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Autore: white_shadows    13/11/2011    3 recensioni
Scene di vita (più o meno quotidiana) delle mie tre coppie di DC preferite, in un futuro in cui tutto è andato per il meglio.
Three-shots, per chi vuole sorridere.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo è per i fan della coppia Heiji/Kazuha, che, devo dire, ha sempre affascinato molto anche me

Questo capitolo è per i fan della coppia Heiji/Kazuha, che, devo dire, ha sempre affascinato molto anche me.

Spero di essere stata abbastanza tempestiva nell’aggiornamento, d’altra parte anch’io non vedevo l’ora!

 

 

 

Kazuha Toyama spalancò la dispensa e la fissò intensamente: biscotti.

Afferrò velocemente una scatola blu e fece sbattere le due ante bianche della credenza.

Poi si avviò lentamente verso il divano e, agguantati tre frollini al cacao, ci si stese a pancia in giù. Masticò rabbiosamente per circa cinque minuti, dopodiché accese il televisore.

Perché, si chiedeva irata, doveva sempre finire in quello stato ogni volta che litigava con quello stupido?

Kazuha poggiò stancamente la scatola di biscotti, si mise supina e poi appoggiò il dorso della mano sulla fronte.

Perché si era scordato del loro anniversario, quel grandissimo idiota di un detective?

Due anni. Erano sposati da due anni e lui già si scordava l’anniversario di matrimonio.

Andiamo bene… pensò stanca.

E pensare che aveva persino comprato quel completino intimo merlettato che le aveva consigliato Ran! E da una settimana, per giunta!

Inoltre, essendo una persona molto emotiva, dopo aver litigato per mezz’ora al telefono, aveva passato l’intera giornata all’ospedale totalmente svagata, scambiando le cartelle dei pazienti o scordandosi i sintomi che le avevano appena descritto.

No, doveva decisamente cambiare registro.

Guardò l’orologio e si alzò di scatto. Le sei e mezzo.

Stava arrivando.

Kazuha ripulì il divano dalle briciole e si avviò in camera da letto.

Dopo essersi sfilata la maglietta per farsi un bagno (non aveva granché voglia di farsi trovare ad aspettarlo), fissò per qualche secondo il reggiseno nero tutto ricamato che indossava e sospirò.

Si fece un bagno veloce ma alquanto rilassante, di quelli che riposano ma non addormentano, e poi si avvolse nell’asciugamano. Mentre si pettinava accuratamente i capelli, aprì la porta e subito ebbe l’improvvisa voglia di tornare in bagno e chiudercisi dentro a chiave.

Un Heiji in giacca e cravatta con un ghigno preoccupante stampato in faccia e il reggiseno di Kazuha in mano, si stendeva lì, davanti a lei, in tutto il suo fascino.

Heiji la squadrò da capo a piedi e poi fischiò, mentre Kazuha arrossiva e si stringeva meglio in quell’asciugamano striminzito che le lasciava tutte le gambe scoperte.

- E questo cos’è?- chiese maliziosamente Heiji, mostrandole il reggiseno. Kazuha gli si avvicinò velocemente e cercò di strapparglielo di mano, senza però riuscirci. L’unica cosa in cui riuscì fu farsi scendere ancora di più la parte superiore dell’asciugamano.

Dopo esserselo risistemato addosso, fissò Heiji con odio, assottigliando gli occhi e mordendosi il labbro inferiore, poi si girò e fece per avviarsi di nuovo al bagno, ma una mano le bloccò in una morsa ferrea il polso: Heiji l’aveva fermata.

- Guarda che ti ho già visto nuda…- le mormorò sensualmente in un orecchio.

Kazuha alzò il braccio per dargli un possente schiaffo, ma la mano fu nuovamente fermata con prontezza.

I due si guardarono intensamente, poi Heiji alzò un sopracciglio e la baciò.

Appassionatamente, come se non la vedesse da mesi.

Kazuha si sentì divorare le labbra e provò una sensazione di bruciore per tutto il corpo.

E anche se si diede mentalmente della stupida per aver ceduto, come sempre, così facilmente, non poté non notare come quel bacio profumasse di amore.

Caddero delicatamente sul letto, continuando a baciarsi.

Kazuha si rese conto della loro posizione solo quando avvertì la pressione del suo corpo sul proprio.

- In realtà…- sussurrò improvvisamente Heiji, mentre scendeva a baciarle il collo:- Me lo ricordavo benissimo il nostro anniversario…-.

Kazuha riaprì immediatamente gli occhi che finora aveva tenuti chiusi e lo guardò a metà tra l’interrogativo e il furioso.

- Ma avevo voglia di farti arrabbiare…- le bisbigliò in un orecchio, mentre si slacciava frettolosamente la cravatta:- … sai, per poter fare pace dopo…-

Kazuha gli sorrise e poi catturò di nuovo le sue labbra.

Era felice.

 

Kazuha strizzò gli occhi e poi provò a riaprirli lentamente: il fascio di luce bianca la stava letteralmente accecando.

Fece mente locale di dove si trovava e, quando ne fu abbastanza sicura, sorrise.

Heiji non l’aveva voluta svegliare. Non lo faceva mai in realtà, dopo le loro notti romantiche.

Kazuha sorrise di nuovo e si mise a sedere sul materasso, poi cercò un indumento qualunque, se l’infilò e si alzò dal letto.

Per abitudine portò una mano indietro, a tastare il comodino sul quale avrebbe trovato l’orologio, senza bisogno di girarsi. Ma quando avvertì una sensazione piuttosto insolita sotto le dita, fu costretta a girarsi: una scatoletta bordeaux si ergeva sul legno scuro del suo comò.

Kazuha la prese e, dopo essersela rigirata un paio di volte tra le dita, l’aprì.

Una splendida catenina d’argento con un ciondolo dalla forma astratta luccicava su un cuscinetto di velluto.

In fondo non era poi così stupido il suo Heiji.

 

  
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