleva bene stava male.

-Mi ha detto di dire hai tuoi genitori che puoi essere dimesso anche domani. Devi sono stare tranquillo e niente "è l’ora dell’eroe"- Ben roteò gli occhi al sentire la sua frase preferita, anche dopo tutti quegli anni

-Non ci voglio tornare a casa. Mia madre mi guarda sempre con quella faccia triste, come se fosse dispiaciuta per me, come se mi compatisse. Mio padre non è molto diverso- Ben alzò lo sguardo fino a guardarlo negli occhi -Io ho solo te. Voglio stare con te- Kevin sorrise

-Anch’io voglio stare con te. Tu non hai idea di come mi sia sentito quando ti ho visto in quello stato. Continuavo a ripetermi che ti saresti svegliato, che tutto sarebbe andato bene, ma non poteva fare a meno di pensare che forse non avresti più riaperto gli occhi. Avevo la costante paura di perderti. Sono sicuro che è così anche per i tuoi genitori, hanno solo paura di perderti- Ben lo guardò per diversi secondi senza dire niente, poi scostò lo guardo

-Non voglio comunque tornare a casa- Quando Kevin non disse altro Ben riportò lo sguardo sul ragazzo e questa volta con un tono implorante disse -Non posso stare con te? A casa tua?-

-Benji non puoi continuare così all’infinito, prima o poi dovrai parlare con loro … e anche con Gwen-

-No! Loro non si fidano di me, non mi credono! Pensano che abbia le allucinazioni! Sarò pure un ragazzo con un’arma potente al polso con una lieve percentuale di sangue alieno nel corpo, ma non sono pazzo! Tu sei l’unico che mi crede. Finché non gli avrò dimostrato che Alice non è una mia immaginazione non voglio averci niente a che fare con loro- Kevin sospirò. Conosceva Benji abbastanza da sapere che se si metteva in testa una cosa non cambiava facilmente idea. Anzi, non la cambiava affatto

-Okay, parlerò con i tuoi genitori e gli dirò che starai da me. Se tutto va come progettato in pochi giorni dovrebbe essere tutto a posto- Ben ebbe un brivido

-Se-Sei sicuro che andrà tutto bene? Non c’è un altro modo?- Per quanto ardesse all’idea di rivedere la sua bambina allo stesso tempo temeva per l’incolumità di Kevin. E se …

-Andrà tutto bene, vedrai- Ci fu un lungo momento di silenzio, nessuno dei due disse una parola. C’era una cosa che Kevin voleva chiedergli ma non era sicuro se era il momento giusto -S-Senti, Benji. Lo so che andrà tutto bene, ma se … dovesse succedermi qualcosa … tu …- Ben gli lanciò un’occhiata stupita

-Mi stai chiedendo se ti dovessi lasciare?- Kevin non disse niente ma Ben sapeva che ci aveva azzeccato. Kevin gli aveva aperto il suo cuore, la sera prima confessandogli cose che aveva faticosamente accettato e su cui aveva riflettuto per molto tempo. Ora era il turno del giovane eroe -Sei un deficiente!- Gridò lanciandogli un pugno in testa

