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Autore: Botan    11/07/2006    6 recensioni
Uno strano sogno farà capolino nella vita di Kouji Minamoto, un tempo guerriero della luce. Cosa si nasconde dietro tutto ciò? Il destino dovrà compiersi nuovamente? I ragazzi si ritroveranno a riprendere una partita conclusa cinque anni fa in un mondo a loro caro. Ora tocca a te inserire una moneta. Che abbia inizio il gioco!
Genere: Romantico, Dark, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Takuya Kanbara | Coppie: Izumi Orimoto/Zoe, Junpei Shibayama/JP, Kouichi Kimura/Koichi, Kouji Minamoto/Koji, Tomoki Himi/Tommy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Co-Cosa hai detto

                                                              Capitolo 14

________________________________________________

 

 

 

 

- Tu...?! – Kouji zittì all’istante. Sgranò gli occhi.

 

Ladydevimon
Era l’oscuro demone dai lunghi capelli argentei, la presenza tartassante dei suoi sogni?! 

Era quel braccio magro e ossuto che ogni notte, puntualmente, gli appariva per salvarlo da quel baratro sconosciuto?

L’abisso delle anime perdute.

E, proprio quell’abisso, ora si trovava sotto i suoi piedi. Kouji si svegliò di soprassalto da quello stato di dormiveglia profondo che gli impediva di reagire. Agitato, mosse le gambe indolenzite dal freddo. Girò il capo, dando uno sguardo alle oscure profondità di quel lungo precipizio senza vita.

 

- Non guardare!!- gli ordinò la lady con tono furente.

 

- KOUJI!!!- gridò Ardhamon voltando istintivamente la testa indietro.

Chakmon  e Blitzmon lo seguirono.

 

- Coraggio sbrigati!!- esortò ancora Ladydevimon, porgendogli il braccio.

 

Il padrone della luce afferrò l’altra mano, e con pochi sforzi, fu tirato su.

 

I battiti del suo cuore, accelerati all’impazzata, rimbombarono nel suo petto come un grosso tamburo. Riuscì appena ad inghiottire, mentre il sudore calò giù per le guance.

Si portò una mano in petto, respirando a fatica. Volse il capo verso il demone.

 

- Tu…tu…-confabulò guardando la nera creatura.- Perché mi hai salvato? – chiese poi, ancora scosso.

 

- Lo hai fatto anche tu, ricordi? Adesso siamo pari. – rispose lei afferrandolo per un braccio.- Togliamoci di qui. – e lo trascinò dagli altri.

 

- Maledetta strega!! Lascialo immediatamente altrimenti diventerai un cumulo di dati in pochi attimi!- Pronto all’assalto, Blitzmon preparò le sue possente mani avanzando minacciosamente dinnanzi  all’avversa creatura. 

 

- Fermo!- Kouji lo bloccò all’istante- Mi ha salvato la vita!

 

- COOSA?!?!?- echeggiò il guerriero del tuono- Ti ha salvatola vita?! Lei?!- domandò puntandole contro un dito.

 

Il giovane padrone della luce annuì.

 

- Uscite in fretta da qui! – disse la demone dagli occhi rossi, levandosi in volo.

 

- Aspetta! Prima dimmi il significato di quel sogno!!! – rimbombò imminente il timbro della voce di Kouji, nella speranza di ottenere finalmente una risposta.

 

- A tempo debito.- rispose Ladydevimon per poi sottrarsi alla vista del giovane e di tutti gli altri.

 

- Antipatica! Fin dal primo momento non mi è mai piaciuta!

 

- Blitzmon, non c’è tempo per i commenti… Facciamo come ha detto, questo posto sta iniziando a stancarmi! Fuori di qui! – L’onda d’urto causata dallo sbattere impetuoso delle ali di Ardhamon, spazzò il portone di legno, sdradicandolo del tutto.

 

Tra il fumo denso di polvere che poco a poco ricoprì il terriccio, intingendolo di grigio, i guerrieri si avviarono presso l’uscita, muovendosi tutti velocemente.

 

 

  

  

                                                             **********

 

 

- Kouji… tutto ok amico?- spiccò una voce. Era quella di Takuya, due ore dopo la brutta disavventura.

 

Il ragazzo dai capelli corvini, rimase ammutolito.

Era seduto sul quel divano, blu intenso, da circa un’ora. Chiuso in un silenzio ricolmo di quesiti senza risposta, si era adagiato lì, fissando il vuoto.

 

I Digiprescelti si trovavano nel castello di Ophanimon.

La creatura angelica, dopo aver ripreso un po’ di forze, li aveva ricondotti nella sua dimora, facendoli uscire dal buio tetro e soffocante che regnava nel continente oscuro.

 

Junpei e Tomoki erano nella sala cucina del palazzo, alle prese con pentole e fornelli per organizzare qualcosa da mangiare. Bokomon stava aiutando Ophanimon a preparare vari infusi per curare le ferite dei prescelti, mentre Neemon, sorvegliava la giovane Izumi, adagiata sul letto di una delle tante camere del castello.

 

Takuya si avvicinò al compagno, sedendosi accanto a lui.

