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Autore: Viki_chan    17/11/2011    6 recensioni
[continuazione di The life after]
"Harry è sparito."
Non c'è altro da aggingere.
Quando il suo migliore amico scompare, Hermione è in vacanza con Draco, dopo un anno di continue lotte nel nome del loro amore.
E la verità, sotto forma di un Ron distrutto, le sbatte contro.
Pochi gli indizzi, una sola la certezza: Harry non voleva sparire. Qualcuno ha deciso per lui.
Quel qualcuno vuole qualcosa che solo il Prescelto possiede.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nota dell'autrice: ci sto provado, sì. Io ringrazio chi ha deciso di perdonare la mia lunga assenza e si è rimesso a leggere SC. Insomma, ho deciso di andare avanti e spero che la storia vi appassioni.
Stay tuned!



14. Messaggi dal profondo


“Elleboro?” chiesero in coro Draco e Ron, guardandosi poi con la solita diffidenza.

“Sì, era lì. Io l'ho preso in mano ed è diventato cenere.”
Le loro reazioni furono diverse. Draco, seduto accanto a me, strinse più forte la mia mano. Ron, di fonte a noi, si chiuse in un broncio concentrato.
Vederlo a villa Malfoy era molto strano e il suo visibile disagio traspariva in ogni suo gesto.
“Era li per te, è ovvio.” disse poi con convinzione. “La Devis l'ha visto?”
“No, te l'ho detto. Lei ha solo visto la scintilla che lo ha incenerito.” ribadii.
Avevo già raccontato loro tutta la storia, compreso il delirio della Segretaria del Ministro, glissando però sulla storia della H di sangue.
Kingsley sarebbe arrivato con il suo rapporto a minuti, o almeno così aveva detto a Ron e speravo che gli Auror avessero rilevato tutte le macchie di sangue presenti sulla scena.
“Io non penso che l'elleboro sia stato messo lì per Hermione. Qualcuno doveva trovarlo, è stato un caso che sia stata lei.” disse Draco.
“No, no. Credimi, non lo capiremo mai, amico. Diciamo solo che loro due sono collegati. Mi ricordano Fred e George, per certi versi.”
Draco mi guardò, mi fece un mezzo sorriso.
Prima dell'arrivo di Ron, gli avevo fatto un discorso simile. Draco mi aveva ascoltato senza commentare. Mi aveva semplicemente stretto a sé.
“Sono solo felice di non essere l'unico.” commentò voltandosi poi verso la porta della sala da pranzo.
Nell'altra stanza la cameriera stava facendo gli onori di casa.
“Signor Draco, c'è qui il suo professore, posso farlo entrare?” disse facendo capolino nella stanza.
“Sì, Carol, grazie.”
Ron si lasciò scappare una risata nervosa.
Kingley entrò e fece un inchino alla cameriera, che arrossì e ci lasciò di nuovo da soli.
“Camerieri babbani non soggiogati? Malfoy, mi sorprendi.” disse Kingsley in tono scherzoso.
Draco sorrise appena, poi tornò serio.
“Allora?” chiese Ron.
“Sulle pietre del camino c'era del sangue. E' possibile che Harry sia stato sbattuto contro le pietre. Questo spiega la presenza del suo sangue in salotto. Le altre stanze sono pulite, non c'è traccia di magia. La colluttazione è iniziata e finita in quella stanza. Ma dovrebbe essere ferito lievemente. Hermione, hai qualcosa da aggiungere?”
Draco e Ron si voltarono verso di me.
“No. Niente, qualche pista?”
“Nessuna in particolare. Ma, Hermione..” Kingsley si strinse le mani nervosamente. “... parlo da Ministro della Magia adesso. Smettila di fare ricerche parallele a quelle degli Auror, o sarò costretto a escluderti dalle indagini. So che Harry per te è importante e credimi, potessi disfarmi degli Auror e tornare al vecchio Ordine della Fenice lo farei volentieri, ma adesso dobbiamo sottostare alle regole. Devi aiutarci.”
“Quella Devis è un demonio.” borbottò Ron.
“Domitilla è solo un po' affrettata. Ma sta facendo di tutto per trovare Harry, come Hermione.”
Accanto a me, Draco si lasciò andare in un gesto di stizza.
“La Devis uguale a Hermione, per favore. Quella vampira ha quasi mandato ad Azkaban Hermione per omicidio, stanotte.”
“Sentite, ora devo proprio andare e questa discussione non ha senso di esistere. Vi lascio una copia del rapporto di stanotte e vi invito alla riunione di mezzanotte.”
Kingsley fece un mezzo inchino e uscì senza aspettare una nostra risposta.
Dopo qualche istante di silenzio anche Ron si alzò.
“Anche io vado. Ma perché non gli hai detto dell'elleboro.”
“Perchè è una testona, non è vero?”
“Sì. Lasciatemi leggere il rapporto, poi stasera dirò tutto a Kingsley. Davvero.”



