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Autore: Joy    10/07/2006    10 recensioni
"Non esiste la paura per chi non ha nulla da perdere, ma questo non è vero coraggio."
"E tu hai paura, Regulus?"
"Sì."
"Cos'hai da perdere?"
"Non avevo mai amato... e nessuno aveva mai amato me..."[]
Erano simili.
Entrambe abbandonate per amore quando avrebbero preferito morire piuttosto che restare indietro.
Erano simili...
E hanno avuto destini diversi...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regulus Black | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Da VII libro alternativo
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FRATELLI



Non sono più suo fratello! James Potter lo è ora!”

Ma tu gli vuoi bene lo stesso, non è così?”

Non lo so.” Una mano a coprire gli occhi. “Sì.”

E lui te ne vuole.”

Un sospiro.

Non lo so…”

Una lacrima.

Non lo so.”



Entrano soltanto i familiari, Signorina Crux.” dichiarò sbrigativa la voce della McGranitt. “Può ritornare al suo dormitorio!”

Orlena scrutò il corridoio ancora avvolto nella penombra e la porta dell’infermeria, alle spalle dell’ insegnante, prepotentemente serrata.

La conoscenza preclusa…

Ma l’alba non avrebbe tardato ad arrivare…

Non c’è nessuno della sua famiglia…” tentò.

Questo non le da il diritto di essere invadente!”

Invadente…

Lui l’avrebbe trovata invadente… forse.

Quanto potere aveva su di lei…

Lui… intrigante… irritante…

Pieno di segreti, misteri, deliri… Una vita nascosta dietro al velo nero della sua famiglia, di cui lei non poteva saper nulla, non doveva saper nulla…

Orrori…

E ciò che provava per lui non era sufficiente a cancellarli…

A lui non bastava…

Lui non parlava… e lei avrebbe voluto non intuire.

Quando alzò lo sguardo, notò che la McGranitt la stava osservando, l’espressione del viso era leggermente più dolce e Orlena capì che il suo volto l’aveva tradita. Odiò se stessa per questa debolezza, così come odiava tutte le volte in cui l’amore per lui la rendeva fragile di fronte alla vita.

Non è questo il momento più adatto per sapere.” sussurrò la donna. Poi lanciò uno sguardo al corridoio “Oh… ecco che arrivano!” esclamò. “Che Merlino sia ringraziato!”

Ma il sollievo iniziale sparì completamente dal volto dell’insegnante, per lasciar spazio ad un’espressione palesemente perplessa.

Anche questo adesso…” borbottò.

Orlena si voltò per guardare le due figure che avanzavano. Conosceva di vista e di fama il fratello maggiore di Regulus, più che altro a causa dei pettegolezzi che non mancavano mai di movimentare il dormitorio femminile di Serpeverde.

Sfoggiava con disinvoltura lo stesso fascino del fratello, ma aveva lineamenti più marcati… o forse era soltanto la mascella contratta a creare quell’illusione.

L’avanzare deciso ricordava l’irruenza di un ragazzo, ma era un uomo e sembrava furioso, come se stesse aspettando con impazienza il momento in cui esplodere facendo il maggior danno possibile. Di fianco a lui, il suo miglior amico dai tempi della scuola gli ripeteva, inutilmente, di stare calmo.

Le passò accanto e diede a malapena segno d’averla vista.

La preoccupazione –ammesso che ve ne fosse in quegli occhi grigi- non riusciva a nascondere la naturale insolenza.

La McGranitt spalancò per lui la porta dell’infermeria.

Entrano soltanto i familiari.” ripeté fissando James Potter con sguardo eloquente.

Lui fa parte della famiglia.” tagliò corto Sirius Black, spingendo l’amico riluttante nella stanza, sotto lo sguardo scontento della sua vecchia insegnante. “Della mia, almeno!” e si chiuse la porta alle spalle.

Orlena si trovò a fissare di nuovo lo stipite di legno e si chiese quali potessero essere i pensieri di un uomo che alla notizia dell’avvelenamento del fratello, manda per primo il suo miglior amico nella stanza dove quello riposa.

