Pericolo Imminente
+ Awakening
+
Temevo di non riuscire più a tornare su questa vecchia fic… Ma
finalmente, dopo più di sei mesi, ce l’ho fatta e ho trovato il tempo per
scrivere…^^ Oddio, rileggendola mi rendo conto di come scrivessi in modo
diverso (argh!), rispetto le ultime storie… -___- Ma
non mi va di sistemarla… Mi piace lasciarla così com’è, per ricordare i miei
‘vecchi’ modi di scrivere… Ciò che volevo era solo proseguirla, portandola
sempre più vicino alla ormai incombente conclusione… Non mi va di lasciare le
cose a metà… Credo che quando si inizia un lavoro sia bene portarlo anche a
termine…^^ Approfittandone per
ringraziare tutte coloro che avevano commentato fino allo scorso capitolo, vi
auguro una buona lettura… Un bacio…!
…uuaaaaauummm..
…eeeerrreeee..?
…Òòòuuuummmmuuaaaazieeennnnn…
Ommmmuuòòòòi…
Aaannnnmmaaaai?...
Nnnnnòòòuuummmm…
Le voci giungono alle sue orecchie confuse, lontane, sovrastate da un
profondo silenzio surreale.
Si sente terribilmente stanco, fatica pure a respirare. Ammesso sia respiro, quello.
Provare a muovere le dita delle mani si rivela un’inutile tentativo. Hanamichi non riesce a spostare un
muscolo. Non ha nemmeno la forza di schiudere le palpebre. Le sente così
pesanti… Solamente
i suoi occhi riescono a puntare nella direzione che vuole. Non che serva a
molto, avendoli chiusi. Ma per Hana quello è già un piccolo passo avanti. Eppure inizia a domandarsi perché diavolo
non riesca a muoversi. Che sia…
Che sia… Morto?
A questo pensiero le sue dita scattano. Il suo corpo si rifiuta di accettare una
simile sorte. No. Lui non è morto.
Non può essere morto !!!
Lui è Hanamichi Sakuragi,
il genio indiscusso del basket e di qualsiasi altra cosa! Il genio più genio di qualsiasi altro genio, l’unico, imbattibile, insuperabile e megagalattico Tensai! E non può essere morto. Non può e basta. Perché lui è lui. È nato
per essere lui.
È nato per salvare suo padre, ora che è in pericolo. E si augura che lo sia ancora. Che non sia troppo tardi, almeno.
E il suo corpo dà un secondo, iniziale segno di vita. Un sussulto impercettibile della gamba. Hanamichi è vivo. E questo basta e avanza per rinvigorirlo di
una piccola dose di energia completamente nuova. Apre piano gli occhi, stupendosi
dell’oscurità che gli dà il benvenuto. Si era immaginato di trovarsi in un
rinomato ospedale, circondato
di medici riuniti attorno al suo letto per cercare di capire i suoi problemi, l
e sue condizioni. Invece nulla.
. Buio.
Respira lentamente osservando la stanza immersa nella
penombra. Pare sia fatta quasi
interamente di legno. Non sa quale,
però. Non è che se ne intenda, lui.
Dunque non si trova a casa.
È solo.
Riprende conoscenza in pochi istanti e capisce che dev’esserci comunque stato qualcuno, con lui.
Il profumo che riesce ad avvertire non è un aroma tipico di una
camera. È un profumo artificiale. Un profumo femminile. Buono.
Seducente. Gli piace.
E molto anche.
Resta in ascolto. Dev’esserci un orologio da qualche parte, appeso a una
parete. Percepisce l’inconfondibile
ticchettio che scandisce ogni singolo secondo del tempo che passa. Vorrebbe tanto sapere che ore sono. È stanco, certo. Ma ha la certezza di avere dormito molto. Perché la spossatezza è mentale. E non fisica.
E capisce che il suo organismo ha smesso di restarsene in stand-by. Sarebbe il momento di darsi una mossa. Ma un rumore lo blocca all’istante.
Lui rimane immobile.
