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Autore: Andry_    18/11/2011    1 recensioni
Londra. Due ragazzi, cresciuti insieme, si trasferiscono nella capitale per inseguire i loro sogni e, tra una cosa e l'altra, scoprono che l'amicizia, forse, non è l'unica cosa che li lega. La vita però, si sa, è imprevedibile, e riserverà loro diverse sorprese che cambieranno notevolmente la loro esistenza.
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La storia è frutto della mia fantasia e, anche se ha come protagonisti alcuni personaggi del mondo dello sport, sono presenti incongruenze sulle loro vite, ma lo scopo di questa ff è quello di dilettare e coinvolgere il lettore, e non quello di raccontare nei dettagli la vita di uno di questi personaggi.
Genere: Romantico, Song-fic, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5.


Mi lasciai cadere sul letto a peso morto. Sospirai. Era venerdì sera, e dopo una splendida giornata passata a Londra con il mio migliore amico, mi ritrovavo con mille pensieri per la testa. Giravo e rigiravo tra le mani una busta che non avevo il coraggio di aprire. Da qualche anno, con immenso piacere di mia madre, avevo lasciato la pallavolo per dedicarmi ad un'altra mia grande passione: la danza classica. Circa un mese prima, ero stata convinta dall'avvocato, vale a dire mia madre, a sottopormi ad un provino per la Royal Ballet School di Londra che, a gennaio, avrebbe ammesso nuovi studenti. La busta che mi trovavo tra le mani era proprio la risposta alla mia domanda d'iscrizione, ma l'idea di aprirla mi terrorizzava. Se fossi stata ammessa sarebbe stata l'occasione di diventare veramente qualcuno nel mondo della danza, ma, allo stesso tempo, avrebbe significato dover lasciare Compton e papà per andare a vivere nella capitale con mia madre. Ok, l'idea di andare a vivere a Londra non mi dispiaceva affatto, quella città mi aveva sempre affascinato, ma dover lasciare papà, Dan, Emma e Theo mi distruggeva. Londra e Compton non distavano molto, ed io ne ero perfettamente consapevole, ma ero anche consapevole che vederci sarebbe stato sempre più difficile considerati i vari impegni che avevamo. Tuttavia, un rifiuto mi avrebbe sicuramente fatto stare male e spinto a lasciare la danza. Avevo bisogno di parlare con qualcuno per schiarirmi un po' le idee, ma era quasi mezzanotte ed Emma non sarebbe mai potuta uscire, visto e considerato quanto fossero rigidi i suoi genitori. Quindi, anche quella volta, dovetti fare affidamento alla "coppia perfetta": Dan e Theo. Inviai subito ad entrambi un sms chiedendogli se potessimo vederci il prima possibile; la risposta del mio migliore amico non mi fece aspettare più di qualche secondo, mentre quella del mio "ragazzo" non arrivò mai. Dopo qualche minuto Theo mi fece uno squillo: era arrivato. Scesi ad aprirgli con indosso solo il pigiama, avevo pensato che saremmo potuti restare tutti e tre in camera mia a parlare e magari sarebbero rimasti anche a dormire. -Hey bellezza non pensi di aver freddo ad uscire con addosso solo il tuo grazioso pigiamino?- mi chiese tirandomi in giro come sempre. -In verità io pensavo che saremmo potuti restare a parlare qui- -Oh no cara mia, tuo padre non riuscirebbe più a dormire e domani mattina i suoi bambini hanno una partita importante e lui deve essere riposato, quindi ora, mentre aspettiamo Dan, ti cambi e poi andiamo a fare due passi ok? Non rispondere, non si accetta un no come risposta-. Annuii rassegnata e lo lasciai in salotto mentre andai a cambiarmi. Presi i primi jeans che trovai nell'armadio e una felpa e dopo pochi minuti tornai in salotto. -Perfetta, ora, appena arriva quel fannullone del tuo ragazzo, possiamo andare- mi disse con un sorriso. -Noi andiamo, non penso che Dan venga, non mi ha risposto, al massimo ci raggiungerà- -Come vuoi tu Honey. Allora, dove preferisci andare?- -Non saprei, in un posto tranquillo, ho solo bisogno di parlare un po' con qualcuno, con te- -Ok, allora credo di conoscere il posto adatto- mi disse facendomi l'occhiolino e cingendomi con un braccio le spalle mentre iniziavamo a camminare. La strada era deserta e il silenzio era interrotto solo dalle mie curiose domande sul posto dove eravamo diretti. Dopo qualche minuto finalmente giungemmo nel posto che aveva scelto Theo: il campetto del nostro primo incontro. Sorrisi realizzando quanto tempo fosse passato e che persone fantastiche fossero entrate nella mia vita grazie a quel campetto. -Allora, cosa c'è che non va?- mi chiese mentre ci sedevamo su una panchina antistante il campo. Non sapevo cosa rispondere alla sua domanda, non ne avevo veramente idea. Non volevo dirgli la verità sulla lettera, volevo un consiglio, ma senza espormi troppo. Vedendo che non rispondevo iniziò a farmi delle domande. -C'è qualcosa che non va tra te e Dan per caso?- -Nono, con Dan va tutto bene, o almeno credo. La cosa che mi preoccupa è un'altra- -Su, parla, lo sai che a me puoi dire tutto- -Ecco, beh... Theo, tu credi che noi... beh si, noi tre intendo, riusciremmo a non perderci mai, nemmeno se lontani?- chiesi imbarazzata tenendo gli occhi bassi. Lo sentii sorridere prima di poggiare una sua mano sotto il mio mento per spingermi a guardarlo in faccia. -Tesoro stai tranquilla, il fatto che io lasci la scuola per andare a giocare a calcio non ti deve far preoccupare... non andrò dall'altra parte del mondo...- -Si ma, il fatto che tu oggi abbia fatto uno stage con l'Arsenal non significa che giocherai all'Emirates. Ci sono un sacco di squadre che ti corteggiano, Chelsea e United su tutte. Per non parlare poi del Liverpool. Tu sei sempre stato un tifoso dei Reds fin da piccolo, immagino che sia il tuo sogno poter andare ad esultare sotto la Kop ad ogni partita, ma solo a pensare a quanto è lontano mi viene da piangere- -Ma tesoro non c'è ancora niente di definito, e comunque vada noi non ci perderemo, te lo prometto-. Gli sorrisi e lo abbracciai forte per qualche istante, ma sembrò durare in eterno. Sciogliemmo l'abbraccio e i nostri sguardi si incrociarono per pochi secondi, giusto il tempo affinché i nostri nasi si sfiorassero e le nostre fronti poggiassero l'una contro l'altra mentre le nostre mani ero incatenate. Attorno a noi dei piccoli e meravigliosi fiocchi di neve danzavano leggeri nell'aria, mossi dalla melodia del vento prima di posarsi delicatamente a terra come una ballerina in arabesque che danza su un carillion incantando chiunque la guardi volteggiare leggera sulle note di una ninnananna.  

  
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