< L’unico con un coraggio da Grifondoro… > ricordò. < Tutta la sua famiglia è a Serpeverde… >

Mai osservazione le parve più sbagliata.

Se fossero passati pochi minuti o diverse ore non avrebbe saputo dirlo.

Quella mattina il tempo si ribellava al consueto scorrere delle lancette…

Quando la porta si riaprì, il James Potter che ne uscì era stanco e con il volto tirato. Si chiuse i battenti alle spalle prima che lei potesse sbirciare dentro e chiudendo gli occhi vi si appoggiò contro. Orlena intuì, dal ritmo del suo respiro, che aveva bisogno di una buona dose d’aria fresca.

Si accorse di lei dopo un istante, si aggiustò gli occhiali sul naso e accennò un sorriso.

Sei la ragazza di Regulus?” le chiese.

Si stupì solo in parte. L’aveva sentito dire da coloro che l’avevano conosciuto ai tempi in cui frequentava Hogwarts: James Potter parlava di qualsiasi cosa come se fosse la più semplice del mondo.

Non so cosa sono per lui…” la sua voce risuonò nitida nel corridoio deserto. “Ma credo di avere il diritto di sapere, almeno quanto te.”

Sincera e diretta… lei che non amava le ipocrisie…

Lei… sempre diffidente…

Il volto di James si aprì in un sorriso che le sembrò fin troppo simpatico.

Suppongo che tu abbia più diritti di me.” rispose. “E’ solo che Sirius…” parve imbarazzato e si passò una mano fra i capelli. “Lui… beh, credo che sia più che lecito per te sapere.” dichiarò spalancando la porta per rientrare insieme a lei nella stanza.

Mi manderà via.” pronosticò la ragazza, ma il suo piede era già oltre la soglia.

James scosse la testa con l’aria di chi la sa lunga.

Non preoccuparti.” disse.

L’interno della stanza era in penombra e l’aria ristagnava dell’odore pungente delle pozioni curative. Madama Chips si affaccendava intorno ad un tavolo ingombro d’ingredienti, ampolle e calderoni che bollivano.

Dal letto vicino si alzò un rantolo, nel quale Orlena non riuscì a trovare alcuna traccia della voce che conosceva.

Si voltò troppo tardi, quando ormai l’infermiera le parava completamente la visuale.

Mi aiuti a farlo sedere, Signor Black.” la sentì dire con voce allarmata e sbrigativa. “Questo ragazzo sta soffocando!”

Orlena si spostò di lato, dopodiché non riuscì a compiere più alcun passo. Quello non era il Sirius Black che aveva visto in corridoio, ne fu certa come lo era della crescente paura che le stava paralizzando le gambe.

Con le labbra serrate e gli occhi frenetici di chi implora solo con la mente, lo vide passare una mano sotto la schiena del fratello e sollevarlo quasi di peso, poi si sedette sul letto e lasciò che il ragazzo si appoggiasse a lui, la testa riversa di lato sulla sua spalla.

Lei aveva creduto di essere abbastanza forte… lei aveva sempre fatto credere di essere forte…

Mentire senza volerlo, a se stessa e agli altri…

Soltanto lui aveva letto la verità tra le menzogne e sotto il suo sorriso canzonatorio, si celava la consapevolezza dei limiti che lei stessa ignorava.

Lui… che aveva preferito lasciarla all’oscuro di tutto, perché si potesse cullare nella dolce illusione di non temere nulla…

Lui adesso aveva un aspetto terribile.

La pelle di un bianco cereo, madida di sudore, gli occhi incavati e cerchiati di rosso rivolti al niente, il respiro faticoso e impastato.

Madama Chips gli avvicinò alle labbra un bicchiere fumante.

Bevi, ragazzo.” disse.

No…” il sussurro si levò lamentoso e sofferente.

Sirius sfilò il bicchiere dalle mani della donna e lo avvicinò di nuovo al fratello.

Regulus, devi bere.”

No…” un soffio soltanto.