 

- Sono rimasto impietrito dalle parole di…-il giovane si fermò un’istante, quasi avesse paura di pronunciare quel nome. Poi, togliendosi dall’impaccio, proseguì con voce calante - Kouichi…- Takuya finì le ultime lettere di quel nome con immenso rammarico e soprattutto con tanta tristezza. Fissò Kouji, tacito e avvolto nei suoi pensieri come volesse cancellare per sempre una parte dei suoi ricordi, e poi proseguì- Tutti noi non ci saremmo mai aspettati che proprio lui fosse il nostro nemico. All’inizio faticavo a crederci, ma poi…- il guerriero si fermò per guardare ancora una volta l’amico. – Ascolta Kouji… so quanto stai soffrendo, fa male, ma tu non devi permettere che la rabbia ti accechi, il fatto di aver reagito tirando un pugno a tuo fratello vuol dire che sei riuscito a fargli capire che Kouji Minamoto non è un debole e che ci sarà sempre!- disse sorridendo.

 

- Tu non capisci…- gli rispose con tono basso il guerriero della luce, uscendo dal suo guscio.

 

- Sapevo che avresti detto così! – ribatté Takuya con un’altro sorriso. – Dimentichi che anch’io ho un fratello… quella scimmia  testarda cocciuta e insolente!! Litighiamo spesso, delle volte picchiandoci, poi la mamma chissà perché ma finisce sempre col dare la colpa a me. Nonostante tutto però, Shinya è mio fratello… gli voglio un gran bene e guai se dovessero fargli del male! Correrei subito in suo aiuto. Ma, al contrario, se dovesse capitargli una cosa simile a quella che è successa a Kouichi… mi troverei nella tua stessa situazione. Un fratello è un fratello. Inutile negarlo. È una parte di te, e proprio per questo non vorresti vederlo soffrire. Io la vedo in questo modo, forse perché sono uno ragazzo di testa ristretta come dice Izumi… oppure perché l’educazione di mio padre è stata importante per farmi diventare una persone coscienziosa e responsabile…!

 

Kouji si voltò, perplesso.

- Coscienzioso? Responsabile? – disse guardando l’amico negli occhi con mezzo sopracciglio all’insù. Dopodichè si lasciò scappare un sorriso.

 

- Dai, guarda che sono serio!! Ammetto che qualche volta mi comporto con l’esatto contrario…però…

 

- Solo qualche volta?! Eh sei coraggioso a dirlo!! Eh Eh!- ridacchiò il padrone della luce, questa volta un po’ più forte.

 

- Uff e va beh… mi arrendo, però almeno sono riuscito a farti ridere!

 

Kouji arrossì leggermente tappandosi la bocca con entrambe le mani. Poi cercò come al solito di contenersi.

 

- Sei sempre il solito tipo… vuoi fare la parte del bel tenebroso spezzacuori, vero?! Ma ogni tanto fa bene sorridere, si dice che ti allunghi la vita… se per questo la mia sarà arrivata a mille anni…- disse Takuya poggiandosi un dito sul mento, ironicamente. Poi, riacquistando serietà, guardò il giovane.- Qualsiasi cosa accade, noi ti staremo sempre vicino, non sei il solo a dover affrontare questa ennesima battaglia, cerca di ricordartelo!

 

- Grazie dell’appoggio, lo farò, ma non entusiasmarti…! – replicò il ragazzo con la bandana striata. In qualche modo, le parole del giovane Kanbara lo avevano ricaricato di quell’energia particolare che tanto stava cercando.

Kouichi era suo fratello, sapeva benissimo che alla fine i due si sarebbero rivisti e questa volta, forse, affrontati in un duro duello.

Però poi qualcosa lo fece riprendere.

Fissò il suo compagno con estrema serietà, poi sospirando continuò con una semplice frase.

 

- Hai ragione tu, Takuya.

 

- Cosa?! Mi dai ragione? Ho sentito bene?-rispose l’amico in tono canzonatorio mentre aizzava l’orecchio destro verso di lui . –  Takuya Kanbara ha sempre ragione! Ricordalo!- esclamò tirandogli una forte pacca sulla spalla che lo fece quasi cascare dal divano.

 

- Acc…- brontolò dolente il giovane. - Hai mai pensato di fare pallavolo? Il mio allenatore farebbe carte false per averti…

 

- Grazie del pensiero, ma non fa proprio per me… preferisco il calcio!

 

- Onii-chan! Kouji-san! È pronto, venite!

 

- Arriviamo Tomoki! Dai, andiamo a mangiare. Anche se non ti , devi sforzarti, altrimenti con quali energie pretendi di combattere, eh? Di sicuro non le mie…! Co Ca  Com Com

  

 - Come on! Si dice così. – puntualizzò Kouji, alzandosi dal divano.

 

- Ah si… giusto…eh eh…- Takuya sorrise appena, strofinandosi una mano dietro il capo per imbarazzo.

I due si alzarono avviandosi alla sala cucina.

 

- “Ladydevimon!”- esclamò mentalmente il giovane Minamoto ricordandosi all’improvviso della demone. Per qualche inspiegabile motivo, voltò il capo all’indietro, gettando lo sguardo fra le quattro pareti della vasta sala. Poi però, colto all’entusiasmo di Takuya che lo trascinò con sé, spostò le sue attenzioni sul resto del gruppo.       

 

 

                                                        **********

 

- Si può sapere dove sei stata? – domandò Icedevimon rivolgendosi alla demone nera.

 

Nel buio della grotta, dove Kouichi e i suoi alleati si erano momentaneamente accampati, Ladydevimon apparve misteriosamente dal nulla.

 

- Perché, hai sofferto la mia mancanza? – rispose lei, con un velo di ironia pungente ma fredda a tal punto da provocare fastidio nei confronti del compagno.

 

- Spiritosa… se lo viene a sapere Kouichi sai che non sarà contento, vero? Magari possiamo metterci d’accordo…tu mi procuri quella ragazzina bionda, e io potrei chiudere un’occhio… sai che ho la lingua lunga…!

