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Autore: BlackLilium    13/11/2011    1 recensioni
“Hai una scia di morte dietro di te, Tom, ricordatelo bene. William non si può sconfiggere. Accettalo. Vuoi andare da quella maledetta vampira rossa? Vai. Buttati. Trasformati se necessario… ma non tornare indietro!” urlò la ragazza, sentendo il sangue ribollirle nelle vene.
“Perché mi vuoi qui con te, Ada?” le chiese lui, cercando di farle dire quello che da tempo doveva ammettere a se stessa.
“Non ti voglio qui con me, stupido… ti voglio qui con noi. Nel nostro branco. Siamo lupi, diamine, è il branco la nostra famiglia!”
“Una parte della mia famiglia è là dentro, e ho intenzione di riprendermela.”
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le moto sfrecciavano nella notte lanciando scie di luce sulle vie della foresta. La nebbia densa si diradava al loro passaggio per ricomporsi subito dopo come un manto di mistero e bugie.
Dietro le due moto, una macchina bassa che stava dietro di loro a fatica.
Un ululato scolpì il silenzio notturno, riducendolo ad una scultura di scaglie d’eco. Le moto ora erano parcheggiate a lato della strada e l’auto al loro fianco.
“No, Mark, non trasformarti! Non saprai più controllarti, ci troveranno!” Urlò Johnny, cercando di fermarlo.
Quello non lo ascoltò e fece per lanciarsi all’inseguimento di tracce odorose, quando Johnny lo atterrò, ruggendogli contro.
“Jooooooohnny! Lasciami andare!” Urlava Mark, furibondo.
“Finiscila, pezzo di stronzo!” Rispose Johnny, lanciandogli un pugno in pieno viso; “Ci hai costretti a seguirti fin qui e adesso ci ascolti, chiaro?!”
“Non mettermi le mani addosso, bastardo!” Urlò l’altro.
Gregory li raggiunse e, tolti i guanti, sfiorò entrambi i lupi con le sua mani gelide, facendo comparire nelle loro menti l’immagine sfocata di Andromeda.
I due si fermarono.
“È per lei che siamo qui…?, o per Thomas?” Chiese il vampiro, tornando ad indossare i guanti di pelle; “Perché non mi è ancora chiaro se a guidarci nella foresta è il tuo testosterone, Mark, o la rabbia verso tuo figlio.”
“Perché non ce lo dici tu, Greg? Non sei tu quello con le manine sante?” Rise Johnny.
“Sì, ma siete voi quelli con il fiuto da cani da caccia… ergo…” concluse lui, facendo segno di far strada attraverso la foresta.
I tre amici s’incamminarono tra gli alberi, fiutando l’aria in cerca di Tom.
L’aria era strana, quella sera. C’era un silenzio ormai ovattato, come se le loro urla avessero spaventato l’intera foresta e i suoi abitanti. O forse non erano le loro urla ad aver provocato quel silenzio. Forse era una presenza estranea, difficile da definire, stranamente potente seppur debole, e decisamente impossibile da catturare.
Johnny si mise sulla difensiva, tastando bene il terreno e il sottobosco con le mani armate di coltelli. Mark avanzava speranzoso e in continua ricerca di tracce, mentre Greg sondava gli alberi e le loro cortecce spostandosi tra gli alti fusti con un’eleganza che lo rendeva quasi impercettibile.
Qualcosa di molto simile all’odore di Tom raggiunse le narici di Johnny che fece segno agli altri di seguirlo. Dovettero inoltrarsi nel folto della foresta, in mezzo a zone inesplorate prima, tra rami aguzzi e terra franosa, muschio umido e fitto come un tappeto, e rocce scivolose percorse da sottili film d’acqua spurganti dal sottosuolo.
D’un tratto Greg fece segno agli altri di nascondersi dietro agli alberi. Avevano trovato un sentiero, ma stava per essere percorso da un gruppo di oscuri figuri poco lontani da loro.
Johnny cercò di calmare la sua respirazione, calibrando le pulsazioni.
Mark si sentì trascinare fuori dal suo nascondiglio, ma si aggrappò con tutte le sue forze all’albero alle sue spalle.
Gregory gli comparve accanto in un secondo: “Mark, rimani qui. Non ti muovere.”
“Che sta… succedendo… Greg…?” Chiese lui, visibilmente in difficoltà.
“Siamo di fronte ad una strega, uno spirito della foresta. Me la sbrigo io.”
“Come fai…?”
“Non sono un lupo come voi, non sono un animale del bosco, non mi può controllare. I miei confini sono altri…!” Rimani qui.
Mark annuì e continuò a tenersi aggrappato all’albero.
Gregory si mise sulla strada e vide il gruppo di sei incappucciati avanzare verso di lui. Scorse nel mezzo un mantello più chiaro e indietreggiò d’un passo, togliendosi un guanto.
Alzò la mano, la mostrò ai viandanti e quelli si fermarono tutti insieme, in un colpo solo.
Con un gesto spazzò via la nebbia che li attorniava, e percepì un calo di energia improvviso.
Alzò gli occhi: cinque dei sei individui lentamente svanirono insieme alla nebbia, lasciando una figura chiara al centro del sentiero.
Era una donna.
Si tolse il cappuccio, e i capelli corvini le scesero sulle spalle.
“Andy…” sussurrò Greg.
Johnny comparve dietro di lui e vide la donna, stremata, avanzare barcollando verso di loro.
Mark non ce la fece più e si lasciò andare dall’albero. Le forze gli mancarono e crollò a terra, in mezzo al sentiero.
