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Autore: elyforgotten    15/11/2011    10 recensioni
FANFIC COMPLETAMENTE REVISIONATA! *Periodo risalente dalla 2 stagione in avanti*
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Questa Fan-fic parla della sorellasta di Caroline, la figlia maggiore di Bill, Briony che torna a Mystic Falls dopo che si era trasferita per un evento drammatico che le era capitato... Ma quando tornerà scoprirà che niente è più come prima... Una nuova realtà che la sovrasterà, la incanterà, fino a divorarla.
DAL CAPITOLO 20:
"Non stai parlando con il cuore ora, è solo un pretesto per..”
Ma Elijah la interruppe bruscamente, guardandola diabolico:
"Io non ho un cuore, Briony" affermò lui con tono spietato allontanandosi da lei.
Dopo un po' lei lo seguì:
"Eppure io lo sento battere, dentro di te" disse timorosamente.
"È solo una tua illusione" sussurrò il vampiro fissandola con il suo sguardo crudelmente glaciale.
Briony non capiva se stesse mentendo a sé stesso o se stesse lottando per avere ragione. Sapeva soltanto che lui, un cuore, lo aveva...
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm always in this twilight, in the shadow of your heart. '
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9 CAPITOLO

 

 

Briony sgranò gli occhi angosciata. Il corpo di John era lì davanti a lei, immobile. E non respirava.

“John!” Urlò il suo nome e si precipitò subito da lui.

Erano comparsi anche Damon e lo sceriffo Forbes a vedere quello che era successo.

Briony si inginocchiò e gli prese la testa fra le mani, cercando di vedere se reagiva.

“No no no no” Continuava a farneticare senza sosta cercando di farlo rinvenire scuotendolo, ma senza successo.

<< Come è potuto accadere?? Un minuto prima stava bene! Non avrei dovuto dirgli quelle cose orribili! >>

Lei non riusciva a muoversi, continuava a guardare shockata il corpo di John. Non poteva crederci… Non aveva più polso!

Damon all’improvviso gli prese la mano e con un sorriso disse a tutti: “Sta bene!”

Briony si girò verso di lui sconvolta “Cosa? Ma non sento più il cuore!”

Damon le fece segno di starsi zitta e pregò ai presenti di andarsene per lasciare respirare il moribondo

“Ma Damon, non respira più. Come è possibile che sia vivo?” gli chiese Carol Lockwood.

“Posso solo dirvi.. che ha un anello miracoloso”

Briony fece un sospiro di sollievo ed esclamò: “Dio ti ringrazio!”

“Non è merito di Dio, fidati.” le disse Damon. Ma lei fece finta di niente. La situazione per fortuna si era risolta nel migliore dei modi, era questo l’importante.

“Dove lo portiamo ora?” chiese Carol preoccupata.

“Ci penseremo io e la sua amica, non preoccupatevi.” disse Damon.

Briony questa è una spiacevole occasione per incontrarsi di nuovo. Stai bene?” Lo sceriffo si avvicinò lentamente a Briony, mettendole una mano sulla spalla.

S-sì. Sono ancora un po’ traumatizzata dopo quello che è successo.” rispose titubante.

“Ti capisco. Ma tu non dovresti stare qui. Sono cose che riguardano solo il consiglio”

“Io rimango con John.” rispose decisa guardando Damon sospettosa.

“Ti ho detto che..” Lo sceriffo infatti non voleva coinvolgere dei civili nelle faccende dei vampiri e robe varie. Doveva rimanere segreta.

Liz è inutile continuare a far finta di niente. Anche se non sono un membro del consiglio, sono comunque figlia di mio padre. So tutto.” Disse Briony velocemente. Non era il momento di discutere di questioni diplomatiche, non ora.

Liz la fissò sconvolta e preoccupata, ma non commentò quello che la figliastra le aveva appena confessato: “Ne parliamo dopo. Confido comunque nella tua discrezione. Damon, ti ringrazio nuovamente. Lasciamo John nelle vostre mani.”

Dopo aver lanciato un’ultima occhiata a BrionyLiz andò fuori con la signora Lockwood.

“Giornata movimentata no?” disse Damon scherzoso.

“Se non aveva l’anello, sarebbe morto.”

“L’anello gli è sempre stato utile, anche perché non si è fatto molti amici in città.”

“John non è uno stupido che si fa cadere dalle scale come se niente fosse. Per me è opera di un..”

“Vampiro sì. E la cosa non mi piace. In teoria solo io e Stefan siamo invitati in questa casa”

“E Elijah…” Briony disse quel nome come se sputasse vetro frantumato. Che fosse opera sua? Per come John gli si era rivolto? Non poteva essere….

“Esatto. Credo che tu dovresti chiedere al tuo amico dove fosse qualche minuto fa… potrei chiederglielo io ma ho paura che mi arrivi un’altra matita nel collo o peggio. Pensaci tu.”

Briony non disse nulla. Il solo pensiero che Elijah fosse coinvolto la traumatizzò più di quando aveva visto il corpo morente di John.

Damon mise sulle spalle il moribondo e cominciò a camminare. La testa di John però era a penzoloni e andò a sbattere contro una porta. Ovviamente l’aveva fatto apposta.

“Con più delicatezza. Grazie!” urlò acidamente.

“Questo tipo ha cercato di farmi alla griglia. Non si merita niente”

“Oh tu invece meriti il rispetto di tutti noi no?”

Briony stava camminando dietro a Damon, ma una forza brutale la spinse improvvisamente in un angolo. Non ebbe neanche il tempo di urlare che Elijah le tappò subito la bocca.

L’Originario si mise un dito alla bocca, in segno di farla stare zitta.