La porta della stanza si apre in un lieve cigolio. È una ragazza
di bassa statura ad entrare,
facendosi strada con i gomiti e camminando all’indietro per un
breve tratto. Poi si volta e si
concentra sul ragazzo steso a letto. Le
sfugge un sospiro.
È tanto che non dà un segno di vitalità.
Teme sia in coma.
Maledetto quel suo collega del cazzo. Ha una gran voglia di sparargli alla testa,
così da fargli fuoriuscire l’eccessivo accumulo di pura anidride carbonica che
si ritrova in quella sua merda di scatola cranica…!
Posa il vassoio su un angolo del comodino al lato del letto e si
siede sul bordo di una sedia, lontana dallo schienale. Osserva il viso rilassato di Sakuragi, ancora immerso in un sonno profondo dal quale
pare non volersi più svegliare. Gli
sfiora una guancia con le dita, senza pensare alle sue azioni. È caldo.
E non solo a livello corporeo.
Quel ragazzo emana un calore incredibile. Lei stessa non riesce a scollargli gli occhi
di dosso. Non è bello oltremisura. Ma ha un fisico forte, atletico, perfetto e
incantevole al contempo. Incantevole per
lei, almeno. Che proprio non riesce mai
ad evitare di guardarlo ammirata ogniqualvolta ha a che fare con lui.
-Eddai,
Hanamichi, svegliati…-, sussurra piano.
Non vuole più vederlo costretto in quel letto. Non riesce ad accettare che quel ragazzo sia il
giovane che ha conosciuto poche ore prima.
Il vero Hanamichi è un ragazzo pieno di energia, un ragazzo che non conosce la
paura, un ragazzo con un sacco di
coraggio da vendere.
Ha fegato, lui. È capace
di sfuggire alla polizia meglio di chiunque altro. Ha la voglia di andare avanti ogni volta, di superare ogni
ostacolo che gli si para di fronte. Ha
un obiettivo da raggiungere e tutta la decisione e la fermezza che occorrono per poterlo
concretizzare davvero. E il vero
Hanamichi non starebbe in un letto così.
Non in queste condizioni, dannazione.
-Sono sveglio-
Sakiko salta sulla sedia lanciando un urlo, seguito un attimo dopo da una serie di
imprecazioni alquanto insolite, secondo
il parere del giovane sdraiato di fianco a lei.
-Vaffanculo, mi hai fatto venire un infarto, stronzo!-
-Uehi… Il linguaggio scurrile proprio non ti si addice, Saki…-
La ragazza si rende conto di come Hanamichi fatichi a parlare.
-Bevi
un po’ di tè, devi
lubrificarti le corde vocali…-
Parla in tono sommesso per non infrangere una seconda volta
la tranquillità che regna da un tempo
infinito fra quelle quattro pareti.
-Non mi piace il tè-
-Poche balle, bevi.
L’avevo portato per me, ma vedo che tu ne hai molto più bisogno-
Hanamichi desiste. Le sue
calde dita avvolgono quelle fresche e sottili della ragazza mentre cerca di
stringere la tazza. La sua presa è però
ancora troppo debole e
una piccola quantità di bevanda si rovescia sul lenzuolo.
-Porca putt…-
-Lascia, faccio io-
Sakiko gli appoggia con dolcezza la tazza alle labbra. E Hanamichi prova a bere. Nh, si sente un po’
un’idiota. Ma il tè è davvero buono, e
sentirlo scivolare in gola
gli sembra la sensazione più bella che riesca ricordare in quel
momento.
-Credevo non ti svegliasti più…-
Hana solleva lo sguardo. La ragazza ha nascosto il viso fra ciocche
di lucenti capelli corvini. Gli riesce
difficile capire se è rossore quello che colora le sue guance di una dolce
sfumatura o se è solo il riflesso del legno che riveste le pareti della stanza.
-Credevo che saresti morto…-
Sakuragi sorride allontanando da sé la tazza.
