Uno.
Anneclair Flower era
seduta su una scomoda sedia, ad un banco con sotto appiccicate una moltitudine
di gomme da masticare a guardare i suoi lunghi capelli castani immobili e lisci
sulle sue spalle. La professoressa di Scienze stava spiegando alla classe i
pianeti e gli altri corpi celesti e lei avrebbe dato di tutto per poter
dormire. L’unica voce che si sentiva era quella dell’insegnante e nessun rumore
era udibile a parte il fracasso delle classi
vicine.
“La Luna è il satellite naturale
della Terra…” diceva, e lei si impose di non chiudere
gli occhi. Guardò la sua compagna di banco che le rivolse una smorfia
esasperata: si stava annoiando a morte anche lei. Come per farsi beffa del loro
‘forzato’ silenzio, il rumore delle classi vicine aumentò e anche la
professoressa se ne accorse perché esclamò seccata “Insomma, ma pensano di
stare ad un festa?!” Ma il rumore aumentò ancora. Più che aumentare, sembrava
avvicinarsi. Ci furono delle urla e qualcuno gridò “Expelliarmus!”
Una figura entrò nella stanza. I suoi piedi erano sollevati da terra,
come se levitasse e fu scagliato con violenza contro la parete sinistra,
accanto alla finestra. Anneclair si buttò sotto al
banco, a riparo, e guardandosi intorno capì che anche i suoi compagni l’avevano
fatto. Incontrò gli sguardi terrorizzati di alcuni di loro, e mentre il suo
vagava accertandosi che tutti stessero bene la vide. Era accanto a lei, avrebbe
potuto allungare una mano, prenderla e salvare il ragazzo. Il problema però era
che lei non conosceva alcun incantesimo, e non sapeva usare una bacchetta. “Sei
finito, Potter” fece una voce cupa che associò alle scarpe nere che intravedeva
attraverso le gambe del tavolo. Doveva fare qualcosa, e in fretta. Prese la
bacchetta marrone stirando il braccio, e per un attimo credette
di veder svanire la scena e di svegliarsi. L’attimo di speranza si spense e il
terrore tornò facendosi largo tra ognuno dei suoi organi. Con il cuore a mille
era quasi impossibile pensare e si sforzò con tutte le sue forze di rimanere
concentrata sulla situazione. In fondo, una formula la conosceva. Quel pensiero
le squarciò la mente e la magia che aveva sentito poco prima le rimbombò nelle
orecchie. Si alzò e cercò di mantenersi, in piedi, puntò velocemente la
bacchetta verso l’uomo che le era di fronte. Ora poteva vederlo bene, aveva una
lunga veste nera e un viso coperto da una maschera, contornato da capelli corti
e neri. L’uomo si girò appena in tempo per vedere un lampo accecante di luce
rossa fuoriuscire dalla bacchetta, investirlo e catapultarlo contro il muro,
accompagnato dall’ “Expelliarmus” della ragazza che
aveva cercato di rendere la sua voce il più calma possibile per poi accasciarsi
a terra, svenuto. Ora l’unico rumore che si poteva sentire era quello del
respiro irregolare di Anneclair che terrorizzata,
cercava con lo sguardo il ragazzo che qualche secondo prima aveva salvato. Fu
lui ad alzarsi e ad andare verso la sua direzione. Aveva capelli corti e neri,
disordinati, un paio di occhi verdi intensi e penetranti attorno ai quali
c’erano occhiali da vista storti. Aveva anche una cicatrice, a forma di fulmine,
sopra l’occhio destro. All’improvviso, i battiti del suo cuore raggiunsero la
velocità del suo respiro e si impose di nuovo di restare
calma.
“Tutto bene?” le chiese,
dirigendosi verso di
lei.
“Si” fece in un soffio “tu? Ti
sei fatto
male?”
“No” rispose lui, scrollandosi i vestiti. Poi
la guardò negli occhi e lei sperò di non svenire. “Grazie” le sorrise e si
sentì più sicura, meno impaurita. Ma subito una tempesta di domande le esplose
in testa. Aveva fatto una magia, quindi era una
maga?
“Io… come ho fatto?”
gli chiese, guardandolo come faceva
lui.
“Non lo so, sei una babbana, non dovresti poterlo fare” le rispose
confuso
“Sono una
cosa?
“Una babbana. Una
non-maga”.
“Ah… aspetta! Tu sei un… mago!” esclamò lei, gli occhi le brillavano come se
avesse scoperto di esserlo lei stessa. La guardò in modo ancora più penetrante
e le disse
“Si!”
“Wow” fece lei,
stupita da quella
scoperta.
“A proposito, sono Harry Potter” e le tese una
mano. “Anneclair Flower”
gliela strinse e un brivido le attraversò il corpo.
“Ma chi era quello?” disse dopo
un po’, quando riprese il
controllo.
“Era un Mangiamorte,
un seguace di Voldemort” se prima era stata confusa,
in quel momento lo era ancor di più. Come se avesse capito la sua confusione le
rispose “Voldemort è un mago Oscuro, un “cattivo”
insomma. Ha ucciso i miei genitori e ora vuole uccidere me. Ci ha provato
quand’ero piccolo ma tutto ciò che mi ha fatto è stata questa” e si indicò la
cicatrice a saetta sull’occhio. Per un momento la ragazza pensò di essere
impazzita, ma quando si accorse che Harry era uscito dall’aula da un pezzo lo
seguì comunque. Fuori, c’erano altri due uomini e la sua attenzione si posò sul
secondo. Aveva una lunga barba bianca e degli occhi azzurri e vispi, dietro
occhiali a mezzaluna. Il suo sguardo le trasmise comprensione e sentì che tutto
ciò che le era accaduto era reale. Gli altri due si accorsero di lei e si
voltarono, Harry le rivolse un largo sorriso e lei ricambiò con uno
incerto.
