8
CAPITOLO
Elijah faceva
suscitare in lei strane emozioni. Non riusciva a spiegarsi il motivo.
Viveva accanto a lui
ogni genere di emozione, dal senso di pace alla rabbia più nera. Così contrastanti ma potenti che la sconvolgevano.
Scendevano fino alle sue profondità, insinuandosi come una maledizione per un
lasso di tempo lungo in cui non le permetteva di riprendere il sano controllo o
di poter in qualche modo contrastarle.
Sarebbe mai riuscita ad
abituarsi? A frenare il battito del suo cuore che galoppava nel petto?
Ora però era serena.
Camminava lentamente
vicino a lui con la sua giacca nelle spalle. A volte assaporava l’odore
proveniente da essa e le piaceva, anche se non era un profumo particolare.
Trasmetteva eleganza indiscussa però, come ogni cosa di lui del resto.
Elijah teneva un
andatura lenta per non farla restare indietro. Qualche volta, mentre
lei era assorta nei suoi pensieri, lui si girava a fissarla ma badando bene a
fare finta di niente. Mentre quando lui guardava avanti, lei lo fissava incuriosita.
Uno scambio di sguardi
segreto. Come se volessero capirsi a vicenda.
Non appena rientrarono
in casa, Briony gli cedette la giacca
ringraziandolo.
Anche se tremò non
appena gliela diede.
Faceva piuttosto freddo
quella sera. Agghiacciante.
“Ti senti bene?”
“Sì davvero, non sono
ubriaca. Anche se sono minuta sopporto bene qualche goccio. Non bevo mica
sangue umano.”
Si accorse troppo tardi
di quello che aveva detto. Maledetta lingua lunga.
Quando si girò verso di
lui, notò che si era allontanato. Era nella penombra della stanza.
“Scusa, battuta
infelice”
“Il tuo era solo
realismo.” rispose cupo mentre le sue mani giocherellavano su una mensola,
quasi indifferenti alla scena.
Briony si sedette tesa sul divano mentre
Elijah rimaneva lontano, immobile. Non riusciva a scorgere bene il suo viso
perché la luce della stanza era molto fioca e lui si era nascosto in un angolo
buio. Sembrava davvero inquietante ma lei cercò di non farci caso.
Aspettò che lui
parlasse, e il momento arrivò quando l’Originario sollevò la testa verso di
lei.
“E’ vero, io e Klaus
siamo fratelli. Tuttavia precisamente siamo come te e Caroline. Siamo
fratellastri.”
“Continua.” Briony lo ascoltava attentamente.
“Mia madre era stata
infedele a mio padre. Eravamo molto uniti come famiglia ma Klaus e mio padre
non andarono mai d’accordo. Mio padre scatenava tutta la sua rabbia su di lui,
e Klaus non poteva farci niente perché ne era intimorito. Quando ci
trasformammo in vampiri si scoprì la verità. Klaus apparteneva a un’altra
specie.”
“In che senso? Non è un
normale vampiro?”
“Il vero padre di Klaus
era un licantropo”
Briony strabuzzò gli occhi per quella storia
impossibile: “Oh mio dio… Così appartiene a
tutte e due le razze non è vero? Come un..”
“Un ibrido. Ma una strega molto potente bloccò la
sua natura di licantropo con una maledizione. Se Klaus riesce a spezzarla
diventerà invincibile. Più potente sia dei vampiri sia dei licantropi. E io non
potrei più fermarlo.”
“Quindi la storia della
maledizione del sole e della luna era una balla? Un tentativo per far sì che le
due razze si combattessero a vicenda, e quando avrebbe avuto tra le mani
la doppelganger e la pietra di
luna, lui sarebbe arrivato trionfante a godere del premio…”
“E’ uno dei suoi soliti
giochetti.” rispose Elijah sorridendo in maniera affilata nella penombra della
stanza.
“Ce la farete a
ucciderlo prima che spezzi la maledizione?”
“Se tutto va come ho
detto sì. Non fallirò.” disse Elijah deciso.
“Ma perché Elijah… perché stare dalla nostra parte? Noi per te
siamo degli sconosciuti, degli umani che abbiamo tentato di ucciderti
oltretutto! Perché voltare le spalle a tuo fratello…
capisco che è pericoloso ma…”
“Se tu fossi al mio
posto faresti la stessa cosa.” rispose serio. Glaciale.
“Non arriverei mai a
uccidere mio fratello. Proverei a fargli cambiare idea, lo implorerei… fino alla fine”
“Pensi che non l’abbia
fatto? Avrei dato la mia vita per lui. Ma è una cosa che non si può sopportare
per oltre 1000 anni. Non merita la nostra comprensione, fidati sulla parola.
Deve essere fermato a qualunque costo.”
Briony ascoltò attentamente la sua diplomazia,
ma c’era qualcosa in profondità che non le tornava.
“Tu sei convinto di fare
la cosa giusta per tutti quanti ma… ce la
farai ad arrivare fino in fondo? Voglio dire può capitare che uno desideri il
proprio fratello morto, basta guardare Stefan e
Damon. Ma alla fine è impossibile farlo. Lui è la tua famiglia.”
“Klaus non era il mio
unico fratello. Avevo dei genitori, altri fratelli, delle sorelle. Lui ha dato
loro la caccia per secoli e me li ha portati via.”
Briony allora vide il volto di Elijah
cambiare repentinamente. Per un attimo aveva visto i suoi occhi intristirsi,
pensando ai ricordi di una normale vecchia vita che gli
mancava terribilmente, soprattutto il valore fondamentale che aveva perso
con tanto cinismo. Briony non riusciva a
sopportare l’intensità di quella nostalgia. Era abissale.