Sirius alzò lo sguardo, come se cercasse aiuto da qualcuno che gli altri non potevano vedere. Orlena scorse l’ombra che gli attraversava gli occhi e quando sparì, ebbe la netta impressione che lui fosse cambiato un’altra volta…

Afferrò una pezzuola bagnata e la passò sulla fronte del fratello, poi gli scostò le ciocche umide dal viso e gli sussurrò con un tono a metà tra il tenero e lo scherzoso:

Bevi. E per una volta vedi di non fare il testardo, fratellino!”

Fratellino…

Orlena li guardò entrambi.

Erano fratelli… sì, lo erano…

Stesso sangue… stessa mente, meravigliosa e incomprensibile…

Stessa capacità di saper prendere le persone per il verso giusto…

Regulus serrò la mano sulla maglia del fratello, socchiuse le labbra e inghiottì un sorso. Tossì forte, come se il liquido lo stesse soffocando e Orlena pensò che fosse troppo crudele essere solo spettatrice di tutto quello.

< Non è di me che ha bisogno adesso… > pensò e per la prima volta rimpianse di non aver ascoltato la McGranitt.

Calma…” gli sussurrò Sirius, posandogli una mano sulla nuca in modo che si appoggiasse completamente alla sua spalla. “Calma…”

La tosse si placò e Regulus voltò di lato il viso, la fronte contro il collo del fratello, e sembrò sulla buona strada per addormentarsi.

Sirius scoccò un’occhiata preoccupata a Madama Chips e la vide scuotere la testa in segno di diniego. Rimase in silenzio per un istante poi respirò profondamente e accarezzandogli i capelli umidi, gli disse con lo stesso tono scherzoso:

Ehi, non è il momento di dormire!” Il ragazzo aprì gli occhi sebbene fossero vacui. “Se hai avuto il coraggio d’ingurgitare quell’intruglio, adesso puoi averne anche per bere il suo antidoto!” e avvicinò di nuovo il bicchiere alle sue labbra.

Orlena si lasciò sfuggire un gemito e subito dopo si maledisse per averlo fatto.

Aveva bevuto un veleno…

Registrò senza prenderne realmente atto, che la mano di James Potter adesso era posata, in maniera rassicurante, sulla sua spalla.

Lo aveva fatto volontariamente…

Sirius alzò gli occhi verso di lei e sembrò notare solo in quel momento la sua presenza nella stanza.

Pensò che le avrebbe chiesto d’uscire, ma realizzò, dopo un istante, che non stava affatto guardando lei, ma James… con uno sguardo cupo e agonizzante che aveva intravisto, per brevi attimi, su un altro volto.

Fratelli…

Quanti segreti nascosti nella stessa persona…

Quante personalità, quanto dolore…

Quante cose avevano in comune, sebbene ne ignorassero la maggior parte…

E lei che non era mai stata sfiorata da nessuna passione, amava un ragazzo che non viveva d’altro.

L’antidoto venne finito e il bicchiere tornò tra le mani dell’infermiera, mentre Regulus abbandonava la solida sicurezza del fratello per essere adagiato di nuovo tra i cuscini, dove lo attendeva, impietoso, un sonno popolato da incubi.

Sirius si allontanò dal letto voltandogli le spalle e James, che sembrava conoscere l’amico più di quanto conoscesse se stesso, prese il suo posto.

Non c’era niente che lei potesse fare in quella stanza.

Rimase in piedi, osservando lui soltanto...

...la sua agonia...

La vita le sembrò per la prima volta precaria e spaventosa, e quegl'istanti perversi; perché nell'intervallo di un respiro mancato, ogni speranza poteva andare perduta. "

Ancora una volta spettatrice…

Il commentato e chiacchierato Sirius Black, il ribelle distaccato e affascinante, se ne stava seduto in un angolo della stanza, il viso nascosto tra le mani, muto e rigido come quando il dolore diventa inevitabile e perpetua l’agonia.

Dal letto si levò un flebile lamento e un paio di frasi sconnesse nelle quali Orlena non riuscì a trovare un significato.

Regulus si perdeva nei suoi sogni deliranti.

