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Autore: Jaded_Mars    18/11/2011    3 recensioni
"I may have built for you a dreamhouse but never thought you were alone.I filled the party up with company but never made our house a home. All I got is my guitar these chords and the truth. All I got is my guitar ... but all I want is you" Izzy per un attimo trattenne il fiato. Era lì! Era lei, finalmente. La speranza gli scoppiò dentro al cuore assieme alla gioia. Dopo tre anni, lunghi come una vita intera, era tornata, era lì per lui e questa volta no, non avrebbe permesso che andasse via.
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“ELEANOR! Non posso crederci tu qui?!?”

Una massa di ricci sussultò a quell’esclamazione. Slash era così assorto nelle sue valutazioni tecniche sugli strumenti adeguati che gli servivano che venne improvvisamente ri-catapultato nella realtà. Non aveva minimamente notato che era stato quasi pedinato fino a un minuto prima. Stava per tornare ai fatti suoi quando sentì una voce estremamente familiare. ‘La conosco!’ pensò subito. Aveva facilmente associato quel nome femminile alla persona, certo, era Eleanor, la Ellie di Izzy. ‘Allora è vero’. Non era nemmeno più di tanto sorpreso che lei si trovasse di nuovo in città, ricordava vagamente che Renée gliene aveva accennato qualche giorno prima, anche se non l’aveva poi tanto ascoltata mentre parlava. Dalla voce sembrava sempre la stessa, forse aveva perso un po’ di accento stando lontana. Era incuriosito dalla sua presenza lì, perciò silenziosamente cercò di sporgersi dall’altro lato del corridoio per poterla vedere. Sì era proprio lei, diversa ma lei. Quando vide che stava per girare la testa verso di lui si nascose. Perché poi si stava nascondendo nemmeno lui lo sapeva, era stata una cosa istintiva, anche se alquanto stupida, perché gli avrebbe fatto veramente piacere scambiare due parole con lei. Si sentì ridicolo.

“Sono tornata a vivere nella vecchia casa sai?” La sentì dire. ‘Wow è una notiziona! Lo devo dire a Izzy!’ era stato colto da questa brillante idea come se un fulmine l’avesse colpito a ciel sereno. Izzy ne sarebbe stato contentissimo secondo lui. Ma certo! Sicuramente! Come avrebbe potuto non esserlo? Non aspettava altro! Corse fuori dal negozio senza più pensare a niente, nemmeno a salutare Eleanor, perché nella sua testa stava prendendo forma un piano glorioso: avrebbe dato a Izzy questa preziosa informazione, lui sarebbe andato da lei, avrebbero ricominciato a frequentarsi e finalmente sarebbero tornati insieme, come era sempre stato destino che fosse. E lui avrebbe avuto un ruolo tutto questo! Si sentiva euforico all’idea, quei due erano sempre stati bene insieme, sarebbe stato splendido se Izzy fosse tornato a stare bene, se lo meritava dopotutto. Saltò in macchina e  guidò rapido fino al vicino studio di registrazione dove sapeva che avrebbe trovato gli altri, quel giorno si erano accordati finalmente per provare del materiale per il nuovo disco. In tutto il tragitto continuò a pensare in rosa, quasi fosse un bambino sognante, completamente dimentico del fatto che quello che aveva fantasticato non sarebbe stato poi così facile nella realtà.

***
Axl era l’unico presente in sala prove quando Slash ci entrò quasi correndo. Lo guardò stranito, era estremamente raggiante, se fosse stata una ragazza avrebbe potuto dire radioso, e gli sembrava piuttosto strano.

“Successo qualcosa Slash?”

“Eccome! Sai chi ho beccato prima al Guitar Center?!”

“Da come ti stai comportando direi una ragazza.”

“Bravo Axl! Però non una a caso, ho trovato Ellie!”

Axl rimase in silenzio a fissarlo.

“Axl … hai capito? La Ellie di Izzy!”

“Sì ci ero arrivato Slash …” rispose infastidito il rosso. Sembrava quasi scocciato, il suo umore era mutato dal sole al temporale in meno di mezzo minuto. Ma questo non smorzò l’entusiasmo di  Slash,  ci era abituato a quei mutamenti repentini.

“Sai che è tornata a vivere nella stessa casa di un tempo? Quella vicino al Whisky! Pazzesco! Ma ti ricordi quando ci ospitava a dormire che eravamo senza una casa? Sembra passata una vita… beh comunque, lo devo assolutamente dire a Izzy! Dov’è? È già arrivato?”

