7 ~ 18.07.11 - #1 - The gifts
Taemin POV.
18.07.11
«Scusate, mi suona il cellulare. Arrivo subito.»
E così anche Jong si era alzato da tavola ed era uscito dalla cucina. Adesso erano rimasti solamente Taemin, intento a passare e ripassare il cucchiaino nel piattino della torta che aveva finito di mangiare poco prima, e Minho, Onew, Ambra e Key, che stavano discutendo su quando andare al negozio di animali per ordinare la targhetta per Sky e di quale colore sarebbe stato il collare. Il suddetto cane invece si era appollaiato sulle gambe del padrone e stava cercando attenzioni, che quello gli dava accarezzandolo distrattamente con la mano libera.
«Hyung... Ma secondo voi... Bey...» Gli altri quattro si voltarono verso di lui, aspettando che continuasse.
Peccato che, proprio in quel momento, Jong tornò nella stanza, afferrando Taemin per un polso e spingendolo ad alzarsi, facendo così cadere Sky in terra.
«Hyung! Il cane!»
«Ops scusa, non l'avevo visto!» Commentò Jong, chinandosi un attimo per fare una carezza al cucciolo, che si era appena rialzato, confuso.
«Comunque! Tae, devi sbrigarti ed andare a cambiarti!» Continuò poi imperterrito, trascinando il più piccolo verso la camera-armadio che c'era infondo al corridoio.
«Cambiarmi? Ma per cosa Hyung?» Taemin era sempre più confuso.
«Al telefono era il manager ed ha detto che deve parlarti in privato, che devi vestirti elegante e che non devi obbiettare quando ti benderò gli occhi!» Jong parlava, come al solito, molto velocemente, e Taemin faceva fatica a stargli dietro.
«Perché mi dovresti bendare gli occhi Hyung?» Il ragazzo, ormai nella camera-armadio, si era voltato verso lo Hyung guardandolo interrogativamente.
«E io che ne so! Così ha detto lui. Adesso, poche domande e preparati!» Sentenziò, prima di uscire velocemente dalla stanza e chiudersi la porta alle spalle.
«Elegante, mi raccomando!» Gli urlò poi da metà corridoio.
Taemin sospirò. Non capiva che cosa volesse da lui il manager Hyung il giorno del suo compleanno. Magari voleva solo fargli gli auguri, ma gli sembrava troppo quello che stava chiedendo per dei semplici auguri. Forse aveva preparato una festa a sorpresa, ma vedendo sul suo orologio che erano solo le due e mezzo pensò che fosse un po' troppo presto. Alla fine rinunciò a cercare di capire cosa stesse per succedere e si concentrò su quello che gli aveva detto Jonghyun.
'Elegante eh?' Si guardò intorno ed iniziò a spulciare tutti i loro vestiti, alla ricerca di qualcosa di adatto.
Dopo circa mezz'ora, Taemin uscì dalla stanza vestito di tutto punto: pantaloni neri attillati, camicia bianca e sopra un gilè nero smanicato e chiuso con soli due bottoni.
Jong lo guardò, annuendo.
«Sì, può andare.» Detto questo, senza che l'altro avesse modo di dire altro, gli fu alle spalle e lo bendò con qualcosa di nero che aveva in mano.
«Quando te la togli non la sciupare quella, potrebbe servirti per dopo.» Gli disse, prendendolo poi per un braccio e trascinandolo.
«A-aspetta Hyung! Non ho nemmeno salutato Bey! Hyung!» Ma Jong sembrava non ascoltarlo.
Taemin sentì solo dei fischi di approvazione ed un «Sei una favola figlio!» Pronunciato da un eccitato Key. Poi seppe solo che qualcuno, probabilmente Jong stesso, gli aveva infilato un paio di scarpe ai piedi per poi condurlo fuori casa.
«Almeno potevi aspettare di essere giù per bendarmi, no Hyung?» Chiese mentre erano in ascensore, sospirando. «Non so neanche che scarpe mi hai messo.»
«Non ti preoccupare che di certo non ho rovinato il tuo appeal.» Gli rispose Jong, mettendo una mano sulla sua spalla.
«Comunque sta tranquillo. Quando la limousine si ferma e spegne il motore, tu levati quella cosa.»