 

- E’ stato lui stesso a darmi il permesso di allontanarmi… quella lingua faresti meglio a tenertela stretta. Non vorrei che finisse per caso tra le mie dita…- pronunciò facendo muovere le lunghe falangi artigliate.

 

- Maledetta… ti fai forte solo perché tu e Kouichi

 

- Che sta succedendo qui…? – la presenza del giovane Kimura, irruppe tra i due, costringendo Icedevimon ad ammutolire. – Tutto apposto, Ladydevimon? Ti vedo stanca… riposati pure se vuoi… domani mattina partiremo all’alba, si occuperà Ninzokumon dell’occorrente. Icedevimon, tu pensa alla chiave. Ci sono due soldati a guardia, ma non mi fido…hanno già fatto scappare Ophanimon, e non vorrei succedesse qualcosa di spiacevole a quell’oggetto…

 

- Senz’altro! – scandì il bianco Digimon con tono chiaro. Voltando di spalle poi si allontanò.

 

- E’ successo qualcosa…? Ti conosco troppo bene… tutto ok, angioletto?! – fece il padrone delle tenebre poggiandole una mano sul mento.

 

Il demone scostò frettolosamente il capo quasi volesse evitare il contatto di quelle mani morbide e leggermente rosate. Cinse le braccia attorno all’addome vestito dall’abito nero, e sparì nel nulla.

 

- Perché fai così…?- emise il giovane ragazzo, quasi sibilando.

 

 

 

                                                             **********

 

 

Nel castello, la cena era oramai giunta al termine.

Durante il pasto serale, nessuno dei ragazzi si era lasciato scappare qualche commento riguardo l’accaduto successo poche ore prima nel Tempio della Settima Torre.

O meglio, nessuno aveva trovato la forza per affrontare quell’argomento. Almeno non così presto.

 

- Junpei… questa volta devo complimentarmi con te… potresti fare il cuoco! – dichiarò Takuya accarezzandosi la pancia piena.    

 

- Modestamente sono lo chef di casa! – rispose lui sfoderando un formidabile sorriso.

 

- Guarda che non è tutta farina del tuo sacco… dimentichi forse chi ti ha aiutato?- ribatté Tomoki un po’ innervosito.

 

- Beh si… hai cucinato anche tu ma la parte grossa l’ho fatta io!

 

- Ingrato come sempre!- replicò il piccolo guerriero gonfiando le guance.

 

I due litiganti distolsero l’attenzione quando, dalla porta principale, Ophanimon fece il suo ingresso.

 

- Come sta Izumi? – chiese immediatamente Takuya alzandosi dalla sedia.

 

L’angelo sorrise, facendo un cenno positivo con il capo.

 

- Purtroppo l’incantesimo fattole da Icedevimon, rende schiave le persone raggelando i loro ricordi e le trasforma in marionette senz’anima. Mi meraviglio come sia riuscita a riemergere…-disse l’angelo visibilmente sorpreso- Le ho somministrato l’antidoto, ma credo che il vero miracolo l’abbia fatto tu, Takuya. Puoi andarne più che fiero!- concluse sorridendo. Le guance del prescelto arrossirono all’istante, diventando incandescenti, mentre Tomoki scherzò ironicamente, punzecchiandolo su un possibile riscontro amoroso.

Junpei sbuffò, aggrottando il muso in una smorfia d’invidia.

 

- Si è svegliata?- chiese poi frettolosamente, rivolgendosi ad Ophanimon.

 

- Non ancora. L’antidoto che le ho somministrato conteneva estratto di Momiji, un tipo di acero rosso che si trova nel vostro mondo. Con la sola differenza che la corteccia del Momiji di Digiworld, se bollita per venti minuti, è in grado di portare un rigeneramento mentale e una buona quantità di sonnolenza. Quindi credo proprio che la vedrete domani mattina! Chiederò comunque alla mia guardiana, Nefertimon, di assisterla in caso dovesse risvegliarsi durante la notte.

 

Takuya guizzò scattante allontanandosi dalla tavola.

 

- Starò io con lei! La sorveglierò io stanotte!- disse con voce entusiasta.

 

- Non è giusto, Takuya!- ribatté prontamente Junpei alzandosi di botto dalla sedia tanto da farla cascare- Tu sei stanco hai combattuto, meglio che ti riposi, penserò io a lei!

 

- Ma senti chi parla! Hai combattuto anche tu, e poi per me non è un problema! Ci vado io! – replicò ancora Takuya.  

 

- Insisto! Non fare il testardo! Izumi te lo rinfaccia sempre! Vado io!- Junpei si allontanò frettolosamente, ma lo sgambetto nascosto di Kouji, lo fece inciampare riservandogli una rovinosa caduta.

 

- AUCC!! – bofonchiò l’aitante giovine per la botta subita.- Chi diavolo è stato..?! Accidenti!!- tentò di rialzarsi ma un secondo gambetto, lo fece scivolare a pancia in giù.

Kouji fece cenno a Takuya di andare, e il padrone del fuoco, alzando una mano in segno di ringraziamento, uscì di corsa dalla sala.       

 

- Dai qua, ti aiuto. – il prescelto della luce allungò un braccio, sollevando il compagno in netta difficoltà.

 

- Grazie amico, tu sì che non sei come quello sciagurato di Takuya! Almeno di te posso fidarmi!- affermò Junpei, cercando di rimettersi in sesto.

 

- Eh eh…si…si…- rispose Kouji, abbozzando una smorfia di sorriso. Poi si rivolse nella direzione di Ophanimon, fissandole il volto.

Il Digimon, prima ancora che il ragazzo potesse parlare, anticipò i suoi pensieri, comunicandogli tranquillità.