Sirius alzò il viso e da come le sue spalle si abbassarono, capì che quella non era la prima volta che succedeva… ma nessuno si mosse. Persino madama Chips, dopo un prima occhiata, ritornò alle sue pozioni; segno evidente che non c’era niente che si potesse fare.

Perché non può andare al San Mungo?” esclamò d’improvviso. La sua voce uscì roca e innaturale, quasi gracchiante e si rese conto di avere detto un’assurdità, nel momento in cui James Potter posò su di lei uno sguardo tenero e comprensivo.

Sirius abbandonò la sua solitaria postazione e dopo essersi avvicinato al fratello, gli afferrò il braccio sinistro e sollevò la manica.

Ecco perché non può andare al San Mungo.” disse.

Sulla pelle pallida, con contorni appena accennati, quasi fosse solo una flebile ombra, vi era l’inconfondibile marchio dell’Oscuro Signore.

Desiderò non aver mai parlato.

E non per lo stupore di scoprire che Regulus era stato iniziato come Mangiamorte, ma perché se lo aspettava e avrebbe dovuto immaginarlo in quel momento.

Il maggiore dei fratelli Black scrutò il simbolo con rabbia e aprì la bocca per parlare, ma non uscì alcun suono. Posò la mano sul Marchio Nero come se volesse coprirlo e lanciò uno sguardo nostalgico al volto del ragazzo…

Orlena immaginò che stesse richiamando alla memoria l’infanzia, ricordi comuni tra fratelli… che lei non conosceva perché era figlia unica e seppe che se Regulus avesse aperto gli occhi, avrebbe compreso, dall’espressione del fratello, molto più di quanto avrebbero rivelato le parole.

Ma lui non apriva gli occhi.

Giaceva avvolto nell’intricata rete delle sue allucinazioni e pareva non aver pace.

Sirius si passò una mano sul viso e si ravviò i capelli senza emettere un solo fiato, ma lei avrebbe giurato che vi era una lacrima sulla sua guancia. Particolare che evidentemente non sfuggì al suo miglior amico, che gli posò una mano sulla spalla.

I contorni sono appena accennati, Sirius… non è ancora un Mangiamorte, ha affrontato soltanto la prima prova… veleno, a quanto pare.”

Credi che cambi qualcosa?” domandò sfogando la rabbia nel sarcasmo. “Non potrà tornare indietro comunque!”

Era vero.

Orlena ne sapeva abbastanza da intuire che a quel punto, tornare indietro sarebbe stato come firmare la propria condanna a morte.

Guardò davanti a sé, il volto di colui che aveva fatto volontariamente quella scelta…

L’unico che aveva mai amato… e capì che la sua vita sarebbe stata votata ad una sola causa…

E quella causa non portava il suo nome.

Dimmi che non è vero… Madre…” la voce si levò da quel letto d’agonia. L’unica frase coerente del suo delirio.

Orlena si chinò su di lui per la prima volta quella mattina e gli strinse la mano.

Negherò io, per te, tutto ciò che vorrai.”sussurrò.

Certe volte, i desideri dovevano percorrere una strada completamente opposta, per giungere alla realizzazione…

I Signori Black arrivarono il giorno dopo, quando ormai la crisi era passata.

***



Ginny prese dalle mani di Fred la sottile caramella gommosa e ne staccò la metà con i denti. Si appoggiò con la schiena all’imbottitura della poltrona e aspettò che la febbre scendesse.

“Funziona?” le chiese George.

Lei fece cenno di ‘sì’ con la testa.

“Sei sicura di ciò che stai facendo?” domandò Fred e lei annuì di nuovo.

“Beh” intervenne George. “hai preso da noi il coraggio e oserei dire… anche la capacità di mentire!”

“Già…” continuò Fred. “Sembrava moribonda in quel letto.”

“Non sono affatto moribonda.” replicò la ragazza alzandosi in piedi. “Però sono tremendamente in ritardo! Harry è in viaggio già da sei ore!”

“La mamma non finiva più con le sue raccomandazioni!” protestarono in coro i gemelli. “E’ già un miracolo che ti abbia lasciato venire nel nostro appartamento!”

