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Autore: Giuggia89    22/03/2004    1 recensioni
Immaginate di stare tranquillamente cenando a casa vostra quando un uomo incappucciato vestito di nero compare improvvisamente nella vostra cucina, schianta i vostri genitori e vi porta via di peso, continuando ad affermare di essere vostro padre, portandovi in un mondo che fino a poco tempo prima credevate fosse solo lo sfondo per un romanzo fantastico. Come vi sentireste?! Questo è quello che succede a Katheleen, la mia protagonista, alle prese con una avventura che la catapulterà in un mondo nuovo, dove dovrà decidere cose conta di più per lei: l’amore per suo padre o l’amicizia dei suoi amici? Il trono di un mondo di buio in guerra o una vita insieme alla gente che ama in un modo di pace? Aspetto miliardi di commenti!!! Legette e fatemi sapere che ne dite! Ps: direi che è anche piuttosto OOC! Anzi...secondo me direi anche molto!Baci
Genere: Avventura, Commedia, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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2°CAPITOLO: CHIACCHIERE A VILLA MALFOY

2°CAPITOLO: CHIACCHIERE A VILLA MALFOY

 

“Ma perché non posso tornare a trovare i miei genitori?!” Sbuffo io, irritata dal comportamento di mio padre.

Perché no punto e basta! Non voglio che tu torni da quegli idioti di babbani! …Tu avrai anche conosciuto il lato buono di me, ma sappi che quello non è il lato che di solito uso di me stesso! Sei mia figlia e ti voglio un immenso bene, ma questo non vuol dire che, se necessario, io non possa prendere provvedimenti per la tua educazione! Ora fila in camera a preparare la valigie o ti farò assaggiare anche il mio lato Oscuro!” Mi minaccia lui puntandomi la bacchetta contro.

“Non è giusto! E poi sei sleale: io non ho la bacchetta e non posso neanche difendermi.”Esclamo io puntando i piedi.

Lui comincia a ridere.

“Puff…a anche se avessi la bacchetta cosa crederesti da fare?! E poi ricordati che la slealtà è una delle armi migliori per vincere la partita…in tutti i campi! Questa è la mia prima lezione, ricordatela.”

“A me hanno insegnato il contrario.” Affermo io con testardaggine.

“Bene, e io ti insegno così. E vedi di imparare in fretta se vuoi diventare veramente qualcuno che conta!”

“Come sei viscido. Mi fai veramente schifo. Minacci le persone che non si possono difendere e vai contro le norme di gentilezza basilari. E comunque sarò anche ambiziosa e tutto quello che vuoi, ma non sono di certo il tipo che sfrutta i deboli per raggiungere i suoi scopi, come hai fatto tu con Minus, ad esempio! Se voglio raggiungere un obbiettivo lo faccio in modo onesto!” Rispondo io, scaldandomi.

“L’onestà non è quasi mai la via giusta per raggiungere gli obbiettivi e il potere.

“Continuo a non essere d’accordo!”

Se vuoi ti aiuto io…” Mi dice, puntandomi contro la bacchetta.

Nei suoi occhi leggo la determinazione. Mi mordo un labbro e cerco di reprimere gli istinti omicidi che sento nascere in me in quel momento, anche perché sicuramente non avrei la meglio.

“Bene, vedo che hai capito il concetto. Ora evita di replicare e fila a prepararti!”

Esco dalla porta velocemente, anche se sono particolarmente infuriata.

Appena entro nella camera trovo Draco, Mathew e Pansy seduti sul letto, in attesa.

“Finalmente! Ce ne hai messo di tempo…Ciao Pansy, noi andiamo!” Draco e Mathew si alzano dal letto salutando la ragazza e mi vengono incontro.

Usciamo dalla stanza e finalmente arriviamo nella grande sala da pranzo della sera prima dove, davanti al comino, ci aspettano i coniugi Malfoy.

Prendo un po’ di polvere magica e dopo qualche minuto mi ritrovo nel grande salotto della villa Malfoy.

“Allora, che ne dici se ti faccio fare un giro della casa?” Suggerisce Draco mentre Mathew corre velocemente fuori dalla stanza.

“Ok…anche perché purtroppo dovrò vivere con voi per molto tempo. Borbotto io, un po’ scocciata.