Si alzò, si avvicinò a
lui e davvero addolorata gli disse: “Mi dispiace tantissimo Elijah…”
Solo allora capì il suo
vero tormento. Come aveva potuto criticarlo prima per la sua intenzione di
uccidere Klaus? Si sentì una stupida. Tuttavia voleva confortarlo… fargli
capire che gli era vicina.
“Il difetto più grande
di Klaus è che non sopporta chi lo delude. Tutti noi abbiamo fatto quello
sbaglio. Alcuni gli hanno voltato le spalle. Invece io e mia sorella Rebekah gli siamo rimasti accanto per secoli. Non
volevamo lasciarlo solo. E come ringraziamento del nostro affetto lui ci ha
ripudiati, per le nostre debolezze ha minacciato di ucciderci. E l’ha fatto.
Tutti i membri della mia famiglia sono morti, ha disperso i loro corpi in mare… e io sono riuscito ad andarmene prima che
impazzisse del tutto. Non sono più nella sua cerchia da molto tempo.” I suoi
occhi erano diventati profondissimi, si potevano leggere e lei lo fece,
restandone quasi ammaliata per quel che vi vide.
La famiglia dopotutto
era importante per ogni essere umano. Anche per quelli come lui. I vampiri
dovrebbero provare solo odio, rabbia, repulsione verso i
sentimenti e invece… guardando il
volto di Elijah, Briony pensò che invece
lui era una magnifica eccezione.
Sapere che lui,
dopotutto, aveva conservato questa emozione umana… l’affetto
invalicabile verso la famiglia, le fece riscaldare il cuore.
“Quindi tu sei nato
umano?”
“Sì, eravamo normali… un tempo..” mormorò pensieroso, come se
stesse ricordando cosa significa esserlo.
<< Alla fine
chiunque può provare dei sentimenti umani. Non si può dimenticare la propria
vera natura.. anche se l’hai perduta secoli e secoli fa. Anche se tu stesso la
rinneghi. >> Pensò Briony triste.
“Posso immaginare l’odio
che nutri nei suoi confronti… hai sofferto
molto a causa sua non è vero?”
Elijah comunque cercò di
tenere una compostezza fredda:
“Col tempo ho imparato a
cavarmela da solo. Ma l’unica cosa che mi aiutava a sopravvivere era la
speranza che un giorno mi sarei vendicato di quello che Klaus ci ha fatto.”
“Posso chiederti… il motivo per cui Klaus ce l’avesse anche
con te?”
Elijah la fissò,
accertandosi se doveva esprimere anche quel fattore così importante e letale
per lui. Vedendo gli occhi sinceri e umani della ragazza, fu quasi costretto ad
abbassare i suoi per non cadere in tentazione di sciogliere lui stesso le sue
barriere.
“Credeva che fossi stato
io a far scappare Katerina, poco prima del
sacrificio.” Disse infine, solo quello.
“E perché avrebbe dovuto
pensare una cosa simile? E se anche l’hai fatto…
beh..” non sapeva cosa dire se non: “è stato giusto così. Come anche per Elena
adesso. Non si può ricavare nulla di buono da queste cose orribili.”
La sua comprensione però
non diminuì il ferro che racchiudeva la sua anima, tutt’altro, quasi aumentò i
suoi sensi di colpa dovuti a quella vicenda.
“La storia tuttavia ha
preso una piega che ci ha portato diritti alla rovina Ognuno in seguito ha preso
proprio la propria strada, e fu quella sbagliata.”
“Beh se lui ti vuole
morto per questo, non ti biasimo per quello che provi o come cerchi di
rimediare in questo presente. Ti porti dietro il fardello della rovina di una
famiglia e…” Briony sviò la
testa, scuotendola, forse perché non esistevano le parole adatte per
confortarlo o almeno le cercava con vogliosità fremente perché voleva davvero
farlo, come mai aveva voluto in vita sua.
Con tutto il cuore gli
disse, tornando a guardarlo: “Non ti biasimo per come la pensi, e mi dispiace.”
Elijah recepì la sua
sincerità umana, così come tutta l’atmosfera attorno che quasi si elettrizzò
per le confidenze di cui era stata testimone; come risposta le sorrise
leggermente ma non disse più nulla. Era stanco e molto provato dopo aver
raccontato la verità. Ne soffriva ancora, lo opprimeva. Anche se non voleva
ammetterlo.
Briony infatti notò che era molto turbato.
Forse fargli confessare la verità non era stata una buona mossa. Lei si era
sfogata e finalmente si era liberata di un peso. Ma lui? Come reagiva un
vampiro? Era così diverso da tutti quelli aveva conosciuto… ritenendolo
un vampiro credeva all’inizio che non provasse più niente, ma ora guardandolo
negli occhi… Trovava in lui tutte le caratteristiche
umane immaginabili. Soltanto più amplificate, e certe volte faticavano a
esprimersi. Il che lo rendeva ancora più bello.
Briony alzò la mano per poggiarla sul
braccio di Elijah. Lo fece nel tempo di un battito cardiaco accelerato.
“Siamo dalla tua parte
Elijah. Non ti tenderemo più una trappola, te lo giuro”
Il vampiro guardò quella
mano sul suo braccio e poi fissò Briony in
viso. Intuì che la ragazza sembrava davvero dispiaciuta per lui.
