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Aveva cercato di avvicinarlesi, ma si era irrigidita non appena lo aveva visto muoversi, ed allora si era bloccato, memore della precedente esperienza. Forse doveva semplicemente lasciare che fosse lei a stabilire il modo, ma soprattutto i tempi - anche se aspettare non era mai stato il suo forte.
Per questa volta, solo in questo caso, valeva la pena di tirare fuori tutta la pazienza di cui era in possesso, per quanto poca fosse, per permetterle di gestire questa bizzarra situazione, anche perché lui proprio non aveva idea di come comportarsi.
Così aveva deciso di rimanere accanto alla sua auto, e lei, finalmente, si era decisa ad andargli incontro, almeno finché lui aveva commesso l'ennesimo errore: le aveva parlato.
Una semplice domanda, senza troppe pretese in verità - che a lui peraltro era sembrata del tutto comprensibile, date le circostanze. Ma lei lo aveva guardato confusa, e poi gli aveva fatto capire, a gesti, che non riusciva a sentire la sua voce, e per chiarire il concetto gli aveva dimostrato che nemmeno lui poteva udire la sua.
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Sembrava dispiaciuto; quando gli aveva parlato, per mostrargli che, almeno per il momento, non potevano sentire l'uno la voce dell'altra, lui l'aveva guardata con un po' di delusione. O era tristezza?
Poi, inaspettatamente, le era andato incontro, e lei non aveva trovato né il tempo né il modo di fermarlo quando aveva cercato di posarle una mano sul braccio, incontrando solo aria. La sua espressione, inorridita, aveva avuto la durata di due, forse tre secondi, ma era bastata a darle la misura di quanto fosse disorientato in quel momento.
La cosa peggiore era che lei avrebbe voluto poterlo consolare, ma non le era possibile perché non poteva parlargli né tanto meno stringerlo fra le braccia, ed in quel momento si sentiva non solo inutile, ma addirittura dannosa.
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Stava cominciando a domandarsi se non fosse per caso impazzito, o se si trattasse solo la stanchezza accumulata negli ultimi tempi a giocargli scherzi pericolosi. Forse avrebbe fatto meglio a farsi vedere da uno specialista, prima che la situazione degenerasse ulteriormente.
Mentre rifletteva in questi termini, la donna che gli stava di fronte, o meglio, l'ombra della donna, forse perfino l'allucinazione della donna - non poteva stabilirlo con certezza - aveva appena allungato una mano verso di lui, fermandosi poco prima di incontrare la sua pelle e mimando il gesto di accarezzargli una guancia.
Sarebbe stato tutto più facile se fosse semplicemente risalito in auto, mandando al diavolo lo stress e le visioni, per andare a farsi una dormita. Ma scappare ora? Tutto sommato non credeva che sarebbe servito, e poi da quegli occhi verdi erano appena rotolate giù alcune lacrime, e pensare di mollare lì una donna, reale o immaginaria che fosse, che stava piangendo, gli risultava del tutto inaccettabile...