“Salve signorina Flower” disse quello dietro Harry “siamo venuti a
conoscenza degli avvenimenti di pochi minuti fa e abbiamo raggiunto una
decisione. Dopo aver ovviamente avvisato i suoi genitori il preside della
scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts sarà lieto
di accoglierla in essa a partire dal giorno da voi stabilito. Detto questo
scappo. Arrivederci” e con un ‘pop’ sparì. Anneclair,
che ormai si sentiva persa guardò Harry cercando una certezza nel suo sguardo.
“Mi dispiace per la
brevità del mio amico ma abbiamo bisogno di scoprire cosa succede al più
presto” disse l’uomo con la barba, ma i due ragazzi erano così impegnati a
guardarsi che non se ne
accorsero.
“Sono sicuro che il signor
Potter sarà felice di illustrarle le nostre decisioni”. La ragazza
arrossì e il preside fece un occhiolino a Harry, anch’egli imbarazzato. Anche
lui poi sparì e Anneclair guardà
il ragazzo.
“Chi era?” chiese
poi.
“Albus
Silente. Il preside di Hogwarts. Ma è meglio che non
ne parliamo qui”. E cominciò a camminare per il
corridoio.
“Harry, aspetta” gli disse,
improvvisamente più seria. Lui si voltò e accigliato le rispose “Si?” la
ragazza pensò alla sua classe. La scuola era cominciata da poco e seppur non le
stessero tutti particolarmente simpatici in classe aveva amici che erano con
lei dalle medie. E loro si che le sarebbero mancati.
“Cosa succederà a loro?”
chiese timidamente, con un nodo allo
stomaco.
“Una squadra di Obliviatori cancellerà dalla loro memoria ciò che è successo oggi e te. Si dimenticheranno, Anneclair” le lacrime spuntarono nei suoi occhi e si sentì in colpa. Anche se spesso li aveva odiati non avrebbe mai immaginato quella fine. Harry chinò il capo imbarazzato e lei si sentì molto stupida. Si voltò e dopo aver espirato profondamente sussurrò “Addio”. Poi, prima che le lacrime precipitassero dai suoi occhi marroni rigirò, guardò Harry che la stava scrutando perplesso e sforzandosi di sorridere disse “Andiamo” mentre un pezzo della sua vecchia vita volava via dalle sporche finestre insieme ai passerotti.
*
“E così… Hogwarts è grandiosa, eh?!” chiese Anneclair,
guardando i sassi che Harry calciava con i piedi accanto a
lei.
“Già…”
rispose lui con un tono che faceva intuire che non aspettava altro che
tornarci. Il gufo con il messaggio dal professor Silente non era ancora
arrivato e in quella mezz’ora si erano raccontati di tutto. Le avventure di
Harry fin da quando aveva undici anni fecero scoprire ad Anneclair
che la sua vita in fin dei conti non era molto eccitante, ma pensò che avrebbe
di certo riparato nei prossimi tre anni a Hogwarts.
Aveva scoperto molto anche sul mondo dei maghi, del loro sport, il Quidditch, delle prigioni di Azkaban
e dei Dissennatori e altre
creature.
“Ma come farò ad Hogwarts? Non ho nessun amico” gli disse
preoccupata.
“Beh penso che anche a Ron e Hermione farà piacere averti come amica. E poi c’è tanta
gente in Grifondoro, vedrai che avrai tanti amici in
poco tempo” e le sorrise cercando di incoraggiarla. Ma lui come sapeva che
sarebbe finita nei
Grifondoro?
“Lo spero. E spero anche di finire in Grifondoro con te”. Harry la guardò e le sorrise e lei
ricambiò. Erano vicini, soli e anche se si erano conosciuti quella
mattina sapevano tutto dell’altro. Anneclair si
chiese se anche il suo cuore batteva più veloce della luce e se anche lui
provava quella voglia di stringerla e tenerla per se, e mentre cercava una
risposta nei suoi profondi occhi verdi quasi non si accorse della lettera che
cadeva in grembo al ragazzo. Lui distolse lo sguardo e distrattamente disse “E’
di Silente” lei lo guardò speranzosa come se fosse lui stesso a doverle dare
una risposta. Harry lesse attentamente e poi la ripose nella busta giallastra,
alzandosi.
“I tuoi genitori vogliono che
tu li saluti prima di partire per Hogwarts” e
cominciò a camminare
frettolosamente.
“Aspetta Harry!” disse lei cercando
di mantenere il suo passo. “Aspetta!” ripeté “Non mi hai detto quando dobbiamo
partire”. Anneclair sapeva che lui non aspettava altro,
Hogwarts era ormai la sua casa e dato che
quell’estate era stato trattenuto dai suoi ‘odiosi’ zii aveva voglia di partire
immediatamente. Perciò quando si voltò e la guardò con un’enorme gioia negli
occhi e nel sorriso pensò al meglio.
“Partiamo oggi” le disse, emozionato come un bambino che riceve il giocattolo desiderato da tempo, e continuò a camminare.
Today’s scream:
Buonasera! Beh che dire… è ambientata nel quarto anno, ma ci saranno dei seguiti e vi avverto che ci saranno stravolgimenti della trama originale. Spero che vi piaccia. Un bacio.
ScreamingHeart.