Ma la ignorò. Non poteva
farsi coinvolgere di più. Aveva spalancato oltre ogni misura la sua umanità
quella sera, e seguendo la solita razionalità decise allora di richiuderla
dentro la sua corazza di ghiaccio… incatenandola
in modo più persistente per non farla più uscire così facilmente.
L’umanità è ciò che
rende deboli dei vampiri, fa abbassare la guardia e ti fa fare mosse false,
sciocche. E lui non poteva, non doveva in quel presente.
Scacciò via le emozioni,
un attimo prima fuori controllo, e ritornò freddamente gelido.
Lasciò cadere lentamente
la mano di Briony via dal suo braccio:
“Ho detto tutto quello
che dovevo dirti. Sei pronta a sopportare tutto questo?”
“Sì..”
“Tu forse sei in buona
fede ma… dovresti domandarti se le persone
a cui vuoi bene siano davvero leali con te.”
“Che vuoi dire?” gli
chiese sorpresa, sbattendo le palpebre.
Lui le sorrise
perfidamente, andandosene senza rispondere.
“Aspetta!” Briony lo raggiunse in fretta. Non le piaceva proprio
quando faceva così.
Lui era salito di tre
gradini nelle scale, mentre lei rimase al pian terreno. A fissarlo
interrogativa.
“Il nome John Gilbert ti
dice niente?” le chiese poi Elijah dopo un attimo di silenzio.
“Ah John!” esclamò
sollevata.
“Ah John sì, proprio
lui.” rispose schernendola senza ironia.
“John ha fatto degli
errori come tutti noi. Ma lui vuole soltanto proteggere Elena”
“Cosa ti dice che non
farà qualcos’altro di stupido? Magari dare a Damon un altro pugnale magico?”
“John vive secondo i
suoi ideali. E tra le sue convinzioni c’è la lotta contro i vampiri. E’ fatto
così, ma ora ha capito che non può andare a sbandierare le sue armi anti
vampiro come se niente fosse. Si darà una calmata.”
“Spero tu abbia
ragione.” Dopo aver detto questo, Elijah la guardò un’ultima volta e salì le
scale senza più dir niente.
Lasciando Briony più confusa che mai.
Sui suoi sentimenti.
Su tutto.
Il mattino dopo Briony non vide Elijah. Non lo trovò né in cucina e
nemmeno in salotto.
Notò il suo cellulare,
che era stato messo sul tavolo in cucina in bella vista.
Si chiese allora dove
fosse andato.
Rise tra sé e sé. Si
comportava come una mogliettina. Anche se abitavano sotto lo stesso tetto non
significava che lui doveva farle rapporto di dove andasse o con chi...
Briony uscì poi per andare a casa Gilbert.
Aveva promesso di andare
a trovare Jenna qualche giorno prima ma dopo gli eventi traumatici che aveva
subìto se ne era completamente dimenticata.
Quando bussò alla porta,
le aprì proprio Jenna che non si aspettava una sua visita.
“Non ti mancano le
nostre chiacchierate fino a tarda notte?” le chiese Briony scherzando.
“No scusa è che non me
l’aspettavo! Sei venuta in un brutto momento” rispose tesa
“Che è successo??”
“Abbiamo ricevuto una
visita notturna” John comparve in quel momento in salotto.
“John non è il momento”
rispose brusca Jenna fissandolo torva.
“Briony,
Jenna è troppo tesa e frustata in questo momento per spiegarti ma parlerò io in
sua vece… Isobel è tornata.”
“Isobel?? La madre di…” Briony era
titubante nel parlare di fronte a Jenna.
“Sì esattamente. E’
comparsa ieri notte.”
“Tu Jenna ne sapevi
niente?”
“No me la sono
trovata davanti… mi ha chiesto se fossi la
fidanzata di suo marito.. e mi ha confessato di essere la madre di Elena. E’
stato terribile”
“Mi dispiace Jenna che
tu abbia dovuto scoprirlo così.” rispose Briony tristemente.
“Quindi anche tu lo
sapevi?” le chiese arrabbiata e tradita.
“Sì.” Briony dovette ammetterlo per forza. Voleva rincuorare
la sua amica ma non sapeva come. In fondo era lei dalla parte del torto.
“Oh magnifico! Elena lo
sapeva, persino John lo sapeva! E tu me l’hai tenuto nascosto”
“Mi dispiace Jenna, ma
l’ho saputo solo da poco e non sapevo come avresti reagito!”
“Bèh puoi
immaginare che sono fuori di me… mi hanno
mentito tutti! Per questo non posso restare qui.” Jenna fu sul punto di
piangere così salì di corsa le scale sconvolta.
“No aspetta,
Jenna!” Briony cercò di fermarla ma John la
trattenne.
“Le passerà. In fondo io
l’avevo avvisata di non fidarsi di quell’infido di Alaric.”
“Immagino tu non l’abbia
fatto con delicatezza, ma col tuo solito modo” lo schernì.
“Delicatezza non esiste
nel mio vocabolario. E’ colpa mia lo so. Come sempre” rispose in modo ironico.
Briony scosse la testa ma furono interrotti
da Alaric e Elena, che erano appena entrati
in casa per parlare con Jenna.
“Dovè Jenna??”
chiese nervoso il professore.
“Non vuole vederti, mi
dispiace amico” rispose John sorridendo.
“Togliti di mezzo!”. I
due uomini si stavano per mettere le mani addosso ma Briony urlò
loro di fermarsi subito.
Poi sentirono dei passi
lungo le scale. Era Jenna con una valigia in mano.
“Jenna ti prego devo
spiegarti”. Alaric cercò di farla calmare e
di fermarla.
“Non voglio sentire
altre bugie Rick!”