“Certo che sei odiosa. Io ho provato a essere gentile ma tu proprio non ne vuoi sapere, vero? Ma per quale motivo ti stiamo tanto antipatici?!” Sbuffa lui mentre usciamo dalla stanza, diretti in quella di fronte.

“Scusa un po’, tu come ti sentiresti se fino a ieri vivessi in una famigliola felice di babbani senza preoccupazioni gravi e una normalissima vita e così, da un momento all’altro, compare un brutto uomo vestito di nero nella tua cucina mentre stai tranquillamente cenando e prima schianta i tuoi genitori e poi ti rapisce?! Ti porta in un grande castello dove si congela e ti presenta persone a te estranee dicendoti che sono la tua famiglia e poi scopri che il quello che fino a due giorni prima pensavi fosse solo un bel racconto di narrativa per ragazzi invece è la realtà pura e semplice e tu per giunta sei la figlia del mago più potente e più cattivo mai esistito sulla terra?!” Sbotto io, sfogandomi.

“Come la fai lunga! Possibile che tu non sapessi niente?! Ma scusa un po’, sei pur sempre la figlia di un mago e hai dei poteri, come è possibile che tu non te ne sia mai accorta?!” Ribatte lui mentre apre la porta della sala da pranzo.

“Beh…a volte mi succedevano cose strane, ma mai e poi mai la mia mente, per quanto folle possa essere, si è andata a sognare che io potessi anche lontanamente una strega!” Sbuffo io in risposta.

Comunque quello stupidissimo libro è odioso! L’ho letto ed è veramente una distorsione pazzesca della realtà! Oltre che a descrivermi come un idiota antipatico descrive la vita a scuola in modo…come dire, talmente irreale! E poi Potter non è questo gran santo…Io e lui siamo nemici da sempre, e questo è vero, ma non capisco perché la figura dello stronzo la devo fare sempre io mentre lui è sempre il povero santerello che viene provocato!” Accusa lui, arrabbiato e offeso.

“Beh, a me sembra che anche tu la faccia lunga...comunque di questi libri posso prendere quelli che voglio?” Chiedo mentre osservo gli scaffali pieni zeppi di libri della biblioteca dove siamo appena entrati.

“Certo, puoi prendere quello che vuoi, se proprio hai la folle idea di voler leggere questo pesantissimi mattoni!” Mi risponde lui non curante.

Dopo una mezz’oretta finalmente abbiamo finito di girare per la casa: mi ha portato ovunque, dalla biblioteca alla cucina, dal salotto alle stalle dove alloggiano bellissimi cavalli.

Infine ci fermiamo davanti alle tre rimanenti porte del quarto piano, l’ultimo.

“Bene, questa a sinistra è la camera mia e di Mathew mentre la tua è quella li. Questa in mezzo invece è la porta del bagno. Mi spiega lui.

Mi apre la porta della mia camera e la stanza che mi appare davanti è un sogno: Gigantesca, più o meno il doppio della mia vecchia stanza, se non di più.

Al centro si torva un piccolo rialzo dove si accede per mezzo di tre scalini, dove è situato un meraviglioso letto a baldacchino di noce, con meravigliose coperte di raso e lino.

Dietro una grande finestra illumina vivacemente la stanza mentre la parete alla mia sinistra è occupata interamente da un enorme armadio a muro, anch’esso di noce.

Noto che le mie cose, o per lo meno quelle che lo sono diventate da poco, sono state diligentemente messe a posto dagli elfi domestici.

Sulla parete alla mia destra invece si trova una grande scrivania e una libreria molto carina, anche se semi vuota.

Mentre ammiro la stanza, estasiata, dietro di noi compare Mat, che mi riporta alla realtà.

“Ti è piaciuta la casa? Scusate se me ne sono andato, ma dovevo assolutamente spedire un gufo…”

“A si?! E a chi?!” Chiede Draco, malizioso.

“Non credo che siano affari tuoi, ma se proprio lo vuoi sapere a un mio amico.”

“Siamo sicuri che sia unamico’? Non è che forse ci dovresti mettere una A finale?!

“No, Mr-volgio-sempre-ficcarmi-nei-cazzi-altrui…volevo proprio dire ‘amico’ con la O finale. È inutile che cerchi di scoprire se ho una ragazza!” Ridacchia Mat.

“Va , io c’ho provato.” Dice ad alta voce mentre poi mi sussurra all’orecchio, strizzandomi l’occhio. “E’ meglio stare attenti…non si sa mai che abbia strani gusti!”