“Non c’è ancora … perché poi glielo vorresti dire scusa?”

Slash guardò l’amico con gli occhi spalancati dallo stupore, come poteva non capire? “Dai Axl … Izzy è una vita che non aspetta altro che questo momento,  potrebbero ricominciare a uscire, a vedersi, potrebbero persino sposarsi sul serio questa volta, perché dovrei starmene zitto?”

Axl rimuginò un po’ sulla cosa. “Sì hai ragione, è che ho avuto l’istinto di proteggere Izzy, non vorrei che si rifacesse male di nuovo. Stavolta non credo che riuscirebbe a superarlo.”

“Non credo l’abbia mai superata Axl …” gli fece Slash rattristato.

“Senti, glielo dico ok? Però non ora, dopo, prima è meglio che combiniamo qualcosa qui, per una volta che ci siamo accordati di esserci tutti. Non vorrei che la notizia lo turbasse e si distraesse troppo con altri pensieri. Sono passati tre anni, qualche ora in più non è niente in confronto.”

Slash avrebbe voluto dirgli che se si vedevano poco era solo per colpa sua e delle sue manie da megastar che aveva acquisito nel corso degli anni, ma dovette ammettere che era una proposta ragionevole. Oramai Eleanor si era risistemata, non sarebbe certo scappata in quelle quattro ore.

“Ok, ci sto.”

Axl annuì soddisfatto.

“Però ci parlo io con Izzy! Non vorrei che ti saltasse in mente l’idea di non dirgli niente per salvaguardarlo da una situazione che tu ritieni potenzialmente dolorosa. La vita è sua, se la gioca come vuole come ha sempre fatto, però bisogna anche dargli la possibilità di giocarsele le sue carte.”

***
Izzy prese in mano la cornetta del telefono. Non riusciva a sedersi, era troppo agitato. Aveva temporeggiato fin troppo, era giunto il momento di fare quella chiamata, finalmente. Doveva raccogliere tutto il coraggio che possedeva in quel momento e parlare con Eleanor. Quello era il suo obiettivo. Parlare con lei e dirle tutto quello che aveva nel cuore, la testa, per quella volta, l’avrebbe lasciata in un angolo. Da quando Slash e Axl gli avevano parlato di Eleanor la notte prima, aveva passato la giornata in uno stato di anticipazione tale che non era riuscito a combinare assolutamente niente se non farsi mentalmente un filmino di come sarebbero andate le cose. Ogni volta gli scenari cambiavano, un momento erano gloriosi, quello dopo cupi e foschi per poi tornare a farsi felici. Ma come aveva deciso, quella volta, avrebbe lasciato da parte quella razionalità che in passato gli aveva provocato non poche incomprensioni.
Sapeva bene cosa doveva dire, doveva lasciare che i suoi sentimenti parlassero per lui, sarebbe stato … infinitamente difficile. Non riusciva a prendersi in giro, era capace di scrivere canzoni fantastiche, comporre musica toccante, ma quando veniva il momento di confrontarsi e mettersi in gioco in prima persona era un disastro. Avrebbe tanto voluto possedere la schiettezza di Axl, la sua irriverenza e mancanza di timore per riuscire a dire ciò che pensava a voce alta.

Izzy esitava a comporre quel numero che a distanza di anni conosceva ancora a memoria. La paura si stava insinuando nei suoi pensieri, coi suoi se e i suoi ma, il veleno contro qualsiasi azione coraggiosa. Proprio in quel momento, Axl,  che stava osservando la scena seduto sul divano, colse il tentennamento del suo amico. Lo vedeva estremamente teso, come quando stava per fare una cosa importante, poteva quasi toccare la sua tensione con mano. Avrebbe voluto dirgli di lasciare perdere, perché ci sarebbe solo rimasto male. Invece cercò di dargli una spronata, gli serviva solo quello.

“Dai Izzy è solo una telefonata in fondo, nulla più nulla meno. Fai un bel respiro e la sommergi di parole, è facile se non ci pensi! Poi vedi come va, però almeno la tua parte l’avrai fatta... e non avrai rimpianti per non averci provato.”

Dopo quelle parole Izzy  si sentiva rinfrancato, le idee erano tornate chiare. Axl aveva ragione. Riuscì a digitare i tasti e il telefono iniziò a suonare.

