Sinceramente
tua
Leggendo qualche foglio allontana
da se il volantino e lo posa sul tavolo sgangherato di legno logoro. Si
dondola sulla sedia e inspira a fondo mentre con gli occhi chiari esamina
l’ambiente desolato e freddo che si vede dalla piccola finestra. Sentendosi
sempre più fiacco da un’ultima occhiata al paesaggio esterno e poi si volta
nuovamente verso l’interno di quella piccola bettola.
I due ragazzi si guardano per
qualche secondo poi il fulvo si passa le mani sul viso stropicciandosi gli
occhi e sospira stanco.
Harry allora si arruffa i capelli
scuri e riapre una cartina giallognola e usurata. I due si avvicinano e
consultano il pezzo di carta con attenzione. Harry indica all’amico due posti
vicino ad una struttura torreggiante.
-Il Dracone ci aspetta qui e poi,
raccolto gli altri penso sia più saggio aspettare arrivi la sera. Col senno di
poi dovremmo riunirci con gli Gnomi Rossi.-
Arrivato a quel punto il ragazzo
tace e allora l’amico sorseggia qualche goccia di burrobirra e conclude per lui
il discorso.
-Dobbiamo andare a riposarci ora,
a breve questo posto sarà pieno di marmaglia e allora dovremmo levare le tende
e di corsa.-
I due amici si congedano salendo
una stretta scaletta a chiocciola cigolante e con qualche parte mancante. Nel
corridoio Harry svolta nella porta a destra mentre Ron apre quella in fronte
alla sua.
Su un tavolo malconcio poggia
calamaio e pergamena e accende le luci nella stanza. Si trattiene solo qualche
secondo a guardare nuovamente il paesaggio e poi si accomoda sulla sedia.
Scrivere lo rende sempre un po’ nervoso. Passa una mano sui capelli fulvi e
prende la piuma.
“Cara, no, Carissima, no..
Ciao, per la miseria!”
Non riesce proprio a scrivere.
Prende la valigia ed estrae alcune lettere vecchie, lei sì che sa scrivere.
Rilegge quella che gli aveva mandato per gufo qualche settimana prima.
“Carissimo Ronald,
Come
va? Immagino che anche tu abbia notato quanto il freddo abbia circondato un po’
tutta l’Inghilterra. Del resto ho sempre trovato futile perpetuare il discorso
sul tempo per parlare di qualcosa. Certo non è un argomento da sottovalutare ma
ormai si tratta di un cliché.
Insomma
non era il tempo quello che più mi premeva di scriverti. Come mi avevi chiesto ho
cercato gli ultimi articoli che parlano dei tuoi amati Chudley Cannons, anche
se sono quasi certa che i giornali sportivi li vendano anche in Italia. Al
Ministero c’è sempre il solito traffico, il lavoro certo abbonda ma non sai
quanti casi civili mi siano già capitati fra le mani. Sublime direi.
La
nota dolente è che con questo lavoro riesco a malapena a vedermi con Luna e
Neville. Harry è scomparso a New York per delle super conferenze di respiro
internazionale e ogni tanto mi manda brevissime lettere su come stanno
procedendo le cose. Ma di Harry certo non dovrei parlarti perché immagino
abbiate una corrispondenza molto più fitta di quanto lui l’abbia con me.
Quasi
dimenticavo! L’altro giorno sono passata da tua madre per portare alcune
pratiche per l’ufficio e gentilmente sono stata invitata a Natale da voi. I
miei cari genitori hanno programmato per dicembre un bel viaggio in Australia a
salutare alcuni amici, quindi penso proprio accetterò. Spererei caldamente che
per allora tu sia già tornato dal tuo lavoro con le succursali del negozio.
Anzi, per voler essere veramente sincera, non penso riuscirò ad aspettare
ancora per l’intero mese. Quando più sento la tua assenza torno con il pensiero
a quei giorni. Ti aspetto con ansia.
Sinceramente
tua
H.
”
-Oh ‘Mione..-
Con aria sconsolata Ron torna ad
osservare qualcosa d’indefinito nella stanza. Senza rendersene conto si ritrova
a bussare alla porta dell’amico e poi entra senza aspettare la risposta.
Harry è accucciato, con una
coperta beige sulle gambe, alla finestra con viso serio e sconsolato. Alla
vista dell’amico di sempre sorride per pochi attimi.
Ron si siede al fondo del letto e
si appoggia sulle gambe con le braccia forzute.
Il ragazzo più famoso del mondo
magico esamina l’amico con fare corrucciato.
-Che ti succede?-
Ron si schiarisce la voce e
guarda una tegola del pavimento di legno.
-Stavo, stavo rileggendo una
lettera di Hermione di qualche giorno fa.-
-Hermione, mi manca tanto. Con
lei probabilmente saremmo già sulle scope del ritorno.-
I due amici ridacchiano.
-Mi sento malissimo a mentirle.
Ma, ma no. Al Ministero fa qualcosa che le piace e che la gratifica.-
Harry si alza e lancia la coperta
addosso all’amico.
-Non ti preoccupare. Andrà tutto bene.
E poi chissà poi magari andremo veramente una volta dove le abbiamo detto.
Piuttosto hai sentito tua sorella?-
Ron si lascia sprofondare sul
letto matrimoniale e Harry lo imita a qualche centimetro di distanza.
-Tempo fa mi aveva scritto che
non aveva un secondo libero perché la nuova insegnante di Difesa è una vera
arpia, peggio di Malocchio.-
-Le ho mandato una lettera, sai?-
A quelle parole Ron alza il viso
rosso pieno d’imbarazzo e disagio. Harry pare non accorgersene e continua a
parlare.
-Le ho chiesto di raccontarmi
qualcosa e che mi mancava tanto. Ma non mi è ancora arrivato il suo gufo in
risposta.-
Ron annaspa. Dopotutto per sua
sorella forse il suo migliore amico è il partito migliore ma ancora non riesce
a immaginarsi un possibile rapporto “maturo” per il bel rosso Weasley.
-Beh, arriverà.. E comunque il
viaggio è lungo fino a qui. Non trovi?-
Harry sorride, spera tanto che il suo amico abbia
ragione.