Briony, avendo recepito il messaggio, disse a Damon titubante e con voce incerta: “Tu continua e va a cercare Elena. Ti raggiungo dopo.”

Damon non si era minimamente accorto della presenza di Elijah, anche perché quando si girò non c’era più la ragazza. Ma dove fosse andata veramente non gli importò poi granchè.

Elijah intanto l’aveva presa per un gomito con forza, come aveva fatto prima John, ma ovviamente la presa di Elijah era molto più potente e questo le fece davvero paura. Soprattutto perché aveva notato il suo umore ombroso.

“Cosa è successo?” chiese lui serio, sottolineando ogni parola e fermandosi in un angolo. Lo sguardo era duro.

“John è caduto e sembrava morto..” Briony cominciò a farfugliare sentendo mancare il respiro.

“Non mi interessa di lui, sto parlando di Isobel che è tornata.”

Briony si bloccò un momento. “Da chi l’hai saputo?” chiese tesa.

“Ovviamente non da te.” rispose lui freddo, come risentito.

“Elijah, te lo stavo appunto dicendo prima ma..”

“Sei stata interrotta e sei dovuta correre da John Gilbert. Lo capisco ma queste antiquate giustificazioni le sento da secoli.” mormorò lui freddamente altezzoso per mascherare chissà cos’altro.

Briony lo guardò buia: “Oggi è stata davvero una giornata dura. Non ho tempo per i tuoi commenti ironici.”

“E io non ho la minima intenzione di essere fregato nuovamente.”

“Elijah non è così. Cosa vuoi che faccia una come Isobel?” chiese lei cercando di giustificarsi.

“Due teste suonano meglio di una, soprattutto se l’altra è Katerina Petrova.” Lo sguardo di Elijah era sempre severo, da apparire scavato nella pietra.

“Katherine? Ma… non era nella cripta?”

“Dopo che sono morto, l’ordine che ho impartito su di lei si è annullato. Elena mi aveva detto che era scappata come a suo solito, ma non mi aveva avvertito che l’ospitavano Stefan e Damon. Questo cambia tutto, sono secoli che le do la caccia….” Era chiaramente arrabbiato. E ferito. Il suo astio verso Katherine era rimasto intatto anche se dava la caccia a Klaus.

“Io non ne sapevo niente…” disse Briony piano.

“Davvero?” domandò Elijah con un tono strano, come se non le credesse.

“No! Te lo giuro, non l’ho neanche mai vista questa Katherine!”

Elijah leggeva bene l’animo delle persone. Intuiva quando mentivano. E Briony gli sembrava davvero sincera. Lei non sapeva nulla di Katherine ed era innocente riguardo alla questione di Isobel. Ma era profondamente ferito nell’orgoglio. Si era promesso che non si sarebbe fatto mai più ingannare da quegli stupidi e opportunisti esseri umani… La corazza attorno alla sua anima si rafforzò.

“C’è qualcosa che non mi convince. Quando sono andato a casa Salvatore non c’era anima viva. Ovviamente Isobel è qui.”

“Qui? Pensi che sia stata lei a spingere John?” chiese lei pensierosa.

“Chi altri? Lo ha fatto per creare un diversivo sicuramente”

La faccia sorpresa di Briony fece trapelare tutto. Lei aveva pensato per un attimo che fosse stata opera di Elijah, anche perché non lo aveva visto nella sala quando Elena faceva il suo discorso. Elijah lo intuì e anche se non lo fece notare, ne fu ferito. Davvero ferito.

Come se i dubbi della ragazza distruggessero, anche se in minima parte, la sua corazza di ghiaccio che aveva plasmato per secoli e secoli.

“Stavi dubitando di me forse?” chiese in tono pacato, ma facendo intravedere della stizza gelida raccapricciante.

“No! E’ che John è stato parecchio arrogante nei tuoi confronti e sappiamo cosa fai tu alle persone che non ti trattano col dovuto rispetto…

“Non gli ho tolto neanche un capello” mormorò lui freddo.

“Sì lo so… ma non puoi biasimarmi se ho avuto dei dubbi…” rispose Briony ridendo. Però in realtà era parecchio nervosa. Quel suo sguardo come al solito la inquietava.

“Pensala come vuoi, se credi questo non sarò io di certo a farti desistere da questo pensiero.” Ribattè lui sviando indifferente lo sguardo. Il tono gelido e senza vita di Elijah la fece rabbrividire. Come se in apparenza non gli importasse di nulla, ma lei in fondo sapeva che lo aveva ferito nell'orgoglio smisurato del suo carattere.

Cercò di dire qualcosa per giustificarsi ma non le riuscì nulla di sensato, anche perchè lui la lasciò andare in completo silenzio.

“Dove vai?” gli chiese impaurita mentre lo vedeva allontanarsi.

“A cercare Elena. E’ in pericolo.”

“Come?? Vengo con te.” rispose correndo verso di lui.

“Non pensarci nemmeno. Tu resti qui.” E non era una richiesta, era un ordine.

“E perché?” gli chiese questa volta senza paura.

“Sento che Klaus è in città.” disse l’Originario guardandosi attorno. Come se sentisse il suo odore.

“Oh mio dio...”

“Tieni i tuoi amici al sicuro.”

“E tu… che farai?” chiese in tono preoccupato.

“Gli darò la caccia”

“Cosa? No! Per riuscire a sconfiggerlo devi aspettare il momento in cui si trasforma in ibrido, che sarà più debole. Altrimenti è troppo pericoloso.” Pericoloso per tutti. Persino per lui. Fu sorpresa della sua enorme preoccupazione verso quel vampiro millenario.

Elijah stava aprendo la porta e si fermò, guardandola.