“Tutuuu, tutuuuu”

Non era occupato, ma nessuno rispondeva. ‘Magari non sente…’ pensò subito il ragazzo e rimase in attesa col fiato sospeso.

“Tutuuu, tutuuuu” altri squilli, ulteriore attesa. Izzy iniziò a sentire disagio e un imminente senso di sconfitta. Aspettò ancora un po’, ‘un altro squillo e metto giù’. Desiderava
ardentemente che Eleanor alzasse quella maledetta cornetta, doveva parlarle, ora! ‘Avanti Ellie…’. Nessuna risposta. Rimase con la cornetta attaccata all’orecchio, prima o poi la linea sarebbe caduta da sola, non sarebbe stato lui a riagganciare. Poi arrivò il magico click che lo prese alla sprovvista e che gli fece stringere il telefono con forza, premendolo forte contro il viso. Sentiva un grande rumore, musica, risate, ma nessuno che parlava. Osò lui per primo:

“Pronto?”

Ma ancora musica voci e nessuna risposta. Stava pensando quasi di avere sbagliato numero, quando sentì la voce di Eleanor in lontananza:

“Che c’è Matt?”

“Squillava il telefono Ellie!”

“Ma chi é?”

“Boh non lo so, ho solo alzato mica risposto!”

Matt, se lo ricordava, era un amico del liceo di Eleanor, stavano urlando per sentirsi sopra la musica ecco perché li sentiva così bene.

“Senti Matt aiuti Mel ad aprire un paio di bottiglie di vino per favore? Di là è un casino … e dai passami ‘sta cornetta! Pronto?”
Il cuore di Izzy era in subbuglio, travolto con la violenza di un fiume in piena. Tre anni che non sentiva più quella voce cristallina e rassicurante. Tre anni aveva pensato che non l’avrebbe mai più vista, che non ci sarebbe stata più una seconda occasione. Invece il destino era stato benevolo con lui, di nuovo, perché anche in quel caso gli aveva dato l’opportunità di ricostruire qualcosa che aveva distrutto. La chance gli si presentava lì, in quel preciso momento. Aveva il 50% di possibilità di riuscire e altrettanto di fallire. La musica continuava in sottofondo.

“Pronto, chi parla?” ripeté Eleanor.

Izzy inspirò profondamente.

EleanorMy heart is yours.
It's you that I hold on to.
That's what I'll do.
I know I was wrong,
And I won't let you down.

I promise you this,
I'll always look out for you.
That's what I'll do.”*

“Hey ma c’è qualcuno dall’altra parte o è uno scherzo?”disse Eleanor di fronte al silenzio che risuonava nella cornetta. “Guarda che metto giù ora!”.  Nessuno aveva parlato, non una parola era stata detta, aveva avuto tempo di sentire solo un respiro profondo e poi il silenzio ed in quel momento ebbe la netta sensazione di riconoscere Izzy dall’altro capo del ricevitore. ‘Sembrava proprio uno dei suoi sospiri’ si fermò a riflettere un secondo di fianco al mobiletto bianco su cui era riposto il telefono prima di darsi della stupida. Come poteva essere lui? Non sapeva nemmeno più dove abitasse, era fuori discussione. Liquidò la questione pensando che avessero sbagliato numero, in fondo capitava spesso, e se ne tornò dai suoi ospiti. Erano venuti in tanti quella sera, decisamente troppi, quando aveva detto di invitare persone, non intendeva anche sconosciuti. Strinse le spalle, "Va beh dai conoscerò persone nuove"sorrise all'idea, aveva proprio voglia di divertirsi.

Izzy era rimasto immobile con il ricevitore in mano, come se aspettasse il momento giusto per parlare. Ma il momento era passato pochi secondi fa. E lui cosa aveva fatto? Niente, proprio niente. Tutti i bei discorsi di auto convincimento e motivazione, l’aiuto di Axl, non erano serviti a nulla, aveva taciuto. Non era riuscito nemmeno a dirle una cosa insignificante, non un ciao, solo un respiro. Ci aveva forse ripensato in quel minuto in cui aveva sentito la voce di Eleanor? No. Sarebbe morto pur di confessarle i suoi sentimenti. Eppure non aveva colto la palla al balzo e se l'era lasciata sfuggire, le parole che doveva pronunciare erano rimbalzate a vuoto nella sua mente come un eco lontano, mentre questo succedeva tutto ciò che sentiva era Ellie, la sua Ellie che era tornata e la cui vita stava andando avanti. Era coi suoi amici, si stava divertendo, non era rimasta ancorata al passato come lui, perciò che diritto aveva di farle ripiombare addosso quegli anni turbolenti proprio ora che stava bene? Senza di lui Eleanor stava bene, quella era la verità. Izzy si sentiva un idiota ad avere potuto credere di potere ricostruire qualcosa dalle ceneri del loro rapporto, come se si trattasse di una fenice. Era stata una fantasia bella e buona, le avrebbe solo portato nuovamente dispiacere, non c'era più posto per lui nella vita di Eleanor, lo aveva dimenticato, doveva metterselo in testa, lo aveva sentito con le sue stesse orecchie.