-Un genio non muore maaahh…!-
Il dolore fortissimo che sente al fianco gli fa capire che
qualcosa non quadra. Che diavolo si è perso…?
-Maledizione… Ma che diamine…?-
-Non muoverti così, Hana, fa’ piano…-
-Ma che è successo…?!?-, domanda non riuscendo a trattenere una
smorfia sofferente.
-Cos’è,
non dirmi che non ricordi più niente…-
Sakiko gli passa una pezza umida sulla fronte, strappandogli un gemito di
apprezzamento che le provoca un inatteso, singolo spasmo fra le gambe.
Deglutisce nervosa.
-Hm…Mh, se me lo ricordi tu credo che
faremmo decisamente prima…-
Riesce solo a vedere dell’asfalto, il selciato ad un palmo di
naso. Null’altro.
-Ehi, è tutto a posto? T’ho sentita urlare-
Sakuragi guarda di scatto in direzione della porta, preso alla
sprovvista da quell’entrata improvvisa e inaspettata.
-Non preoccuparti, ma’, è tutto a
posto…-
-Ah, ma s’è svegliato.-
-Lei chi è, Sak?-
-Mia madre…-
-Ou, salve-
-Beh, per parlare parli… I muscoli li sai usare.. Perciò non è niente di grave, vedo. Era ora che ti svegliassi, così puoi anche andartene e io posso
tornare a dormire sul morbido-
Hanamichi è sorpreso. La madre di Saki
è un tantino scorbutica…
Fissa sorpreso la porta che la donna s’è chiusa energicamente
alle spalle.
Poi torna a guardare la ragazza.
Scuote un attimo il capo con un’espressione che la invita a
rispondergli. Lui sta ancora aspettando.
-Ti hanno sparato Hana…-
-CHECCOS…AH?!?!?-
-Ma vuoi smetterla di dimenarti così…?-, lo rimprovera lei.
Vorrebbe tanto che si dimenasse in un modo diverso… Ma
si riscuote subito da quel pensiero assurdo.
-Non credere di poter fare il contorsionista fin da ora,
cacchio, pure tu! Ma sta’ un po’ fermo!- Gli sussurra rivelando una certa apprensione mista al
nervosismo.
-Sono… grave?-
-Credevo di sì… Non ti svegliavi più…-
-Perché, quanto ho dormito?-
-Beh, no, due giorni, però ero preoccupata, ecco…-
-DUE GIORNI???? Ma porca troia, non ho
altro tempo da paaahhh…!-
-Ma statti fermo, cazzo! Hai bisogno
di tempo per riprenderti! Che credi di
fare, ah?-
Hanamichi le si avvicina di scatto,
fermandosi solo a pochi –troppo pochi– centimetri dal suo viso.
-Stammi a sentire. Non so chi tu sia,
ma voglio ricordarti che non sono né tuo figlio, né tuo nipote, né tuo fratello né
tanto meno tuo padre. Ergo, faccio-quello-che-mi-pare. È chiaro?-
Sakiko rimane senza parole. Una
reazione simile non se l’aspettava affatto.
Non era da lui.
Ma deve ammettere che in fondo quel ragazzo ha ragione. Le
dispiace di averlo fatto arrabbiare. E più di tutto le dispiace che sia stata
unicamente lei ad esserci rimasta male così.
-Okay, ma…-
-Ma niente, cazzo! Mio padre ha bisogno di me e non aspetterò un minuto
di più a muovermi. Quanto meno tua madre sarà contenta!-
Sakuragi scosta le coperte e allunga le gambe verso il pavimento. Cerca
di ignorare il fatto che sia totalmente nudo e si alza piano celando il più
possibile l’atroce dolore che gli divora il
fianco. Ma guarda te se deve pure
sprecare tempo così…
-Si riaprirà la ferita, se ti sforzi fin da subito…-
Il tono della giovane è seriamente preoccupato, ma cerca di
nasconderlo in tutti i modi.
-Non importa. Per mio padre questo ed altro-
-Se schiatti non riuscirai a fare molto per lui…-
Hanamichi si volta verso di lei con l’aria di ribattere.