 

- “Rimanderemo il tutto a domani mattina, quando Izumi starà meglio.”- disse sussurrando nella mente del giovane prescelto.  

 

Kouji annuì. Poi si guardò attorno. Vide Junpei e Tomoki intraprendere uno dei lori discorsi culinari, Bokomon e Neemon sparecchiare la tavola in maniera pasticciona, ma reciproca. Li osservò quasi con invidia. Poi si soffermò sulla stanza.

Mancava una persona in quel gruppo così compatto quanto leale.

Mancava suo fratello.

Per la prima volta notò il posto vuoto accanto a lui dove Kouichi si sarebbe dovuto sedersi. Mancavano le posate, il bicchiere e i piatti dove lui avrebbe mangiato insieme agli altri. Mancava il suo buon cuore, la sua garbatezza, la sua voce.

Kouji ripiegò il capo osservando il vuoto, per l’ennesima volta quel pesante senso di oppressione che gli dominava la mente, ritornò, portando con sé malinconia e solitudine.

Sembrò quasi strano, eppure in quel momento provò un forte senso di isolamento.

Quella solitudine che lui aveva volutamente accolto nella sua vita, Kouji iniziò a detestarla.

 

- Io vado a dormire.- disse con tono flebile e incamminandosi verso l’uscita.

 

Junpei e Tomoki smisero di chiacchierare, osservando il loro compagno andar via con una cupa espressione sul volto.

Una stretta ai loro cuori, gli portò quel pizzico di malinconia che aveva contagiato il prescelto della luce.

Anche Bokomon e Neemon furono avvolti dal rammarico.

 

Ophanimon li guardò a lungo, restando in silenzio.

- “Forse…non siete ancora pronti per conoscere tutta la verità”- pensò con tanta esitazione.

 

Contemporaneamente Takuya, salendo di corsa le scale, si apprestò ad entrare nella camera dove Izumi stava riposando.

Abbassò la maniglia lentamente, facendo attenzione a non provocare rumore per svegliarla.

Uno squarcio si aprì. Ficcò lo sguardo indentro, nella fioca luce.

La ragazza stava riposando beatamente, sdraiata su un lettino dalle bianche lenzuola.

La stanza, non molto grande ma accogliente, era illuminata da una piccola lucina prodotta dall’abat-jour posto sul comodino.

Entrò in punta di piedi, chiudendo la porta pian piano.

Il pavimento liscio e lucido, slittava al contatto con i suoi calzini bianchi, tanto da fargli quasi perdere l’equilibrio.

La parte del letto, era circondata da un grande tappeto, e il ragazzo si portò su esso restando in silenzio.

 

Izumi dormiva serenamente, con quel suo viso bianco schizzato appena di rosa.

Il cuore del giovane palpitò un istante.

I capelli della ragazza erano sparsi sul cuscino, alcuni ciuffi pendevano dal letto come nastri dorati, mentre altri, adagiati sulla sua bocca, trasformavano quell’immagine in un ritratto.

Takuya si avvicinò, rimboccandole amorevolmente le lenzuola un po’ smosse.

Allungò un braccio, scostando quei sottili ciuffi dalle labbra della ragazza, e, senza volerlo, le toccò fuggevolmente la bocca.

Ebbe un contraccolpo. Il cuore cominciò a mutare il suo marciare ritmato, in una corsa convulsa.

Distolse per un’attimo lo sguardo dalla compagna nella speranza di rallentare quel battito. Senza nessun risultato.

Izumi era lì.

Quella candida luce le rifletteva sul viso, illuminandole la pelle.   

Ancora una volta, Takuya si sentì avvampare.   

 

Il palpito, come il forte suono prodotto da decine di chitarre elettriche, riecheggiò nel suo petto. Si portò una mano sul torace, quasi avesse paura che Izumi potesse udire quel ritmo.

 

L’effetto suggestivo dell’abat-jour, creò un gioco di luci, tenui e sottili, delicate come quel volto impossibile da non guardare.

 

Le gambe del giovane si mossero da sole comandate da un’impulso istantaneo.  

Chinò la schiena, portando il busto in avanti. Poggiò le mani sulle lenzuola, sentendo la soffice morbidezza del materasso.

Un pensiero gli sfiorò la mente man mano che si accostava sempre di più a lei.

Deglutì appena.

Stranamente si sentì calmo, quasi deciso.

Il cuore continuò a martellargli, ma lui cercò di non dargli ascolto.

Piegò ancora di più la schiena, in avanti.

Il suo viso era talmente vicino che a Takuya apparve quasi di sentire il respiro delicato e silenzioso di Izumi, infrangersi sulla pelle.

La sensazione fu troppo forte, non poté allontanarsi, oramai era troppo tardi, e le sue labbra si posarono garbatamente su quelle della ragazza.

 

Fu allora che udì il suo cuore scoppiargli in petto. Fu accarezzando quella bocca che capì. Non era soltanto amicizia.

Il piccolo grande guerriero del fuoco, amava alla follia la dolce fata del vento?

Questa volta l’orgoglio fece un passo indietro. E il petto di Takuya si aprì in uno scoppiando di gioia.  

Tutte quelle sensazioni riempirono il suo corpo di un calore così intenso da farlo ardere.

Com’era possibile tutto ciò? Da quando si erano conosciuti, i due ragazzi non perdevano mai occasione per litigare.

