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Autore: Apple90    18/11/2011    10 recensioni
[Questa FF è il Sequel di "Anima Nera"]
Dove c'è molta luce, l'ombra è più nera.
Lo sa bene il Comandante del Quartier Generale degli Auror, Hermione Granger, che da cinque lunghi mesi ha intrapreso una spietata caccia all'uomo per catturare il Principe Oscuro.
Ma di Vesper e dei suoi pipistrelli non sembra esservi alcuna traccia; dissolto nel nulla, insieme alla verità.
Solo il ViceComandante sa cosa nasconde.
Ma, mentre cercano entrambi di districarsi tra apparenze ingannevoli e sentimenti confusi, una nuova minaccia compare all'orizzonte: il popolo degli Immortali tenta di attaccare il Mondo Magico dall'interno. Vesper è costretto a farsi avanti, per proteggere il suo Mondo da un pericolo ben peggiore di Voldemort.
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Neville Paciock, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Anima Nera_prologo




 

“Un'anima che si sa amata, ma che da parte sua non ama, rivela la

propria feccia - quel che v'è d'infimo, in essa, emerge.”

(Friedrich Nietzsche)

 

 

L’insegna del “Rocky Road to Dublin” scricchiolava sinistramente al di sopra di un minuscolo portone di legno, sul quale trapelava un batacchio a forma di leone.

Vesper bussò due volte. Afferrò i lembi del nero mantello invernale e si calò il cappuccio sul capo. Le sue iridi rossastre vennero nascoste dall’oscurità.

<< Parola d’ordine?>> domandò una voce rauca, minacciosa, al di là dell’imposta.

<< Mannaro fantasma.>>

Ci fu un rumore di fondo, simile a un piccolo tonfo attutito, seguito dal cigolio dei carini di ottone. Lentamente, la porta si aprì. Gli occhi del leone metallico divennero lucenti, brillanti come tizzoni accesi.

<< Benvenuto, fratello.>> disse rocamente un ometto calvo, tarchiato, con delle mani luride e un grembiule insanguinato legato alla cintola. In una tasca dei pantaloni sudici trapelava un taccuino e la piuma di una penna d’oca. << Il tuo nome?>

<< Portus.>>

L’ometto estrasse il taccuino con uno sbuffo. Lo sfogliò rapidamente, tenendolo fra le mani quasi fosse una reliquia preziosa. Dopo qualche lungo istante, i suoi occhietti vitrei s’illuminarono di un bagliore ardito. << Portus Landback, del Clan degli Spiriti Erranti?>>

<< Uhm… sì.>>

<< Benvenuto.>> ripeté egli, che tracciò una croce accanto a un nominativo iscritto su una pagina consunta. << Accomodati. Puoi lasciare i tuoi armamenti nella rastrelliera dell’ingresso. Troverai il menù vicino al bancone.>>

Vesper attraversò il minuscolo ingresso circolare, discese una rampa di scalini e si ritrovò in un ampio, buio scantinato dall’aspetto ammuffito: c’era puzza di stantio e i lampadari che calavano dal soffitto erano incrostati di ragnatele.

Un camino spento di pietra troneggiava in un angolo, accanto al bancone. Lì il barista, che aveva l’aspetto di un cadavere, stava ripulendo un boccale con un cencio lurido, le iridi bianche perse nel vuoto.

Due individui seduti a un tavolo stavano discutendo a voce alta davanti a una bottiglia di Sidro. Poco più in là, avvolto in un mantello logoro, un essere pallido dagli occhi di ghiaccio stava strimpellando un violoncello.

Vesper afferrò un menù dal bancone e prese posto a un tavolo vicino al camino, mantenendosi in disparte. Lesse distrattamente l’elenco delle pietanze. Un conato di vomito gli attanagliò lo stomaco.