-Ah, non vi fermerete per pranzo, mi augur… Urca
che bel maschione… Uei,
giovanotto, fatti impallinare più spesso, così potrò lustrarmi la vista per
bene! Hai delle gran belle ch…-
-MAMMA!!!-
-Ohssaaantocieeelo, adesso non si può neanche più commentare…-
Hanamichi fissa la porta per altri venti secondi tenendosi il lenzuolo
intorno alla vita. Una volta accertatosi che quella donna assetata di sesso non
accenna ad entrare lo
rigetta sul letto.
-Non mi avete risposto!-
Hanamichi bestemmia mentalmente mentre
riacciuffa un lembo di stoffa con cui coprirsi.
-No, signora. Io almeno non ho intenzione di stare qui un minuto
di più. Ho altre cose urgenti da fare-
-Devi andare in bagno?-
-NO…!
Hm. No, signora. Ho altro da fare
e basta-
-Non sei messo bene, giovanotto…-
-Lo so, ha perfettamente ragione. Ma non posso aspettare oltre. Forse è già troppo tardi. Io devo andare-
-Quindi niente pranzo?-
-Niente pranzo, ma la ringrazio per avermi ospitato qui. …Non è che lei sa dove siano finiti i miei
abiti…?-
-Ho saputo che devi andare in montagna. Di quei vestiti non te ne fai niente lassù,
ragazzo. Ti serve ben altro in questo
caso. Vedrò di portarti qualcosa di
idoneo-
-Gra…-
Ma la donna ha già lasciato la camera.
-Tua madre non sta mai ferma…-
-Hm. Avete qualcosa in comune-
Hanamichi si siede a bordo del letto facendo attenzione a non compiere
movimenti bruschi.
Per un po’ nessuno parla.
Poi è lei a rompere il silenzio.
-…Sei sicuro di ciò che fai?-
-No, Sak. Non sono sicuro di niente-,
le risponde fissando oltre la finestra, verso la cima del monte seminascosta da
un largo anello di nubi,
-Ma non posso starmene qui con le mani in mano
mentre lassù stanno uccidendo mio padre.
Devo pur fare qualcosa, no?
Tentarci almeno-
La ragazza annuisce in silenzio e si appoggia al bordo del
materasso. Poi sale sul letto, restando
in ginocchio alle spalle di Hanamichi.
Le sue dita gli sfiorano la schiena, il suo sguardo assente intento a seguirne
il percorso. Ha un dorso da favola… -Farò
il possibile per darti una mano…-
-Ti ringrazio…-
Le sue mani scivolano in alto, stringendosi in un massaggio
deciso alla base del collo.
-Mmmmhhh……-
-Dovere… Ti piace…?-
-Hm… Continua… Fallo ancora…-
Sente i suoi muscoli tremare sotto le sue mani, quella pelle
calda contrarsi in preda ai
brividi, rilassarsi dopo ogni suo preciso massaggio.
-Così…?-
-Mh…… Oohhhkkkami…-
La soddisfa sentirlo gemere con un’irresistibile voce roca, sentirlo
inclinare il capo in avanti, vedere quella schiena forte drizzarsi ad ogni
movimento delle sue mani.
-Vado avanti…?-
-No………Va’ più giù…-
E lei obbedisce mentre le sue dita si muovono
decise su quella schiena stupenda, a dir poco perfetta. Percepiscono ogni forma
dei suoi tonici
muscoli e scivolano in movenze mirate, volte a farlo sentire meglio, ad
allontanare ogni pensiero dalla sua mente.
Le mani le scivolano sempre più in basso, poi lentamente di
lato, fino all’inizio delle cosce. Continuano a massaggiare scorrendo sempre più verso l’interno,
sempre più vicino a qualcosa che fino a pochi minuti prima pensava fosse
proibito raggiungere.