-Hey!- Disse sinceramente offeso

-Per chi mi hai preso? Okay forse da ragazzino sono stato un idiota, ma ora sono cambiato. Se ti dovesse succedere qualcosa starei con te. Fino alla morte- Quell’affermazione non piacque particolarmente al moro, il quale, suo malgrado, si immaginò il corpo senza vita del ragazzo -Ora che ti ho qui, con me, non pensare di liberarti facilmente di me! Dannazione, Kevin, ho una cotta per te da quando avevo dieci anni. Da quando mi hai sorriso e sei diventato mio amico. Non avevo mai avuto un amico prima. Era stata la cosa più bella che avessi mai provato in tutta la mia vita. Pendevo dalle tue labbra, avrei fatto qualsiasi cosa. Almeno finché non proponesti quella cosa. Tutto potevo sacrificare, anche l’Omnitrix, ma non vite umane. Mi sono sentito così tradito che non sono andato a fondo, non mi sono impegnato abbastanza per aiutarti, per cercare di capirti, di capire le tue ragioni. Non sapevo niente. E rimpiansi quella scelta per cinque lunghi anni, finché non sei riapparso davanti ai miei occhi, così, all’improvviso. Non sapevo cosa fare! Col tempo avevo ammesso i miei sentimenti per te e mi chiesi se potevo fidarmi, se potevo rimettere in gioco il mio cuore. Sì, ci sono stati momenti difficili, ma tu non immagini quanto fossi contento solo di restare al tuo fianco. Non potevo dire niente, però, Gwen era cotta di te, non avrei mai potuto farle questo, non dopo quello che lei aveva fatto per me. Ora tu mi chiedi cosa farei se ti risuccedesse?! Farei di tutto, di tutto! Dannazione di amo, cosa vuoi che faccia!-

Quando finì aveva ormai il fiatone. Il silenzio calò di nuovo nella stanza. Quando Ben si rese conto di ciò che aveva detto, o meglio urlato, arrossì come non aveva mai fatto in vita sua e si buttò sul letto, pancia in giù, la coperta tirata su fino a coprirgli tutta la testa. Oddio! Non poteva crederci! Si sentiva così imbarazzato che avrebbe voluto sparire

-S-Sei innamorato di me da … sette anni?- Il suo tono fu non più di un sussurrò sorpreso. Ben gli tirò un calcio in qualche modo

-Stai zitto! Non è che tu sia meglio- Esclamò da sotto le coperte

"In effetti …" Pensò Kevin "… è solo che …" -… È strano sentirselo dire-

-Già-

-Eddai, esci da lì sotto!- Disse cercando di strappargli le coperte ma senza risultato

-Te lo puoi scordare!- Esclamò stringendo la sua presa, né lui né Kevin volevano cedere

-Non eri tu quello che voleva stare con me?- Ben ebbe un attimo di esitazione ma riuscì a riprendersi prima che fosse troppo tardi

-Non cercare di ingannarmi! Sono così imbarazzato che …- Non riuscì a finire la frase che le sua guance bruciarono di imbarazzo

-Non fare così, mi hai reso davvero felice con la tua confessione- Anche senza vederlo il giovane eroe poteva vederlo quel dannato mezzo sogghigno da vittorioso su quel bel volto da schiaffi. Quanto sapeva essere irritante!

-Non era una confessione!- Gridò sbucando fuori dalla sotto le coltri

-Oh, oh! Certo che lo era. Una confessione d’amore con i fiocchi- Prima che Ben potesse fare o dire altro Kevin lo abbracciò -Preso!-

-Kevin!- Ben sbuffò, ma poi sorrise e ricambiò il suo abbraccio -Ti amo-

-Anch’io, Benji. Anche io-

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Quella sera stessa Kevin parlò con i coniugi Tennyson per convincerli a fare stare Ben da lui. Fin da subito non ne furono entusiasti. Sapere che il loro unico figlio preferiva stare con il suo migliore amico, anche se Sandra sospettava che fosse qualcosa di più, invece che con loro non li incoraggiava. Ben li odiava a tal punto

-Ho perso il mio bambino- Disse la donna a un passo dalle lacrime. Carl l’abbracciò per darle conforto ma in cuori suo quella era la sua stessa paura

-Non lo credo, signora Tennyson. Benji è solo arrabbiato, ci vorrà del tempo, ma sono sicuro che tutto si sistemerà alla fine. Vi vuole ancora molto bene, ma è troppo testardo e risentito per ammetterlo- Dichiarò Kevin. Sandra gli si avvicinò e gli prese le mani nelle sue

-Te lo detto che puoi chiamarmi Sandra- Lo guardò intensamente negli occhi -Ti affido il mio bambino, Kevin- Il ragazzo avrebbe voluto obbiettare che Benji non era più un bambino, ma sapeva che per i genitori i figli non crescevano mai. Anche sua madre a volte lo vedeva ancora come un moccioso

-Lo farò, Sandra- Lei sorrise e lo abbracciò

-Grazie-

Il mattino seguente Ben fu ufficialmente dimesso dall’ospedale. Visto che aveva ancora delle difficoltà a camminare correttamente decise che almeno fino alla macchina di Kevin ci sarebbe andato con la sedia a rotelle. Non voleva fare strane figure davanti a così tanta gente. Il suo neo-ragazzo lo aiutò a sistemarsi in macchina.