“Cos’è? Ti preoccupi per me?” chiese con un sorriso sghembo. Ma i suoi occhi rimanevano freddi, distaccati, facendo trapelare il nulla.

Lei lo guardò. Non poteva dire di sì, perché non voleva scoprire troppo i suoi sentimenti, e non poteva neanche dire di no perché sarebbe stata una bugiarda cronica.

“E se anche fosse?” chiese timidamente.

Lui la fissò immobile. Non sorrideva più. Sembrava sinceramente colpito. Il nulla nei suoi occhi scomparve, lasciando intravedere qualcos’altro. Ma Briony non riuscì a scorgerlo con chiarezza.

Elijah lasciò andare la mano sulla maniglia e la pose sulla guancia destra di Briony.

La sfiorò delicatamente, come se volesse assaporare il tocco della pelle di lei sotto la sua mano gelida. Come per imprimere un marchio.

Lui continuava a fissarla con gli occhi abbassati, ma anche così sembrava riuscisse a sentire il cuore di Briony che era all’improvviso accelerato. Lei rimaneva inerme a guardarlo non sapendo cosa dire.

“Resta qui.” disse lui infine con una voce profonda.

E se ne andò.

L’aria fredda che proveniva dalla porta aperta la fece rabbrividire. Ma la guancia dove Elijah aveva messo la mano era calda. Come se ancora la sentisse.

Briony restò un attimo a guardare fuori.

<< Speriamo che non succeda niente di  brutto. Ho un terribile presentimento. >>

Non riusciva a scordare quegli occhi neri… magnetici.

 

Mentre Elijah usciva intravide nel retro lo sceriffo Forbes e l’ex ragazzo di Caroline che discutevano animatamente. Non aveva tempo per quelle sciocchezze ma grazie al suo super udito poteva sentire tutto.

Matt urlava in modo agitato: “Voglio vedere il fascicolo di Vikie! Voglio vedere come avete insabbiato il fatto che è stata uccisa da un vampiro!”

Lo sceriffo sembrava davvero preoccupata, e dopo che lui aveva tentato di metterle le mani addosso lei aveva reagito, mettendogli le manette ai polsi guardandosi attorno sospettosa.

Per Elijah quelli non erano affari suoi, non doveva intervenire ma aveva intuito che c’era qualcosa che non andava. Se il ragazzo avesse parlato più del dovuto…. Ma non era né il tempo né il luogo per esporsi.

Ci avrebbe pensato qualcun altro ai loro casini.

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<< Quel bastardo di Damon è scomparso. Dove avrà portato John? >> Briony continuava a cercare il vampiro per mezza città, ma non lo trovò.

Andò a casa di Elena, ma anche lì niente.

Provò a cercare a casa Salvatore anche se era sicura che la sua presenza non fosse affatto gradita.

 

E così fu infatti.

Non appena Damon aprì la porta e vide che davanti a lui c’era Briony, sbuffò.

“Cosa vuoi? Un’altra Forbes tra i piedi, che disgrazia.”

La maggiore delle Forbes fece finta di nulla per il quieto vivere:

“Volevo controllare se John stesse bene.”

“Non si è ancora svegliato, mi dispiace.” Stava per chiuderle la porta in faccia ma lei glielo impedì.

“Dai fai il bravo. Fammi entrare. Hai notizie di Elena?”

Damon la guardò serio, rimanendo sull’uscio. “Fai come vuoi ma non toccare niente!” Il solito maniaco del controllo.

Il cellulare del vampiro all’improvviso squillò, bloccando quel momento. “Stefan, come mai sono tornato a casa prima di voi?”

“COSA?!” L’urlò di Damon la spaventò a morte.

Come una saetta il vampiro si precipitò in bagno lasciando sola Briony sull’uscio.

“Ma che succede??” Gli urlò lei entrando in casa di sua volontà.

“No no no no!” Le urla di Damon si sentivano fino in salotto e Briony sentì qualcosa cadere per terra.

<< Che diamine è successo ancora? >> Si chiese preoccupata Briony.

Dopo qualche minuto Damon tornò da lei.

“Siamo in un enorme pasticcio.” disse sconsolato.

<< Ecco. >> “Cioè??”

“Isobel ha rapito Elena con l’aiuto di Katherine.”

“Com’è possibile??” Lo sapeva che doveva dare ascolto ai suoi presentimenti, lo sapeva!

“Non c’è tempo per le spiegazioni, devo andare a cercarla! Da quel che ho capito vogliono fare uno scambio, la doppelganger e la pietra di luna in cambio della salvezza di Katherine. Dovevo aspettarmelo!” ringhiò furioso Damon

“Ma non capisco! Come hanno fatto a prendere la pietra di luna?”

“L’ha trovata Katherine! L’avevo nascosta in bagno in mezzo alle saponette. Credevo fosse un buon nascondiglio”

“Stai scherzando spero? Hai nascosto un oggetto di tale importanza in bagno??” Briony non riusciva a credere alle proprie orecchie.

“Ora non ho tempo per sopportare i tuoi piagnistei. Vado da Stefan.” Damon prese il giubbotto ma fu fermato da Briony.

“Elijah ha detto che sarebbe andato lui a cercare Elena…

“Elijah? Sa che Elena è stata rapita?”

“Ha sentito la presenza di Klaus ed è subito corso via..”

“E tu quando hai parlato con lui?” le chiese interrogativo.

Uh… prima..”

“Oh ora capisco. Non dovevi fargli l’interrogatorio riguardo alla misteriosa caduta di John?”

“Non è stato lui.” rispose decisa.