Ma infondo, a lui piaceva farlo. Gli piaceva udire la voce di Izumi che, corrugando la fronte, respingeva le sue parole, dibattendosi. Gli piaceva vederla affannarsi per difendere Junpei o suo fratello Shinya che non perdeva occasione di stuzzicarlo davanti a lei. Gli piaceva il suo modo di pensare, i suoi gesti, perfino il suo modo di camminare o frapporsi agli altri! Era così.

In quel bacio, capì veramente ciò che il suo cuore gli aveva urlato da tempo.

Anche il perché di tutte quelle arrabbiature ogni qualvolta un ragazzo entrava quasi di proposito nella sua aula per chiederle di uscire, oppure quando Junpei la prendeva per mano, o ancora quando lei sorrideva così dolcemente da fargli dimenticare addirittura il resto del mondo.

Perfino il suo orgoglio nell’ammettere il contrario, era stato messo da parte.

 

Tutto sembrò come una favola in quel bacio che forse decretò una flebile speranza che però, al porsi di una domanda, venne presto interrotta.

 

Di chi era innamorata Izumi?

 

Takuya non voleva illudersi. D’altronde la vita privata della ragazza non era certo affar suo!         

In quel barlume di coscienza ritornò in se. Le speranze gli cascarono addosso. Tutto sembrò ritornargli contro. Ritirò paurosamente il capo. La bocca si staccò producendo un lieve suono, quasi impercettibile.  

Guardò le labbra della giovane ragazza, poi si toccò le sue.

 

“Stupido!”

Disse mentalmente, con il cuore in gola, mentre si accorse che stava tremando.

 

E se in quel momento lei si fosse svegliata? Takuya cosa avrebbe fatto? Cosa sarebbe successo? Sicuramente uno schiaffo e poi… poi il giovane preferì non pensarci.

  

La fortuna di quella notte volle che Izumi, assopita del tutto, restò immobile nel suo morbido letto, rapita da chissà quale sogno.

 

Takuya ebbe paura eppure, doveva dichiararsi! Sentiva il bisogno di farlo.

Una cosa impensabile da parte sua fino a pochi istanti fa, però…quel passo, quel forte impulso che lo aveva portato a soffocare di sentimento le sue labbra, dichiarò inarrestabile, quasi a gran voce, il bisogno di liberare le sue emozioni. Difficilmente sarebbe riuscito a reprimere i suoi sensi.

Aveva paura. Era consapevole di ciò. Ma il timore di un possibile rifiuto, lo terrorizzava.

Un tipo forte come lui, un vero leader, coraggioso e tenace in combattimento, non poteva lasciarsi demoralizzare. Però, ai suoi occhi quella si mostrava come una battaglia senza ferite lacere, visibili all’estreno, dure e dolorose da sopportare, ma niente che le giuste cure potessero guarire.

Questa volta, nessuna cura poteva aiutarlo. Tutto estremamente facile per un ragazzo che salvò Digiworld da una creatura malvagia e possente mai quanto la creatura chiamata “amore”. Era come un bambino ai primi giorni di scuola, incapace di leggere o scrivere, timoroso di affrontare una nuova materia.

Temeva il confronto con qualcuno più forte lui e che la dolce ragazza molto probabilmente, amava.

Avrebbe perso di sicuro. Era convinto. Però doveva tentare. Il suo istinto urlava di farlo. Il buio della camera, il respiro della giovane Izumi, e la calda luce dell’abat-jour, lo fecero soffocare proprio mentre stava per avvicinarsi a lei. Ebbe paura.

    

Chinò il capo, fissandosi i calzini. Non sapeva che fare.

Quasi meccanicamente, si portò di nuovo la mano alla bocca, toccandosi le labbra.

Un altro bacio?

No, stavolta no. Non poteva rischiare una seconda volta.

La fortuna non gira sempre nel verso giusto.

 

Con occhi velati, sprofondò sul tappeto accanto al letto, e poggiò le spalle alla parete. Proprio come accadde in un’altra stanza, quella del suo migliore amico. Kouji.

Il giovane Minamoto, chiuso nella sua camera a fissare il vuoto, non poté fare a meno di rivivere quei momenti.

 

 

“Sappi che da questo momento in poi, tuo fratello non esiste più!!!

 

 

 

- Kouichi…perché…? -sussurrò appena, ricordando quella frase all’infinito.

Vide il vuoto nella camera.

Pensò che se suo fratello fosse stato lì con lui, molto probabilmente si sarebbero addormentati in piena mattinata, restando a chiacchierare per tutta la notte.

Peccato che non fu così.

 

Tutto si consumò in pochi attimi nel Tempio della Settima Torre. Tutto troppo in fretta da non lasciare il tempo di comprendere a fondo il perché di tutto ciò.

Davvero sarebbe stato capace di affrontare suo fratello?

Rabbrividì per un attimo all’idea di incrociare ancora una volta il suo sguardo tanto estraneo quanto gelido, diverso, cambiato.

 

Erano le due quando il sonno rapì le menti dei due ragazzi, oramai esauste dai dubbi irrisolti e difficili da affrontare.   

 

 

L’alba arrivò presto nel mondo digitale.

Tutti dormivano profondamente nelle stanze del castello, nei loro letti come fossero a casa propria. L’ambiente era accogliente, da farli sentire al sicuro. Un po’ di pace non sarebbe affatto guastata dopo il caos della sera prima.

 

Takuya, sdraiato a terra, il capo sul bordo del letto, una posizione non del tutto comoda, che il sonno però sembrò cancellare.  

 

- …zzz… hai le labbra come zzz… come dei petali di rosa zzz…- parlottò indistintamente nell’assopimento totale.

Una mano lo fece sbandare. Si destò di scatto.

 

- Takuya! Takuya!

 

Una voce delicata e familiare scosse il giovane.

