PARTE SETTIMA
Hugo
era sicuro di essersi perso qualche passaggio, altrimenti avrebbe
saputo
spiegare la situazione in cui si trovava. Infatti non riusciva proprio
a capire
perché Rose e lui si fossero nascosti dietro un cespuglio,
in prossimità del
Lago, ad osservare uno Scorpius Malfoy visibilmente nervoso, visto il
modo in
cui continuava a ravvivarsi la sua bruttissima
–almeno a detta sua- folta chioma.
Ormai
passava i suoi giorni a guardare o lui o Lily, ed era la cosa
più noiosa e
sbagliata che avesse mai fatto. Sapeva benissimo che al di
là di poche ore loro
si sarebbero trasformati in dei rospi se non si fossero baciati
–cosa che sua
sorella continuava a menzionare ogni minuto- ma, sia il primo che il
secondo
caso, erano troppo disgustosi per essere osservati, quindi proprio non
riusciva
a spiegarsi cosa ci facesse lì.
L’unica
idea che gli era passata per la mente era che Rose volesse punirlo per
qualcosa, ma proprio non riusciva a ricordarsi cosa avesse fatto di
male quel
giorno.
Del
resto, sua sorella, non sembrava troppo intenzionata a fargli
comprendere alcunché,
visto che se ne stava in silenzio con aria attenta a fissare Malfoy,
quasi
volesse intimargli con la forza del pensiero di muoversi.
Ma,
proprio in quel momento, le sue intelligenti
elucubrazioni mentali furono interrotte dall’arrivo
di Lily che, tutta allegra
e saltellante, raggiungeva il luogo dell’incontro.
Rose
tirò immediatamente fuori la bacchetta e, con lo sguardo,
gli intimò di fare lo
stesso.
***
Scorpius
Malfoy era davvero preoccupato. La Weasley gli aveva, infatti, spiegato
che la
sua malattia era letale e che se non avesse baciato la Potter prima del
tramonto sarebbe morto in atroci sofferenze. La cosa gli sembrava
abbastanza
strana, ma non aveva né il tempo né la voglia di
rischiare di morire per non
aver creduto alle parole di un Grifondoro; suo padre sicuramente non
sarebbe
stato d’accordo con lui –visto che gli ricordava
tutti i giorni che la Casa
rosso-oro era piena di truffatori ed imbroglioni deficienti-, ma Rose
Weasley
era la prima della sua classe e lui aveva deciso di darle fiducia.
Per
questo continuava a lanciare occhiate disperate al sole che a poco a
poco si
abbassava alle sue spalle, sperando con tutto il cuore che la Potter si
sbrigasse ad arrivare.
Per
fortuna, dopo pochi minuti, la vide trotterellare
in lontananza e, senza pensarci, si mosse verso di lei, ma purtroppo
qualcosa
lo immobilizzò, mentre sentiva una strana melodia propagarsi
nel suo cervello.
***
Lily
era al settimo –o anche all’ottavo- cielo, era
raggiante e nulla avrebbe potuto
distruggere la sua felicità. Lysanderuccio
si era di fatto deciso –o meglio l’aveva
prontamente obbligato- a darle
ripetizioni di Pozioni e lei sapeva che questo avrebbe sicuramente
portato alla
nascita del loro amore –era cosa nota a tutti che le
ripetizioni portavano
sempre a una relazione clandestina tra due persone di Casa opposta-.
Quindi
non sapeva cosa l’avesse portata ad accettare quello strano
ed inquietante
invito da Malfoy, ma aveva deciso che se il mondo era finalmente stato
tanto
buono con lei, in cambio doveva fare un gesto di beneficenza ed
accorrere al
grido d’aiuto del ragazzo.
Si
stava avvicinando saltellando allegramente verso il luogo
dell’incontro, quando
una melodia a lei nota la costrinse ad arrestarsi, mentre si guardava
intorno
leggermente perplessa.
Qualcosa in lui,
Si
trasformò,
Era sgarbato, un
po’ volgare, e ora
no,
È
timido,
Piacevole,
Non mi ero
accorta che ora è
incantevole.
Mentre
sentiva queste parole soavi farsi strada nel suo cervello, Lily si
sentì
trascinata da qualcosa che non avrebbe saputo identificare ad
avvicinarsi al
giovane Serpeverde.
Quando
gli fu accanto si perse a osservargli il profilo, mentre lui rimaneva
voltato
verso il Lago Nero e, dopo qualche secondo, si ritrovò
costretta a sfiorargli
una spalla, portandolo a girarsi verso di lei.
Scorpius,
d’altro canto, era sinceramente preoccupato che la sua
malattia stesse
peggiorando, dato che si ritrovava immobilizzato senza nessuna
possibilità di spostarsi
e, solo quando sentì il tocco della ragazza, si rese conto
di essere improvvisamente
libero.