Una mano si posa sulle sue. Prova a fare resistenza. Prova a
fermarla. Ma lei non vuole e si avvicina di più al ragazzo, aderendo coi suoi
piccoli seni alla schiena di lui, baciandolo con le umide labbra alla base del
collo, aderendo
con le cosce alle sue, bloccandolo in
una dolce morsa da cui lo invita a non allontanarsi.
E la stretta della mano di Hanamichi si allenta, permettendole di
continuare le sue audaci ed inimitabili movenze anche nelle sue zone più
sensibili.
Lui le sfiora le cosce accettando i suoi umidi e morbidi baci,
piegando il collo da un lato per facilitarle il piacevole lavoro. Se potesse la fermerebbe. Ma non ha voglia di farlo. Le sue mani minute sanno come risvegliargli i
sensi in una miriade di movimenti innocenti e al contempo terribilmente sensuali a cui non riesce a
resistere.
La sua eccitazione è ormai evidente e lascia che quelle dita
curiose e affamate la raggiungano, facendola crescere ancora di più. La sente aumentare in pochissimo tempo e si permette di
rilassarsi appoggiandosi leggermente contro la ragazza che gli bacia le spalle
seguendo ogni curva dei suoi muscoli.
Lascia che le sue poche energie fluiscano in un unico punto, che
la sua mente si annebbi, che il collo e l’interno cosce
si coprano di una sottile patina di sudore mentre trattiene il respiro a
intervalli irregolari. Giunto il limite
però si sposta alzandosi, sopportando il dolore al fianco e un bruciore alla mano fasciata,
avvicinandosi contro una parete.
-Saki, no…-
-Sta’
zitto…-
E Hana resta immobile, stupito del
cambiamento repentino della ragazza che, di fronte a lui, si china in ginocchio
per donargli decise lappate, saggiando il suo membro e succhiandolo continuando a
fissarlo negli occhi. Si sente esposto,
fragile. Eppure non riesce a
muoversi.
Sente solo il caldo, il fiato che si blocca nei polmoni per
l’eccitazione, le gambe sudate, il desiderio di trovare un appiglio alle sue
spalle che non sia soltanto una parete.
La bocca di Sakiko lo sta facendo
impazzire. O forse è lui ad essere impazzito.
Ma resta il fatto che rimane immobile a godere. Godere come un matto del pompino
paradisiaco che
Adesso si sente diverso. Si sente stanco, quello è vero. Ma il piacere che lei sa dargli riesce a
fargli dimenticare tutto il resto. E si
addossa al muro concentrandosi sulle sensazioni che la sua lingua, le sue
labbra, il suo fiato, i suoi denti e le sue mani sanno dargli.
Gli piace vedere il suo viso deformato per riuscire ad
accogliere la sua pienezza in bocca, gli piace sentire quella lingua
scorrere seducente per il suo cazzo sciolta e decisa,
sentirla leccarlo in lungo e in largo,
quei denti bastardi che gli creano un leggero fastidio di gran lunga
compensato da quelle piccole e carnose labbra che lo spompinano
con un lavoro da maestri tendendo aritmicamente la pelle del suo sesso arrapato
a dismisura.
Oltre non resiste ed emettendo un ringhio eccitato si scioglie
nella sua bocca, mentre
la ragazza continua a succhiare e a ingoiare tutto ciò che riesce, pulendolo
alla perfezione, come se nulla fosse successo.
Poi si alza, e Hanamichi le sorride.
Restano così a fissarsi, allontanandosi solamente
quando sentono i passi della madre di lei avvicinarsi alla loro stanza.
-Ho trovato un bel po’ di roba! Era di mio marito, forse ti
andrà un po’ stretta. Però magari qualcosa di adatto lo trovi, qui in mezzo…
Tipo questo… E questo…-
-Mill…-, ma Sakuragi ha ancora la voce
arrochita, segnata dall’eccitazione di pochi istanti prima.
-Hm, mille grazie signora.
La ringrazio ancora infinitamente!
Lei è una donna da sposare…!-
-Quando vuoi io sono qui, bel giovanotto! Ti aspetto, guarda che ci conto-
Hana sogghigna, poi si concentra sui vestiti.