 

Primi Piatti

Occhi di Elfo Domestico Grigliati

Affettato di Ragno e Criocorno

Zuppa di budella in umidi

 

Secondi Piatti

Interiora di Avvincino all’Ortolana

Fegato d’Alce con asparagi stantii

Tarantole Salterine Lessate

 

Dessert

Dolce della casa

Zuccotti di Zucca al sangue

 

Menù fisso: Un Galeone

 

<<… per non parlare di Bode, del Clan londinese dei McBack.>> stava dicendo uno dei due loschi figuri, che aveva un naso adunco simile a un becco e la pelle diafana, rugosa. << Ha combattuto la Guerra di Scozia contro i Mannari. Poi si è ritirato a Londra insieme ai suoi cugini come uno stupido leccapiedi. Bode, proprio lui, che andava fiero d’essere un’anima libera e non corrotta dagli Umani. La Guerra deve avergli dato alla testa.>>

L’altro rise. Una risata fredda, roca, controllata. << Notizie dal fronte, Avery?>> domandò, schiarendosi la voce. << Ho sentito dire che il vecchio Azazel, il leone del Ministero, ha fatto una brutta fine.>>

<< Caduto.>> fece Avery, cupo. Strinse le labbra in una smorfia disgustata. << Stava tramando un piano per soverchiare il Ministero della Magia, senza mai aver interpellato il Consiglio. Perché, mi domando? Quante speranze aveva di riuscire nell’impresa, senza l’appoggio di altri Clan?>>

<< Honorius è sempre stato un folle visionario.>> sospirò il suo interlocutore. Il suo volto era nascosto sotto un cappuccio a punta, simile a quello di un Mangiamorte. << Pace alla sua anima immortale. Un avversario più potente si è parato sul suo cammino.>>

Ci fu una breve pausa di silenzio. << Non sai niente, Brutus?>> domandò Avery, che vuotò il bicchiere d’un sol sorso. Premette le mani sul tavolo e s’avvicinò al compagno con aria furtiva, ed il suo naso adunco sfiorò la bottiglia di Sidro. << Azazel è stato ucciso da un’Umana. Un’Auror.>>

Brutus esitò, immobile e freddo. << Che cosa?>>

<< E’ accaduto un mese fa.>> asserì Avery. << Azazel aveva acquistato un vecchio Maniero nell’Hertfordshire dove teneva rinchiusi dei Funzionari del Ministero. Villa Malfoy, rammenti? E’ stato un rifugio di Voldemort, durante la Seconda Guerra Magica…>>

<< Và avanti.>> lo esortò Brutus. E s’abbassò stizzito il cappuccio, mostrando un volto squadrato dalla mascella sporgente, occhi dalle iridi di ghiaccio e una folta chioma di capelli grigi raccolti in un nastro di sera, dietro la nuca.

<< Alcuni Auror hanno capito le sue intenzioni, l’hanno smascherato facendo irruzione nel Maniero. Non si sa come, ma Azazel è morto. Tutti gli altri Vampiri del suo Clan sono riusciti a fuggire. Di loro, nessuna traccia. Svaniti.>>

<< Un’Auror ha ucciso un non morto?>>

<< Hermione Granger.>>

Brutus scoppiò in una risata tetra. << Il suo nome non mi è nuovo. E’ la stessa sporca mezzosangue che ha aiutato Potter a sconfiggere il Signore Oscuro, non è forse così?>>

<< Attualmente è Comandante del Quartier Generale, credo.>>

Un’altra risata. << Ai miei tempi, quand’ero Umano, era inammissibile che un essere dal sangue sporco intaccasse i ranghi delle istituzioni.>>

<< Il suo nome è su tutti i giornali.>> disse Avery. << E’ considerata come la nuova Eroina del Mondo Magico.>>

Brutus evitò con cura di rispondergli. Palesemente divertito, come se la faccenda lo interessasse profondamente, stappò un’altra bottiglia di Sidro e ne versò il contenuto nei loro bicchieri. << Notizie di Vesper?>>

All’udire quel nome – il suo nome – Harry raggelò. La sua fama era giunta fin lì, alle porte di Edimburgo. E probabilmente si era spinta ben oltre.

<< Nessuna, purtroppo.>> rispose Avery. << Che il demonio lo accolga presto fra le braccia.  Quell’essere metà mago e metà demone è una minaccia costante.>>

<< Amico mio, noi siamo Vampiri.>> proferì Brutus, che bevve due generose sorsate dal suo bicchiere. << Che paura può farti uno stupido umano?>>

<< Quello non è un Umano qualunque.>> squittì l’altro vampiro. << E’ il padrone della Bacchetta di Sambuco. Si vocifera possieda tutti e tre i Doni della Morte.>>

<< Leggende Metropolitane.>>

<< Un amico di Scarf, del Clan dei McBack d’Oltralpe, ha detto di averlo avvistato, una volta. Viene fuori dall’ombra in una miriade di pipistrelli. E’ malvagio quanto potente.>>

<< Vesper si nutre della vostra paura.>> sghignazzò Brutus. << Sguazza nella menzogna, nelle leggende, e i suoi giochetti potranno funzionare sulle stupide menti dei Babbani. O della tua, Avery. Ma non su di me.>>

I due vampiri continuarono a parlare, ma la figura cadaverica dell’Oste gli oscurò la visuale. << Desidera?>> domandò, lugubre.