Taemin sospirò di nuovo: non c'era niente da fare. E non gli avevano nemmeno fatto salutare la sua ragazza, che era sparita in bagno dieci minuti prima che squillasse il cellulare di Jong.
Taemin se ne stava seduto nella limousine senza fiatare, con la testa appoggiata al finestrino e la mente che vagava. Non sapeva dove erano diretti, quindi quanto ci avrebbero messo ad arrivare.
'Perché proprio il giorno del mio compleanno?' Si chiese per l'ennesima volta, dopo poco più di mezz'ora di viaggio. Passarono almeno altri venti minuti però, prima che l'auto finalmente si fermasse e spegnesse il motore.
Taemin era semi-addormentato e, quando l'autista gli aprì la portiera, quasi cadde dalla macchina. Si riprese giusto in tempo per tenersi al bordo della macchina e scusarsi con l'autista. Poi, sempre leggermente frastornato, si tolse la benda che aveva sugli occhi, che scoprì essere in realtà una cravatta nera di un tessuto semi-lucido. Dopo averla guardata interrogativamente, la piegò come meglio poteva e se la infilò in tasca, poi finalmente scese dalla macchina.
Una volta che l'aria di Seoul ebbe investito il suo visino ancora mezzo assonnato, Taemin realizzò dove effettivamente fossero: la Namsan Tower di Seoul.
'Bene... Che ci faccio qui? E dov'è il manager Hyung?' Il ragazzo era sempre più confuso, finché delle mani non gli coprirono gli occhi. Non sapeva bene che fare, quindi rimase in silenzio, cercando di capire di chi fossero.
«Sicuramente non sei il manager Hyung.» Affermò convinto. «Sei troppo basso.» Aggiunse poi, notando che probabilmente la persona che gli stava coprendo gli occhi era in punta di piedi.
A quel punto però non poté più ragionare di nulla, perché qualcosa di molto appuntito gli era arrivato dritto sulla punta del piede destro.
«A chi hai appena dato del basso, scusa?» Bey aveva lasciato andare le mani dagli occhi di Taemin, si era voltata ed aveva incrociato le braccia.
«Ahiiiii! Amore stavo scherzando! Lo sapevo che eri te, ti prendevo solo un po' in giro!» Mentì, dopo essersi massaggiato il piede, avendo riconosciuto la voce della ragazza.
Dopodiché, continuando a passarsi una mano sulla punta del piede, si voltò verso Bey: decisamente non era vestita come quando l'aveva vista andare in bagno a casa. Infatti, Bey aveva addosso un vestito rosso che si legava dietro il collo, lasciando metà schiena scoperta, e che poi scendeva in modo irregolare fino a metà coscia, in più ai piedi aveva un paio di scarpe col tacco abbinate.
«Certo, come no!» Stava commentando lei, intanto che lui la osservava.
Allora Taemin le si avvicinò, abbracciandola da dietro. «E' nuovo?» Le chiese poi, guardandola.
«Cosa?» Bey stava ancora facendo l'offesa, anche se in realtà non ce l'aveva davvero con lui.
«Il vestito... Non te l'ho mai visto.»
«Ah... Me lo ha regalato Ambra qualche giorno fa.» Spiegò, prima di sorridere e girarsi verso Taemin, abbracciandolo. «E non ho più voglia di fare l'offesa, quindi andiamo!» Aggiunse subito dopo, prendendolo per mano e trascinandolo verso la torre.
«Andiamo? Ma...?!» Taemin stava osservando la fila di persone che era in attesa di prendere il biglietto per salire in cima alla Namsan Tower, ma Bey non le stava minimamente considerando, anzi, andava diritta all'entrata.
«Amore... Non possiamo saltare la fila!» Disse allora, confuso. «E poi se passiamo così in mezzo alle persone, qualcuno mi riconoscerà!» Adesso aveva un tono allarmato.
«Ma non la stiamo saltando. Semplicemente noi abbiamo già il biglietto!» Esclamò Bey, elettrizzata almeno quanto lo sarebbe stato lui entro breve di salire su quella che per definizione era la “torre degli innamorati” di Seoul. «E poi... 'Sta tranquillo! Segui il consiglio di Tata e cammina tra la gente normalmente, vedrai che non faranno caso a te!» Aggiunse, per tranquillizzarlo.