“Te lo dico subito… non m’importa niente di quello che combini o con chi. Ma Elena mi ha pregato di fare il bravo con te e tentare un altro approccio. Quindi ti avverto… non ti affezionare a lui.”

Briony si scostò nervosa. “Non vedo perché debba interessarti.”

“Infatti non mi interessa! Ma il tuo rapporto con Elijah mi sta creando dei problemi, soprattutto quando mi ha minacciato di morte nel caso in cui dovessi negare come capo del consiglio il tuo ritorno a Mystic Falls.”

“Davvero l’ha fatto?” I suoi occhi verdi si illuminarono dalla sorpresa. L’aveva fatto per lei? Il suo cuore cantò per quella gioia improvvisa.

“Purtroppo sì! Mi ha preso per la gola e… bèh lasciamo stare i dettagli cruenti. Ora vado da Stefan. Resti tu con John va bene?”

“Ok, mi raccomando portate Elena a casa viva!” lo scongiurò, sinceramente.

E la risposta di Damon fa la medesima: “E’ quello che spero.” Così dicendo chiuse la porta con furia.

Briony invece restò sola in quella grande casa.

Pregò che andasse tutto bene, purtroppo lei in quella situazione non poteva fare nulla per aiutarli.

Aveva però avvertito John di non fidarsi di Isobel maledizione! E quella bastarda aveva pure rapito la figlia…

John intanto era ancora per terra tramortito.

<< Che gli serva di lezione >> Pensò Briony.

Prese il cellulare e chiamò Caroline per avvisarla del pericolo, ma il suo telefono era spento.

“Merda!”

Si chiese se doveva chiamare il padre in quel momento d’emergenza.

<< Ma a quale scopo? Finirebbe ammazzato pure lui oggi… e poi sono già nel campo Stefan, Damon e pure Elijah… >>

Quando pensò a lui, il cuore perse un battito.

Si sentì una stupida. Ma non poteva farci niente. Non poteva evitare quello che provava quando stava accanto a lui e la scossa che sentiva ogni volta che lui la sfiorava.

Aveva cercato con tutte le sue forze di negare e combattere quell’emozione possessiva e violenta, come se ne avesse paura, perché ammettere ciò sarebbe stato un grave errore.

<< E’ sbagliato >> continuava a pensare.

Eppure anche se il loro rapporto non era giusto o fosse pericoloso… quando stava con lui si sentiva bene… come non lo era mai stata. Si sentiva sicura, completa, come se per tutta la vita le fosse mancato quel pezzo di puzzle per essere veramente intera.

 

Ma dopo qualche minuto, la Forbes stava già in ansia tremenda. Non ce la faceva a starsene sugli allori mentre i suoi amici rischiavano la vita. Ripeteva sempre gli stessi percorsi alle finestre per vedere se arrivava qualcuno, ma niente. Il nulla più assoluto mentre la sua ansia cresceva come un fiore maligno che prende vita.

Le avevano ordinato espressamente di starsene buona lì e ovviamente non poteva dare loro torto perché una ragazza senza alcun potere poteva essere solo d’intralcio in uno scontro, ma comunque odiava sentirsi inerme e inutile. Anche lei poteva fare qualcosa. Doveva fare qualcosa.

Chiamò di nuovo Caroline al cellulare. Niente. Briony grugnì tra i denti, sperando che non le fosse accaduto nulla.

Ad un tratto le passò per la testa un’idea… di andare a scovarla a casa. Ma non Caroline, Katherine. Quale luogo migliore di una casa per non far entrare vampiri? Ovviamente era stra-certo che lei e Isobel si fossero alleate, ergo quella suddetta casa che doveva proteggere Elena, si era scoperta essere tutt’altro rifugio. Magari era così… tanto valeva cercare e provare.

Più sicura di se stessa e piena di adrenalina per cercare di aiutare i suoi amici, Briony prese subito le chiavi della macchina, dando un’ultima occhiata al corpo dormente di John. Per fortuna l’amico le aveva informato dove si trovasse la casa, altrimenti avrebbe passato tutto il pomeriggio a cercare e non voleva fare la figura della trottola.

Velocemente se ne andò. L’ansia tuttavia sostituita, questa volta, da un pizzico di timore che si inoltrò dentro le ossa.

 

Ovviamente doveva restare cauta e in disparte, non poteva passare all’attacco come un’amazzone contro una vampira e pensarla di passarla liscia. Aver lavorato in uno studio penale aveva i suoi buon riscontri perché ti faceva rendere conto razionalmente dei pro e contro, limitati ovviamente in quella sfera giudiziaria, poiché quando ci si mettevano di mezzo i propri sentimenti quelle regole andavano letteralmente alla deriva come una nave dimenticata. Cercò comunque di rimanere calma e razionale, mentre da dietro un folto cespuglio guardava dall’altro lato della strada la villa segreta di Isobel.

Sembrava vuota, disabitata all’apparenza, ma aveva ormai imparato che l’apparenza conta ben poco se non osi oltrepassare il recinto.

Pensò di mandare un messaggio a Stefan per dirgli dove si trovava ma pensò che questi avrebbe avvertito anche gli altri, compreso lui, e sarebbe successo il finimondo. Meglio evitare il patibolo finchè non succedeva niente.

Si alzò un poco dalla sua posizione, con l’intento di vedere meglio, quando all’improvviso la porta della villa si aprì in uno schianto tremendo. Briony dalla paura si affossò di nuovo a terra, respirando a tentoni.

Era un uomo corpulento e molto alto, sconosciuto a prima vista; non sembrava curarsi che qualcuno potesse vederlo e fermarlo, come se avesse una missione vitale fra le mani: e quella missione era Katherine.