<< Una Burrobirra.>> rispose Vesper, incerto.

<< Divertente.>> L’oste, con il suo volto smorto e i capelli lunghi, annodati e scoloriti, raccolse il menù dal tavolo e s’avviò zoppicante verso il bancone. Pochi istanti dopo fece ritorno con un boccale ricolmo di un liquido rosso, denso, dall’odore acre e metallico.

Vesper, senza farsi notare, lo annusò. Trattenne a stento un altro conato di vomito. Era sangue.

<< Bel mantello.>>

La voce stridula e melliflua di Avery gli trapanò le orecchie. E il piccolo Harry, nascosto da qualche parte dentro di lui, gli suggerì di fuggire. Subito.

<< Dico a te, straniero.>>

Vesper esitò. Aveva la bocca arida. << Grazie.>> riuscì a mormorare. E, lottando contro il suo disgusto, si costrinse ad afferrare il boccale. Bere sangue fu come sorseggiare del vino denso, dal sapore dolceamaro mescolato al gusto della Burrobirra. Fu meno peggio di quel che pensava.

<< Da dove vieni?>> chiese Avery.

<< Londra.>>

<< Dal Centro della rivolta.>> commentò Brutus, con una risata roca. << Sei dei McBack, per caso?>>

<< Landback degli Spiriti Erranti.>> rispose meccanicamente Vesper, che si costrinse a ricordare le parole di quello strano tizio grassoccio nell’ingresso.

<< Non erano di Glasgow?>>

<< Io sono di Londra.>>

Entrambi i vampiri lo scrutarono per qualche lungo istante. Furono attimi di timore, di disperate urla interiori. Ma non doveva, per nessun motivo, commettere degli errori. Morire era una mossa poco intelligente.

Brutus, che era più massiccio e anziano dei due, emise un suono a metà tra uno sbuffo e una risata. Levò il bicchiere nella sua direzione. << Che si dice da quelle parti?>>

<< La situazione è… delicata.>>

<< Presumo tu sia stato inviato dal Clan dei Landback per il Consiglio.>>

Bingo.

Vesper bevve un altro sorso di sangue. Ne approfittò per delineare la conversazione e scegliere i dialoghi che l’avrebbero condotto più velocemente alle informazioni giuste. Doveva muoversi, o quei due mostri l’avrebbero smascherato presto. << Azazel morto. Londra presa di mira dal suo Clan, che si è poi dileguato nel nulla. Auror e Maghi dappertutto. Dio, non ci stavo capendo più niente. Il mio Clan ha bisogno di risposte.>>

<< Le avrete.>> assentì Brutus. << Il Consiglio si riunisce a Edimburgo una volta l’anno. Era dal 1500 che non veniva indetto un Consiglio Straordinario. Nemmeno Hitler e Voldemort hanno convinto quei vecchi decrepiti a riunirsi eccezionalmente in Inverno. La situazione è dunque al tracollo.>>

<< Deve esserci sotto qualcosa.>> commentò Vesper, avido di informazioni. Ogni cosa del suo aspetto diafano e sinistro lasciava presumere che fosse un Vampiro. << Un’Umana che uccide un Immortale, voglio dire. E’ un caso unico. Terribile.>>

<< Sconcertante.>> rincarò Avery, scosso da un fremito.

Brutus lo squadrò da capo a piedi. Quegli occhi di ghiaccio di penetrarono a fondo nell’anima. Poi, con un rauco colpo di tosse, tuffò una mano in tasca.

Una Bacchetta? No, stupido idiota, i Vampiri non possiedono bacchette.

<< Dì un po’, ragazzo.>> Fra le mani di Brutus comparve un astuccio di canapa consunto, dal quale estrasse un sigaro di pregevole fattura. << Indossi delle lenti a contatto?>>

Vesper esitò. Nonostante fosse pallido, su certo di essere divenuto bianco come un cadavere.