Quella donna è fuori di testa.
È fortunata, Sakiko, ad avere una madre così.
∙
-Ecco… ci sarebbe un’ultima cosa che vorrei chiederle, se
possibile…-
-Ossia…?-
Hanamichi la guarda di sottecchi. Visto il tono con cui gli ha risposto
sembra aspettarsi chissà che cosa…
-Ha qualche antidolorifico che potrei portare con me…? Non credo
di poter resistere altrimenti…-
La donna lo fisa lievemente
contrariata, poi recupera qualche medicinale da una vetrinetta.
-Toh, c’è un po’ di tutto-
-Grazie…-
-Non esagerare con quella roba, mi raccomando. Mica voglio averti sulla coscienza!-
-Non si preoccupi, starò attento, promesso!-
Il suo sguardo incrocia quello della Hoshi. È ora che vada, e sia lui che lei lo sanno
benissimo.
Il saluto però gli muore in gola-
-Aspetta, ti raggiungo fuori-, lo
precede lei.
∙
-Dunque ci salutiamo qui…?-
-Credo sia così.
Si. Direi di sì-
-È proprio necessario?-
-Senti Sak…-
-Okay, okay. Quello che è successo oggi devo dimenticarmelo,
giusto?-
-…Sì-
-E… Proprio non posso sperar…-
-No, Saki. Non ci sarà un bis. Né ora né mai-
- …………… Capisco -
-E poi credo che tu sia fatta per qualcun altro-
-Qualcun altro…?-
-Me la spieghi una cosa?-
-……-
-Ma se io sono caduto dal ponte… Come diavolo faccio ad essere ancora vivo?-
-È Shun’ che devi ringraziare, per questo. Non sai che numeri…-
-È di lui che parlo-
-…Scusa?-
-Il qualcun altro-
-Comunque lasciami dire che sei un ragazzo fantastico…-
-Di’ pure che sono un’incomparabile genio…-
Le si avvicina e lei ne approfitta per cingergli il collo con le braccia e
sollevarsi fino a baciarlo. Un bacio
veloce, deciso, fatto di poche lappate, alcune fuggevoli, altre più profonde.
-Ti avevo detto ch…-
-Era il primo e l’unico-, sbuffa lei, -E poi, scusami tanto, ma tu hai contraccambiato…-
Hanamichi le sorride e la bacia a sua volta, facendo scivolare
una mano sui suoi piccoli seni e l’altra in mezzo alle sue toniche gambe,
stimolandola per qualche secondo fino a strapparle un gemito di apprezzamento.
Poi si allontana e le sorride di nuovo. Non è che gli piacciano le donne. Ma adora sapere che ci sa fare e che oltre
che genio è anche un tipo che sa
piacere.
-Grazie, Sak… Senza il tuo aiuto ora
non sarei qui…-
-Probabilmente non saresti nemmeno in queste disastrose
condizioni… Comunque prego…-
-Sono libero, Sak. Ed è questo ciò che conta per me. Grazie. Dico
davvero-
-Va’
adesso, prima che mi venga
voglia di saltarti addosso di nuovo …-
Lui incurva un angolo della bocca per un istante.
-Ci rivedremo?-
-Non credo… Ma puoi star sicuro che io e Shunsuke
faremo il possibile per aiutarti. Collaboreremo con il poliziotto di cui mi hai
parlato, quindi…-
-Okay…-
-Vattene, dai…-
-Hm. Allora ciao…-
-Ciao…-
Le loro dita intrecciate si sciolgono.
E Hanamichi si volta, allontanandosi da quella casa.
Da ora le cose si faranno più impegnative, ci scommette le
palle.
Si carica meglio il peso dello zaino sul dorso e si avvia lungo
il viale cercando di celare al meglio la sua andatura zoppicante.
E nelle sue iridi color delle mandorle si riflette un’unica
immagine ben precisa: la vetta del monte Fuji, quella
fottuta vetta dove lo aspetta suo padre.
E ha tutta l’intenzione di raggiungerla al più presto…