Ginny sorrise amaramente della commedia che aveva inscenato a fin di bene quella mattina e vide che i suoi fratelli la guardavano con un misto d’orgoglio e tenerezza; un attimo dopo era tra le loro braccia.

“Stai attenta, Ginny.” le sussurrò George.

“Non ci perdoneremmo mai, se ti succedesse qualcosa…” prese a dire Fred, ma lei scosse la testa.

“Non mi succederà niente.” rispose con un sorriso, cominciando a radunare ciò che le serviva per il viaggio.

“Dovrai scriverci ogni giorno! Se non lo farai verremo a cercarti!”

“Lo farò.” assicurò, riflettendo su quello che era sempre stato il suo più grande desiderio…

Una vita serena.

Certe volte, i desideri devono percorrere una strada completamente opposta, per giungere alla realizzazione.

Fine 8° capitolo.

X Ginny06: Ciao carissima, grazie per l’incoraggiamento. Sono felice che la storia continui a piacerti. E per quanto riguarda l’ispirazione, vedrai che arriverà; l’importante è non demoralizzarsi!^_^! Un bacione, Joy.

X Ashleigh: Benvenuta! Non preoccuparti e commenta pure quando ne hai voglia, anzi ti ringrazio per avermi fatto sapere il tuo parere, fa sempre piacere ed è anche un incoraggiamento per andare avanti. Ho fatto il possibile per quanto riguarda la trama, era davvero difficile risultare credibili dopo gli avvenimenti di HP6, in alcuni punti temo di essere scivolata ma si vedrà più avanti. Amo le Harry\Ginny e temo di essere una delle poche su questo sito, ma è una coppia che sostengo fermamente! Grazie ancora e un abbraccio, Joy.

X Aleberyl 90: Ecco, mia cara, adesso sì che hai colpito nel segno! Ciò che dici è la sacrosanta verità. Orlena può sembrare fredda e forte, ma è l’esatto contrario, credo che in questa storia lei sia la più debole; sicuramente più debole di Ginny e notevolmente più debole di Regulus, il suo amore mai dimenticato. Quanto ad Harry, sebbene sia più maturo del solito, è anche avvantaggiato dagli onnipresenti Ron e Hermione che non lo mollano mai un istante, Orlena invece era da sola da ragazzina e lo è anche adesso che è adulta. Vedremo se troverà la forza e il coraggio per scoprire la verità su Regulus. Un abbraccio fortissimo, Joy.

X AxelC91: Grazie mille! Non preoccuparti per le recensioni, non a tutti piacciono le Harry\Ginny, anzi a dire il vero credo di essere una delle poche. Mi fa piacere che la storia ti piaccia e ti ringrazio per l’incoraggiamento! Un abbraccio, Joy.

X redRon: Eccomi! Come vedi sono ritornata anche se con un po’ di ritardo e… sì, rivedremo Harry e Ginny insieme, me ci vorrà un po’ di pazienza… per ora sono separati. Come al solito ti ringrazio per il sostegno e per la pazienza con cui segui questo lavoro. Spero che sia ripagata dalla lettura. Un bacione, Joy.

