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Autore: agatha    13/11/2011    3 recensioni
Cinderella è sempre stata la favola preferita di Maria. Può la sua vita ricalcare quella della protagonista? Se il destino le fa incontrare un moderno principe azzurro come Michael, su una Ferrari al posto di un cavallo bianco, tutto è possibile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maria De Luca, Michael Guerin
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Come ho già detto, ci sono ancora delle questione in sospeso da chiarire, non si può ancora mettere la parola "fine" a questa favola...

Come sempre un grazie a chi legge e a chi commenta!

Hope you'll like it!

Erano passati tre giorni da quando si erano riconciliati e da quando Liz e Max avevano avuto il piccolo Jason. Dopo ripetute richieste da parte di Michael, Maria si era decisa a disdire l’affitto del suo appartamento. Lei avrebbe voluto fare le cose con più calma ma lui non aveva voluto sentire ragioni, mai e poi mai le avrebbe permesso di vivere, mangiare e tantomeno dormire lontano da lui. I mobili facevano parte del contratto della casa e quindi a Maria rimanevano solo qualche soprammobile e i suoi vestiti da portar via.
In una sola giornata l’appartamento di Michael aveva completamente cambiato faccia. Il suo armadio era stato invaso da vestiti da donna, i cassetti dove teneva le magliette erano improvvisamente traboccanti di canottiere e lui doveva fare una vera e propria caccia al tesoro anche solo per trovare una cravatta. Per fortuna c’erano due bagni in casa e così lui aveva mantenuto il controllo almeno in quella stanza. Una volta si era avventurato nel “regno di Maria”, come lo aveva ribattezzato, e ancora non riusciva a spiegarsi come mai lei avesse bisogno di tutte quelle creme e quei profumi.
Quella mattina si era alzato molto presto, aveva una riunione a Boston e doveva essere in aeroporto tra tre quarti d’ora. Prima di alzarsi dal letto le aveva dato un bacio, che lei aveva ricambiato voltandosi poi dall’altro lato riaddormentandosi. Stava bevendo un caffè in cucina mentre ripensava alla scena di pochi giorni fa: Maria con in braccio il piccolo Jason. Poi si soffermò a considerare come la presenza di lei fosse tangibile in ogni stanza del suo appartamento. Guardò l’orologio e uscì di casa per aspettare il taxi che aveva chiamato. Ormai aveva deciso, non gli restava che fare qualche telefonata più tardi.

Il rumore della sveglia destò Maria. Riuscì, a fatica, a schiacciare l’interruttore per farla smettere e aprì gli occhi. Si accorse
subito che il posto accanto al suo era vuoto. Si alzò dal letto e, dopo aver dato una rapida occhiata per le stanze, capì di essere sola. Andò in cucina per preparare la colazione e vide, appoggiato sul tavolo, un foglietto.

“Sono dovuto uscire presto per una riunione. Ci vediamo questa sera dopo il lavoro. Ti amo”
Sorrise e rilesse più volte quelle parole, poi si preparò per andare al lavoro.

 
Una volta in ufficio venne sommersa dalle domande di Laurie. Non era sfuggito a nessuno che i due giorni precedenti lei era arrivata al lavoro sulla ferrari di uno dei pezzi grossi e non erano sfuggiti nemmeno i baci che si erano scambiati prima di separarsi all’ingresso dell’edificio.
“Credo che tu mi debba molte spiegazioni”
“Cosa intendi dire?”
“Sono due giorni che ti vedo sorridente e contenta. Mi domando se tutto questo non abbia a che fare con un tale Sig. Guerin che ti sta accompagnando al lavoro in questi giorni… e che tu ringrazi baciandolo appassionatamente”
“Non l’ho baciato appassionatamente!”
“Allora ammetti di averlo baciato”
Le due amiche risero.
“Ok, lo ammetto. Io e Michael stiamo insieme. Abbiamo avuto una storia, poi ci siamo lasciati ma ora abbiamo chiarito tutto e siamo tornati insieme”
Laurie assunse un’aria sognante.
“Sembra proprio una favola. L’umile segretaria che viene notata dal capo e scoppia il grande amore. Ma quando capiterà anche a me?”
“Forse dovresti cercare tra i mille ragazzi con cui esci. Magari c’è quello giusto ma tu sei troppo presa”
“Lo spero proprio”

