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Autore: _HurricaneJoe    17/11/2011    3 recensioni
Lo squillare smorto della sveglia mi avvisa del nuovo giorno che arriva.
Mi rigiro nel letto e mi copro la testa con le coperte,come un ragazzino che non vuole andare a scuola.
'Fanculo Jared,non puoi fare tardi al primo giorno.'
E,anche se l’ultima cosa che voglio è trovarmi di fronte a una trentina di quattordicenni che non vedevano l’ora di ignorare le mie parole,mi alzo.
Mi sciacquo il viso e mi vesto:giacca e cravatta,almeno il primo giorno devo essere serio.
Mi guardo allo specchio.
'Eccomi qua:Jared Leto,trent’anni,professore di storia e madrelingua d’inglese,un fallito.'
Che fine ha fatto il ragazzo che voleva fare il pittore,il cantante,l’attore?
'È morto,Jared. Anzi,non è mai esistito.'
[Un Jared diverso,una ragazza che gli porta alla mente il passato,un'altra che gli rovina il presente. Un professore straniero in una città come Napoli.]
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Dreamer that I never was.

Cap.1 “The strange”

Lo squillare smorto della sveglia mi avvisa del nuovo giorno che arriva.

Mi rigiro nel letto e mi copro la testa con le coperte,come un ragazzino che non vuole andare a scuola.

Fanculo Jared,non puoi fare tardi al primo giorno.

E,anche se l’ultima cosa che voglio è trovarmi di fronte a una trentina di quattordicenni che non vedevano l’ora di ignorare le mie parole,mi alzo.

Mi sciacquo il viso e mi vesto:giacca e cravatta,almeno il primo giorno devo essere serio.

Mi guardo allo specchio.

Eccomi qua:Jared Leto,trent’anni,professore di storia e madrelingua d’inglese,un fallito.

Che fine ha fatto il ragazzo che voleva fare il pittore,il cantante,l’attore?

È morto,Jared. Anzi,non è mai esistito.

Prendo la mia valigetta e vado al bar sotto casa,dove faccio colazione velocemente,prendo la macchina e guido fino al “Liceo Renato Caccioppoli” o,come lo chiamano tutti,’’o Caccioppoli”.

Un Liceo Scientifico come un altro,insomma.

Questo è il primo giorno del mio prima incarico annuale,la fine di tutti questi anni passati tra una scuola e l’altra.

Mi hanno affidato una sola classe,per tutto l’anno scolastico,una prima.

Parcheggio la macchina ed entro a scuola,poi raggiugo il corridoio. Non entro in classe subito,voglio vedere come si comportano gli studenti.

Dopo un po’ inizia a sentirsi,dalla porta chiusa,un frastuono pazzesco.

“Uè,ma oggi non doveva venire il sostituto di Veneri e De Maso?”sento chiedere dalla voce di un ragazzo.

“Eh vabbuò,sai quanto volte l’ha detto quella cretina di Latino?”risponde una voce femminile.

Cominciamo bene.

Da dentro sento rumore di banchi che si spostavano,di cose lanciate sui muri,schiamazzi,risate,tutto.

Per fortuna che è uno scientifico!

Ma cosa mi posso aspettare infondo,da una città come Napoli?

Socchiudo un po’ la porta,per dare un’occhiata dentro senza farmi notare.

Vedo tutto quello che avevo sentito:una massa di ragazzini che si rincorrono,salgono sui banchi,si scattano fotografie con i cellulari.

La mia attenzione viene catturata da una ragazza bionda dagli occhi azzurri,seduta al suo banco con un libro in mano,non fa casino,non parla con nessuno,sta lì ferma a leggere.

Distolgo gli occhi dalla ragazza e guardo verso la cattedra:sopra c’è seduta un’altra ragazza dai capelli castani,un paio di jeans,una maglietta nera,tanti bracciali e una collana,sta scrivendo qualcosa in inglese sulla grande lavagna nera,un gessetto bianco in mano, ride e scherza con altri tre o quattro tra ragazzi e ragazze. Il tipo di ragazza che mi urta i nervi.

Improvvisamente si gira dalla mia parte e i miei occhi azzurri si incrociano con i suoi castani per un istante e mi fa un mezzo sorriso,poi si volta subito verso la classe.