<< I tuoi occhi.>> Brutus rise rocamente. Schioccò le dita e una fiammella ardente comparve sul palmo della sua mano, con la quale si accese il sigaro. Aspirò avidamente due boccate. << Se non provenissi dall’antico Clan dei Landback, giurerei sulla testa su Merlino che tu sia Il Principe Oscuro.>>

Freddo. Un freddo pungente gli attanagliò le viscere. Era finito. Tutto quanto. La sua missione, il suo futuro, la sua vita… erano finiti. L’avevano riconosciuto. Era scontato, aveva tirato troppo la corda e ora ne avrebbe pagate a caro prezzo le conseguenze.

Vesper non riuscì a parlare. Ogni parte del suo corpo sembrò congelarsi.

<< Bella questa, Brutus!>> sogghignò Avery, che ridacchiò levando in alto il boccale. << Un altro giro!>> ululò, rivolto all’Oste ammonticchiato dietro il bancone. << Unisciti a noi, Landback. Brindiamo al Consiglio, alla nostra Indipendenza e quella di tutti i nostri Fratelli d’oltremanica!>>

Vesper si alzò meccanicamente, scosso e tremante. Lottò contro sé stesso per nasconderlo, per apparire sereno e trafelato. Vuotò quel che ne rimaneva del suo boccale di sangue, troppo agitato per essere sorpreso da indesiderati conati di vomito. E d’istinto, osservò teatralmente l’orologio. Quella notte aveva rischiato fin troppo.

<< Mi dispiace, fratelli miei. Un impegno urgente mi attende prima dell’alba. Intrattenermi qui al “Rocky Road” è stato un passaggio obbligato per trovare ristoro e ricordare i bei tempi ormai passati. Ma ora devo… andare.>>

Parlò di fretta, nervoso, e fu certo che non sarebbe servito uno strizzacervelli per capire che le stava svignando. I Vampiri erano esseri saggi, millenari, una conversazione del genere l’avrebbe condotto dritto alla morte. Ma, con sua immensa sorpresa, i due risposero alle sue parole con un garbato cenno del capo. Avery, addirittura, sorrise.

<< Ci si vede al Consiglio.>> disse Brutus.

Vesper annuì, sforzandosi di sorridere a sua volta. Un attimo dopo aveva attraversato il sotterraneo ed era fuggito su per la rampa di scale. Durante la risalita incrociò un Vampiro avvolto in un pesante parka invernale, così spesso che pareva essere stato ricavato dalla pelle di un vecchio Mammuth. Scendeva trafelato e non parve accorgersi della sua presenza, e il loro urto fu brutale. Vesper si sentì sbalzare indietro e, d’istinto, s’appigliò al corrimano di legno marcio, unico appiglio che gli avrebbe vitato di rompersi l’osso del collo. Merda.

Una leggera fitta di dolore alle dita. Si rimise in piedi, frastornato, avvertendo le iridi glaciali del vampiro proiettate su di sé. Il dolore alle dita aumentò notevolmente.

Una minuscola scheggia gli si era conficcata nell’anulare, e gocce scarlatte di sangue gli imperlarono la pelle.

Merda. Merda. Merda. E adesso?

<< Umano.>> ringhiò sinistramente il Vampiro. Era alto un paio di metri. Ed aveva l’aspetto trasandato e infernale di uno Zombie. << Umano.>> ripeté. Le sue mani forti e glaciali si strinsero attorno al bavero del suo mantello come due morse d’acciaio. << Vesper.>>

E Harry capì che era finita per davvero.

 

*°*°*°*°*°*

 

Ron precedette Ryo e Hermione lungo la ripida scala a chioccola che conduceva ai piani superiori della Tana. Fece grattare la serratura della sua stanza e aprì la porta con una spallata. Era un luogo ristretto, inondato dai raggi di sole che penetravano attraverso la finestra socchiusa. In un angolo era stipato un grosso letto a una piazza e mezza, affiancato da una vecchia scrivania traballante e degli scaffali ricolmi di libri e di accessori dei Cannoni di Chudley. Una sciarpa della squadra di Quiddich era stata fissata con una spillatrice su una parete.