Draco mi lasciò sola per tutto il resto della mattina, mandando di tanto in tanto Carol per rabboccarmi la tazza di thè caldo.
Pochi minuti prima di mezzogiorno, qualcuno rientrò nella stanza.
Non era Draco, ma sua madre.
“Dovremmo preparare la stanza per il pranzo, Hermione.” disse avvicinandosi cautamente.
“Ah, sì, mi scusi.”
Narcissa rimase ad osservarmi mentre raccoglievo i vari documenti del rapporto senza dire altro.
Era una donna estremamente elegante e posata.
Fredda come il ghiaccio.
“Hermione.” sussurrò mentre mi accingevo ad uscire.
“Sì?”
“Era sangue quello nelle foto.. quello sulla pietra?” chiese indicando la cartella che avevo in mano.
“Sì.”
“Beh, Lucius.. Mio marito.. Il Signore Oscuro.. aveva preso il sangue di Potter per rinascere.” disse titubante.
“Io penso che Harry si sia ferito da solo, per lasciarmi un segno.”  Senza motivo, lacrime calde mi riempirono gli occhi. “La ringrazio però per avermelo detto.”.
Narcissa distolse lo sguardo dal mio volto e uscì dalla porta che dava alle cucine.
Io invece presi la strada per la camera di Draco, tamponandomi le lacrime con la manica della maglia.
Bussai.
Non rispose nessuno.
Entrai comunque.
Draco dormiva su letto, a pancia in su.
Braccia e gambe aperte, come se si fosse buttato sul materasso.
Abbandonato al mondo dei sogni.
Mi avvicinai, rimasi ad osservare il suo petto gonfiarsi a ritmo regolare.
Una statua di marmo addormentata.
La sua pelle era così chiara da far intravedere le vene.
La camicia bianca lo faceva sembrare ancora più pallido.
“Ti amo così tanto.” sussurrai mettendomi in ginocchio accanto al letto, come in preghiera. “Non sono sul letto di morte, Hermione. Non sto morendo.” borbottò lui, la voce impastata dal sonno.
“Quanto è difficile starmi vicino?”
“Abbastanza. Ma so che il mio posto è qui, con te. Lo ami, non è vero?”
“Harry?”
“Sì, Harry.”
“In un certo senso, sì. Lui è la mia famiglia.”
Draco sorrise, richiuse gli occhi.
“Un giorno, voglio diventare io la tua famiglia. E Potter.. Potter farà il vicino di casa ok? Il cugino che si incontra solo per le feste, come fanno vedere lì.” disse indicando un angolo della stanza.
Solo in quel momento mi ero resa conto della grande televisione montata sul muro.
“Seriamente Draco, una televisione?”
“Sia, l'ultima volta che ho visto i tuoi erano stretti stretti davanti a questa cosa. L'idea mi è piaciuta. Quando tutto sarà risolto, quando Potter ci farà l'onore di farsi trovare, ce ne staremo chiusi qui, a guardare la nostra lastra luminosa in santa pace. Ci stai?”
“Assolutamente sì.”
   
 
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