“Zia Jenna dove stai
andando?” Elena era molto preoccupata per sua zia. Si sentiva terribilmente in
colpa per quello che era successo. Avrebbe dovuto dirglielo prima e nel modo
giusto. Non doveva finire così. Non era davvero giusto.
Jenna prese le chiavi
della macchina e si girò nervosa verso i presenti:
“Vado al campus per un
po’. Devo schiarirmi le idee. Non cercatemi!”. Uscì dalla casa sbattendo la
porta in faccia ad Alaric.
La casa allora sprofondò
in un silenzio tombale. Tutti quanti guardavano la porta dove era uscita Jenna
e non osavano dire niente.
“Bèh mi dispiace
molto Alaric. Ma se tu fossi stato più onesto
con lei fin dal principio questo..”
Ma John non finì la
frase che Alaric gli diede un bel cazzotto,
che per poco non lo fece cadere per terra.
Briony e Elena rimasero a bocca aperta a
fissare la scena. Ma quando John vacillò, Briony lo
sorresse cercando di farlo sedere.
“Ma cosa diavolo ti è
venuto in mente?” Urlò ad Alaric
“Se lo meritava da
tempo! Ha messo idee stupide in testa a Jenna e l’ha messa contro di noi!”
“Potete solo prendervela
con voi stessi! Se avesse detto subito la verità a Jenna con calma e con
moderazione, questo non sarebbe successo!”
“Cercavamo solo di
proteggerla Briony! Se la coinvolgevamo in tutto
questo si sarebbe fatta del male!” disse Elena per giustificarsi.
“Balle! Tenere
all’oscuro un familiare di un segreto così importante e pericoloso è sbagliato!
Cercavi solo di proteggere la tua storia d’amore e il tuo piano!” la
ammonì Briony con severità.
“Queste sono parole di
John, non tue..” Elena stentava a credere alle proprie orecchie.
“Ora basta! Ormai Jenna
se n’è andata, quel che fatto è fatto!” Questa volta parlò Alaric, che pareva esausto.
“Magra consolazione”
disse John sottovoce, sputando sangue.
Alaric si avvicinò furibondo a John,
tenendo alto un pugno.
“Non fare un altro
passo!” Urlò Briony cercando di farlo
indietreggiare.
“Tu dovresti essere
l’amica di Jenna, alias alleata di John Gilbert e socia di Elijah. Ti
immaginavo diversa..” Alaric la scrutò
dall’alto in basso.
“Non sono socia e
alleata di nessuno io. Cerco di difendere le persone che amo dal casino che voi
avete combinato”
“Beh se credi di riuscirci
stando dalla sua parte!” urlò indicando John “Credo che avrai un’amara
delusione”
“Senti chi parla..” John
non aveva perso la lingua tagliente.
“Decido da me quello che
devo fare… se devo scegliere dal fidarmi di
uno sconosciuto che è addirittura il “sottoposto” di Damon Salvatore, e non di
un amico che conosco da tutta una vita, mi dispiace ma..”
“Credo sia meglio
finirla qui per oggi…siamo tutti provati..”
Elena cercò di far mantenere la calma come suo solito.
Alaric se ne andò allora lanciando un
ultimo sguardo di sfida sia a Briony sia a
John. Non sarebbe finita lì.
“Lo sai che è colpa tua
non è vero?” disse infine Elena arrabbiandosi con John.
“Elena!”
“Briony, ascolta
tu non sai tutta la storia”
“La so invece, so di
Isobel e del suo piano pazzo di quando ha voluto uccidere Damon e il
tuo fidanzato. Ma mettimi almeno nei panni di John.”
Elena allora scosse la
testa. Era inutile parlare con quei due.
“Voglio che tu te ne
vada” disse al padre con acidità.
“Elena, è tuo
padre.” Briony cercò in tutti i modi di
difendere l’amico.
“E quando mai lo è
stato? Non ha fatto altro che ingannarmi!”
“E cosa pensi che
avrebbe dovuto fare? Quando vedeva che eri persa dietro a tutti quei vampiri? I
genitori non sono sempre dalla nostra parte Elena! Non sempre ci fanno stare
bene! Ma John è qui per te ora… dovresti ascoltarlo perché magari potresti
rimpiangerlo.”
Ma Elena non voleva
più ascoltare… se ne andò in camera sua
senza dire niente.
“Bèh grazie per
averci provato..” le disse John cercando di alzarsi.
“E’ una ragazzina. Crede
che tutti i guai del mondo la perseguitino… ma non si
rende conto che siamo tutti dalla sua stessa parte?”
“Lei non si fida
di me… e non si fiderà neanche di te in
futuro visto quello che hai detto..”
“Io ci sono dentro
perché è coinvolta Caroline, non posso uscirne fuori se lei è dentro.”
“E hai pure Elijah dentro
casa..” puntualizzò John.
“Elijah è comparso nella
mia vita perché seguivo Caroline. Perché sentivo che c’era sotto qualcosa. E
questo perché Elena l’ha coinvolta, non ha impedito che accadesse! Non dovrebbe
stare a piagnucolare tutto il giorno…” disse
infuriata.
“Sei acida questa
mattina.”
“Mi sarò svegliata col
piede sbagliato.”
“Colpa di Elijah?”
domandò John inarcando un sopracciglio.
Briony sussultò ma non lo diede a vedere.
“Ma che… non l’ho neanche visto stamattina!”
John non disse nulla
continuando a fissarla.
“Vuoi che ti aiuti a
medicarti?” gli chiese Briony per scacciare
la tensione.
“No non è niente..”