Takuya riaprì gli occhi, trovandosi un’iride intriso di verde ad illuminargli il viso.

 

- I-I-Izu-mi?!?!!- frusciò confusamente.

 

- Stai bene?! Tutto ok?! – domandò impensierita la ragazza.

 

- S-si… credo di si… è successo qualcosa?!- disse il padrone del fuoco con lo sguardo vacillante.

 

- No tutto apposto…!- disse lei sorridendo- Scusa se ti ho svegliato così bruscamente, parlavi nel sonno e mi sono un po’ spaventata…!

 

- Ah da-davvero…? E co-cosa ho detto? – domandò balbettando.

 

- Mmh…Dicevi di fiori o petali di rosa…almeno questo è quello che ho sentito… però non ho capito bene, la tua  voce era spezzata da un forte russare… ero preoccupata, per questo ti ho svegliato così bruscamente… sei rimasto qui tutta la notte, vero?

 

Il padrone del fuoco annuì diventando rosso.

Il cuore cominciò a battergli nuovamente.

Il solito tran tran.

 

- Accidenti a te! Non dovevi, adesso per colpa mia avrai mal di schiena! Non ero in pericolo di vita e poi avevi bisogno di riposare come si deve! – fece Izumi visibilmente infuriata.

 

Takuya rimase ammutolito. Troppo occupato a rallentare i battiti del suo cuore, per divulgare bene le parole.

 

Calò un’istante di silenzio, destinato presto a finire. 

 

- Sei…arrabbiato con me, vero? – chiese la Digiprescelta, in tono timoroso- Io…io non volevo combattere con te…-disse con un velo di angoscia intriso negli occhi- Non volevo farti male… mi dispiace Takuya… Ti ho fatto soffrire… sono stata una stupida… mi sono lasciata manovrare come una stupida marionetta! Sono davvero una stupida!!

 

- No Izumi! Non dirlo nemmeno per scherzo!!l’ interrupe lui all’istante- Non-non è per questo… è che…che…- Takuya tentò di parlare, imbarazzato e per tirarsi fuori dall’impaccio, mentì spudoratamente usando una banale scusa. - Ahi che male! – esclamò massaggiandosi la schiena.

 

- Ti fa male…?  Izumi sollevò le lenzuola, mettendo i piedi giù dal letto. – Avanti, siedi qui!- ordinò lei facendolo adagiare a pancia in giù.

 

- Ma che vuoi fare…? – domandò il giovane con perplessità. Prima ancora di rendersene conto, la maglietta che indossava, si sollevò, e due calde mani gli si adagiarono dolcemente sulla schiena, facendogli calore.- Hey bionda??!!!  Che fai?!?!?!! Cos’è tutto questo spirito d’iniziativa?! Guarda che siamo ancora minorenni per certi tipi di cose!

 

Izumi divenne rossa, poi sbottò quasi infuriata, picchiandogli il capo.

 

- Ahi! Era proprio necessario? Guarda che stavo solo scherzando!- disse il ragazzo cercando di farla calmare.

 

- Non fiatare! Mia madre m’ insegnò alcuni anni fa un massaggio per alleviare i dolori alla schiena. Non sono brava come lei, ma almeno ti passerà un pochino. E’ il minimo che posso fare per scusarmi di averti ferito. Quindi zitto e taci!- ordinò imperterrita.  

 

Quello fu il primo contatto avvenuto con Izumi, dopo il bacio.

Le mani della ragazza, così delicate e leggere, lo fecero arrossire. Si sentì avvampare per un attimo, poi deglutendo, riprese il controllo cercando di parlare.

 

- Tu…tu non c’entri assolutamente nulla! Cioè volevo dire, riguardo al combattimento, non è stata colpa tua, non devi dirlo nemmeno per scherzo! Alla fine quel verme di Icedevimon me la pagherà! Ti ha trattato come un giocattolo, e questo non lo tollero! L’anima delle persone non toccata o manovrata a proprio piacimento!         

 

- Sembri mio padre! Eh eh!- sorrise la giovane.

 

- Da-davvero?!- balbettò ancora il guerriero del fuoco.

 

- Si! Anche lui sostiene lo stesso, senz’anima un corpo non vive, e così anche il contrario, un’anima senza un corpo non può svilupparvi, continuerà ad esistere, ma in forma astratta, per questo è importante proteggerla. Chi cerca di oscurarla, probabilmente lo fa perché è il primo a non possederne una. Mio padre lo ripete spesso, soprattutto quando litiga con il suo capo… “quello è un individuo senz’anima!” - esclamò Izumi imitando il timbro di voce del suo genitore.

 

Takuya scoppiò a ridere, trascinato un po’ dall’allegria della compagna che lo fece svuotare dai suoi pensieri.

 

- Ti giuro che fa proprio così! Dovresti vederlo poi, quando litiga con mamma… lei è una persona decisamente più calma e riflessiva, difficilmente perde le staffe, solo papà è capace di farla imbestialire!

 

- Eh Eh! Anche i miei litigano spesso, ma al contrario della tua famiglia, entrambi hanno un carattere forte e impulsivo, perciò basta una piccola scintilla per farli scattare…e quando succede, nessuno è in grado di farli smettere… poi però cinque minuti dopo vanno d’amore e d’accordo…magari papà le regala dei fiori per farsi perdonare, e tutto fila liscio!

 

- Le donne vanno rispettate! Ricordatelo! Voi ragazzi troppe volte ci fate soffrire, siete insensibili freddi e soprattutto non capite i nostri stati d’animo!- pronunciò Izumi aumentando involontariamente la pressione delle dita sulla schiena di Takuya che strillò dal dolore.