La vampira era issata in spalle, forse svenuta. Prima che Briony potesse anche solo architettare un piano, l’uomo scomparve insieme alla vampira.

Completamente stordita, Briony lasciò il suo nascondiglio in un balzo e si ritrovò nel bel mezzo della strada, guardandosi dappertutto con un fiatone agitato. Non sapeva perché si sentiva preoccupata, in fondo Katherine non era affar suo, anzi era una nemica, ma si sentiva i nervi a fior di pelle per tutta quella situazione a Mystic Falls.

Se una vampira spregiudicata come lei si era fatta rapire da quell’uomo, all’apparenza semplice, allora tutto poteva accadere… qualunque cosa di orribile…

Una sensazione bruciante, come uno strappo indelicato sulla pelle viva, si fece largo dentro di lei, nel profondo. Perché mentre si guardava attorno con occhi agitati, le venne in mente una visione di sua sorella che veniva portata via nel medesimo modo, tra le braccia del nemico più terribile.

Quell’allucinazione scomparve in un secondo, come se fosse stata una semplice immaginazione, ma Briony percepiva ancora la scia bruciante di quella ferita che non voleva rimarginarsi. Si sentì lo stomaco sottosopra. Si portò le mani ai capelli madidi di sudore, cercando di pensare lucidamente.

Ovviamente non poteva essere vero… no. Caroline era al sicuro, non aveva senso che Klaus se la prendesse con lei, in fondo era solo un’umana qualsiasi; Katherine era ben altra merce.

Briony inghiottì il groppo che si era formato sgradevolmente in gola, recise ogni stupida preoccupazione, e ritornò alla sua Alfa Romeo.

La mano tremò a vista d’occhio mentre cercava di mettere in moto.

 

Dopo interminabili ore finalmente Damon, Stefan e Elena tornarono. Briony fece un enorme sospiro di sollievo ma questo venne subito estinto da un’orribile consapevolezza.

<< Elijah dov’è? >> Pensò preoccupata Briony con un brivido freddo alla spina dorsale, mentre gli altri parlavano tra loro. Notò però che Elena era sconvolta e così andò da lei.

“Elena! Stai bene? Vuoi sederti?”

La ragazza era parecchio pallida, come sperduta:

“Sto bene grazie…. Isobel è morta.”

Oh…Briony non riuscì a dire nient’altro. Non era felice se qualcuno moriva ma d’altra parte quella era la fine che si meritava. E dire un semplice “mi dispiace” sarebbe risultato ipocrita.

“Per fortuna l’obbiettivo di Klaus oggi non era Elena, ma Katherine. Era tutta una trappola, Klaus ha soggiogato Isobel affinché tradisse Katherine e gliela consegnasse.” Affermò Stefan.

<< Ecco chi era quel tipo. Uno sgherro di Klaus. >>

“Allora è davvero nelle sue mani. Come vi ho detto, qualcuno l’ha catturata.”

“Sì infatti abbiamo saputo come trasgredisci le regole.” Blaterò Damon sarcastico e gesticolando.

Briony alzò gli occhi al cielo. “E Klaus dov’è?”

“Lontano da noi ora.”

Sulla porta era comparso Elijah.

Briony sentì indistintamente il rimbalzo del cuore che arrivò fino in gola per la gioia di vederlo vivo. Lì davanti a lei.

Aveva avuto il presentimento che Klaus l’avesse catturato e invece… lo fissò allibita, sgranando gli occhi. Il cuore aveva fatto un doppio rimbalzo, disobbediente alle sue antiche intenzioni.

Damon le diede una pacca sul braccio. “Yuhu?? Terra chiama Briony!”

Briony si svegliò come se fosse stata in trance, e si rivolse prontamente a Elena.

“Come è morta Isobel?”

Le labbra della mora tremavano:

“E’ morta davanti a me. Klaus gli aveva ordinato di esporsi al sole senza l’anello.” Elena era ovviamente molto turbata, non lo voleva far notare ma ne soffriva. In fondo era sua madre.

“Anche se la odiavo… ho sofferto per la sua morte… io…

Briony per confortarla le mise una mano sulla spalla. “Lo so. Non devi dire niente in questo momento. Ti aiuteremo a superarlo.” In una situazione del genere si poteva dire soltanto questo, altre parole erano superflue.

“Ora però bisogna fare attenzione a Klaus. Non sappiamo cosa abbia in mente né di dove sia.” disse Stefan.

“Per questo bisogna essere più prudenti d’ora in poi. E il fatto che Katerina fosse a piede libero non ci ha minimamente aiutati.” disse freddo Elijah avanzando di qualche passo.

“La usavamo solo nel caso dovessimo scambiarci d’identità. Ci ha fatto credere di essere dalla nostra parte.” rispose Elena.

“La prossima volta gradirei esserne informato prima.” Il volto dell’Originario era una maschera severa.

“Mi dispiace Elijah… non ho pensato minimamente che potesse succedere una cosa così.” Mormorò Elena titubante.

“Sì e poi ormai Klaus l’ha catturata. Sicuramente le starà facendo un bel servizio coi fiocchi.” disse Damon avvicinandosi a Elijah con un sorrisetto. Ovviamente stava cercando di tenerselo buono e calmo, ma Elijah lo zittì dicendo:

“Tu sta zitto e siediti.”

Damon senza fiatare si allontanò con la coda tra le gambe. Forse avevano discusso prima in merito alla faccenda di Katherine. Ma Elijah in quel momento sembrava tranquillo, non più arrabbiato.

<< Meno male. >> Pensò Briony.

