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Autore: emmahp7    17/11/2011    5 recensioni
Camminare, correre, seguire, indietreggiare, abbandonare, rincorrere, lasciare, partire, tornare...
Quanti passi sono serviti a Ron e Hermione per raggiungersi? Ve li svelo in questa breve raccolta. Una serie di momenti collegati l'uno all'altro, ambientati tra il sesto anno e l'immediato dopo-guerra, ed ispirati alle note dei Foo Fighters.
A volte basta solo un passo per trovarsi, un passo dietro l'altro...
Il primo capitolo della raccolta si è classificato secondo al "Romione, Dramione, Fremione e Harmony contest" indetto da Alyssia98 sul forum di EFP.
Il quarto capitolo si è classificato al primo posto nei contest: "Lotta contro il tempo" di _Aras_; Het-Flash contest- di Ceci Weasley; [The seven year]La fine di un'era di Lalani, tutti indetti sul forum di EFP.
Genere: Fluff, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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I’m on your back

I’m on your back

 

 

If you’d accept surrender

I’ll give up some more

Weren’t you adored?

I cannot be without you

Matter of fact

I’m on your back

I’m on your back

I’m on your back

 

If you walk out on me,

I’m walking after you

 

Walking after you – Foo Fighters -

 

 

 

 

La notte era gelida, molto più fredda e scura di quanto non sembrasse da dentro la tenda.

La pioggia bagnava ogni cosa. Hermione la sentiva tamburellare sulle foglie sparpagliate sul terreno e sui rami che andavano spogliandosi sempre più rapidamente con l’arrivo dell’inverno.

Quella stessa pioggia si abbatteva anche su di lei, le gocce la colpivano con violenza, ostacolavano la sua corsa nell’oscurità.

Hermione cercava di non curarsene. Tentava di ignorare la stanchezza, il freddo, la fatica, ma soprattutto tentava di dimenticare la paura: paura di non riuscire a raggiungere Ron che camminava rapido qualche metro avanti a lei.

« Ron! Ron, ti prego! Fermati! »

Urlava con tutte le sue forze, provava con tutta se stessa a superare la voce del vento, ma i suoi richiami erano attutiti dai rumori della foresta, dal ritmo della pioggia.

Doveva raggiungerlo. Doveva riportarlo indietro.

Calcò sulla disperazione che seguitava a crescerle dentro, per aumentare la velocità della sua corsa. Percepì i muscoli protestare per quello scatto improvviso, il fiato congelarsi nella gola impedendole di respirare, ma non si fermò.

Ron aveva ormai raggiunto il confine delimitato dagli incantesimi protettivi che circondavano la zona della tenda. Quando li ebbe superati, si bloccò.

Si voltò a fronteggiarla ed anche lei dovette frenare la sua corsa a pochi passi dall’amico. Ansimava, stremata dall’inseguimento, nell’animo l’angoscia che fosse già troppo tardi. I polmoni non riuscivano a riempirsi, sembrava quasi che l’aria fosse diventata densa, che potesse soffocarla.

Tutte le suppliche che Hermione aveva in testa, tutte le parole a cui aveva pensato per convincerlo a tornare indietro, si persero nell’oscurità, inghiottite dalla rabbia cieca che pulsava dalla figura di Ron.

Non sembrava più lui. I suoi occhi, nella fioca luce che scaturiva dalla bacchetta che stringeva in mano, apparivano viola. Era come se la rabbia che aveva tirato fuori qualche attimo prima nella tenda, avesse contaminato persino il suo sguardo, rendendolo inquietante.

« Torna dentro! »  le ordinò lui brusco mentre faceva un passo verso di lei, minacciandola quasi.

Hermione trasalì, ma impose a se stessa di non muoversi, deglutì e scosse la testa.

« No, se tu non torni con me » rispose lei cercando di evitare di mostrarsi spaventata.

Vide Ron digrignare i denti e lo sentì rilasciare uno sbuffo che faceva pensare ad un ruggito basso. La fissò ancora un attimo con quegli occhi viola colmi di aggressività, poi le diede le spalle.

Hermione recuperò un po’ del proprio auto-controllo appena non si trovò più puntate addosso quelle iridi inferocite.

« Ron » provò. « Non lasciarti dominare dall’Horcrux, torna in te, non… tu non puoi… »

« Non è l’Horcrux » la interruppe lui.

Hermione trattenne il respiro; indietreggiò di un passo, confusa, con la sgradevole sensazione addosso di non voler ascoltare quello che lui stava per svelarle.

