Serie TV > Il mondo di Patty
Segui la storia  |       
Autore: xwonderdemi    18/11/2011    6 recensioni
"Ci arrampicavamo sul tetto a parlare del nostro futuro come se ne sapessimo qualcosa,
non era nei piani che un giorno ti avrei perso.
In un’altra vita, sarei stata la tua ragazza,
avremmo mantenuto le nostre promesse, noi due contro il mondo.
In un’altra vita avrei fatto in modo che restassi,
così non devo dire che sei stato tu quello che se n’è andato.
Quello che se n’è andato."
Dal prologo: «Ma il destino aveva deciso. Il destino non ci voleva insieme, altrimenti non me lo avrebbe portato via».
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nicolas | Coppie: Antonella/Bruno
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
4 Non vi abituate troppo a questi aggiornamenti lampo!
Lo faccio solo per farmi perdonare il grandissimo ritardo di Ritornare a vivere! u.u

T
he one that got away.


Capitolo IV.

Be', sì, effettivamente ogni mio ricordo con Bruno era speciale ed unico.
Nonostante fosse venuto a mancare tanto, tanto tempo prima, ancora mi ritrovavo a pensare a lui delle volte. A lui e a tutto quel che avevamo passato.
A tutto quel che avevamo condiviso...ai nostri sorrisi, alle litigate, ai regali, alle foto, ai ritratti, a noi.
Istintivamente mi portai una mano sul collo, dove splendeva costantemente il simbolo dell'infinito fatto interamente di brillantini.
Anche quello era un regalo di Bruno. Oh sì, e ricordavo perfettamente di quando.
Ottobre si avvicinava.
La maggiore età si avvicinava.
Ogni traguardo sarebbe stato raggiunto quel maledettissimo e attesissimo 17 ottobre.
Eppure la desideravo con meno ardore di prima...prima di aver conosciuto Bruno, sì. Perché da quando lui era entrato a far parte della mia vita, tutto era cambiato.
Avevo lui, avevo tutto.
Semplice.
Ad ogni modo, lui riteneva che gli dessi fin troppa importanza, stavo trascurando gli amici per lui e non andava bene. Ma...per me andava benissimo!
Dei miei amici potevo anche farne a meno. Caterina, Gonzalo, mi bastavano e poi erano anche loro fidanzati.
Diceva anche che era impossibile desiderare solo lui e che dovevo pur volere qualcos'altro dalla vita, ma io, davvero, ero felice così.
Bruno comunque insistette per organizzarmi una festa con qualche amico -almeno lui, Gonzalo, Caterina e qualcun'altro...- a casa sua, che, dopotutto, era grandissima.
Feci tante storie, ma la ebbe vinta lui.
Passammo la settimana dal 10 al 17 ad agghindare e preparare tutto. Mi fece comprare persino un abito nuovo che avrei indossato forse solo quella sera.
Era bianco, con il corpetto di pelle e la gonna di tulle di un colore che andava leggermente sul grigio.
Ci abbinai un paio di stivali neri che già avevo e almeno l'estetica era sistemata.
Quella mattina, i miei mi avevano dato gli auguri appena sveglia ed ero troppo rimbecillita per poter realizzare che cosa stesse succedendo. Li ringraziai, feci colazione, mi preparai ed andai a scuola.
Lì, i miei compagni di classe scrissero sulla lavagna un enorme "Auguri, Antonella!", riempiendolo di cuoricini e faccine felici.
Era un pensiero molto carino da parte loro.
Persino gli insegnanti furono clementi e non mi interrogarono quel giorno.
All'uscita, tutto iniziò ad avere senso. Come sempre, trovai il mio Bruno ad aspettarmi ed era più contento degli altri giorni. «Tanti auguri a te...», sussurrò.
Sbuffai. «Oggi tutti mi stanno riempiendo di auguri.», mi arpionai alla sua camicia, abbracciandolo forte.
«Logico, scema, è il tuo compleanno.», ribatté.
«Lo so, è che...mi scoccia avere tutte queste attenzioni.», mi alzai sulle punte e lo baciai.
Mettemmo così fine alla conversazione sul mio compleanno.
Bruno pranzò dai miei quel giorno. Loro lo avevano accettato volentieri e lo ritenevano un bravissimo ragazzo. D'altronde, poteva non esserlo? Era...perfetto, diamine.
Dopo il pasto, presi i vestiti e il necessario per quella sera e andammo a casa sua.
Sì, non era nemmeno una novità che restavo a dormire da lui, ma capitava davvero raramente e poi...dormivamo...per quel momento.
Quello era un argomento tabù per Bruno o almeno, non ne avevamo mai parlato. Sinceramente, nemmeno io ci davo tanta importanza, abituata com'ero a fare mille altre cose.
Erano le sette di sera ed io avevo appena finito di prepararmi.
Mi guardai allo specchio e girai su me stessa per controllare se ero okay. Sì, ero okay.
Raccolsi i capelli in uno chiffon, lasciando cadere alcuni ciuffi dai lati.
Sospirai e scesi in salotto, dove trovai Bruno e Gonzalo che parlottavano tra loro del più e del meno. Bruno alzò lo sguardo, mi vide e sorrise, venendomi incontro.
«Sei splendida.», disse.
Mi morsi un labbro, sorridendo anch'io.