“Smettila Dar, ti ho sentito benissimo!” Lo rimprovera lui, ridendo.

E va bene! Mi hai scoperto! Ora però che si fa?!” Chiede Draco, alzando la mani in segno di resa.

“Non so, voi che proponete?” Chiede Mat, rivolto più che altro a me.

“Beh, non so. Voi sembrate conoscermi bene, io però non conosco voi…o meglio, Draco vagamente si, anche se continua a smentire quello che io affermo. Quindi a me piacerebbe fare due chiacchiere con voi, ma se avete altro di meglio da fare…”Faccio spallucce.

“Per me va bene.”

Scendiamo giù dalle scale e ci accomodiamo in uno dei tanti salotti di Casa Malfoy.

“Bene, cominciamo. Una domanda per uno.” Asserisce Draco.

“La cosa non mi sembra molto giusta! Dubito che voi due vi farete domande fra di voi, quindi io ho diritto a due domande!” Esclamo io, infantilmente.

“Che pizza che sei! E va bene, due domande per te e una a testa per noi! Come si fa a dire di no a quei begli occhioni blu!” Esclama Draco rivolto a Mat, che annuisce ridendo.

“Comincio io: vediamo…Tu sei mio fratello, giusto? Ma a non vai a Hogwarts, giusto?! E allora dove vai?!

“Eh no! Queste sono tre domande!” Mi rimprovera Dar.

Uff…come la fai lunga! Alla fine la domanda è una sola!” Sbuffo io.

“Ok…Per questa volta te la diamo buona. Comunque si, io sono tuo fratello, più o meno, e non vado a Hogwarts, o meglio, non ci andavo. Andavo a Dumstrang ma quest’anno frequenterò con voi Hogwarts.”

“Bene, ora tocca a me: sei mai stata fidanzata?” Mi chiede Draco.

“Ehi! Ma questa è una domanda sleale! Non centra con l’argomento!” Ribatto io.

“E che me ne frega a me, scusa?! Non abbiamo stabilito un argomento!” Sorride lui, sornione.

“E io comunque non sono tenuta a risponderti!”

E invece si!”

E smettetela! …Su, Mar, rispondi! Non ti costa tanto, no?” Sbuffa Mat.

“Cos’è tutta questa confidenza?! Non solo non mi chiami con il mio nome, ma in più lo abbrevi amichevolmente! Tutta sta storia non mi piace ma comunque, caro Dar, si, sono stata fidanzata. Tocca a te Mat…”

Anche tu ti stai prendendo parecchio confidenze! E comunque perché dici che non è il tuo nome?”

Perché io mi chiamo Katheleen, ma nessuno se lo vuol far entrare in testa! Ora tocca a me: Dar, tu avevi accennato al fatto che la vita ad Hogwarts non è come la descrive la Rowling…perché non mi racconti qualcosa?”

“Ehi, non è valido! Questa domanda comporta una risposta lunghissima!” Esclama lui, contrariato.

E che me ne frega a me? Non abbiamo stabilito limiti di tempo, no? E poi io non devo andare da nessuna parte, e credo nemmeno lui, quindi…” Dico io mettendomi distesa sul divano, come a accentuare il fatto che sono disposta a perdere molto tempo.

“La prossima volta dobbiamo stabilire delle regole più precise…comunque non ho idea da dove cominciare! Ci sono mille cose!”

Anche a me interessa la cosa. Racconta, dai!” Anche Mat si stravacca sulla poltrona dove è seduto, segno che sta aspettando una risposta esauriente.

Uff…ad esempio non è vero che quello scemo di Potter è un saterellone tutto casa e chiesa!”

“Questo me l’hai già detto! Vogliamo i particolari!” Premo io.

“Beh…l’ambiente che descrive la Rowling è un ambiente stile favola, dove tutti se ne tornano nelle loro camerette belli felici alle nove di sera e cavolate del genere! Anche la storia di Potter con quella stupida della Chang…Non è mica stata una cosa tanto casta!” Detto questo si volta verso Mat, che sta ridendo sotto i baffi, probabilmente in conoscenza di qualcosa.

E dimmi, allora!”

“Beh…si mormora che siano stati trovati da un Tassorosso in atteggiamenti…come dire, compromettenti nell’Aula di Astronomia una sera…” Ridacchia.