 
*****

 
Quando Maria aprì la porta dell’appartamento si rese conto, dalle luci spente, che Michael non era ancora rientrato. Appoggiò la borsa e la giacca all’ingresso e si levò le scarpe. Stava pensando cosa cucinare per cena quando squillò il suo cellulare. Era lui.
“Pronto?”
“Ciao. Ho avuto un contrattempo e non riesco a rientrare, che ne dici di incontrarci e andare fuori a cena?”
“Non è meglio se ti aspetto qui? Non importa se farai tardi”
“No dai. Fatti bella, ti chiamo io un taxi. Va bene fra cinque minuti?”
“Stai scherzando vero?”
“Certo. Volevo solo prenderti in giro. Un’oretta ti basta?”
“Sarò pronta”
“A dopo allora”
Maria chiuse la chiamata e cominciò a pensare a come vestirsi. Non capiva come mai dovesse raggiungerlo, però decise di non porsi troppe domande.

 
Il taxi arrivò puntuale e lei salì. Il conducente aveva già avuto tutte le indicazioni sul luogo dove doveva portarla. Maria guardò fuori dai finestrini e si accorse che erano usciti dal centro e dato che non conosceva questi posti si incuriosì sempre di più. Non sembrava certo il luogo più adatto per un ristorante. Sentì l’auto fermarsi e interruppe le sue riflessioni. Il taxi la lasciò davanti ad una villa che lei non aveva mai visto. Una costruzione imponente e senza dubbio lussuosa.
“E’ sicuro che sia proprio questo l’indirizzo?”
“Certo signorina”
“Va bene grazie”

 
Maria, dopo aver dato un’ultima occhiata all’edificio, oltrepassò l’enorme cancello. Una grande fontana circolare zampillava proprio di fronte alla piazza davanti all’ingresso. Non c’era nessun campanello da suonare ed essendoci la porta socchiusa si azzardò ad entrare. Rimase stupita davanti all’arredamento della casa, tipicamente settecentesco. Una grande scalinata stava proprio di fronte a lei e una scia di petali di rose rosse erano sparsi lungo tutti i gradini. Si avvicinò alle scale e il rumore dei suoi tacchi risuonò nel silenzio dell’edificio. C’era una scatolina blu, appoggiata per terra, e lei la raccolse sciogliendo il nastro bianco. Aprì la scatola e con stupore tirò fuori la sua catenina. Dopo averla rimirata prese il biglietto che stava sul fondo.

“Questa rappresenta il tuo passato, le cose belle e le cose brutte che ti hanno fatta diventare la stupenda persona che ho conosciuto”
Sorrise. Cominciava a capire il significato di tutto quello che stava succedendo: Michael aveva organizzato una sorta di caccia al tesoro. Seguì la scia di petali fino in cima alla scalinata e trovò, appoggiata alla balaustra, una seconda scatolina e l’aprì. Uno stupendo paio di orecchini pendenti, con smeraldi, la stavano guardando.
“Questi rappresentano il presente, tutto quello che c’è stato fra di noi”
Questo gioco stava diventando sempre più divertente. Prima di continuare si allacciò la catenina e indossò gli orecchini. Ricominciò a seguire la scia di petali e dovette passare in diverse stanze, riccamente arredate. Cominciava a credere che avrebbe girato per tutta la sera quando aprì l’ennesima porta rimanendo a bocca aperta.
Si trovò davanti un grande salone, illuminato solo da un numero imprecisato di candele. Le luci delle fiamme gettavano strani giochi di ombre sulle pareti e sui quadri che erano appesi.

 
Si avvicinò ad un tavolo che stava al centro della stanza, dove troneggiava un enorme vaso pieno di decine di rose rosse. Trovò una terza scatolina.
Dato che la scia si fermava capì di essere arrivata alla fine del suo giro.
Si voltò a destra e a sinistra cercando Michael, ma la stanza era in penombra e lei non distinse la sua figura. Stranamente cominciarono a tremarle le mani quando sollevo la terza scatola. Questa volta, diversamente dalle altre due, trovò il biglietto all’esterno, appoggiato sul tavolo. Lo aprì e lesse la frase scritta al suo interno.

