Questo capitolo è per i fan della
coppia Heiji/Kazuha, che, devo dire, ha sempre affascinato molto anche me.
Spero di essere stata abbastanza
tempestiva nell’aggiornamento, d’altra parte anch’io non vedevo l’ora!
Kazuha
Toyama spalancò la dispensa e la fissò intensamente: biscotti.
Afferrò
velocemente una scatola blu e fece sbattere le due ante bianche della credenza.
Poi si
avviò lentamente verso il divano e, agguantati tre frollini al cacao, ci si
stese a pancia in giù. Masticò rabbiosamente per circa cinque minuti, dopodiché
accese il televisore.
Perché,
si chiedeva irata, doveva sempre finire in quello stato ogni volta che litigava
con quello stupido?
Kazuha
poggiò stancamente la scatola di biscotti, si mise supina e poi appoggiò il
dorso della mano sulla fronte.
Perché si
era scordato del loro anniversario, quel grandissimo idiota di un detective?
Due anni.
Erano sposati da due anni e lui già si scordava l’anniversario di matrimonio.
Andiamo
bene… pensò stanca.
E pensare
che aveva persino comprato quel completino intimo merlettato che le aveva
consigliato Ran! E da una settimana, per giunta!
Inoltre,
essendo una persona molto emotiva, dopo aver litigato per mezz’ora al telefono,
aveva passato l’intera giornata all’ospedale totalmente svagata, scambiando le
cartelle dei pazienti o scordandosi i sintomi che le avevano appena descritto.
No,
doveva decisamente cambiare registro.
Guardò
l’orologio e si alzò di scatto. Le sei e mezzo.
Stava
arrivando.
Kazuha
ripulì il divano dalle briciole e si avviò in camera da letto.
Dopo
essersi sfilata la maglietta per farsi un bagno (non aveva granché voglia di
farsi trovare ad aspettarlo), fissò per qualche secondo il reggiseno nero tutto
ricamato che indossava e sospirò.
Si fece
un bagno veloce ma alquanto rilassante, di quelli che riposano ma non
addormentano, e poi si avvolse nell’asciugamano. Mentre si pettinava
accuratamente i capelli, aprì la porta e subito ebbe l’improvvisa voglia di
tornare in bagno e chiudercisi dentro a chiave.
Un Heiji
in giacca e cravatta con un ghigno preoccupante stampato in faccia e il
reggiseno di Kazuha in mano, si stendeva lì, davanti a lei, in tutto il suo
fascino.
Heiji la
squadrò da capo a piedi e poi fischiò, mentre Kazuha arrossiva e si stringeva
meglio in quell’asciugamano striminzito che le lasciava tutte le gambe
scoperte.
- E
questo cos’è?- chiese maliziosamente Heiji, mostrandole il reggiseno. Kazuha
gli si avvicinò velocemente e cercò di strapparglielo di mano, senza però
riuscirci. L’unica cosa in cui riuscì fu farsi scendere ancora di più la parte
superiore dell’asciugamano.
Dopo
esserselo risistemato addosso, fissò Heiji con odio, assottigliando gli occhi e
mordendosi il labbro inferiore, poi si girò e fece per avviarsi di nuovo al bagno,
ma una mano le bloccò in una morsa ferrea il polso: Heiji l’aveva fermata.
- Guarda
che ti ho già visto nuda…- le mormorò sensualmente in un orecchio.
Kazuha
alzò il braccio per dargli un possente schiaffo, ma la mano fu nuovamente
fermata con prontezza.
I due si
guardarono intensamente, poi Heiji alzò un sopracciglio e la baciò.
Appassionatamente,
come se non la vedesse da mesi.
Kazuha si
sentì divorare le labbra e provò una sensazione di bruciore per tutto il corpo.
E anche
se si diede mentalmente della stupida per aver ceduto, come sempre, così
facilmente, non poté non notare come quel bacio profumasse di amore.
Caddero
delicatamente sul letto, continuando a baciarsi.
Kazuha si
rese conto della loro posizione solo quando avvertì la pressione del suo corpo
sul proprio.
- In
realtà…- sussurrò improvvisamente Heiji, mentre scendeva a baciarle il collo:-
Me lo ricordavo benissimo il nostro anniversario…-.
Kazuha
riaprì immediatamente gli occhi che finora aveva tenuti chiusi e lo guardò a
metà tra l’interrogativo e il furioso.
- Ma
avevo voglia di farti arrabbiare…- le bisbigliò in un orecchio, mentre si
slacciava frettolosamente la cravatta:- … sai, per poter fare pace dopo…-
Kazuha
gli sorrise e poi catturò di nuovo le sue labbra.
Era
felice.
Kazuha strizzò
gli occhi e poi provò a riaprirli lentamente: il fascio di luce bianca la stava
letteralmente accecando.
Fece
mente locale di dove si trovava e, quando ne fu abbastanza sicura, sorrise.
Heiji non
l’aveva voluta svegliare. Non lo faceva mai in realtà, dopo le loro notti
romantiche.
Kazuha
sorrise di nuovo e si mise a sedere sul materasso, poi cercò un indumento
qualunque, se l’infilò e si alzò dal letto.
Per
abitudine portò una mano indietro, a tastare il comodino sul quale avrebbe
trovato l’orologio, senza bisogno di girarsi. Ma quando avvertì una sensazione
piuttosto insolita sotto le dita, fu costretta a girarsi: una scatoletta
bordeaux si ergeva sul legno scuro del suo comò.
Kazuha la
prese e, dopo essersela rigirata un paio di volte tra le dita, l’aprì.
Una
splendida catenina d’argento con un ciondolo dalla forma astratta luccicava su
un cuscinetto di velluto.
In fondo non era poi così stupido il suo Heiji.