X Elanor: Eccomi carissima, come vedi questa volta ho ritardato un po’, ma non disperare! Non lascerò i lettori all’asciutto per molto… Davvero non ti aspettavi che Orlena si sarebbe unita ai mangiamorte? Beh, con Regulus come suo unico e perduto amore, cos’altro avrebbe potuto fare se non cercare di ricostruire ciò che lui ha fatto, ripercorrendo la stessa strada? Quella scena mi è piaciuta e mi sono divertita un mondo a scriverla, così come avevo immaginato minuziosamente il maniero dei Lestrange, cercando i esaltarne la parte malata e decadente… che tu naturalmente hai notato!^_^! E non poteva essere altrimenti! E’ sì, il vero obbiettivo dell’attacco a Hogwarts era il nipote di Scrimgeour! Mi diverto a fare queste cose, ma non chiedermi perché… Forse sono malata anch’io! La prima prova di Regulus… beh, viene spiegata in questo capitolo come avrai visto,  e l’aiuto di Sirius, per quanto possa sembrare esiguo, è determinante per la sua sopravvivenza. Il viola… sai, in realtà è un dettaglio quasi irrilevante ai fini dell’intreccio, ma i colori hanno questo potere su di me e finisco sempre con l’abbinarli ai vari personaggi. Regulus odia il nero perché gli ricorda la sua famiglia: i “Black”, e scoprirai in seguito che sua madre è la causa di tutti i suoi problemi, e poi lo odia perché è il colore delle divise dei mangiamorte e lui vuole che Orlena non venga coinvolta con loro. Vuole salvarla a tutti i costi, per questo non le spiega niente e le fa giurare di non indagare mai. Ma a diciassette anni dalla sua morte, Orlena decide di scoprirne le cause e incomincia a infrangere le promesse. L’intreccio è più o meno questo. Tutti tendiamo a confondere l’amore con la pietà, fa parte della nostra umanità, credo… La pietà è un sentimento forte che si ciba della parte più istintiva di noi, credo che sia per questo che tendiamo a confonderlo con l’amore. Ma è sbagliato, perché a differenza dell’amore, la pietà è un sentimento momentaneo, scaturito da un evento che speriamo sempre di poter risolvere, e quando questo accade, cosa resta? L’amore invece è duraturo…  La parte finale è pronunciata per intero da Regulus e Orlena, ma è stata posta in maniera tale da essere adatta anche per Harry e Ginny, o se non altro per richiamare l’attenzione su le similitudini di queste due coppie. Comunque la R non sta per Romina, e grazie al cielo, aggiungerei! Ma come dicevo su questo punto ho la bocca completamente cucita! Carissima, adesso ti lascio all’ardua sentenza! E’ sì, perché vedi, questo ottavo capitolo è stato di sicuro il più combattuto e già so che mi tirerò dietro non poche perplessità! Mah! Vedremo… Un bacione megagalattico, Joy.

X edvige: Cara! Sono contenta che anche questi capitoli ti siano piaciuti! Joy sospira di sollievo… Adesso entriamo nella fase ‘cupa’ della storia per cui sarà difficile trovare qualche momento allegro, però vedo già che Ron e Hermione ce la stanno mettendo tutta per strappare qualche sorriso ai lettori! Un grazie gigantesco eun abbraccio, Joy.

X daisy05: Mia cara, non scusarti! Ci mancherebbe altro… Piuttosto, ti auguro di poter risolvere il più brevemente possibile e nella maniera più indolore i problemi di salute! Spero anche che possa esserti di conforto, il distrarti a leggere e a scrivere, ma immaginino che sia così, altrimenti non saresti un assidua lettrice e scrittrice come ti dimostri, no? Correggerti? Mia cara, no! No, davvero! Hai compreso perfettamente invece, è esattamente così, Orlena può sembrare distaccata e forte, ma non lo è assolutamente, la sua è esattamente una maschera. E la indossa sia da ragazzina, quando ancora non è sicura dei sentimenti di Regulus, sia da adulta quando deve ingannare i Lestrange. Nessuna bacchettata in arrivo, quindi. Ti giuro, io voglio bene a Ron e non volevo che Molly lo rimproverasse per i calzini, ma non mi è riuscito di trattenerla, quella donna! Povero Ron finisce sempre col fare figure non proprio lusinghiere… però ci saranno momenti migliori per lui, lo prometto. Un Peace-Maker? Sì, lo so. Regulus Black fa quest’effetto anche a me! ^_^! Cara tu mi salvi la vita… E innalzi al mia vanità a livelli inappropriati! E’ un sollievo sentirti dire che la storia non ti sembra scontata e per quanto riguarda il titolo… non lo so nemmeno io come mi è venuto in mente, forse stavo facendo uno dei miei soliti viaggi mentali! Un abbraccio fortissimo, ma senza farti male… non vorrei peggiorare le tue condizioni… e un bacione, Joy.

  
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