Mentre
il pallido sole del mattino cominciava a far capolino fra le nubi, illuminando
i capelli biondi e le iridi dorate e irritando incredibilmente il proprietario
di esse, Saul aveva deciso che Locky non era un nemico.
Il
ragazzo gli aveva donato, probabilmente, un luogo dove riposarsi e dormire, e,
sinceramente, non poteva che essergli grato.
In
cambio non aveva chiesto niente….
Ma
l’esperienza gli aveva insegnato che nessuno dava mai niente per niente, quindi
la domanda che ormai lampeggiava insistentemente nella sua testolina bionda era
e rimaneva sempre la stessa.
“Che diavolo faccio?”
Tornare
a casa, temendo che magari avesse chiamato le guardie?
Saul
aggrottò la fronte, ridacchiando.
Casa…
Bhà…
casa sua era stata bruciata quando aveva nove anni.
Solo
perché ci aveva dormito una notte non poteva sicuramente definirla “casa”…
Ma…
se durante la notte Locky lo uccidesse nel sonno?
Va
bene, forse non era proprio un pazzo pericoloso, ma era eccentrico… questo si.
E
se gli avesse dato fuoco?
Sbuffò,
lisciando i guanti, facendoli diventare quasi una seconda pelle.
Non
gli piaceva non sapere cosa fare.
Alla
fine optò per una cosa semplice e assolutamente normale.
Non
sarebbe tornato.
Tecnicamente,
non aveva promesso niente a Locky, quindi…
E
poi, non credeva piu alle promesse da cinque anni.
Le
promesse si rompono… è una legge di natura.
C’è
chi può e chi non può e blablablablabla.
Cavolo,
riusciva ad annoiarsi pure ascoltando la propria mente.
Si
stiracchiò, con nonchalanche, e proprio in quel momento passava di la un
riccastro, che inciampò sulle sue gambe.
“Oops, scusi, ho
fatto apposta!”
Saul
disse questa frase velocemente, come se fosse sorpreso e allo stesso tempo
dispiaciuto per il nobile.
Nobile
che, ingannato dal tono di voce e dalle circostanze, non ci fece caso.
Saul
si chinò in avanti, prendendo con il braccio destro il braccio del nobile e con
l’altro frugando velocemente nelle tasche del cappotto, mascherandolo per un
tentativo di aiutare l’uomo.
“Sta
bene? La prego di scusarmi…”
Il
nobile fece un vago cenno, prima di voltarsi e sparire in una stradina.
Wow…
un nobile che non gliene diceva di tutti i colori…
Piu
unico che raro.
Fortuna
che si era preso un ricordino…
Saul
aprì il portafogli… rivelando uno spettacolo miseramente vuoto…
Cioè…
era vuoto cosmico quello… gli metteva persino tristezza…
Niente
soldi… niente oggetti di valore…
Niente.
Cominciava
persino a chiedersi se a vendere il portafoglio gli avrebbero dato
effettivamente qualcosa.
Mise
il portafoglio in una tasca dei pantaloni, dove metteva solitamente il suo
portafoglio…
Dove
non c’era piu il suo portafoglio.
Saul
scattò in piedi con una velocità fulminea, mentre si rendeva conto dell’amara
verità…
I
due si erano derubati a vicenda!
Dannazione,
dannazione, dannazione!
Era
ridicolo! Ridicolo!
Due
ladri che si rubano a vicenda! Era una storiella, una barzelletta, non poteva succedere!
Non
poteva succedere a lui!
Aveva
visto, era proprio passato in quella stradina…
Oh,
l’avrebbe preso, oh si che l’avrebbe preso… non poteva crederci…
“AHIO!!!”
Oddio,
ma stava cadendo sempre di piu nel ridicolo!
Adesso
era andato a sbattere contro una ragazzina…
Era una ragazza piccola, dall’aspetto vivace.
Non molto alta, snella… o per meglio dire, magra. Era magra per la sua altezza,
dandole un aspetto… da bambina.
La
carnagione era chiara e i tratti del viso erano orientali.
Il
naso era piccolo e a punta, gli occhi grandi e vivaci, di un colore verde
chiaro. I lineamenti erano morbidi, come quelli di una bambina.