Si alzò e la vide: s’illuminò e tacque.
Avanzò piano verso di lei, senza sapere cosa fare. Era la sua Andy, di nuovo, finalmente…! Sana e salva!
Gregory dietro di lui gli sussurrò qualcosa come: “No, Mark, è uno spirito, non avvicinarti!”
Ma a lui non importava. Se anche non fosse riuscito ad abbracciarla, voleva provarci. Voleva andarle incontro. Voleva stringerla.
Lei gli arrivò ad un passo e lo guardò negli occhi, vitrea e impalpabile.
Si aspettava di vederla piangere, come il suo solito, ma non fu così: forse ne aveva versate troppe, o forse ora non era più in grado di versarle.
Era una strega, adesso. Non era più umana. E in quanto tale, non più in grado di esprimere sentimenti forti.
La guardò di nuovo: sì, era lei.
Allargò le braccia e la prese a sé, senza farla cadere.
Era di nuovo lì, con lei.
Era di nuovo Andy.
“Ehi, piccola… ora sono qui.”
Lei non parlò. Si rannicchiò sul petto di lui e cercò di controllare i suoi poteri, ma ormai intorno a loro s’era formato un vortice di nebbia innocua e di foglie umide dalla notte; e in quel vortice nessuno poteva entrare, nemmeno Greg con i suoi poteri.
E in quel vortice, lo baciò.
Lui si trattenne, ma la commozione era troppo forte per essere ricacciata indietro.
Non si accorse che gli alberi attorno a loro, sotto il volere di lei, stavano allungando i loro rami verso le loro teste, a proteggerli dal resto del mondo.
Non si accorse che i ruscelli attorno a loro, che spurgavano rigogliosi dalle rocce, si stavano ora attorcigliando come serpenti ai loro piedi.
Non si accorse che lei, ora, non era più lei.
“Madame…” la voce di Greg arrivò come una doccia fredda.
La donna si risvegliò e tutto attorno a loro si diradò, lasciandoli soli.
Gli alberi tornarono alti verso la luna, e le acque si nascosero dentro le rocce.
“Madame, come avete fatto ad uscire dal…?”
“Gregory…” cominciò lei, avvicinandosi a lui; “…Gregory, non riportarmi laggiù. Sono scappata per una ragione. E ora ho ritrovato colui che avevo ucciso, due volte.”
“Andy, che stai dicendo?” Sorrise Mark.
“Sì, ti ho ucciso nella foresta, e ti ho ucciso andandomene. Ho ripagato il mio debito, Marcus. Niente mi può sconfiggere ora, e ti potrò proteggere da tutto, d’ora in poi.”
Johnny avanzò verso di lei e la prese in braccio, brusco: “Cristo, è troppo debole, dobbiamo portarla alla base, e…”
“No, Johnny! Non possiamo…! Allontanare troppo bruscamente una strega dal suo luogo congeniale provocherebbe solo la sua morte.”
“Non credo proprio!” Rise Johnny.
“Madame non è come le altre streghe… lei era umana, prima. William non le ha dato le forze necessarie per sostenere un potere simile.”
Mark si fece passare la donna dalle braccia dell’amico e la fece sdraiare a terra, su un letto di muschio.
“Mia dolce Andy… rimani con noi. Nostro figlio è venuto a cercarti questa notte e noi dobbiamo ritrovarlo.”
“Nostro figlio…? Ma se sono fuggita proprio per lui…!”
Mark realizzò: suo figlio ora era tra le grinfie di William, che non si era fatto scrupoli a liberarsi di Andy così, noncurante delle sue condizioni di salute.
“Il solito vigliacco…” sussurrò il lupo, accarezzando una guancia all’amata; “…rimani con me, Andy. Rimani qui con me.”
“Non posso, Marcus. La foresta mi chiama. Il mare mi vuole con sé. Le dense nubi vogliono trascinarmi via con loro. Non lo capisci? Non faccio più parte di questo mondo.”
“Ma io sono qui, ora.” Le disse, stringendole una mano.
“Ma non lo sei stato per molto tempo.”
“Non posso credere che dopo quindici anni, ti debba rivedere così e non possa nemmeno tenerti con me.”
“Non devi desiderare di possedermi, Marcus. Devi desiderare di amarmi, e di vedermi felice. È questa tua ossessione che ha distrutto tutto.”
L’uomo ora tacque. Madame aveva ragione. Aveva dannatamente ragione.
“Madame…” disse lui, stupendosi di questa sua accettazione della realtà; “…possiamo portarti a Londra? Ti senti abbastanza in forze?”
Madame si alzò quasi levitando, e si appoggiò ad un albero. Ne baciò la corteccia e assorbì con le mani una parte di quell’energia che le serviva.
Si voltò verso Mark: “No, non portatemi a Londra. Vi seguirò io. Fatemi strada.”
Mark sorrise e uscirono tutti e quattro dal bosco, a fatica e spesso aiutati dai poteri di lei.
E mentre gli altri sfrecciavano sulla strada, chi in moto e chi in auto, Mark vide l’aura di Madame librarsi al suo fianco, fino alle porte di Londra. Lì lei montò in moto con lui e lo pregò di andare piano, affinché lo strappo con la foresta fosse il meno brusco possibile.
Arrivarono alla base mezz’ora dopo, e si assicurarono che non ci fosse nessuno nei corridoi.
Aprirono le porte della sala Grande, e i tre uomini entrarono quatti quatti, senza far rumore ma molto svelti e nervosi.
La donna di Johnny comparve dal nulla da una saletta laterale.
Sbarrò gli occhi e si portò le mani alla bocca.
Madame si librò in aria verso di lei e le porse le palme delle sue bianche mani: “Ciao, Sally.”
 
 
-:-:-:-
 
 
E mo’…  =)
B.L.
  
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