    

- AAHII!!!!!

 

- Aah scusa Takuya non volevo! Dimmi che non ho peggiorato la situazione ti prego!- domandò la ragazza dai lunghi capelli biondi, con tono apprensivo.

 

- N-no…tranquilla…è passato…!- rispose lui a denti stretti, un po’ sofferente.

 

Un raggio di sole entrò nella stanza e illuminò il cuscino.

 

- Che bel gioco di luci!- esclamò Izumi estasiata nel vedere quella fascia luminosa, irradiare le bianche lenzuola.

 

Proprio come la luce dell’abat-jour.

Fu tutto come ieri notte.

Il silenziò immerse una seconda volta.

A Takuya ritornò il batticuore.

La pelle liscia delle dita di Izumi, a contatto con la sua, gli solleticava di poco la schiena, regalandogli una gradevole sensazione.

Desiderò poter interrompere il tempo, chiuse gli occhi immaginando il volto della ragazza, ma la scena di quel bacio tanto bello quanto rubato, riapparve nel buio della sua mente.

 

Takuya deglutì.

Forse, era giunto il momento?

Quale attimo migliore per dichiarargli i suoi sentimenti?

Prima però, doveva accertarsi di una cosa, così, prese fiato, tremando, ma prima ancora di parlare, la combattente del vento lo anticipò.

 

- A proposito, non ti ho nemmeno domandato degli altri… dove sono?  Quand’ho perso i sensi eravamo in quel tempio e poi non ricordo più niente… sono un po’ confusa…e soprattutto ho un gran mal di testa! Ci troviamo in qualche settore di Digiworld?

 

- Dopo lo scontro, siamo ritornati nel castello di Ophanimon e…-Takuya sospirò- la situazione è più complicata di quanto possa sembrare, credimi… comunque ti racconterò meglio dopo, quando saremo tutti insieme. Junpei farà i salti di gioia non appena ti vedrà, anche Tomoki, era molto preoccupato per te.

 

- E…e Kouji…? Cioè volevo dire… lui…dov’è…come sta? E’ ferito? – domandò la ragazza con le mani leggermente irrigidite.

 

Il cuore di Takuya si fermò immaginariamente.

Eppure a lui sembrò reale.

 

- Ha solo un taglietto sul labbro e come gli altri è un po’ scosso per quanto successo... sai che ha la pelle dura, niente può scalfirlo.- disse con voce bassa e piena di timori.     

 

Izumi sospirò emanando una ventata di gioia.

 

Ancora una volta il cuore di Takuya sobbalzò.

Un nastro di freddo gli attraversò tutta la schiena, un’angoscia terribile lo divorò in pochi istanti. Si sentì raggelare.

Eppure Icedevimon non era lì! Pensò aspramente.  

 

A quel punto doveva dirglielo.

Decise di parlare, formulando la domanda che molto probabilmente avrebbe risolto i suoi quesiti.

Prese fiato, lentamente, mordicchiandosi il labbro inferiore.       

 

- Izumi… a te pi…- un groppo in gola, forse dovuto a ipotetiche lacrime che tratteneva forzatamente, gli bloccò la parola. Schiarì la voce con un colpo deciso, e si caricò d’energia - A te piace Kouji, vero?- pronunciò, quasi senza rendersene conto.  

 

Al suono di quella domanda, le mani della giovane si fermarono di colpo.

Restò interdetta. Senza riuscire a divulgare nessuna sillaba. In silenzio. Un silenzio che Takuya interpretò chiaramente.

Il calore che bruciava nel suo corpo, si spense.

Kouji era il suo migliore amico. E la persona che piaceva a Izumi…era proprio lui?   

 

I soliti casi della vita…

Non fai in tempo a capire i veri sentimenti che provi per una ragazza, e scopri che questa è innamorata del tuo migliore amico.

 

Sembrava un romanzo con tutti gli elementi necessari per la stesura.  

 

Takuya serrò gli occhi, facendo sprofondare la testa nel cuscino.

Nascostamente, agguantò con le dita una parte di lenzuolo, bianco e liscio, e lo strinse fortemente fino a sgualcirlo.

Sperava di reprime la rabbia semplicemente con quel gesto, ma era impossibile, e questo lo sapeva… così…tentò di parlare, trovando la forza per non destare sospetti.          

 

L’idea di piangere gli sfiorò la mente, una reazione normale, fortunatamente per lui, passeggera. Durò pochi secondi.

Doveva reagire per evitare il crollo e così… scoppiò a ridere.

Una risata triste, ma sapientemente camuffata in suono allegro.

 

- Ma… Takuya??? Perché ridi?- domandò lei, colta dall’imbarazzo.

 

- Perché? Beh, perché anche se in questo momento non posso vedere la tua faccia, sono più che sicuro che sarà completamente rossa! Ho azzeccato eh?

 

La biondina si portò entrambe le mani al viso, completamente amaranto.

Incredibile, era vero! Pensò avvampando di più.

 

- L’oracolo Kanbara ha colpito ancora! E’ inutile, ci conosciamo da cinque anni, non hai più segreti per me!  Certe cose le capisco! A me puoi dirlo, e se pensi che lo vada a riferire a lui, beh, toglitelo dalla testa, lo posso giurare su su…su Junpei! – con grande sforzo, Takuya tentò di ironizzare, difficile da crederci, ma ci riuscì.

 

- Si certo, proprio su di lui! – rispose Izumi un po’ divertita.

 

- Beh si fa per dire…come dire… è un modo di dire!! – ironizzò ancora inventando lì per lì un divertente gioco di parole che portò l’amica a ridere così tanto fino a farle riempire le guance di rosso.