Non appena Elijah fece un altro passo in avanti, i suoi occhi saettarono improvvisamente e senza premeditazione verso quelli di Briony. Ella se ne accorse e rimase incatenata in quel contatto, non osando fiatare o muoversi. L'espressione di Elijah era ambigua, come se in qualche modo fosse lieto di rivederla, ma aveva sempre una traccia di misteriosità che non faceva intendere perfettamente al 100% le sue intenzioni.

Briony poi non si fece illusioni perchè Elijah distolse lo sguardo con formalità: “Per come conosco Klaus, non ucciderà subito Katherine. La farà soffrire molto di più… Non gli basterà una morte veloce.”

“E’ quello che spero.” Bofonchiò Damon tra sé e sé.

“Dal modo in cui il suo sgherro se l’è portata via… non credo vorrà prenderci soltanto il thè…” mormorò Briony in sovrappensiero. Ma l’Originario la udì.

“Sì, è davvero una sublime circostanza che tu sia riuscita a vedere la cattura di Katherine, restando rinchiusa in casa come pattuito.”

La sua voce era stata cordiale, magnificamente cordiale da risultare fintissima. E il sorrisetto rivelava che si era legato al dito quella trasgressione alle regole.

Briony ebbe allora un tuffo al cuore e a sua discolpa arrossì. Diamine, ok non aveva fatto ciò che le era stato chiesto – ordinato – ma mica potevano pensare che lei facesse da delicato soprammobile.

La ragazza non ebbe modo di incrociare gli occhi neri del vampiro né di racimolare qualche giustificazione, che ecco che all’improvviso John si risvegliò in un balzo. Respirava a fatica.

Damon fu subito da lui e lo prese per il collo con forza.

“Damon lascialo!” urlò immediatamente Briony spaventata.

“Non sapevo cosa avesse in mente! Non ne avevo la minima idea! Mi dispiace…” Disse subito John con un fil di voce. E si rivolse a Elena con gli occhi supplicanti: “Mi dispiace tantissimo.”

Elena voleva credere alla sua buona fede e disse così a Damon di lasciarlo andare. Controvoglia il vampiro lo lasciò ma l’uomo era ancora intontito dopo la caduta.

 “Voglio parlare da sola con lui.” disse Elena ad un tratto.

Stefan acconsentì e la lasciò da sola per parlare col padre. Damon però rimase nella stanza a far da guardia.

Briony allora si avvicinò a John e gli sussurrò:

“Posso fidarmi? Stai bene John?”

“Sì grazie Briony. Ti chiamo dopo. E scusami… per non averti dato retta.” le mormorò John dispiaciuto.

Lei gli rispose decisa: “Ne parliamo dopo.”

E lo sguardo saettò di nuovo verso Elijah, il quale stava fissando Damon di fronte a lui e di sottecchi anche lei. Non sembrava proprio arrabbiato, tutt’altro. Ma per non scoprire troppo le sue sensazioni divampanti, Briony abbassò lo sguardo portando un ciuffo tra le dita e si diresse in un'altra stanza. Ebbe l'impressione che gli occhi di Elijah fossero piantati sulla sua schiena.

Illusione? Il cuore sobbalzante voleva credere il contrario.

 

Finalmente Elijah e Briony arrivarono a casa.

Durante il viaggio avevano scambiato qualche semplice chiacchiera in cui il vampiro le spiegava quello che era successo con Isobel, ma lei gli rispondeva a monosillabi. Ovviamente Elijah non si era lasciato scappare anche la paternale:

“Davvero cosa credevi di risolvere? Hai idea del rischio a cui ti sei sottoposta, oltre ad averci disubbidito consenzientemente? Non è una partita a chi vince.” Aveva detto lui facendo girovagare lo sguardo al di là dell’auto.

Lei aveva semplicemente risposto: “E’ normale che se qualcuno a cui tieni è in pericolo, vuoi far qualcosa a tutti i costi. Anche la più avventata.” Non intendeva scusarsi per averci provato, anche perché nessuno si era fatto male a causa sua.

E Elijah aveva dato la medesima risposta semplice: “Capisco.”

Tuttavia quella conversazione non era proprio alla cima dei suoi pensieri, sebbene la sensazione iniziale; c’era una cosa che Briony voleva assolutamente fare, prima fra tutte, ma non ne aveva avuto il coraggio di farlo prima davanti agli altri.

Appena giunti a destinazione, la ragazza fece alcuni passi in avanti, entrando in casa.

Elijah era rimasto per tutto il resto del tempo inabissato nel silenzio, nell’atrio a fissarla, anche se lei gli dava le spalle.

Briony all’improvviso si girò, incatenando così di nuovo i loro sguardi. Sembrava sconvolta ma uno strano sorriso di sollievo aleggiava sulle labbra. Forse pareva una pazza lunatica ma non le importava ora.

Prima che potesse pentirsi, senza tentennamenti, si avvicinò rapidamente a Elijah e lo circondò in un abbraccio sentito.

D’altra parte, il vampiro proprio non si aspettò quel gesto caloroso, e rimase immobile e rigido come una statua di ghiaccio. Sembrava come se i due corpi avessero cozzato nel contatto.

Lei gli strinse in maniera più stretta le spalle, osando quindi sorpassare i confini razionali che si era prefissata. “Dio..” mormorò a lui, o tra sé e sé, ma il sorriso e gli occhi sollevati erano autentici: “Meno male che sei tutto intero. Non sai l’ansia che ho avuto in queste ore… Non ce la facevo più.”

Briony poi appoggiò dolcemente la testa sulla sua spalla, assaporando quel momento. Si strinse ancora di più a lui, nonostante il vampiro rimanesse immobile, in un sorpreso e dubbioso silenzio, e non ricambiasse in alcun modo. La ragazza sentiva l’odore del vampiro inondarle le narici, facendole venire le vertigini.