I
capelli erano sul biondo cenere, con tanti riflessi rossi e arancioni, ed erano
portati con una bandana, a ciuffi contornati da treccine fermate da perline
colorate.
Indossava
degli abiti colorati, vivaci.
Delle
braghette corte, arancioni, e un top azzurro, con dei fili gialli, alcuni
legati a fiocco, altri semplicemente lasciati cadere.
Indossava
anche degli stivali marroncini chiaro, anche se sembravano piu scarponi da
montagna.
E
poi… indossava dei guanti neri, senza
dita, e aveva un ciondolo a forma di cuore, al collo.
“Scusa!
Adesso ti…”
“Faccio
da solo!”
Non
aveva tempo per il bon ton e tutte le altre inutili cavolate, doveva prendere
il ladro!
Si
alzò in piedi con un colpo di reni e schivò la ragazza, ricominciando a
correre…
Era
irritante! Era…
Argh!
Era piu che irritato! Era infuriato!!!
Quel…
quel ladro mascherato da nobile… quel nobile mascherato da ladro…
Cosa
cambiava?! Lo aveva derubato, maledizione!
“MA PORCA MISERIA,
FATE ATTENZIONE QUANDO CAMMINATE!!!”
Aveva
girato l’angolo e un altro inetto era comparso, facendolo nuovamente andare a
terra e perdere terreno…
L’altro
emise sono uno sbuffo, mentre prendeva il cilindro e si metteva in piedi,
togliendo dai ricchi vestiti la polvere…?
RICCHI
vestiti?!
Saul
scattò in piedi, e, piu o meno come fece anche l’altro, cominciarono a
squadrarsi, increduli.
I
capelli neri, erano scalati, corti, e la frangia era pettinata in modo che
ricadesse ai lati, anche se in quel momento alcune ciocche coprivano gli occhi.
Gli
occhi erano splendidi. Partivano, nel centro, come giallo chiaro, e diventavano
a poco a poco verdi.
L’aspetto
era esile… da ricco aristocratico, in poche parole, il cui maggior sforzo era
portare alle labbra il bicchiere di vino.
La
pelle bianca e liscia lasciava intendere che non facesse alcun lavoro pesante,
in generale.
E
poi… bhè, era vestito da perfetto nobile…
La
coccarda bianca al collo della camicia bianca immacolata… il gilet nero… la
giacca nera… i pantaloni neri… le scarpe nere… i guanti neri… indossava persino
una tuba!
Cos’era
quel tipo?
Un
nobile che rubava per sfizio?
“Ehi tu! Ridammi
il mio portafoglio!”
La
stesse parole nello stesso momento con gli stessi gesti.
La
cosa lo irritava particolarmente.
Saul
rubava perché ne aveva bisogno…
A
quel tipo sarebbe bastato rubare il cappello per vivere!
“Io?! Tu ridammi
il mio portafoglio!”
Di
nuovo….
Sembrava
di vedersi allo specchio…
Poteva
persino essere divertente…
Ma
Saul non voleva divertirsi.
Rivoleva
il suo desolatamente vuoto portafoglio!
Il
ragazzo alzò una mano, mostrando il palmo a Saul, come per zittirlo.
“Il
fatto che un ladruncolo come te sia riuscito a fregare me è pura
fortuna!”
PURA
FORTUNA?!
Lui
rubava ogni giorno, era riuscito a affinare incredibilmente le sue capacità…
Come
osava quel… conte infangare la sua reputazione!
“Tu sei un
ladruncolo! Scommetto che sei uno di quei nobili annoiati che ruba solo per
sfizio!”
Era
una strana discussione, ora che ci pensava.
Da
bambino avrebbe mai immaginato di litigare con un nobile per decidere chi dei
due rubava meglio?
Non
fece però in tempo per rendersene in tempo…
La
ragazza di prima a quanto pareva lo aveva in inseguito, inciampando su di lui,
e allo stesso tempo facendolo inciampare sul ragazzo…
Insomma…
era mattina e tutto andava male!
“Uha! Scusate
scusate scusate!!! Mi inseguono le guardie, mi inseguono le guardie!!!”
GUARDIE?!
Saul
e il ragazzo si misero in piedi con un colpo d’anca, e corsero dalla parte
opposta a quella da dove era appena arrivata la ragazzina.