“Ascolta…dimmi di
Isobel. Perché non mi hai avvertito che sarebbe arrivata?”
“La sua comparsa ha
sorpreso persino me. Non immaginavo venisse adesso. E poi ho provato a
chiamarti ieri sera ma il cellulare era sempre staccato.”
“Oh colpa mia scusa…l’avevo… perso”
“Fingerò di crederci.
Comunque Isobel è comparsa ieri notte per parlare con Elena. Forse ha trovato
il modo di salvare Elena da Klaus”
“E come??”
“Te lo spiegherò dopo. O
meglio te lo spiegherà Isobel. Sei invitata alla riunione di famiglia”
Briony lo fissò. Pensando che avrebbe
rivisto Isobel le si fermò un sorriso malefico in volto.
“Non vedo l’ora.”
<<
Merda Merda. >> Caroline era nel panico assoluto. Girava a non
finire per la casa pensando cosa avrebbe dovuto fare. Teneva il cellulare in
mano e decise di chiamare Stefan.
Nervosa gli
raccontò tutto. La sera prima Caroline era stata costretta a dire la
verità a Matt. Che lei era un vampiro. Lui però non l’aveva presa affatto bene,
l’aveva accusata di aver ucciso sua sorella Vikie ed
era scappato a gambe levate.
“Caroline non hai
proprio idea di dove sia andato?” gli chiese preoccupato Stefan
“No! Lo sto chiamando da
ore ma il cellulare è sempre spento! A casa non c’è e non si è presentato al
lavoro! Stefan ho molta paura, e se lo
andasse a raccontare in giro? Se lo dicesse a mia sorella?? Oddio non voglio
pensarci!” Stava urlando in modo isterico mettendosi quasi a piangere. Non
poteva andare peggio di così per lei… il
ragazzo che un tempo avevo amato la detestava per ciò che era e probabilmente
nel giro di poche ore tutti lo avrebbero saputo... incluso sua madre... e sua
sorella.
“Oggi pomeriggio c’è un
pranzo dai Lockwood e Matt è nel catering.
Provo a vedere lì”
“Va bene. Ci vediamo lì
Caroline! E se lo trovi prima di me, cerca di ammaliarlo..”
“Spero di farlo calmare… Stefan non
voglio fargli del male. Anche se non stiamo più insieme io tengo ancora a
lui..”
“Ti capisco. Cercheremo
di rintracciarlo”
E chiuse la
conversazione.
Briony aveva ricevuto il messaggio da John.
Isobel stava per arrivare a casa di Elena. Ed era lì che stava proprio andando.
Facendo un respiro profondo accese la macchina.
“Sei in anticipo” Fu
John ad aprirle
“Scusami… lei
non è ancora arrivata?”
“No. Stefan è di sopra con Elena. Briony… spero
tu dia il beneficio del dubbio a Isobel. Lei vuole solo..”
“Sì sì ho capito. Vuole
proteggere l’amata figlia dal perfido Klaus.” Disse in tono ironico. “Ma
permettimi di dire che il suo ritorno a Mystic Falls è… sospetto. Era
già diabolica ai tempi della scuola, figuriamoci ora.”
“Devi fidarti di
me Briony.”
“Oh io mi fido di te.
Non mi fido di quella…”
“Vedo che ti sono
mancata Briony.” Isobel era sul ciglio della
porta che la fissava divertita.
“Moltissimo infatti. Da
farmi mancare l’aria.” rispose Briony fissandola
dai piedi alla testa. Non era cambiata per niente, era rimasta la stessa
strafottente e arrogante. Anche se ovviamente era cambiata dall’ultima volta in
cui l’aveva vista, quando ancora frequentava le superiori.
“Entra Isobel.” la
invitò John.
“Come??” Chiese
sorpresa Briony.
Isobel sorridendo entrò
in casa, facendo un giro completo attorno a Briony,
come se volesse sfidarla. Continuava a guardarla come se fosse una preda.
“Ti do fastidio forse?”
le chiese Isobel
“Mi facevi orrore prima
quando eri umana, figuriamoci ora...”
“Su Briony, credevo avessimo superato le nostre divergenze..”
“Tu trasmetti cose
losche. Non voglio avere nulla a che fare con te, io.”
“Ma John sì. Ed Elena è
mia figlia. Farò tutto quello che è in mio potere per proteggerla”
“L’hai protetta anche
quando l’hai abbandonata e ti sei data alla “Vampires-mania?”.
“Smettetela signore. Non
afferratevi per i capelli in mia assenza. Vado a chiamare Elena.”
Le due rimasero sole
continuando a guardarsi.
“Cara Briony. Il tempo per te non è passato. Sei rimasta la stessa… piccola ragazza che vuole essere grande e
forte.”
“Anche tu non sei
cambiata. Oh no aspetta credo che questo dipenda dal fatto che il tuo orologio
biologico si sia bloccato molti anni fa. Ed è stata una tua scelta, furba.”
“Noto che il tuo
sarcasmo tagliente è rimasto intatto.”
Briony sogghignò. Ma poi le chiese seria.
“Cosa ci fai qui
Isobel?”
“Sono venuta per Elena”
“Mi dispiace dirtelo ma
abbiamo già un piano a riguardo, che non prevede la tua presenza.”
“Oh Elijah. Come puoi
essere così stupida di fidarti di un Originario? Ti farà a pezzi non appena non
gli sarai più utile.”
“Se l’altra opzione è di
fidarmi di una serpe come te.. sono ben felice di stare dalla parte di un
Originario, che guarda caso ha la piena fiducia di tua figlia... e anche la
mia.” rispose decisa più di quanto non lo fosse mai stata.