Elijah si scosse dalla sua immobilità e rise piano. “Non dovresti preoccuparti per me Briony.”

Lei allora alzò la testa. Il volto di Elijah era vicinissimo al suo e Briony subito perse qualche battito. Lui non accennava minimamente a spostarsi, anzi continuava a fissarla, in un modo che le metteva agitazione: un’agitazione diversa rispetto a quella provata nelle ore precedenti.

Il cuore le batteva impazzito e temette che lui riuscisse a sentirlo e potesse irrigidirsi ancor di più; ma invece Elijah le sorrise in modo dolce e le mise un ciuffo fuoriposto dietro l’orecchio.

Briony tremò al suo tocco. Il respiro le si mozzò in gola. Le ci volle un certo sforzo per stare immobile.

“Nonostante tutto, mi onora la tua preoccupazione, Briony. Ma sei davvero troppo altruista. Non pensi che da uno come me bisogna starci solo lontani?” C’era un sorriso provocatorio sul suo volto ma il tono era quasi severo, come per avvertirla.

Lei deglutì:

“Me l’hanno detto in molti. Ma no, non lo penso. Mi sto davvero fidando di te.” rispose, non spostandosi di un millimetro.

Lui le sorrise ancora, scuotendo la testa, e le accarezzò una spalla.

“Grazie. Quello che hai fatto è uno dei pochi contatti umani sinceri che abbia ricevuto nell’ultimo secolo.”

Lei allora lo guardò intristita negli occhi. In cuor suo sperava che quell’abbraccio gli desse conforto e che gli facesse capire che lei era in pena anche per lui, non solo per gli altri…

Elijah sostenne il suo sguardo ma la fece allontanare un  tenendo entrambe le braccia sulle sue spalle.

Gli rimbalzava in testa una frase che Klaus gli diceva sempre. << I sentimenti ci rendono deboli Elijah, soprattutto l’amore. E noi non siamo deboli. Gli umani non contano nulla per noi, sono solo delle prede. >>

Elijah scosse interiormente la testa cercando di non pensarci. Non doveva più farsi manipolare dalle dicerie di quel pazzo di Klaus, anche se un tempo lui le condivideva.

"Bene. Direi che è stata una serata alquanto movimentata." disse lui adagiando le braccia lungo i fianchi, indietreggiando anche di un passo per cambiare argomento con classe.

Briony però non era di tal parere: "Già, e..." proruppe Briony all'improvviso, osando fare un passo in avanti nonostante la distanza da lui imposta. "Mi dispiace davvero per il diverbio che abbiamo avuto. Lo so che ai tuoi occhi posso sembrare strana a dir poco." fece un risolino. "ma anche se non ti ho difeso apertamente o non mi sono scusata per aver pensato troppo velocemente, questo non vuol dire che ci credessi davvero o che peggio volessi farlo." E gli sfiorò la mano, guardandolo negli occhi per dimostrare la sua sincerità e anche la complessità del suo carattere in cui razionalità cronica e istintività emotiva si contrastavano.

Ma Elijah sembrava occupato a guardare teso e preoccupato la mano di Briony che gli toccava la sua, piuttosto che le sue parole anche se le trovava di fondo sincere. Quel tocco non gli dava fastidio, era questo ciò che lo preoccupava visto che già due approcci emotivi lo avevano reso protagonista con quella ragazza, e quindi ciò rischiava di abbattere la sua armatura di difesa contro i sentimenti e di fargli perdere dunque la lucidità in un momento così critico in cui doveva pensare solo alla vendetta e a nient'altro.

E cosa ancor più allarmante non era solo preoccupato per l'orgoglio corazzato del suo carattere...

Si scurì la voce, riprendendo il freddo controllo: "Ti credo." disse semplicemente sviando lo sguardo e allontanando la mano, non in modo offensivo ma sempre elegante, anche se Briony lo guardò di sottecchi e suo malgrado delusa per quella lontananza voluta.

Elijah mosse in maniera impercettibile la testa: “Ora devo fare una cosa… ti dispiace se ti lascio sola un attimo?”

Briony sbattè le palpebre, presa in contropiede: “No, figurati…. Vado a controllare come sta Elena…ha perso davvero tanto. Anche se Isobel era ciò che era… non può dimenticare che fosse sua madre e che è stata lei a metterla al mondo.”

“Hai ragione. Il legame che ti lega alla famiglia può essere invincibile.” Lo sguardo dell’Originario si fece scuro.

“E Klaus?” gli chiese lei titubante. Come nel caso di Isobel, Klaus era sempre il fratello di Elijah. Elena in cuor suo non aveva mai voluto la morte della madre… Elijah allora voleva davvero la morte del fratello?

“Questa è un’altra cosa… Lui non è più mio fratello.” mormorò Elijah serio e fingendosi indifferente.

Briony fece cadere la conversazione lì. Parlare di Klaus rendeva nervosi sia lui sia lei.

“Va bene... allora ci vediamo dopo.” disse Briony avanzando, ma inciampando sbadatamente in avanti. Era stata solo una mancanza di riflessi ma Elijah invece fu più veloce a raddrizzarla per non farla rischiare di cadere.

Briony allora si bloccò, col cuore in gola e non osando guardarlo. Anche lui sembrava sorpreso della sua stessa azione: non erano intimamente vicini, erano quasi fianco a fianco, con le mani di Elijah che la sorreggevano fermamente per le spalle. Ma la cosa più importante era l'elettricità nell'aria che si creava ogni volta.

Fu Elijah come al solito a scacciare l'imbarazzo e la tensione per riprendere il controllo: "Troppe emozioni." La giustificò lui per lei con un piccolo sorriso forzato.