<< Dov’è finito Vesper?>> domandò Ron, che si lasciò cadere sul letto. Sembrava scocciato e nervoso. Lanciò a Ryo uno sguardo spettrale. << Perché tu sai dov’è finito, Sushi, non è vero?>>

Hermione fece scorrere il suo sguardo nervoso da Ron a Miyachi, e viceversa, in trepidante attesa di una risposta positiva.

Ryo, con un sospiro, annuì. << Nella merda.>>

<< Sarebbe a dire?>> ringhiò Ron, che stava perdendo la pazienza.

Ryo appoggiò il casco della moto sulla scrivania, fermandosi in piedi vicino alla finestra. Aveva un aspetto trasandato, la barba accennata sul suo mento e due profonde, sinistre occhiate. << Non so, dov’è!>> strepitò. << Ma è nella merda. Nella Merda!>>

<< Abbiamo capito.>> sentenziò aspramente Hermione. << Ma non è un luogo… identificabile.>>

<< Sentite, siete due Auror, e io un Ricercato. Se qualcuno scopre che vi state intrattenendo con me, sono finito. Morto, ragazzi. Ci siamo intesi?>>

<< Và, avanti, maledizione!>> ululò Hermione.

Ryo sobbalzò, colpendo la testa contro una mensola. << E va bene. Vesper mi ha chiamato. Una settimana fa.>> proseguì difilato, massaggiandosi la nuca. << E’ vivo. O almeno credo. Mi ha detto di trovarsi da qualche parte in Scozia, di avere una fame fottuta e di essere impegnato in una faccenda di vampiri.>>

<< Vampiri.>> mugolò Ron.

<< Vampiri!>> strillò Hermione, preoccupata.

<< Stai parlando di Colui che Sussurrava ai Pipistrelli.>> fece Ron, tagliente. Un sorriso sollevato si aprì sul suo volto lentigginoso. << I Vampiri sono uno scherzo per lui, vedrai. Se la caverà, come sempre, e quando meno ce lo aspettiamo comparirà nel tuo ufficio e ci racconterà una buona volta che cosa diavolo ha in mente.>>

<< La tua sensibilità è pari a quella di uno Schiopodo Sparacoda, Ronald,>> strepitò Hermione, accigliata. << Chi altro è con lui?>>

Ryo scrollò inesorabilmente le spalle. << Agisce da solo, per quanto ne sappia. Ultimamente si è fumato parecchio il cervello. L’ultima volta che l’ho visto è stato un mese fa, più o meno, quando il Profeta non faceva altro che parlare della tua nomina a Comandante e della morte di Azazel. Ci siamo scolati una bottiglia di Whisky Incendiario ai Tre Manici di Scopa.>>

<< Hogsmeade?>> farfugliò Ron, incredulo. << Vesper era a Hogsmeade?>>

<< Sì.>> rispose il giapponese, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. << Mi ha raccontato che le Fenici stanno andando forte. Sta accumulando una vera fortuna, quel bastardo. Mi ha anche detto, ora che mi fate pensare, che ha trascorso un paio di giorni a Hogwarts, in gran segreto, per ficcare il naso in Biblioteca.>> Ryo rise malignamente. << La Sezione Proibita è il suo habitat naturale. Impossibile che nessuno si sia accorto di niente. Cento Galeoni, o non scherzo, che la Preside lo sta aiutando. Voglio dire, quella donna lo ama.>>

<< La McGranitt non aiuterebbe mai un ricercato pluriomicida.>> disse bruscamente Ron. << Ipotesi scartata. Probabilmente si è addentrato nel castello in incognito e ha derubato qualche volume dalla Biblioteca.>>

<< Ne parli come se fosse un criminale.>>

<< Hermione, lui è un pazzo assassino!>> strepitò Ron, furibondo. << Cerca di ficcartelo in testa, una buona volta! Ci avrà pur aiutato, e questo non lo metto assolutamente in dubbio, ma le sue rotelle sono fuori posto da cinque anni! >>

<< Mi dispiace ammetterlo, ma Weasley ha ragione.>> disse Ryo, con un sorrisetto. E strizzò l’occhio a Hermione in una smorfia fin troppo eloquente. << Dobbiamo trovarlo, in qualsiasi modo. La sua pazzia lo condurrà alla morte. Si sta immischiando fra i Vampiri per riuscire a comprendere i loro movimenti. Sostiene che si stiano organizzando per compiere un’altra Insurrezione dopo le scorribande di Londra, ma questa volta in scala molto più estesa. Vi risulta, Auror? >>