Isobel scosse la testa
infastidita. “Non sai davvero chi hai attorno, piccola Forbes.”
Briony non ebbe modo di rispondere perché sentirono
poi i passi di Elena e Stefan che
scendevano le scale. Quando la ragazza si accorse che la madre era lì, guardò
in cagnesco John.
“L’hai fatta entrare!”
“Ho chiesto
a John di riprovarci.” rispose Isobel.
“Isobel ha alcune
informazioni su Klaus, ti prego ascoltala” La pregò John.
“Anche tu sei qui, Briony.” osservò Elena.
“Sì. Spero non vi
dispiaccia. John mi ha chiesto di rimanere ad ascoltare, anche se come voi sono
scettica sulle intenzioni di Isobel.”
Quest’ultima alzò gli
occhi al cielo ma non rispose alla provocazione.
Stefan fece un passo in avanti.
“Va bene. Parla”
“Dall’ ultima volta che
sono stata qui ho fatto il possibile per trovare Klaus. Sapevamo che l’opzione
migliore era trovarlo prima che lui trovasse te.”
“L’opzione migliore per
cosa?”
“Far restare Elena viva.”
Rispose John
“Tu non sei autorizzato
a parlare ok? Non dopo tutto quello che hai fatto!” lo aggredì Elena. John la
guardò dispiaciuto ma non disse niente. Anche Briony taceva.
“Sei riuscita a trovare
Klaus?”
“No nessuno di noi sa
dove sia. Ma gira voce che la doppleganger esiste.
Il che significa che ogni vampiro che vuole entrare nelle grazie di Klaus
cercherà di catturarti.”
“Non me la bevo.
L’ultima volta che sei stata qui hai reso ben chiara l’idea che non te ne frega
niente di me. Adesso tutto a un tratto dovrei credere che vuoi aiutarci?”
<< Infatti, io non
ci casco >> pensò Briony meditabonda.
“Isobel ha sempre
cercato di aiutarci. Sono secoli che Klaus è ossessionato dalla ricerca di
Katherine. Sarebbe bastato che uno dei vampiri usciti dalla cripta spargesse la
voce che Katherine era ancora viva e lo avrebbe portato dritto qui a Mystic Falls, dove tu eri
destinata a essere scoperta. Così li abbiamo uccisi.”
“E per poco non avete
ucciso Stefan e Damon!”
“Eh già.” rispose John
che non sembrò per nulla dispiaciuto.
“Posso portarti in un
rifugio sicuro. La proprietà è intestata a te. Nessun vampiro può entrare senza
il tuo permesso. Persino io. Permetti che io ti aiuti Elena.” Esclamò la
vampira.
“Vuoi aiutarmi?”
Isobel la guardò
speranzosa.
“Allora esci da casa
mia!” le urlò con tutta la sua rabbia.
<< Ben detto.
>> pensò Briony.
Isobel se né andò senza
dire nient’altro e Stefan e Elena tornarono
di sopra. Probabilmente a pensare sul da farsi.
“Beh cosa ne pensi?”
chiese poi John a Briony.
“Cosa ne penso? Che
state vagando nel buio! L’idea di intestare una casa a Elena non fermerà di
certo Klaus! Spero che il tuo grande piano non riguardi solo questo.”
“Isobel ci aiuterà a
proteggerla”
“E come? E’ soltanto una
vampira che ha come arma speciale delle unghie finte e delle extenction. Pensi davvero che possa contrastare
uno come Klaus e che oltretutto sia disposta a farlo per un chissà quale amore
materno comparso all’improvviso? Abbiamo Elijah! E’ un originario, può
fermarlo!”
“Non mi fido di Elijah,
è uno degli Antichi. E’ uno dei più pericolosi vampiri che esista sulla faccia
della terra.”
Briony sbuffò spazientita. “La
tua è solo paranoia. Non ti fidavi neanche di Stefan e
guarda un po’: è più incline a proteggere la città più di quanto non lo sia
tu.”
“Da quando patteggi con
i vampiri? Non eravamo alleati noi due?”
“Sì John, lo siamo
ancora. Ma di Isobel non mi fido, di una madre che abbandona spudoratamente la
figlia non mi fiderei mai.” Sentenziò a denti stretti. Capendo di essere andata
oltre sul personale, proseguì velocemente: “E il tuo piano fa acqua da tutte le
parti.”
“E invece riporre la tua
fiducia in Elijah è una mossa stupida!!”
Briony fu dispiaciuta per quella risposta
perché simili frasi andavano a minare la sua sicurezza e anche perché non
voleva far arrabbiare l’amico.
Decise quindi di farlo
ragionare: “John senti facciamo come ha detto lui… il
sacrificio avverrà e nessuno di noi si farà male. Elijah può sconfiggerlo..”
“Sì sì Elijah è la
vostra arma segreta! Ma non mi fido! Ti devo forse ricordare che il suo piano
iniziale era sacrificare Elena senza fare tante storie?”
“Sì me l’ha detto ma ora
il piano è cambiato... ci ha dato la sua parola.”
“Ti fidi davvero delle
parole di un vampiro? Le loro promesse non valgono nulla!”
“E Isobel allora?? E lo
stesso Stefan che rimane qui accanto alla doppelganger nonostante rischi direttamente la pelle?”
“Vedo che così non andiamo
da nessuna parte… ci vediamo al pranzo
dei Lockwood. Elena deve accettare l’assegno per
la fondazione della società storica di sua madre.”
“Mi prometti che fino ad
allora non farai niente di stupido?” lo avvertì Briony.