Una volta arrivati a destinazione Ben non poté non notare come l’appartamento di Kevin fosse sì un po’ piccolo e disordinato, ma anche caldo e accogliente. Si sentiva più a casa lì che non dove viveva prima. Il disordine andava, però, sistemato

-Perché vuoi riordinare questo posto? Dov’è finito il Benji che conoscevo che piuttosto di pulire preferiva morire soffocato dai suoi stessi rifiuti?-

-Se ne è andato su Marte dopo che si è ritrovato la casa piena di giochi lasciati in giro da Alice. Davvero come si fa ed essere così disordinati?- Dopo un’occhiata poco convita da parte del suo ragazzo Ben roteò gli occhi esasperato -E va bene, quell’aspetto l’ha ereditato da me-

-Sai, è strano pensarti come una mammina-

-Era strano anche per me, ma non mi ha mai dato fastidio. Sai, sapere che dipende da te in tutto e per tutto è decisamente piacevole. I bambini sanno dimostrati in un sacco di modi quanto ti vogliono bene- Fece una pausa -Che razza di genitore sono, l’ho lasciata lì da sola. Lei ha paura del buio, non riusciva a dormire senza una luce accesa, anche se stava con me- Kevin l’abbracciò. In così pochi giorni Benji si era affezionato così tanto a quella bambina. Ora parlava come un vero genitore, che pensava prima al bene del figlio rispetto al proprio

-Devi pazientare ancora qualche giorno, i preparativi sono quasi ultimati- Ben annuì per poi lasciarsi andare completamente contro il corpo del ragazzo -Sei stanco, vero?-

-Sì- La risposta era un po’ sbiascicata e affievolita

-Ora ti porto a letto- Con facilità lo prese in braccio, lo portò in camera sua e lo depositò sul letto -Dormi ora- Gli diede un bacio sulla fronte e fece per andarsene, ma fu bloccato da una mano che lo afferrò per il braccio

-Non te ne andare. Sdraiati qui con me- Dopo un attimo di sorpresa, Kevin fu più che felice di accontentarlo

-Sogni d’oro, Benji-

-‘Notte- Rispose con gli occhi chiusi e la mente già nel mondo di Morfeo.

Kevin sorrise e a sua volta chiuse gli occhi. Doveva essere più stanco di quanto non si aspettasse perché in pochi minuti trovò difficile aprire gli occhi. In poco tempo seguì la persona che amava di più al mondo nel dolce regno dei sogni.

*Owari Cap.7*

-Eccoci qui con il settimo capitolo!- ndRan
-Spero siate felici e grati del nostro buon cuore che ci ha spinti ad anticipare la data del postaggio- ndJane
-Visto l’andazzo dell’ultimo aggiornamento abbiamo pensato di anticipare un pochino- ndRan
-Una piccola anticipazione, nel prossimo capitolo alice …- ndJane
Zitta! Tappati quella fogna! Ma cos’hai tu con questo tuo vizio di anticipare le cose!- ndRan
-Che noiosa che sei!- ndJane
-Ritornando a noi. Questo capitolo è venuto totalmente diverso da come ce l’eravamo immaginato. Insomma, si è creato mentre lo scrivevamo. La storia non continuerà ancora per molto ma non saprei dire con esattezza quanto manca- ndRan
-Ora sarei stanca, se non vi dispiace vado a dormire- ndJane
-Hey, aspettami! Scusate, ci vediamo al prossimo capitolo. Come sempre leggete e commentate, vi prego! Ciao- ndRan

   
 
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