Era
una cosa incredibile.
La
ragazzina era andata in testa, dotata di una velocità a dir poco stupefacente,
mentre accanto a lui si ritrovava il ragazzo.
Forse
era un nobile, ma sapeva correre…
Dei
passi, dietro di loro… passi pesanti…
Per
via delle armature, probabilmente.
Erano
proprio loro… le guardie.
Saul
si voltò all’indietro, cominciando la difficile opera del correre velocemente
all’indietro…
Figure…
scure…
E
grosse…
Erano
proprio le guardie.
“Attento!”
Il
ragazzo lo tirò verso di se, facendogli evitare un bidone a cui stava andando a
sbattere a tutta velocità…
Saul
decise di tornare a correre normalmente…
Era…
strano.
Prima
aveva trattato poco bene la ragazza, e stava quasi per combattere con
quell’altro…
E
ora stavano scappando insieme.
Una
bella pubblicità. “Diventa anche tu un ladro: ci si aiuta a vicenda!”
Poteva
essere l’inizio di una fratellanza…
Una
sfera colpì il muro, facendo volare qualche scheggia rossa.
Oh-oh…
“La magia! Stanno
usando la magia!!!”
La
magia….
Dannazione!
Per
quante capriole si faceva, una magia difficilmente poteva venir evitata…
“Contrattacco.
Veloce. Pulito. Ora.”
Il
nobilastro ora dava pure ordini, eh?
Bhè,
per quella volta lo perdonava.
Saul
ghignò, portando le mani alle spade.
Ora
si parlava la sua lingua…
La
ragazzina prese dalle tasche due boccette e cominciò a mescolare gli intrugli,
in fretta e furia…
Wow…
insomma, come ci riusciva? Saul se non guardava dove metteva i piedi rischiava
di uccidersi…
Il
conte, invece, si limitò a far aderire i guanti alle mani, inamidandosi le
labbra…
Un
po nervoso?
“Giriamoci… ora!”
La
ragazza girò sulla gamba destra, rimasta rigida, e lanciò velocemente la
bottiglietta sui soldati, a poca distanza, prima di finire nuovamente rivolta
verso la strada soprannominata “via di fuga”.
Il
conte, ormai lo aveva soprannominato cosi, aveva fatto invece una giravolta piu
vistosa, con tanto di svolazzo di mantello, sparando poi due sfere, una
argentea e una nera, verso i soldati.
Saul
invece si era piantato sulle gambe, con in ogni mano una spada, per poi fare un
taglio a X al vuoto, incrociando le lame mentre le faceva scendere.
Gli
effetti dei tre attacchi erano non male.
La boccetta
buttata dalla ragazza era infatti, a quanto pareva, esplosiva. Anche parecchio
sgargiante: le fiamme lasciavano aloni azzurrini e viola nell’aria.
Le
due sfere invece si erano fuse all’ultimo momento, creando una cosa strana,
impazzita, che inglobò un nemico e lo… congelò al suo interno.
Meno
uno, ne rimanevano tre…
L’attacco
apparentemente dato all’aria di Saul causò uno spostamento d’aria che si
ghiacciò, creando cosi due lame di ghiaccio, a forma di mezzelune, che si
dirigevano verso i nemici.
Insomma,
proprio un bello spettacolo… se non fosse stato che il conte lo aveva preso per
il colletto, costringendolo a seguirlo.
Sigh… l’inseguimento non era finito, eh?
Bhè
certo… in fondo erano anche piu forti di loro…
Per
quanto gli attacchi fossero pomposi, i soldati si erano sicuramente difesi…
Rallentati,
ma non fermati. Dannazione.
Naturalmente,
in una città piena di viuzze, strade stradine e chi piu ne ha piu ne metta,
dovevano proprio incappare nell’unica stradina senza altre vie d’uscita se non
la fine… che chissà quando era.
Proprio
mentre pensava questo, i tre arrivarono ad un bivio.
Un
bivio di tre strade differenti.
Oh,
no!!
“Ok…
ognuno prende una strada diversa.”
Il
conte aveva parlato.
La
ragazzina lo guardava a bocca aperta, come se fosse sorpresa…
Sorpresa
di cosa?