“Questo rappresenta il futuro, se lo vorrai”
Sciolse il nodo che la chiudeva. All’interno c’era un anello con uno smeraldo che catturava la luce brillando.
Non si accorse di Michael, che era alle sue spalle, finchè non le prese la scatoletta dalla mani e sfilò l’anello. La fece voltare verso di lei e ammirò il suo volto mentre le fiamme lo illuminavano. Anche lei lo stava fissando intensamente. D’improvviso sentiva di non poter muovere neanche un muscolo, di non poter pronunciare nessuna parola. Poteva solo attendere un gesto di Michael. Come al rallentatore lo vide prenderle la mano e infilarle lo smeraldo all’anulare. Quando lui parlò tutto tornò a velocità normale.
“Una volta ho incontrato una fanciulla che mi ha tamponato la macchina e poi, per colpa mia, lei è scappata via. Purtroppo, a differenza della favola di cenerentola, lei non ha perso una scarpetta per poterla rintracciare. Per magia una fata buona mi ha dato questo anello dicendomi che solo quella ragazza lo avrebbe indossato perfettamente. A questo punto, se non ricordo male, nella favola il principe azzurro chiede alla sua cenerentola di sposarlo e…”
“Lei risponde di sì con tutto il cuore perché lo ama, ma non avrebbe mai creduto di essere abbastanza per lui”
“E si sbagliava. Perché tutte le meraviglie del mondo non sono niente per lui senza di lei”
Maria gli sorrise dolcemente.
“A questo punto il principe dovrebbe darle un bacio”
“Vero, le favole vanno seguite alla lettera”
Alle parole seguì l’azione e si scambiarono un profondo bacio. Michael la trascinò verso il basso e la fece sdraiare sul tappeto posizionato proprio davanti al camino. Senza staccare le labbra dalle sue iniziò a spogliarla e sentì le lei stava facendo la stessa cosa con i suoi vestiti. Quando lei prese l’iniziativa, mettendosi a cavalcioni sopra di lui, non protestò ma si godette i baci che lei stava lasciando marchiando il suo corpo. Poi le prese il viso tra le mani, vide luccicare gli orecchini, la collana e i suoi stupendi occhi, due smeraldi ancora più preziosi. Dopodiché chiuse gli occhi.

Rimasero lì, nudi, scaldati dal fuoco che scoppiettava davanti a loro.
“Di chi è questa casa?”
“Di un amico. Gli piacciono queste dimore un po’ decadenti e si diverte a collezionarle”
“Questo vuol dire che non rientrerà a casa fra poco per sorprenderci in questa situazione compromettente?”
“No amore mio. E’ a nostra disposizione fino a domani”
“Posso farti una domanda? Perché tutto questo?”
“Se te l’avessi chiesto al ristorante forse gli altri clienti non avrebbero apprezzato il nostro modo di festeggiare facendo l’amore”
Lei finse un piccolo broncio.
“Non scherzare. Hai capito cosa intendevo”
“Già una volta ho rischiato di perderti e mi sono reso conto di quanto sei importante per me. Quando ti ho visto all’ospedale con Jason in braccio io… Ho capito che eri tutto quello che volevo, che insieme avremmo potuto creare la nostra famiglia. Ora, forse mi considererai tradizionalista, ma io ci tengo a fare le cose per bene ed era il momento giusto per farti quella proposta”
“Mi sembra ancora tutto un sogno”
“E’ tutto vero”

*****

Il mattino dopo erano rientrati preso al loro appartamento per una doccia veloce prima di andare in ufficio. Tutti e due lamentavano un leggero mal di schiena, dovuto all’aver dormito tutta notte sul tappeto. Avevano scherzato dicendo che era una cosa molto romantica ma al mattino, dopo aver sentito i muscoli tutti indolenziti, avevano giurato di non passare più una notte fuori dal letto. Durante la giornata Michael l’aveva avvertita che lui e Max dovevano andare in trasferta e sarebbero stati una settimana, si erano salutati velocemente e poi lei era stata presa da mille lavori urgenti. 

Sospirò contenta mentre usciva dagli uffici della Withman Enterprises, era stata una giornata pesante e, soprattutto, le era mancato Michael. Raggiunse la sua macchina e si fermò cercando le chiavi nella borsetta. Aveva appena tolto l’antifurto quando si sentì chiamare. Si voltò e sbarrò gli occhi riconoscendolo.
“Billy”

  
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