«Woah, ha ragione. Sei davvero bellissima, Anto.», mi elogiò, stritolandomi in uno dei suoi abbracci da orso.
Ridacchiai. «Grazie, Gon.», con la coda nell'occhio notai Bruno osservare la scena geloso, stringendo i pugni e cercando di mantenere la calma.
«Amore, ma sei geloso di tuo fratello?», chiesi, staccandomi dall'abbraccio di Gon e avvicinandomi a lui.
Bruno si mise al mio fianco, stringendomi dai fianchi a lui. «Certo.», rispose solamente.
Mi avvicinai al suo orecchio. «Sai che io amo solo te, però.», sussurrai.
Mi sorrise. «Sì, lo so.», assentì.
«Ah, piccioncini.», borbottò Gonzalo, andando ad aprire la porta: era arrivato già qualcuno.
Erano Caterina, Alan e Felicitas. «Oh, Anto!», esclamò Cate, correndo ad abbracciarmi.
«Ciao, tesoro mio.», dissi.
Mi baciò le guance. «Tantissimi auguri, anche se te li ho già dati a scuola.».
«Grazie.», risi.
E così anche gli altri due. Posarono i regali sul tavolinetto dell'ingresso, dove vi era anche quello di Gonzalo. C'erano tutti tranne quello di Bruno. Che se ne fosse dimenticato?
Non seppi cos'aspettarmi, anche se ero certa che non se n'era affatto dimenticato...solamente, aveva fatto qualcosa di diverso rispetto agli altri.
Arrivarono più o meno tutti quelli che attendevamo e la casa di Bruno sembrava quasi un locale per le feste.
Mi divertii tantissimo.
Quando finimmo di mangiare la torta, prima di aprire i regali, Bruno mi prese per mano e mi portò fuori casa. «Vieni, nessuno si accorgerà che manchiamo.», mormorò.
Rabbrividii. Chissà cosa aveva in mente.
«Hai freddo?», domandò preoccupato e iniziando a sbottonarsi la giacca.
Lo fermai con una mano. «No, t-tranquillo, st-to bene.», risposi.
«Chi credi di prendere in giro?», sospirò, poggiandomi la sua giacca sulle spalle.
Mi avvicinai a lui e mi abbracciò. Almeno non avrebbe preso tanto freddo...
«Come mai mi hai portato qui?», chiesi concisa.
«Volevo darti il mio regalo di compleanno.», disse, sorridendomi.
«Ma...non ce n'è bisogno! Tu sei tutto quel che desidero.», ribadii.
Sbuffò. «Non ostinarti a pensare queste stupidaggini, non esisto solo io nella tua vita.», mi riprese, baciandomi la fronte.
Feci una smorfia. «E' vero, ma tu occupi la parte più importante.», lo sentii sospirare; ero un caso perso, effettivamente.
«Comunque...», iniziò, estraendo un sacchetto dorato dalla tasca del pantalone, «questo è per te.», terminò porgendomelo.
Mi morsi un labbro e lo presi, guardandolo e sorridendo. Sfilai delicatamente e lentamente il nastrino -volevo godermi al meglio quel momento- e poi svuotai il contenuto del sacchetto nel palmo della mia mano sinistra.
Vi era una collanina d'argento con un ciondolo al centro, che raffigurava il simbolo dell'infinito finemente riprodotto accostando tanti brillantini uno accanto all'altro.
«Mio Dio, è...», mentalmente cercavo di dare un aggettivo decente per quel suo piccolo, ma dolce e intenso pensiero, «non ho parole.», dichiarai, guardandolo negli occhi.
Mi sorrise, lo prese dalle mie mani e mi fece voltare. Spostò i miei capelli e rabbrividii quando le sue dita fredde percorsero il mio collo per infilarmi la collanina.
«Per sempre.», mormorai.
«Per sempre.», ripeté. «Ti ho regalato questo ciondolo, perché con te sto iniziando a credere nel 'per sempre'. Spero con tutto il cuore che duri all'infinito per noi, amore mio. Sei davvero unica e...», ormai avevo quasi le lacrime agli occhi.
Mi abbracciò ed io non ce la feci più. Scoppiai a piangere. «Ehi, su, non devi piangere.», cercò di rassicurarmi.
«Io non so davvero cosa dirti. Io...se dovessi perderti, non so cosa farei, sul serio. Non riesco ad immaginare la mia vita con un altro che non sei tu.», alzai lo sguardo. «Dico, quanto ti amo, eh?», trovai la forza di sorridere.
Lui non disse nulla, si abbassò alla mia altezza -da nana- e mi baciò.
«Mai quanto ti amo io.», rispose.
«Antonella, Bruno! I regali!», urlò la voce di Caterina dall'ingresso.
«Sarà meglio andare.», dissi.
Cercai la sua mano e insieme tornammo dentro, dagli altri, alla normalità.
Già, perché in ogni attimo che trascorrevo con lui non mi trovavo a Buenos Aires, Argentina. Mi trovavo con lui nel mio posto felice, dove c'era spazio solo per lui, per me e per il nostro amore.
Mi asciugai una lacrima, riponendo il ciondolo al sicuro e al calduccio del maglioncino. Era proprio accanto al mio cuore e riusciva ad udire alla perfezione ogni suo battito.
Ogni battito di un cuore che aveva patito fin troppe sofferenze.









Note dell'autrice.
L'infinito...
peccato che la loro promessa non sia durata. *sigh*
Alla prossima,
Claudia.

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il mondo di Patty / Vai alla pagina dell'autore: xwonderdemi