“è
un’idea idiota… sono rimasti tre soldati, potranno seguirci, e ad uno ad uno
non abbiamo speranze!”
Era
la cosa ce la gente apprezzava di piu in Saul.
L’ottimismo.
Il
conte però fece una risata secca, togliendosi pacatamente la polvere dal
cilindro…
Con
quella… maledetta calma…
“Non mi sembra che
in gruppo abbiamo tante piu speranze…”
Tecnicamente
vero…
Anzi…
del tutto vero…
Oh,
maledizione… non poteva finire in prigione…
Se
finiva in prigione… se finiva in prigione…
No…
non sarebbe finito in prigione!
“Sono laggiù!”
Saul
sentì le due parole, con una faccia cosi disperata da apparire come un bambino
sull’orlo delle lacrime.
Gli
altri due non sembravano tanto messi meglio.
Un’altra
sfera nera sfiorò il piede della ragazza, che con una piroetta era riuscita ad
evitare l’attacco.
…Non
volevano prendere un tè, eh?
I
tre si misero istantaneamente d’accordo, decidendo, o meglio, scappando a gambe
levate, verso la prima strada che gli capitava davanti, ovvero quella centrale…
Ok,
Saul non era diventato un ladro per l’organizzazione…
I
passi erano lievemente piu lontani, ma erano sempre un pericolo…
E
loro non potevano attaccare, scappando.
Sigh…
e cosi, all’età di quattordici anni doveva morire in compagnia di due estranei…
Ah
gia… non gli aveva neanche chiesto il nome.
Magari…
come ultimo desiderio…
I
tre ragazzi si fermarono, increduli… o meglio, il conte e la ragazzina
increduli.
Saul
apprese la notizia con un semplice e flebile sospiro.
La
sfortuna andava fino in fondo, no?
"È un vicolo
cieco!!! È un vicolo cieco! Nononono,
non un vicolo cieco, no!!!"
Bhè…
a quanto pareva la ragazzina se n’era accorta.
Erano
spacciati erano morti erano spacciati erano morti erano spacciati erano morti
erano spacciati erano morti….
“Allora… vediamo un attimo di ragionare… Voi, cosa avete
fatto per scatenare un inseguimento da parte di non dico una, non dico due, non
dico tre ma ben quattro guardie?”
Il
conte aveva di nuovo mostrato il palmo, come per zittire dei bambini
disubbidienti…
Senza
contare il modo di parlare…
Praticamente
scandiva ogni parola, come se stesse spiegando come prendere una forchetta a
dei dementi…
Comunque,
era una buona domanda…
Saul
cosa aveva fatto… uhm…
“Dicono che sono
un eretico…”
Bhè…
sicuramente i due non sarebbero andati a spifferarlo ad una guardia…
Il
conte annuì, vagamente interessato, poi perse qualunque interesse e invitò, con
lo sguardo, la ragazza a parlare…
“Ho rubato ad una
delle tre guardie… uhm, cos’è un eretico?”
Saul
si sentì pietrificare, gli occhi dorati fissi sul volto incuriosito e allegro
della ragazza, che non sembrava molto spaventata…
Eretico…
Cos’era…
un eretico?
Un
eretico…
Non
ci doveva pensare… doveva tornare alla realtà…
e
la realtà era che era in un vicolo cieco, con tre guardie alle spalle!
…Forse
tanto valeva che pensasse al passato.
“….Io…
uhm… bhè… sono nato?”
Il
ragazzo disse questo, con tono vago e occhi un po assenti…
Saul
lo guardò, la mano in cui aveva affondato la testa ora era scivolata sulla
bocca… e gli occhi dorati lasciavano trasparire una tale disperazione, una tale
sofferenza…
Uno
sguardo, in poche parole… stanco.
Rifletté
un attimo su quelle parole… “sono nato”…
Effettivamente,
anche per Saul il fatto che il conte fosse nato creava una grande irritazione.
La
ragazzina si mordicchiò il labbro, osservando il terreno…
Erano
tutti e tre dei piantagrane per la città, a quanto pareva… quindi non si poteva
dire per chi fossero la quelle guardie…
Non
che cambiasse molto alla fine…
Insomma,
anche se gettava la causa di quel casino in pasto alle guardie, quelle
avrebbero gettato in galera pure gli altri due…
Il
rumore di passi li fece riprendere…
E
si resero nuovamente e disperatamente conto che erano nei guai.