“I am happy
That I have you
Even though you're not here now
I know somewhere
You are dreaming
Though it's definitely not of me”**


Una parte del ragazzo tuttavia non si era ancora arresa all'evidenza. Non voleva staccarsi da quel briciolo di speranza che gli restava e che lo aveva portato a provare a compiere quel gesto. Testardamente quella piccola fiammella ancora baluginava dentro di lui. Forse un altro giorno … sì un altro giorno ci avrebbe riprovato. Non voleva lasciare che la storia si scrivesse senza la sua partecipazione attiva, per quell’ultima volta avrebbe tentato di nuovo. Se l’era promesso qualche giorno prima, voleva mantenere quella promessa. La sua piccola speranza rimaneva ed era il suo traino, per ora. Anche se in quell’istante era ancora pietrificato di fianco al telefono con la linea caduta e si sentiva non solo idiota ma anche terribilmente vuoto e un po’ codardo. Si sentiva tante cose insieme. Da quando era diventato così confuso? Aveva voglia di piangere. Sentì la cornetta scivolare via dalla sua presa, gentilmente, ed una mano amica che si posava sulla sua spalla, era Axl.

“Dai Izzy, lascia stare. Non era il momento,non eri pronto, ci proverai un’altra volta.”

Izzy annuì. Era un sollievo avere il suo migliore amico accanto, gli dava forza e lo tranquillizzava.

“Usciamo adesso, un po’ d’aria fresca ti farà bene, ne hai bisogno, che dici?”

Axl non aspettò nemmeno che la risposta arrivasse, cinse le spalle dell’amico con un braccio e lo condusse verso l’ingresso. Sperava che un po’ di distrazione avrebbe alleviato l’animo inquieto di Izzy, non sopportava vederlo stare così male. In cuor suo sapeva che il tentativo del suo amico era un’impresa da kamikaze, eppure non poteva che sostenerlo perché era ciò che forse gli sarebbe servito per aiutarlo a trovare la sua pace interiore. Forse avrebbe fatto anche la stessa cosa se si fosse trovato al suo posto. Dopotutto lui per primo conosceva bene cosa volesse dire stare male per amore. E soprattutto, quella non era la sua vita ed il suo compito ora era quello di stargli vicino, non di interferire. Voleva comportarsi esattamente come aveva fatto Izzy con lui quando aveva avuto i suoi problemi con Erin, voleva essere un buon amico.

Izzy si lasciò guidare passivamente verso l’auto di Axl. Col paesaggio buio della Pacific Coast Highway che sfrecciava al suo fianco, il ragazzo cercava di immaginarsi Ellie, con i lunghi capelli lisci come l’aveva vista qualche settimana prima, chissà com’era vestita, sarà stata con un abito? Azzurro magari… Avrà indossato quegli orecchini a cerchio che si metteva sempre quando uscivano insieme? La voce della ragazza, la sua risata gli risuonavano in testa come una canzone in loop. Decise di lasciarle proseguire e si abbandonò ai suoi pensieri rilassandosi sul sedile di pelle, mentre la macchina  continuava la sua corsa nella notte.

“If we should meet again
Don't try to solve the puzzle
Just lay down next to me
And please don't move a muscle

It doesn't matter
If this all shatters 
Nothing lasts forever.”**

*Sparks - Coldplay
**It doesn’t matter - Depeche Mode
 
 **********

Bene, sto proseguendo yeppa! :) Lasciatemi un piccolo spazietto di euforia :) Il capitolo 4 è stato molto letto e vi volevo ringraziare, ringrazio chi segue che siete tanti lo vedo (soprattutto la semper fidelis EllieMarsRose), anche se qualche volta sapere che ne pensate di questa storia mi farebbe infinito piacere, giusto per farmi un'idea. Vi bacio tutti! 
   
 
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