Comunque i professori non sono poi tutti così come vengono descritti! Piton ad esempio non è così odioso nei confronti dei Grifondoro e di Harry…E Harry non è come lo si descrive…diciamo che è più come viene descritto suo padre: quando vuole sa essere veramente odioso e arrogante. Questo ovviamente non vuol dire che sia uno che si vuole a tutti costo mettere in mostra, per lo meno non molto, però spesso fa delle grandi scenate, tanto per farsi notare.”

“Parli come quell’idiota della Skretcher!”

“Ecco! Hai nominato una delle persone che hanno la mia stima più completa. Quella si che è una giornalista! Comunque ammetto che ha un po’ esagerato, anche se c’era andata vicina.”

“Ecco, queste sono le cose per cui mi viene da odiarti!” Mi imbroncio io.

E dai! Tu non hai conosciuto questa gente veramente e quindi non puoi giudicare solo perché una pazza ti ha messo in testa una versione dei fatti del tutto irreale, tranne che per lei e Silente. E poi lei era ovvio che doveva descrivere Harry come un eroe buono e coraggioso…Che storia sarebbe se il protagonista non è un eroe ma un povero ragazzino rimasto orfano arrabbiato con il mondo che non fa altro che pensare a come uccidere il bastardo che ha fatto fuori i suoi genitori?! Non ci sarebbe la giusta morale. Non sarebbe una storia che venderebbe molto. Credi che fra lui e tuo padre ci passi molto? Io non direi…la pappa è la stessa, anche se Harry ha deciso di prendere un’altra strada. Mi spiega lui, convinto, ma non riuscendo  a convincere me.

“Io non sono convinta. Comunque lo conoscerò e giudicherò da me…”

“Bene, ora tocca a me…Chi era questo famoso fidanzato?! 

“Mamma mia come sei insistente! Non sono cavoli tuoi!” Sbuffo io.

“Invece lo sono! Eddai! Che ti costa?!

“Si chiamava Jason…era un normalissimo ragazzo babbano molto carino con cui andavo molto d’accordo…Felice?!” Mi irrita lo sguardo beffardo con cui mi sta fissando.

“Non sono ancora contento, ma vorrà dire che aspetterò il prossimo giro.

“Bene. Io invece sarò più discreto e ti chiederò se avevi fratelli…” Sorride Mat.

“Si, ho un fratello. Ha quasi trent’anni ed è sposato. Io invece ti chiedo se tu sapevi che tuo padre era Voldemort…”

Si, lo sapevo. E la cosa non mi ha mai dato fastidio più di tanto.

“Io invece ti chiedo per quanto tempo siete stati insieme.

E basta! Mi vuoi fare domande un po’ più normali! Comunque per circa sei o sette mesi, non ricordo.”

“La mia domanda è: Maharet, ti sei accorta che ci sta spudoratamente provando con te?!

Draco scoppia a ridere e io pure.

“Beh, come modo per provarci è un po’ idiota, perché si sta facendo odiare! Comunque, da quello che ho capito, tu non devi sposarti con Pansy?!”

Si incupisce.

“Si…ma per favore evita di ricordarmelo. Le nostre famiglie hanno deciso da anni di farci sposare. Noi siamo nati e cresciuti insieme e siamo molto amici, ma non vogliamo sposarci. Per fortuna che lei è d’accordo con me, se no sai che scocciatura! Dovrei pure tradirla di nascosto!” Ride con tono ironico, cercando di nascondere la tristezza.

“Ma scusa un po’, non potete dire hai vostri genitori che non volete sposarvi?!

“L’abbiamo fatto, ma non gliene importa niente. Anche i loro matrimoni sono stati combinati da quando sono nati, e per questo la ritengono una cosa giusta e normale. Vogliono che la stirpe delle famiglie di Purosangue continui…ormai di maghi Purosangue ce ne sono veramente pochissimi. Sbuffa lui, sconsolato. “Ora comunque tocca di nuovo a me! Questo Jason…che tipo è?! È carino? Simpatico?” Mi chiede, tornando sul tono beffardo.

Si, lo era.”

Perché non ci racconti un po’ la tua vita babbana com’era? Cosa facevi? E’ tanto diverso il mondo babbano?! Sai, noi non sappiamo molto.”

“Queste sono tre domande, a dir la verità, comunque la vita è uguale alla vostra, solo che è, come dire, meno magica!” Sorrido. “Vivevo con la mia famiglia, andavo a scuola e uscivo il pomeriggio con i miei amici…niente di che! Voi invece come lo passate il tempo libero?! Non mi sembra abbiate molti svaghi!”

