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Autore: UgaRuga    14/11/2011    0 recensioni
"Quando più sento la tua assenza torno con il pensiero a quei giorni. Ti aspetto con ansia.
Sinceramente tua"
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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2 Oh ti prego no!

Oh ti prego no!

 

Terminate le poche scartoffie che si era prefissata di sistemare quel giorno si abbandona sulla sedia. Controlla qualche comunicato inter ufficio.

Lentamente posa lo sguardo verso la finestra magicamente modificata e ne scorge il tempo burrascoso che imperversa su tutta la città. Alcuni rumori di sottofondo si sentono dalle scrivanie dei colleghi. Percorre quei pochi passi che s può permettere di fare nel suo ufficio e si appoggia al contrafforte della piccola arcata. Guarda il cielo e si accoccola nel maglione pesante color porpora.

Gli manca terribilmente. Sente sempre una ferita aperta allo stomaco quando ci pensa. Sente lentamente un senso d’impotenza e di tristezza ma si scuote con forza. Passa le mani per scostare le lacrime e torna alla piccola tavola di legno.

Dalla porta si fa avanti la figura slanciata e possente di Neville. Rimane educatamente sulla porta e con l’indice picchietta contro la porta di legno che la stessa Hermione aveva lasciato aperta.

-È permesso?-

La mora allora si sporge per accogliere l’amico e si appoggia sull’angolo del legno scuro.

-Oh! Accomodati pure, Neville. Come stai?-

Il ragazzo asseconda le richieste di Hermione, siede su una piccola poltrona di legno e incrocia le gambe.

-Devo proprio dirlo. Non ho nulla da lamentarmi. Da quando è ricominciata la ricostruzione non mancano di certo le possibilità. Ho ricevuto più proposte ma sto ancora valutando. A dire il vero preferirei lavorare a contatto con le piante ma a riguardo non c’è poi tanta richiesta.-

Hermione si ravviva i capelli e si accomoda sull’altra sedia a fianco di Neville. Il quale si blocca per qualche istante, passa le mani sulla stoffa dei pantaloni scuri e fissa per un po’ Hermione. Pare abbia omesso qualcosa, ma sono pochi secondi. Subito dopo distoglie lo sguardo e porta alla ragazza i saluti della nonna.

-Grazie mille. Sei passato per farmi i saluti o c’è di più?-

Neville alle parole di Hermione alza lentamente il capo e la fissa con fare serio dritto negli occhi. D’istinto gli occhi corrono alla porta ancora aperta della stanza.

Cogliendo le intenzioni dell’uomo, Hermione si alza immediatamente e scatta a socchiudere la porta.

Neville allora si alza da dove stava accomodato e si avvicina ad Hermione, lo sguardo è quasi severo. Prende le mani della donna e le stringere. Vedendo tanta premura nei suoi confronti la donna pensa irrazionalmente a Ron. Oh no, oh ti prego no! Non è vero, non sta accadendo davvero.. Lui, Ronald..

Neville porta verso di sé e poi la spinge verso la sedia. La ragazza non resiste nemmeno a quello spostarsi. Sprofonda, pacatamente, sulla sedia e non distoglie lo sguardo dal moro.

-L’altro giorno, quando sono passato qui per delle pratiche per la nonna volevo passare a salutare Harry. Mi ero scordato che doveva ancora essere a quel convegno a Boston o New York che fosse.-

Si schiarisce la voce e inizia a passeggiare per il piccolo spazio dello studio.

-Ero, ero sovrappensiero e mi sono ritrovato all’ufficio Auror senza nemmeno accorgermene, quasi facevo cadere delle pratiche ad una ragazza quando l’ho riconosciuta non ci volevo credere. Mi ero appena scontrato con Hannah Abbot. Ti ricordi di lei?-

Seppur confusa Hermione, bianca in viso, accenna ad un piccolo assenso. Hannah era una ragazza molto timida ma anche tanto simpatica che era andata con loro ad Hogwarts.

-Beh ci siamo scambiati i soliti convenevoli. Ad un certo punto, non so nemmeno io come mai simo arrivati a parlare di quello Hannah mi ha spiegato che l’ufficio era sovraccarico di lavoro e nuove leve avrebbero fatto comodo. Io ho scherzato facendole notare che tanto oramai Voldemort era sconfitto, quindi il mio contributo l’avevo fatto. Ed è allora che Hannah mi ha detto: “Indubbiamente hai fatto molto per tutta la comunità, tutti voi. Anzi ogni tanto mi chiedo come trovino la forza di andare avanti a lavorare così tanto Harry, Ron e Semaus.”-

Hermione fissa allora stranita Neville e inclina il capo, gli occhi fissano un punto indeterminato sul pavimento ed inizia a meditare attentamente. L’amico allora le si siede accanto e guarda con fermezza la donna.

-Solo quando mi ha detto quello mi sono ricordato che Harry doveva aver una conferenza. Hanna pure deve essersi accorta di avermi detto qualcosa che non andava e si è dileguata piuttosto in fretta.-

In quell’istante Hermione si porta una mano alla bocca e salta in aria, in sussulto.

-Hai sentito ultimamente Semaus?-

-No, a dire il vero ma Ginny deve avermene parlato. Doveva lavorare in un negozio babbano, poco lontano da qui.-

-Per la barba di merlino! Cosa avranno combinato quei tre?-

Neville fa spallucce. Si volta nuovamente verso la porta chiusa.

-Ho pensato che tu saresti la più affidabile e soprattutto, diciamolo “giochi in casa”-

I due ridacchiano e allora Hermione si va accomodare alla scrivania. Punta i gomiti sulla struttura in legno e incrocia le  dita con fare pensieroso. Nel silenzio più totale si sente solo più il vociare di sottofondo fuori da quelle quattro mura.

-Dobbiamo parlare con Fiona.-

Allora Neville torna triste e sbuffa.

-No, l’ho già incontrata. È una strega e poi magari, magari non è nulla, forse mi sono sbagliato io.-

-No, lo sappiamo entrambi che non è così.-

Torna a calare il silenzio. Hermione cerca di smettere d’immaginarsi i suoi amici e Ronald nelle peggiori situazioni. Dannazione! Ronald, e mi scrivevi di Quiddich, magari.. Ma!

Improvvisamente Hermione s’illumina. Fissa con enormi occhioni marroni Neville e poi si alza in piedi e cerca alcuni fogli nel cassetto.

-Ma certamente. So cosa fare.-

-Davvero? Splendido! Che cosa?-

Hermione però non sta più pensando ad altro. Porge i fogli all’amico ed infila il giaccone invernale.

-Ora devi fare un favore. Questi fogli li consegni a Demetra, scrivania terza partendo dalla porta di servizio. Le dici che sono corsa via per qualche motivo, non so.. Inventa!-

Il ragazzo pare interdetto, poco prima di dileguarsi la ragazza ritorna sui suoi passi e punta l’amico con l’indice minaccioso.

-Tu, tu fatti trovare alla “Testa di Porco” questa sera. Non più tardi delle sette.-

  
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