Ron abbassò la testa, esponendo la nuca alla pioggia. Cominciò a spostare un legnetto con la punta del piede; l’attenzione di Hermione si spostò dal bordo del colletto del maglione di lui, che permetteva alle gocce di raggiungere la pelle della sua schiena, al movimento del suo piede. Lo vide spingere il bastoncino nel fango, come se lui stesso volesse nascondersi nel terreno, sprofondare.

« Non è l’Horcrux, Hermione » ribadì. « Sono io, sei tu, è… Harry » con un passo spezzò il legnetto in due parti. Lo schiocco risuonò nell’aria come fosse uno sparo, secco e deciso, e Hermione capì che avrebbe dovuto provare il tutto per tutto se voleva riportarlo indietro.

Gli fu addosso un attimo dopo.

Gli piombò alle spalle e gli strinse le braccia attorno al corpo, costringendolo a non muoversi.

« Fermati, ti prego, fermati » la voce si era trasformata in un sussurro.

Ron se ne stava paralizzato sul posto a subire quell’abbraccio. La rabbia attraversava ancora il suo corpo portandolo a tremare; Hermione la avvertiva chiaramente fluire nelle membra di Ron come fosse trasportata dal suo stesso sangue. Sembrava gonfiarsi come un’onda ad ogni suo respiro. Non lo aveva mai visto così tormentato, e ne era intimorita. Aveva paura di non riuscire a farlo ragionare, paura che il rischio che lui li abbandonasse potesse concretizzarsi.

Serrò di più la stretta sulla vita di lui, schiacciò la fronte sulla sua schiena.

« Torniamo indietro, Ron. Torna nella tenda » gemette affannata.

Ron non si scompose, Hermione lo sentì irrigidirsi ulteriormente.

« Lasciami » disse neutro.

« No, no, no ».

Le lacrime iniziarono a rigarle le guance e si mescolarono alle gocce d’acqua che cadevano dal cielo; l’inquietudine s’insinuava tra i suoi pensieri, così come la pioggia scivolava sotto i suoi vestiti. Stringeva Ron più forte che poteva, eppure lo sentiva allontanarsi ogni secondo che passava, era come se fosse già scomparso. Sfregò la fronte contro il suo maglione, premette il volto nel suo profumo attenuato dall’odore della foresta; riusciva quasi a percepire il calore del suo corpo oltre il tessuto bagnato.

« Non te ne andare ».

« Lasciami » ripeté lui stringendo i pugni.

Hermione prese a singhiozzare. Il suo cuore scricchiolava, crollava un pezzo alla volta mentre cedeva al peso dell’angoscia, mentre la speranza di aggiustare tutto fuggiva via con la pioggia. Si rese conto che avrebbe tentato qualsiasi cosa per riportarlo indietro, e forse avrebbe dovuto tentare qualsiasi cosa.

Si abbarbicò a lui, si buttò con tutto il suo peso all’indietro in modo di poterlo spostare di qualche passo, di riportarlo almeno entro i limiti degli incantesimi difensivi. Ron aveva i piedi piantati nel fango, non si muoveva di un millimetro, continuava a fremere. Eppure non cercava di sciogliere l’abbraccio, Hermione sapeva bene che ci sarebbe riuscito con facilità. Si persuase che c’era ancora una speranza. Cercò di calmarsi e parlare con chiarezza, in modo che lui potesse cogliere ogni parola: « Una volta mi hai detto che se me ne fossi andata, mi saresti venuto dietro. Te lo ricordi, Ron? »

Lei lo ricordava perfettamente.

Chiuse gli occhi per un istante e la memoria la riportò a quella sera…

 

« Non ci so stare senza di te, Hermione, è un dato di fatto! »

« Smettila! Io non ci sarò sempre, non posso esserci sempre! »

Lei voleva ferirlo, voleva che provasse la stessa, terribile sensazione di aver perso qualcosa d’importante a cui lei aveva dovuto far fronte.

Lui però non si era scomposto. « Sai cosa farei io se te ne andassi? »

Hermione aveva esitato, confusa e lui aveva continuato: « Se un giorno non ci sarai, se tu mi abbandonassi » aveva sorriso, « Io ti verrei dietro ».

 

Erano state le parole che l’avevano convinta che forse il sentimento che provava nei confronti di lui, non era a senso unico, nonostante tutto. Quelle parole l’avevano consolata nei momenti difficili, vi si era attaccata come al suo ricordo felice. Quando si sentiva stanca, quando era sopraffatta dalla fatica, quando le sembrava che tutti i loro sforzi fossero inutili, si fermava e tornava con la mente a quella sera ad Hogwarts…

Ron rimase un attimo in silenzio e lei percepì la sua rabbia affievolirsi un poco, sgonfiarsi. Probabilmente anche lui aveva appena rivissuto quel momento.