“E tu mi prometti di non
coinvolgere il tuo amico Originario? Per l’amor del cielo Briony!
Sei una Forbes.”
<< E questo che
significa? >> Ma Briony non disse niente a
parole e si limitò a guardare l’amico. Non poteva promettere una cosa simile.
Aveva già in mente di avvisare Elijah del ritorno di Isobel, perché poteva
interferire con il suo piano o sentirsi tradito da loro.
La questione si stava
notevolmente complicando.
Abbassò lo sguardo senza
rispondere.
“Fai come ti ho detto.”
rispose serio John andandosene.
Doveva davvero seguire
l’intuito di John? Era stata una stupida a fidarsi di Elijah e degli altri
vampiri?
Vampiri che non avevano
tentennato ad aggredirla… la testa le stava
scoppiando.
Pregò il Signore di non
vedere Elijah quel giorno. Non sarebbe riuscita a non dirgli la verità se se lo
fosse trovato davanti.
Il suo sguardo
inquisitore l’avrebbe fatta sicuramente vacillare.
Cosa mai avrebbe potuto
fare lei in una situazione così? Nell’ultimo anno aveva pregato ogni notte di
non incontrare più vampiri. La storia con Ivan l’aveva profondamente ferita e
per poco non ci aveva rimesso la pelle… Doveva
prendere una decisione. Subito.
Le feste dei Lockwood non erano cambiate di una virgola.
Sempre sfarzose.
Eleganti. Gli invitati erano sempre chic, mai fuori posto.
Tutte la gente in vista
di Mystic Falls era
presente.
Briony aveva indossato un tubino blu notte,
lungo sopra le ginocchia per l’occasione. Non voleva subire le occhiate
ridicole di Carol Lockwood mentre criticava
il suo abbigliamento.
Si era vestita apposta
per l’occasione.
Alla festa ovviamente
c’era anche Elena, che doveva ritirare un assegno per la fondazione di sua
madre, e Stefan.
Briony si avvicinò a loro. “Ehi ragazzi.
Avete novità?”
“No. Non abbiamo ancora
deciso” rispose Elena fredda.
<< Probabilmente
ce l’ha con me perché ho difeso suo padre. Bah, poco importa >>
pensò Briony.
“Tu che ne pensi?
Conoscevi Isobel prima di noi.” gli chiese Stefan in
tono gentile invece.
“Non così bene. Ha
frequentato per un po’ le superiori qui. Ma non eravamo nella stessa classe, io
ero appena agli inizi della scuola e lei invece stava per andare al college. E’
stato John a presentarmela.”
“Ok. Ti faremo sapere se
succede qualcosa”
<< Spero non
qualcosa di brutto. >>
Briony continuò a girare la casa. Era molto
lussuosa, Carol Lockwood poteva benissimo
permettersi di fare feste del genere.
Da piccola sognava di
poter vivere in una casa così perfetta, grande e lussuosa. Avrebbe attirato
l’attenzione di tutti. Ma dopo aver vissuto esperienze così drammatiche e
traumatiche, il solo desiderio di poter vivere in una casa del genere le sembrò
futile.
Intravide una ragazza
alta bionda con un vestito ovviamente rosso. Il suo preferito.
“Caroline ehi!”
La sorella si girò
sorpresa. << Non ci voleva. Come mai Briony è
qui? >> Si chiese preoccupata Caroline.
“Non mi avevi detto che
venivi.” le chiese divertita Briony.
“Uh Briony? Ciao… e io non
avevo idea che tu frequentassi ancora la casa dei Lockwood”
“John ha insistito che
venissi”
“Ah..” Caroline si
guardò intorno preoccupata. Non aveva ancora visto Matt e aveva paura che
saltasse fuori da un momento all’altro gridando a tutto il mondo che lei era un
vampiro.
“Ti vedo nervosa
Caroline. Cosa c’è?” le chiese Briony preoccupata
“Niente” la risposta
veloce della sorella le fece intuire che qualcosa non andava
“Riguarda l’arrivo della
madre naturale di Elena in città?”
“Ehm sì… non siamo sicuri se possiamo fidarci.” Caroline si
contorceva le mani nervosa. Doveva andarsene da lì.
“Vi capisco… Hai visto John per caso?”
“No mi dispiace.
Scusa sorellona ora devo andare. Ci
sentiamo dopo” E se ne andò senza neanche lasciare che lei la salutasse.
“Ok…” Briony pensò che il suo comportamento era molto
strano. Ma d’altronde chi non era strano in quella città? E oggi proprio non
poteva preoccuparsi dei problemi della sorella.
“Buongiorno.”
Briony all’improvviso sentì una voce
profonda alle sue spalle. La conosceva fin troppo bene e il suo corpo suo
malgrado si elettrizzò.
Si girò e vide davanti a
sé Elijah, ovviamente. Meraviglioso in smoking.
E fu come se fosse
passata una scarica elettrica tra di loro, nell'attimo in cui i loro occhi si
erano incontrati e si erano accorti di quanto splendida era la presenza l'uno
dell'altra. Una piacevole sorpresa. “Elijah… ciao.”
sussurrò lei con un fil di voce, completamente abbagliata dalla sua persona.
Elijah la guardò
attentamente, sempre comunque nella sua aurea di pacatezza, e disse: “Come
siamo eleganti oggi. Credevo non ti piacessero le feste di Carol Lockwood.”
“E credevo che tu non
amassi i ricevimenti noiosi.”
“Questo dipende dalla
compagnia.” Elijah le sorrise in modo affascinante.