A
parte il conte, che, con tutta la sorpresa della ragazzina e la completa
indifferenza di Saul, che ormai pensava alla morte, aveva fatto un lieve e
sardonico sorrisino.
“Bene…
sarebbe potuto essere un piacere conoscervi, ma non è stato tale…
momentaneamente, possiamo solamente prendere in considerazione l’ultima nonché
unica via di fuga…”
Il
conte disse ciò con voce suadente, quasi… divertito…
La
ragazzina lo guardava estasiata… un sorriso piegava le sue labbra, e una luce
rispettosa brillava nei suoi occhi…
Saul
invece aveva semplicemente portato gli occhi al cielo, domandandosi cosa avesse
fatto per meritarsi una vita misera e una morte accanto a quel tipo.
Fu
in questo semplice e disperato gesto che si accorse di cosa stesse parlando il
conte.
Era
una possibile via di fuga.
Saul
sogghignò, riprendendo finalmente un po di vita.
Ora
si parlava il suo linguaggio…
“Intendete l’alto
vero…?”
La
ragazza disse questo, guardandoli a intermittenza… prima uno e poi l’altro…
Saul
fu lievemente sorpreso, e anche un po sconcertato, nel notare che il conte
aveva la sua stessa espressione da volpe nel guardare la ragazzina, con lo
stesso identico ghigno.
A
interrompere l’idillio furono i rumori dei passi, sempre piu vicini…
Conveniva
darsi una mossa.
“Ok…
Si inizino le danze, lo spettacolo sta per finire!”
Saul
cominciava a preoccuparsi. Era sempre piu d’accordo con i modi di dire e fare
del conte…
Poco
importante. Non lo avrebbe rivisto mai piu, se era fortunato…
“Siiii! ^o^”
La
ragazzina fece un salto di gioia, un pugnetto diretto verso il cielo, quindi si
rivolse verso uno dei muri, correndo verso di esso…
E
saltando contro la parete.
Saul
quasi si incantò ad osservarla saltare velocemente sui due muri, salendo sempre
piu in alto…
Lo
stesso stupore che lo prese quando due ali fecero il loro ingresso fra le
scapole del conte.
Due
ali tutt’altro che belle.
La
sinistra doveva essere candida e piumata, ma in quel momento si poteva vedere
solamente un parte dell’ala, solo in parte ricresciuta, con alcune piume ancora
un po spiegazzate qua e la, segno che era stata strappata tempo prima.
La
destra doveva essere invece demoniaca, nera, come quella di un pipistrello… ma
sembrava anche questa essere stata
orrendamente strappata ,e
ricresciuta solo a metà.
Sebbene
cosi lesionate, erano abbastanza grandi da poter fare un piccolo volo come
quello… anche se non con facilità, come poteva immaginare dalla smorfia di
sollievo che fece il conte arrivando in cima.
Lui,
purtroppo, non riusciva ne a saltare ne a volare…
Però
aveva un altro mezzo.
Saul
scattò verso il muro, quindi, all’ultimo momento, saltò piu in alto che poteva,
attaccandosi ad esso.
Non
era particolarmente facile starci attaccato, doveva ammetterlo…
Ma
in fondo, doveva solo arrampicarsi, non rimanere fermo.
Saul,
grazie all’inconsueto senso dell’equilibrio e una buona dose di agilità e
forza, era in grado di scalare qualsiasi salita… anche la piu impervia.
E
di certo, non era un muro a creargli problemi…
Aveva
una velocità straordinaria, quasi come un ragno che saliva sulla propria tela…
La
velocità di quella salita lo costrinse (decisamente una scelta non sofferta) a
fare un, seppur piccolo, salto, alla fine della scalata.
Osservò
i guanti, lievemente dispiaciuto per averli sporcati, quindi riprese a correre,
onde mettere quanta piu distanza poteva dalle guardie.
Quasi
le aveva dimenticati, nella foga della salita…
A farsi ricordare, comunque, ci pensarono proprio le guardie, schivandogli per un pelo (ma dove diavolo si erano allenati per perfezionare la mira?!) la spalla con una sfera.