« Sono io che sto andando via, non tu » precisò lui con voce triste.

« E ci sono io dietro di te adesso » insistette lei.

Non avrebbe mollato. Doveva solo riportarlo dentro la tenda, poi in qualche modo avrebbero provveduto a rimediare agli errori. Doveva solo riportarlo dentro…

Ron sospirò. Si aggrappò alle braccia di Hermione che ancora gli cingevano la vita, le accarezzò, si raggomitolò nel loro abbraccio.

« Vieni via con me » la pregò.

Quelle parole bisbigliate, dense di malinconia, di aspettativa, di rimpianto, pronunciate come fossero un segreto da tenere nascosto, trafissero nuovamente il cuore di Hermione. Rimbombarono nei suoi timpani fino a procurarle dolore, fino a toglierle il fiato, tanto che lei sperò di non doverle udire mai più.

Possibile che Ron non capisse?

Lei non poteva scegliere.

Avevano avuto il tempo di scegliere mesi prima. E avevano scelto. Avevano scelto Harry. Entrambi. Ed ora dovevano portare avanti quella scelta.

Scosse la testa avvilita, delusa. « Non posso lasciarlo solo, non posso lasciarlo! » protestò.

Capì troppo tardi che quella era la risposta sbagliata nel momento sbagliato. Lui s’irrigidì di nuovo, le afferrò i polsi e sciolse di forza l’abbraccio.

« Va bene. Basta così! Mi sono fatto umiliare abbastanza ».

Si allontanò di un passo e sollevò la bacchetta.

Non si voltò neanche a guardarla un’ultima volta, girò su se stesso talmente veloce che Hermione non ebbe il tempo di fare nulla.

« No, no, aspetta! »

Un attimo dopo lei tentava di acchiappare il vuoto. Ron era sparito, si era Smaterializzato.

La pioggia seguitava a scendere imperterrita come se nulla fosse accaduto, Hermione lasciò che le scivolasse addosso. Avrebbe voluto penetrare nella terra assieme all’acqua, scomparire anche lei.

Si guardò le mani, incredula, non stringevano più nulla. Un secondo prima c’era Ron tra le sue braccia, e quello dopo solo il buio.

Si voltò verso la tenda, all’interno la attendeva Harry. « Non possiamo lasciarlo » sussurrò, quasi a volersi scusare con la pioggia stessa, ma essa non rispose, nessuno le confermò di aver preso la decisione giusta.

Hermione non aveva dovuto scegliere, restare con Harry era l’unica opzione da considerare se voleva sperare in un futuro. Mentre tornava dentro la tenda, infelice, con un groppo alla gola che prometteva di strozzarla, continuava ad essere convinta di voler proseguire il viaggio con l’amico. Eppure una parte del suo cuore rimase lì quella sera, immobile nel punto in cui Ron era sparito, ad aspettare il ritorno di lui sotto il rumore della pioggia.

 

 

 

 

 

Ed eccomi qui, a chiedere per l’ennesima volta il vostro perdono per il mio ritardo. Sono pessima, lo so!

Non sono riuscita a pubblicare prima perché un’altra storia ha assorbito tutte le mie energie, e non ho potuto sistemare questa prima di oggi. Scusate.

Questa shot è stata scritta per un contest di cui non ho saputo più nulla perché la giudicia è scomparsa; nel pacchetto che avevo scelto dovevo usare i prompt “viola” e “legnetto”.

In questa raccolta, ciò che avete appena letto, era un passaggio obbligato: Ron perde la strada, si allontana dal cammino che sta percorrendo con Hermione. Mi serviva per fare da introduzione al prossimo capitolo che… lo scoprirete presto!

L’idea originale di questo momento non è mio, ma di TittiGranger, lo trovate anche descritto da lei, sotto il punto di vista di Ron, nella sua bellissima raccolta “Raccontami di noi”. Se non l’avete ancora fatto, correte a leggerla,  veramente merita.

Grazie a tutti quelli che stanno recensendo ed inserendo tra i preferiti/ricordati/seguiti i capitoli di questa raccolta. Fatevi sentire anche questa volta.

Il prossimo capitolo arriva prestissimo, che Merlino mi fulmini se non sarà così!

Ciao!

 

Emmahp7

   
 
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