"Oh e in mezzo
all'alta popolazione di Mystic Falls
ne hai trovata una di tuo gusto?" domandò Briony
curiosa senza nemmeno pensarci.
Elijah alzò il viso
imperscrutabile: "Può darsi... ma e' ancora un pò
presto per espormi. Solo nei casi rari lo faccio." E in mezzo a quel volto
impenetrabile, Briony scorse un leggero ma ambiguo
sorriso. << Quest’uomo è davvero un mistero. E’ difficile capire cosa
pensi o cosa gli interessi veramente. >> Pensò lei, avvertendo una scossa
elettrica trapassarle la schiena.
Briony per un attimo pensò a cosa avrebbe
provato se si sarebbe avvicinata a lui, se avesse perfino osato stringere quel
corpo statuario a sè, inspirato il suo dolore...
scosse la testa per scacciare quei frivoli pensieri e per appianare i battiti
del cuore che erano improvvisamente accelerati come mai avevano fatto. Si stava
facendo coinvolgere da Elijah a tal punto?
Cercò di tornare alla
realtà: “Elijah… devo dirti una cosa..” Briony si incupì, e anche Elijah divenne serio.
“Che succede?”
Briony lo trascinò da una parte senza farsi
vedere.
“Ci sono delle novità.
Non so se ti piaceranno o magari non ti importerà nemmeno, non lo so. Ma in
cuor mio pensavo dovessi saperlo..”
Elijah la guardò pronto
ad ascoltare, ma si materializzò vicino a loro John Gilbert.
“Briony.
Ti stavo cercando. Scusami Elijah ma devo prendere in prestito la tua dama di
compagnia per un secondo.” Gli fece un sorriso ovviamente finto
e prese Briony per un gomito. “Ah c’è
Elena che vuole parlarti immediatamente”.
“Veramente hai appena
interrotto una conversazione.” Gli disse Elijah freddo, non proprio
intenzionato ad allontanarsi.
“Che può essere
rimandata, non è vero Briony?” John la guardò in
un modo che non ammetteva repliche.
Briony restò zitta per qualche secondo ma
poi si arrese.
“Sì…”
Non osava guardare l’espressione di Elijah.
“Perfetto. Elijah
intanto le conviene andare da mia figlia che era molto agitata.” E senza
neanche attendere una risposta, John portò via in fretta e furia Briony in una camera al piano di sopra.
“Gilbert! Cosa ti salta
in testa?” gli urlò lei furiosa togliendo la sua presa dal braccio.
“Cosa salta in testa a
te vorrai dire! Stavi per fare la spia.” la accusò John
“Stavo solo facendo la
cosa giusta. Elijah ci può aiutare.”
“A cosa? A darci una
morte indolore!” John era davvero arrabbiato.
“Oddio John. La tua
persecuzione verso i vampiri è sbagliata! Non capisci che allontani Elena
sempre di più! O nel caso peggiore finirai morto sul pavimento della cucina se
non fai attenzione alla tua lingua lunga!”
“Sto solo facendo quello
che bisogna fare.” disse tagliente
“Davvero? E che cosa?
Aumentare ancor di più il pessimismo in città?” chiese Briony in
tono ironico
“Non ti capisco Briony. Tu più di tutti dovresti avercela con i vampiri.”
“Perché dici così…?” Gli chiese Briony facendosi preoccupata.
“Non fare finta di
niente. In fondo tu lo sai che devono morire tutti.”
“Perché? Perché qualcuno
li ha condannati a vivere questa eterna e infelice vita? Posso darti ragione su
alcuni vampiri che non hanno pietà nell’uccidere gli esseri umani, ma ce ne
sono alcuni che hanno rimasto in cuor loro un briciolo di umanità e che possono
fare del bene più di quanto noi comuni essere umani possiamo fare. Credimi John,
non sono così sprovveduta come tu pensi!”
“E da quando sei così
moralista?”
“Penso che non solo i
vampiri siano creature crudeli e meschine… e
se ci comportiamo come vuoi tu, diventeremo anche noi così… senza
cuore. E non voglio.” mormorò diventando seria.. malinconica.
“Stai vaneggiando. La
presenza di Elijah non ti fa affatto bene.”
Briony non replicò, pensando che la
presenza di Elijah in effetti la stava cambiando. In meglio o in peggio?
“Senti ora devo andare.
Fai la brava ti prego!”
“Non è vero che Elena
aveva bisogno di parlare con Elijah, vero?”
“Era un tentativo per
levarmelo dai piedi così potevo parlare con te.”
Briony non ne poteva più di quei discorsi e
gli disse in tono acido:
“Col tuo permesso ora
vorrei andare!”.
Ma non aspettò neanche
che lui fiatasse, che lei se ne era già andata.
In salotto intanto Elena
stava ringraziano i presenti per la donazione della fondazione di sua madre,
che per lei era molto importante.
Briony cercò Elijah tra la folla, ma non lo
vide purtroppo. Neanche Caroline c’era.
Il discorso di Elena
però fu interrotto. Sentirono un grande tonfo nell’altra sala, come se qualcosa
di molto pesante cadesse dalle scale.
Tutti andarono di corsa
a vedere. Stefan con la sua velocità andò
per primo.
Vicino alla rampa delle
scale, c’era John per terra.
Morto.
FINE CAPITOLO.
PS: Scusate per le
inesattezze della trama. Ho cambiato un po’ di cose perché mi piace il
personaggio di Isobel e volevo farla comparire nella fanfic anche
se in ordine temporale lei non dovrebbe esserci… spero
che il capitolo vi sia piaciuto!
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