“Come non abbiamo molti svaghi!?! Non hai visto proprio niente fin ora! Possiamo giocare a Quidditch, giocare a scacchi, fare duelli magici e cose così! Se mai siete voi che non ho idea di cosa possiate fare…”

Sto per rispondere ma Draco mi interrompe.

“Eh no! Prima tocca a me! Quella è la sua domanda e rispondi dopo…prima voglio sapere come mai quando parli di Jason parli sempre al passato…Cos’è, ha fatto una brutta fine?!” Ridacchia.

“Ah, ah, ah…molto divertente! No, parlo al passato perché non ci parliamo da secoli e così mi viene da considerarlo al passato! Per te invece, noi abbiamo molti divertimenti! Possiamo giocare anche noi a scacchi, cosa credi?! Anche se non ci gioca nessuno…è considerata una cosa piuttosto noiosa. Di solito passiamo il tempo a guardare la Tv e giocare al computer, per lo meno parlo da parte mia!”

“Tv!? Computer?! E che cosa sono?!

“Eh basta! Bisogna rispettare i turni! Tocca a te, Maharet!”

“Volevo chiedervi se mi potete insegnare a giocare a Quidditch…ci terrei molto!”

“Certo che si! …ma tu sei ancora innamorata di Jason?!

“Mamma mia che rottura! No, non più. La tv e il computer sono oggetti elettronici…non so come spiegarti cosa sono, dovresti vederli! Magari un giorno te li faccio vedere…Ma quando voi fate magie, non venite convocati dal Ministero della Magia?!”

Cosa?! Puff…certo che no! Non noi, per lo meno. Solo i ragazzi che vivono in famiglie Babbane solitamente. Poi dipende, a volte anche noi, ma se siamo in casa no…Comunque l’espressione ‘fare magie’ fa veramente ridere…se puoi evitare di usarla è meglio perché se no va a finire che muoio dalle risate!” Sghignazza lui.

E dai, poverina! Comunque mi interessa questa cosa! Cosa intendi peroggetti elettronici’?”

“Intendo oggetti che funzionano per mezzo dell’elettricità…in poche parole si nutrono di energia elettrica per funzionare…l’energia elettrica è…beh, non so come spiegartelo…Comunque è una energia della materia.”

“Wow! Mi sembra interessante, anche se non ho ancora capito bene cosa significhi…”

“Come mai tu e Jason vi siete mollati?”

“Non ne posso più! Ci siamo mollati perché lui stava diventando veramente odioso! Non potevo mai uscire con le mie amiche perché voleva che stessi sempre con lui, ecc…e poi si comportava da idiota e io non avevo più voglia di stare con lui. E poi non ero più innamorata. Punto e basta, sei soddisfatto?!

“Non ancora del tutto, però mi accontenterò…”Mugugna lui.

La porta si apre e da dietro di essa spunta la testa di un piccolo elfo domestico.

“Signorino, mi dispiace disturbare lei, ma Suo padre mi ha detto di avvisare Lei e i suoi amici che la cena è pronta. Biascica, inchinandosi.

“Bene, grazie Kaymahan, arriviamo subito.

L’elfo esce subito dalla porta richiudendola dietro di se, non senza prima aver fatto un enorme inchino.

“Poverino, quell’elfo è vecchissimo. Mio padre vuole sbarazzarsene perché dice che non serve più a niente e combina solo pasticci. Mi dispiace un po’, è sempre vissuto con noi e mi dispiace che se ne vada. La mia infanzia è passata con lui…” Borbotta Draco sconsolato, alzandosi.

“Ehi! Posso tenerlo io?! Mi sembra tanto carino!” Squittisco io, felice.

“Per me…chiedilo a mio padre!”

Che bello! Lo potrei portare ai miei genitori! Chissà come sarebbe felice mia mamma!” Sorrido io, persa nei miei pensieri, mentre ci dirigiamo verso la Sala da Pranzo.

 

***********************

 

Cosa ne pensate della discussione fra i ragazzi?! Piaciuta?! A me è sembrata divertente, ma, essendo l’autrice, era anche abbastanza ovvio! ^__^

Bene…aspetto con ansia vostri commenti e critiche per migliorare…Bacioni!

 

  
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