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Autore: IlFicter    13/11/2011    0 recensioni
Una vecchia maledizione risalente alla caccia delle streghe si risveglia e minnaccia una cittadina vicino Chicago. Una battaglia presto sta per iniziare per impedire a New Island di venire distrutta.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era sabato e oggi le scuole di New Island erano chiuse per la festa patronale.
Keil scese dal letto e scendendo le scale della casa, si diresse in cucina al piano inferiore. Dalla cucina provenivano tre voci diverse: due appartenevano ai suoi genitori, la terza era una voce sconosciuta.
-Buongiorno mamma, buongiorno papà.-
Assieme ai suoi genitori c’ era una donna che Keil non aveva mai visto.
-Keil, ti presento la signora Mylena. E’ una psicologa e si è trasferita nella nostra cittadina oggi.-
-Piacere di conoscerti Kei.- sorrise la giovane donna.
-A quanto pare è proprio lui.-
Keil guardò prima la psicologa poi i suoi genitori, con sguardo interrogativo.
-Sai, tua madre e tuo padre sono un pò preoccupati, pensano che tutti i film horror che hai visto ti hanno influenzato la mente fino a provocarti allucinazioni.......-
Keil la interruppe subito. –Ma non sono allucinazioni! Quelle voci le sentivo davvero.-
-Come mai allora solo tu le senti? Ieri ti è capitato nell’ ora di matematica, eppure nessuno a parte te le ha sentite, come te lo spieghi?-
Il giovane ragazzo non diede risposta e si sedette a tavola.
-Sono d’ accordo con l’ idea dei tuoi genitori di non farti vedere film horror per un pò di tempo. Dopo colazione potresti venire con me nel mio studio dove parleremo di queste tue allucinazioni.-
-Anche stanotte ho avuto quell’ incubo, eppure l’ unica cosa che ho visto ieri sera è stata la partita di basket.-
-Ci vuole del tempo prima che la tua mente si “liberi” da queste allucinazioni. Quanto meno possiamo farle passare più in fretta se accetti di venire in cura da me. Ci vediamo una volta alla settimana, per due ore al prezzo di 60 dollari.- concluse infine rivolta ai genitori.
-Va benissimo.- dissero i genitori di Keil senza pensarci troppo.
Finita la colazione, Keil e Mylena si diressero verso lo studio di quest’ ultima. Il posto non era molto distante, in venti minuti di autobus erano già arrivati.
Era una costruzione ad un unico piano, non molto grande ma nemmeno così piccolo.
-Accomodati.- fece Mylena aprendo la porta.
Keil entrò nello studio e si guardò intorno. C’ era un lettino, una scrivania, due sedie e qualche quadro appeso.
-Accomodati pure sul lettino. So che la mia richiesta può sembrarti strana ma devi cercare di addormentarti.-
Il ragazzo la guardò stupita. Che razza di richiesta era? Doveva dormire? Gli veniva un pò difficile crederci. –Dovrei dormire?-
-Esatto. Voglio vedere se dormendo hai di nuovo quell’ incubo o meno. Se non ti sarai svegliato da solo, ti sveglio io alla fine delle due ore dopo di che vedremo la volta prossima il dafarsi.-
Keil si levò le scarpe e si sdraiò sul lettino mentre Mylena si sedette alla scrivania.
Il ragazzo provò a rilassarsi ma non gli veniva molto facile prendere sonno lì. Lentamente però, dopo mezz’ ora i suoi occhi si chiusero del tutto e si addormentò.
Keil si trovava in un posto che non conosceva. Si trattava di una vecchia città che non aveva mai visto. Delle fiamme stavano lentamente divorando l’ intera città distruggendola. Grida di dolore rieccheggiavano ovunque, a quanto pare anche gli abitanti stavano andando a fuoco.
-Ci vendicheremo! La maledizione di Asshad un giorno si abbatterà su di voi.-
-Aspettate e vedrete. La nostra maledizione si risveglierà e quando accadrà tutti voi pagherete per ciò che ci avete fatto!
Keil si svegliò di soprassalto.
-Allora? Cos’ hai sognato?- domandò Mylena dalla sua scrivania.
Keil guardò l’ orologio. Aveva dormito per poco più di un’ ora. Si alzò dal lettino e si sedette di fronte a Mylena, come da sua indicazione. Le raccontò il sogno che aveva fatto descrivendo la città, le voci, fu molto dettagliato nel suo racconto. Mylena era stata in silenzio ad ascoltare, prendendo parola solo per chiedergli eventuali dettagli su qualcosa.
-Molto bene. Per oggi abbiamo finito.-
-Cosa posso fare allora?-
-Ci vuole del tempo prima che tu possa liberarti da queste illusioni, una sola seduta non basta. Ci rivediamo settimana prossima. Per adesso ti dico di non preoccuparti e di non dare troppo peso ai tuoi sogni.-
Keil pagò la parcella e tornò a casa.
Mylena lo seguì con lo sguardo fino a quando non lo vide più. Uno strano sorriso comparve sul suo viso.
-I tuoi genitori mi hanno un pò parlato dei problemi che hai, che senti delle voci e fai incubi quasi tutte le sere. Sono un pò preoccupati e quindi hanno voluto rivolgersi a me.-
  
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