“Ragà sta vendo ‘o professore!”urla agli altri,che si ricompongono ad una velocità strategica.

Esatto,proprio il tipo di ragazza che odio.

Apro la porta ed entro in classe,sento un paio di commenti non proprio…professionali.

“Madò,avete visto che figo?”

“Sarà gay!”

“Altro che quella cessa di Veneri!”

“E per fortuna che doveva essere un vecchio!”

Sono incredibilmente seccato,ma mi sforzo di fare un tiratissimo sorriso:non voglio fare la figura dello stoccafisso.

“Buon giorno ragazzi,io sarò il vostro professore di inglese e storia(ma che razza di accoppiamento ho fatto? D: NdA) per tutto l’anno scolastico. Il mio nome è Jarea,Jared Leto. Spero andremo d’accordo.”

Subito arrivano le domande.

“Professò,ma siete americano?”

“Quanti anni avete?”

“Siete sposato?”

“Come si scrive il vostro nome?”

E altre mille domande inutili.

Ma sì,alla fine credo che mi piaccia questo lavoro.

“Allora,ho trent’anni,sono americano,ho un fratello,e il mio nome si scrive-” prendo il cassino per cancellare le scritte dalla lavagna,ma la ragazza castana di prima mi ferma.

“Professò,là non potete cancellare perché Simona è allergica al gesso,dovete usare quell’altra.”mi fa con un sorriso beffardo,indicandomi la lavagna bianca accanto a quella a gesso,una di quelle col pennarello.

Leggo le scritte lasciate dalla ragazza su quella nera:

“He's a stranger to some
And a vision to none
He can never get enough,
Get enough of the one”

Ecco perché l’ha scritto qua,perché non posso cancellarlo.

Prendo il pennarello e scrivo il mio nome sulla lavagna.

“Il mio nome si scrive così,non sono sposato e,prima che me lo chiediate,sono single.”dico con un sorriso.

Un mormorio d’approvazione corre tra le ragazze,comprese quella bionda e quella castana di prima,sedute vicine al primo banco.

“Quindi,se non avete altre domande,farò l’appello.”

Tutti nomi comuni,tutti lo stesso modo di rispondere.

“Stadnyk Victoria?”dico leggendo l’ultimo.

La ragazza bionda alza la mano con un sorriso timido,senza rispondere.

“Sei italiana?”chiedo.

La ragazza scuote la testa e tutti ridono.

“E allora,cosa c’è di così divertente nella vostra compagna?”

“Niente,professò,niente.”risponde Canale,la ragazza castana di prima,che trattiene a stento una risata.

“Da dove vieni?”

“I-io…ucraina…”dice strascicando le parole.

Quella carnagione chiara,quegli occhi azzurri chiarissimi,quei capelli color oro…

Ania…

Anche lei,all’inizio,parlava così…

“Sai parlare in inglese?”le chiedo.

Annuisce.

“Poco.”mi fa con la stessa espressione.

“Come inizio può andare. Ora,ragazzi,facciamo un bel test d’ingresso per vedere cosa sapete fare,ok? Avete 40 minuti!”

“Uaa noo!”rispondono tutti in coro.

“Su,è facilissimo! Stadnyk,distribuisci questi alla classe.”dico indicandole prima i fogli e poi i banchi.

Lei annuisce ed inizia a darli agli altri.

Sorrido.

Sì,mi piace davvero questo lavoro.

Angolo dell’autrice~

Bene,con questa storia sono SICURA che toccherò il fondo,per questo ho creato un altro account per pubblicarla ç__ç

Ho messo la mia scuola,la mia città,i miei professori,i miei compagni di classe,la mia vita insomma D:

Solo che qua non ci sono i Mars ù_ù

Voglio preannunciare che con questa storia voglio anche mettere 'in risalto' la mia città e soprattutto i sogni,visto che io ne ho tanti,forse troppi x)

In ogni caso,un mi po’ piace questo Jay un po’ diverso,credo che aggiornerò spesso^^

Spero che questa storia vi piaccia,mi sto impegnando molto a scriverla x)

A presto!

Baci,

_HurricaneJoe


  
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