Briony si costrinse a sorridere per far finta di nulla e si drizzò da sola con la schiena, continuando a tenere lo sguardo sviato. Elijah infine tolse delicatamente le mani dalle spalle della ragazza e un fuoco dirompente sembrò bruciare in esse, anche se le mani del vampiro erano sempre fredde. Il motivo di quelle emozioni contrastanti lo intuiva, ma Briony rimase immobile in preda a una forte inquietudine.

Elijah la salutò con un sorriso accennato e uscì, anche se ebbe l'impulso di voltarsi indietro

 

Anche quell’Originario doveva fare una cosa importante.

Qualche ora prima aveva pensato che fosse una sciocchezza ma credeva che dovesse farlo. Per il bene di lei...

Non riuscì a non pensare a Briony. La sua compassione e la sua generosità lo riempivano di ammirazione. Lì nella solitudine della città Elijah ammise quanto si era sentito tentato quando lei l’aveva abbracciato.

Non dal suo sangue, ma dal suo amore per la vita, dalla sua intelligenza e dal suo coraggio. Possedeva saggezza, intelligenza e una bellezza radiosa che proveniva dall’interno.

Elijah sorrise tra sé e sé.

Sebbene Briony somigliasse alla sorella, non la considerava di certo una sorella minore. Aveva subito notato che lei era una ragazza di indubbio bell’aspetto, ma non ci aveva dato molta importanza.

Aveva visto per secoli e secoli bellissime donne, ma le caratteristiche che più lo attraevano verso una donna non era la bellezza fisica. Era il coraggio e la lealtà che possedevano.

Briony ne aveva in abbondanza.

Ma soltanto la notte buia e silenziosa fu depositaria di quei suoi pensieri che lui teneva nascosti  all’interno della sua armatura. Come sempre, Elijah celava le sue vere emozioni fingendo che non esistessero in lui. Per 1000 anni era stato il suo modo di vivere.

Senza neanche accorgersene, si trovò proprio davanti a casa di Caroline Forbes. Era lì che era diretto. Notò che la madre non era in casa, quindi non c’erano ostacoli.

Quando Caroline aprì fu molto sorpresa. Non aveva mai parlato direttamente con Elijah, perché non ce ne era mai stata occasione e perché in un certo senso le incuteva una gran paura.

“Buonasera, spero di non averti disturbata. Ti ruberò solo un minuto.”

“E’ successo qualcosa?” Chiese tesa.

“Devo solo avvertirti che… ho visto il tuo ex ragazzo e tua madre discutere animatamente oggi. Lui ha scoperto tutto.”

Ah… lo so già. E’ venuto a dirmelo. Per fortuna mi ha garantito che non ha detto niente a mia madre di noi altrimenti sarebbe accaduto un macello. Ma l’ho ammaliato quindi… non dirà nulla.”

“Bene. Ma non era questo che mi preoccupava. E se lui fosse andato da tua sorella e non da tua madre? Ti rendi conto delle conseguenze che avrebbe portato?” chiese lui serio, affilando lo sguardo.

Sì… mia sorella non deve sapere che io sono un vampiro. Ho paura di come reagirebbe…

“Prima o poi lo scoprirà. Briony è una persona molto intelligente, non ci vorrà molto prima che capisca la tua vera natura. Voglio solo evitare che lo scopra in un modo traumatico come è accaduto a Jenna con Isobel. Mi capisci vero?”

Caroline assentì con la testa.

“Mi auguro che tu glielo dica al più presto, fallo nella maniera che preferisci: con delicatezza e calma, oppure mostrale semplicemente i denti. Ma ti avviso che se non avrai il coraggio di farlo tu… lo farò io.” Proruppe lui con decisione.

Caroline deglutì spaventata. Non aveva messo in conto che Elijah si interessasse così tanto al bene di Briony. Sapeva che doveva dirglielo…. Ma le mancava sempre il coraggio.

Senza neanche accorgersene, Elijah sparì sotto i suoi occhi.

Il vampiro aveva fatto quello che doveva.

Una ragazza come Briony non meritava di essere ingannata dalle persone che amava tanto meno ferita ingiustamente, per questo aveva cercato di mantenere le distanze. Lui era pur sempre un vampiro e gli episodi del passato dimostravano che era proibita la felicità a lui e a quelli che gli stavano vicino. Si era preoccupato quindi non solo per se stesso, per il suo amor proprio, ma anche per lei e per ciò che poteva accadere.

Lo testimoniava anche come si era bloccato, quasi colto in fallo, quando i Salvatore gli avevano detto che Briony era andata chissà dove. Si era domandato, con un’inaspettata preoccupazione, dubbio atroce e umana collera: “Dove è andata?”

Aveva cercato di riprendere poi il controllo gelido, come in quella notte, ma in quel momento tuttavia si accorse con sua somma sorpresa che qualche pezzo della sua corazza di ghiaccio si stava sgretolando… come se un fuoco improvviso l’avesse travolto.

Elijah cercò di riprendere il controllo di se stesso, di ricordare chi era e cosa c’era in ballo. Non doveva permettersi di mostrare sentimenti, di permettere a qualcuno di far parte della sua vita, o di far pulsare vecchie ferite che non dovevano venire alla luce per nulla al mondo.

Cercò allora di chiudere lo spiraglio di umanità che minacciava di aprirsi dopo migliaia di anni. Ma invano, non appena si ricordò dell’abbraccio che quella ragazza gli aveva concesso…

 

 

 

FINE CAPITOLO.

Spero che vi sia piaciuto J Ringrazio come sempre chi legge la storia e chi recensisce!

 

   
 
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