Mentre
si voltava verso di lei, una musica alquanto strana si
propagò anche nella sua
mente, senza che sapesse identificare da dove arrivasse.
In
quel momento, però, Lily si accorse inaspettatamente di dove
il suo arto ancora
si trovasse e lo allontanò di scatto, mentre scuoteva la
testa leggermente
perplessa; e Scorpius, a quel gesto, si ritrovò costretto ad
afferrare la mano
della giovane, stringendola nella sua.
Lo sguardo suo,
Su me
posò,
Sfiorò
la zampa, ma paura non
provò,
Son certo che,
Mi sono illuso,
Lei non mi aveva
mai guardato con
quel viso.
Lily
ormai non riusciva a capire cosa le stesse succedendo, già
era strano che il
suo cervello cantasse da solo canzoni di cartoni che non sentiva da
anni, ma il
fatto che il suo sguardo si fosse incatenato a quello del ragazzo e che
non si
sentiva per niente infastidita dalle loro dita che si sfioravano
delicatamente,
era una cosa troppo inquietante per essere reale.
Scorpius,
del resto, non sapeva spiegarsi perché in quel momento,
mentre la voce nella
sua testa riprendeva a cantare, si stesse piegando verso di lei,
scostandole un
ricciolo ramato dalle guancie arrossate.
Tu,
Non sei
l’ideale,
Non ti avrei
sognato accanto a me,
Ma,
Ora sei reale,
Hai qualcosa che
non ho mai visto
prima in te.
Va
bene, la ragazza era del tutto convinta di star uscendo di senno,
altrimenti
non avrebbe saputo spiegare perché, mentre Malfoy si piegava
verso di lei e la
musica continuava, le sue palpebre si stessero chiudendo dolcemente.
***
Rose
con un movimento della bacchetta intimò a Lily di sporgersi
verso Malfoy,
mentre quest’ultimo continuava ad abbassarsi verso di lei.
Finalmente
tutto stava andando secondo i suoi piani; certo, aveva dovuto usare una
Maledizione Senza Perdono, ma –se mai l’avessero
scoperta- era sicura che il
tribunale avrebbe capito che le sue intenzioni erano delle migliori
–stava o
non stava cercando di salvare la vita di due poveri ragazzi?- e
l’avrebbero
senza dubbio assolta.
«(…)
Aspetta un po’ si e vedrai, ti
colpirà,
quello che accade è una grande novità…»
canticchiò tra sé e sé, mentre
dondolava su se stessa, sotto lo sguardo perplesso di Hugo.
«Rose,
di che stai parlando?» le chiese suo fratello, che non
riusciva proprio a
comprendere perché Scorpius e Lily si guardasse con quegli
sguardi annebbiati,
anche se supponeva che di lì a poco avrebbe assistito a
qualcosa che la sua
mente non sarebbe riuscita a cancellare facilmente.
«Te lo dirò quando sarai più
grande, Chicco
(*).» replicò lei, mentre lui iniziava seriamente
a preoccuparsi.
«Chicco?»
chiese dubbioso, prima di scuotere sua sorella con una mano, dato che
quest’ultima continuava a canticchiare senza prestagli
più di tanta attenzione.
Purtroppo
Rose, a quel gesto inaspettato, si lasciò sfuggire la
bacchetta tra le dita
che, dopo aver roteato nell’aria, andò a rovinare
a pochi metri da loro e, nel
momento esatto in cui tocco terra, l’aria magica che si era
creata si spezzò.
I
due fratelli videro chiaramente i ragazzi che stavano spiando
spalancare
contemporaneamente le palpebre e guardarsi perplessi in volto, prima di
allontanarsi l’uno dall’altro di qualche metro.
La
Caposcuola registrò rapidamente che il sole stava ormai
tramontando, che lo
spazio che la distanziava dalla sua bacchetta era troppo lontano e che
quindi
non c’era più nessuna speranza; motivo per cui
scatto in piedi, presa da una
rabbia cieca contro il proprio fratello.
«Hugo,
sei un deficiente!» strillò, mentre si poggiava le
mani sui fianchi nella sua
tipica posizione di rimprovero.
«Rosie?»
chiese Lily, accorgendosi della cugina spuntata fuori dal nulla da un
cespuglio.
«Weasley?»
la seguì Scorpius, sempre più perplesso.
«Io?
Ma sei se tu che farneticavi frasi senza senso!»
replicò il Grifondoro,
alzandosi a sua volta in piedi.
«Hugo?»
continuò Lily, sconcertata.
«Guarda,
lo vedi?» aggiunse, alzando notevolmente il tono di voce
Rose, mentre indicava
il sole che ormai scompariva all’interno del Lago.
«Ormai è tutto perduto,
spero tu sia contento!»
Il
giovane Serpeverde sembrò rendersi conto solo in quel
momento della situazione
e, rapidamente, si avvicinò alla ragazza ramata afferrandola
per le spalle.