«Abbiamo..? Quanto tempo fa lo hai comprato il biglietto?» Taemin guardava a tratti lei e la torre davanti a loro, sempre poco convinto.
«Almeno due settimane fa.» Gli rispose, entrando con disinvoltura e dirigendosi verso la fila interna, che di certo non era lunga come quella alla biglietteria.
Dopo neanche mezz'ora Bey e Taemin erano in cima alla torre e guardavano estasiati il panorama che vi si poteva vedere: tutta Seoul era intorno a loro, i grattacieli, le case, i quartieri con i negozi ed, in lontananza, quelli invece più poveri, il fiume Han e tutti i vari ponti. Insomma, da lì, girando in cerchio, si potevano vedere tutti i posti della grande città.
I due ragazzi rimasero lì ad osservare tutto finché il sole non cominciò a tramontare, tingendo di rosso ed arancione tutta la parte Ovest della città. A quel punto Bey propose di salire ancora più in alto ed uscire sulla terrazza. Lì, attaccati alla rete che faceva da barriera, c'erano tutti i lucchetti che gli innamorati avevano attaccato nel corso degli anni.
«Ci dovrebbero essere ancora anche i vostri.» Disse Bey, voltandosi verso Taemin per avere conferma. Quello annuì, tirandola leggermente verso un punto preciso della rete ed indicando un mucchio di lucchetti. Tra quelli, se si guardava attentamente, ne spiccavano quattro attaccati tutti insieme, ognuno di colore diverso. Bey sorrise.
«Io vi amo.» Fu l'unica cosa che riuscì a dire, per poi estrarre dalla propria borsa due lucchetti identici, dorati. «Ora però tocca a noi.» Disse, alzando la testa verso Tae e porgendogli uno dei due lucchetti. Lui guardò Bey, le sorrise e lo prese, rigirandoselo tra le mani.
«Scriviamoci in italiano. Così saranno davvero solo nostri.» Le propose, prendendo una delle due penne indelebili che la ragazza gli stava porgendo. Lei gli sorrise di rimando. «Sì.» Annuì, per poi concentrarsi sul lucchetto.
Dopo dieci minuti buoni, Bey era sempre chinata sul suo lucchetto, mentre Taemin si stava guardando intorno alla ricerca del luogo migliore dove metterli. Ad un certo punto il suo sguardo fu catturato da un gruppo di lucchetti tutti rossi, così si avvicinò ad essi: erano tanti lucchetti attaccati accanto a formare un cuore*. Tae sorrise, voltandosi verso Bey, che sembrava aver finalmente finito di scrivere ed adesso gli veniva incontro con un sorriso imbarazzato.
«Fatto?»
«Mh.» Bey annuì, porgendo il suo lucchetto al ragazzo.
«Bene. Perché ho trovato il posto perfetto per attaccarli.» Disse lui, sorridendo.
Detto questo Taemin prese entrambi i lucchetti e li andò a legare insieme al centro di tutti i lucchetti fatti a cuore. Fatto ciò si voltò di nuovo verso Bey, che era appena un passo dietro di lui. Lei lo guardò, gli prese una mano, intrecciando le dita, e si chinò per leggere entrambe le scritte.
“Quando sei stanca e hai dei momenti difficili, per favore lasciami stare al tuo fianco. Così che io possa ridarti l'amore che ho solo ricevuto. Prima che questa vita finisca. Saranghae.”
“Quando perdo la mia strada nella foresta oscura. Quando la mia giovane anima sta piangendo. Guidami come una luce, come un miracolo. Prima che questa vita finisca. <3”
Entrambi sorrisero. Avevano pensato alla stessa cosa: Life, una delle canzoni preferite di Taemin. Ed avevano anche scritto quasi lo stesso pezzo, con la differenza che Tae aveva aggiunto un'unica parola nella sua lingua, alla fine della traduzione della canzone, mentre Bey aveva aggiunto solo un cuore, che era tutto quello che aveva da offrire.
* Beh.. Diciamo che quello a cui pensavo era pressappoco questo.. ^^
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