 

Takuya sollevò il busto, sistemandosi in posizione seduta.

 

- Se continui ad arrossire Kouji ti scambierà per un piccolo peperone…! Non mi sembra consono, ti pare?- fece guardando la ragazza in volto.  

 

Lei per tutta risposta gli sferrò un piccolo pugno sulla spalla, aggrottando le sopracciglia.

 

- Ehi ehi scherzavo! Non perdi mai occasione di picchiarmi eh? Scommetto che con Kouji non lo faresti mai!

 

- Dai Takuya piantala! Se non ho mai alzato un dito su di lui è solo perché non me ne ha dato mai motivo per farlo…! A differenza di una certa personcina…- Izumi socchiuse le palpebre lanciandogli un’occhiataccia sinistra.

 

- Ok ok, ho capito il messaggio… se proprio non ne vuoi parlare allora vorrà dire che non insisterò più. Di sicuro non voglio ricevere un’altra botta, hai le mani pesanti come quelle di un lottatore di sumo…sono tutto indolenzito…ohi ohi…- si massaggiò la spalla inscenando ancora una volta un finto dolore, ma questa volta, la commedia non andò in porto e si vide subito arrivare un cuscino in pieno viso.- OUUCC!!- mugugnò.

 

- Chi sarebbe il lottatore di sumo?! – strepitò Izumi con tono acuto premendogli contro il guanciale.

 

- Pardon! Vi chiedo umilmente scusa mia padrona! Il vostro umile servo non sbaglierà più, ve lo giuro su su…su Junpei!

 

- Takuya!- ribatté la giovane con dolce ironia e allentando la spinta.

 

- .........ti amo… Izumi! – pigolò il ragazzo.

In quell’attimo, rapito da un forte istinto, lo stesso di quella sera, con le labbra premute al soffice tessuto del cuscino, non fu capace di fermarsi, quelle parole, se pur sussurrate appena e coperte dalla calda lana, risultarono un frastuono incomprensibile, che la giovane non riuscì a comprendere.

 

- Che hai detto, scusa?- chiese togliendogli il cuscino dalla faccia.

 

- Andiamo a preparaci! Scommetto che gli altri saranno già in piedi. Co Ca Cam Cam

 

- Come on! Si dice così caro il mio esperto d’inglese! Il Can Can è un’altra cosa! – puntualizzò la biondina scompigliandogli i capelli.

 

- Acc! …guarda che lo sapevo benissimo…e solo che ho avuto un attimo di offuscamento…capita anche ai migliori!

 

- Peccato che io non ne veda in questa stanza…ehe eh! –  Alzandosi dal letto, Izumi allungò un braccio in direzione del compagno, per aiutarlo a rialzarsi.

 

- Tranquilla. Il tuo segreto con me è al sicuro!- dichiarò lui dandole piena fiducia. 

 

Il cervello umano è sorprendente.

Se un individuo vuole, può.

 

Nonostante la sofferenza, il giovane capì che il dramma di Kouji aveva priorità su tutto. Doveva dimenticare quel suo “banale” sentimento.   

Banale però, cercò di farlo diventare. Forse per evitare che il dolore e la rabbia gli offuscassero il cuore, rendendolo incapace di reagire. Come un manichino. Senz’anima.

Digiworld aveva bisogno anche di lui, doveva tirar fuori il meglio di sé per quella che forse sarebbe diventata la battaglia più grande, non c’era tempo per pensare all’amore, e, cacciando via un’incredibile volontà, accantonò i suoi problemi, seppellendoli in un angolo sperduto del suo cuore, per poi lasciarli lì, addormentati, probabilmente, per sempre.

 

 

      

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Messaggi da parte dell’autrice:

 

Ecco uno dei capitoli più attesi da molti di voi! Il motivo?

Il piccolo riscontro amoroso fra Takuya e Izumi è un valido motivo?

Mi auguro proprio di si! Comunque, sappiate che non è finita!! Il capitolo numero 15 sarà ancora più emozionante! Finalmente verrà svelato uno dei più grandi misteri di Digiworld che riguarda proprio Lucemon! ^___--

 

 

Per Hotaru’91: eh già…proprio Kouichi…ma se è toccato a lui, una ragione ci sarà! E questo come sempre lo scoprirai nel prossimo capitolo! Un bacio e continua a seguirmi se vuoi!

Per Driger: >___< acc! Mi hai sgamata! Ebbene si, a questo punto sono costretta a confermare la tua tesi: Ladydevimon ha liberato Ophanimon!! Il perché di questa pazzia (se si considera che lei fa parte dei cattivi, allora è pura pazzia…) lo scoprirai tra qualche chap! Grazie ancora per i tuoi bellissimi complimenti!

Per Francesca Akira 89:  Esatto!! La risata di Kouichi era volutissima! Volevo che sembrasse proprio pazzo…Lucemon lo è, e non poteva essere altrimenti dato che il povero ragazzo ha perso completamente ogni sua volontà…! Ladydevimon la capirai tra un po’…così come Icedevimon e la sua apparente attrazione per izumi!

 

Per Kaho_chan:  ;_____; Ma dove sei??? Mi manchi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ;_________;

 

Con questo, è tutto!

Come sempre, grazie infinite per le vostre recensioni!

Un grandissimo bacio!

P.S. Dimenticavo una cosa piuttosto importante…

CAMPIONI DEL MONDO!!! CAMPIONI DEL MONDO!!! CAMPIONI DEL MONDO!!! CAMPIONI DEL MONDOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >_____<




 

 

   
 
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