«Scusami
Potter, lo voglio meno di te, ma non ho intenzione di
morire.» affermò, mentre
stringendo gli occhi, si costringeva ad avvicinare le sue labbra a
quelle di
lei.
«Bravo
Malfoy, veloce!» lo incitò la Caposcuola, mentre
il sole moriva inevitabilmente
alle loro spalle.
Ma,
proprio nel momento in cui Lily si accorgeva di cosa stava succedendo e
cercava
di allontanare il ragazzo da sé, un sonoro Pop
immobilizzò tutti, mentre Brontolo
compariva
davanti ai loro occhi.
«Brontolo!»
trillò Hugo, accucciandosi a fianco del nano con aria
raggiante. «Finalmente
sei tornato!»
Rose
si voltò verso il sole che scompariva del tutto, prima di
portare la sua
attenzione verso il nuovo arrivato.
«La
prego, non li trasformi in dei rospi.» lo pregò,
cercando di usare il tono più
caritatevole che possedeva.
«Rospi?»
domandò Lily, mentre staccava le mani del ragazzo biondo da
sé e guardava sua
cugina con aria confusa.
«Sì,
Lily, rospi. Te e Malfoy avete fatto quella stupida pozione e dovevate
baciarvi
entro tre giorni per non venir trasformati in dei rospi! Per questo
abbiamo
creato tutte queste situazioni romantiche!»
replicò Rose, abbattuta.
La
giovane Potter, a sentire quelle parole, impallidì.
«Quindi
adesso diventerò un rospo?» strillò,
mentre si toccava il viso con aria
scoraggiata. «Non sono pronta, non ho ancora baciato
Lysanderuccio, non ho
ancora vissuto abbastanza, no, no, no, no… E poi come si
può rovinare il mio
bel viso così? No, no, no, non si può, non ho
ancora avuto abbastanza
esperienze… E il sesso? Non lo proverò mai? Le
rane lo fanno?» continuò, sempre
più disperata, prima di voltarsi verso Malfoy.
«Malfoy, fammi tua, ora!» gli
ordinò, per poi afferrarlo per le spalle, scuotendolo.
Scorpius,
del canto suo, non aveva ancora realizzato cosa stesse succedendo e si
limitò ad
osservare Lily con aria perplessa, senza sentirsi in dovere di
risponderle.
Rose,
nel frattempo, si era avvicinata al nano, cercando di convincerlo a
evitare
l’enorme inconveniente di trasformare Lily e Malfoy in due
rospi.
«Signor
Brontolo, come può farle una cosa del genere?»
constatò, indicando Lily che si
era arpionata al braccio del Serpeverde, mentre continuava a strillare
frasi
senza senso logico. «Con che cuore?»
«Guardi
signorina-» iniziò lui, mentre cercava di
allontanarsi da Hugo che lo tirava
per una manica della veste.
«Potrà
portare questo peso sulla coscienza?» continuò
lei, impedendogli di concludere
la frase. «Il peso di aver trasformato una bellissima ragazza
e un giovane
appena passabile in due rospi? Ce la farà? Eh?»
«Signorina,
se mi lascia spiegare, sono venuto per dirle e
dirvi…» affermò con tono serio,
mentre tirava il braccio per staccarlo dalla presa del giovane, a cui
lanciò
un’occhiata perplessa prima di continuare. «Che mi
sono sbagliato, era un’altra
aula, con altri due studenti, che purtroppo non ho potuto avvertire e
sono già
stata trasformati.»
«Ah…
bene.» prese atto Rose, leggermente in contro piede, prima di
voltarsi verso
sua cugina. «Lily, puoi anche smetterla, non diventerai un
rospo!»
A
quelle parole Lily si staccò immediatamente da Malfoy,
portando i pugni verso
il cielo e iniziando a girare intorno al ragazzo urlando Non
diventerò un rospo, non diventerò un rospo,
sotto lo sguardo
sempre più dubbioso di quest’ultimo.
«Detto
questo, vi saluto.» dichiarò Brontolo,
anche lui abbastanza incerto sul comportamento di quegli strani
studenti, prima
di scomparire con un sonoro Pop.
«Ma…
Ma… la canzoncina?» biascicò Hugo, con
la voce rotta dalla disperazione.
Ringrazio naturalmente tutti quelli che mi seguono, mi inseriscono nelle seguite/ricordate/preferite e naturalmente a chi commenta!
Ho finito, quindi smetto di rompervi, volevo solo dirvi -come ultima storia- che sto scrivendo un'altra Long ambientata nella Nuova Generazione con protagonista Molly jr Weasley (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=861903&i=1), se volete passare mi farebbe piacere! ^^
Beh, ora ho veramente finito di rompervi, un bacione e a domenica prossima, con l'epilogo.