<< Le indagini sulla morte di Azazel sono state archiviate e gli avvistamenti di Vampiri sono pressoché nulli, nell’ultimo periodo.>> rispose Hermione. Fu scossa da un brivido all’idea che quelle creature tornassero all’attacco. Di nuovo. << Non c’è alcun motivo per presumere che i Vampiri progettino un attacco imminente. Il loro Capo è stato ucciso. Avranno senz’altro bisogno di tempo per riorganizzarsi.>>

<< E se Azazel non fosse il loro Capo?>> la incalzò Ryo. << E se quel fottuto genio di Vesper l’avesse capito fin dal principio?>>

<< In ogni caso, noi abbiamo le mani legate.>> asserì Hermione. << Non esistono prove. E senza prove, né uno stralcio di inizio, non possiamo materialmente avviare un’Indagine. Strada chiusa, ragazzi.>>

<< Aiutatemi a trovarlo, vi prego.>> li supplicò il giapponese. << In qualsiasi modo. Quel folle si è cacciato nei guai. Guai seri. Con quelle creature non si scherza. Non che abbia problemi a mimetizzarsi con loro, certo, ma farsi scoprire da un Vampiro equivale a una condanna a morte.>>

Ron e Hermione si scambiarono uno sguardo intenso.

<< Sei in grado di rintracciare il telefono con cui Vesper ti ha chiamato?>> domandò Hermione a bruciapelo, con l’aria sbrigativa di chi voleva scrollarsi di dosso un grosso peso.

Ryo annuì. Tuffò una mano in tasca e ne estrasse un I-phone fasciato in una cover color viola elettrico, sulla quale erano iscritti alcuni ideogrammi giapponesi. << Sono il fondatore del Miyiachi Software Group, tesoro. Ho inventato i Social Network. Credete che non sappia come rintracciare una telefonata?>>

<< Perché non ci hai pensato prima?>> Hermione s’accese di un bagliore rabbioso. Odiava quel suo comportamento infantile e sfrontato. Odiava aver appreso che Harry si trovava in pericolo, ma di non poter fare nulla aiutarlo. Un opprimente senso di impotenza le avvolse lo stomaco. << Fallo subito, dannazione!>>

Ron li osservò in silenzio, le braccia protese parallele al tronco come se fossero un inutile prolungamento del suo corpo. Oscillò da un piede all’altro, lo sguardo vacuo, chiedendosi con tutta probabilità che cosa fossero quegli  aggeggi babbani.

<< Ci siamo.>> proruppe Ryo, dieci minuti più tardi. Fece scorrere le dita sullo schermo, agili come le zampe di un ragno. << La chiamata è stata effettuata dal suo cellulare. Da Edimburgo.>>

<< Edimburgo?>> fece Ron.

<< Già.>>

Il matrimonio di Ginny e il suo distintivo avrebbero potuto aspettare un paio d’ore. Hermione comprese che era giunto il momento di prendere una decisione drastica. Immediata. << Ron, devi tornare in cortile.>> disse, sbrigativa. E la creatura nel suo petto emise un ruggito. << Dì a tutti gli invitati che il Comandante Granger è stato richiamato urgentemente al Quartier Generale in merito ai nuovi sviluppi sulle importazioni illegali di Calderoni Esplosivi. Kingsley è troppo ubriaco per sospettare qualcosa.>>

<< E Neville?>>

<< Digli che sono andata a recuperare Vesper. Capirà.>>

Ron tacque per un lungo, interminabile istante. Le sue orecchie divennero paonazze. La sua smorfia, simile a quella che aveva mostrato alla presenza di Zia Muriel, lo fecero sembrare una rabbiosa statua di pietra. << Potrebbe essere pericoloso, Hermione.>>

<< Ho un distintivo, da qualche parte. Aspetta… deve esserci scritto Comandante.>>

Il gelo negli occhi castani di Ron si rispecchiò nei suoi, e Hermione fu costretta a voltargli le spalle per evitare di essere accecata dal bruciante senso di colpa. Lui la voleva aiutare. Stava morendo dentro all’idea che si allontanasse di nuovo per gettarsi a capofitto chissà dove, affrontando l’ignoto per salvare un criminale.

Ron aveva ragione, in fondo.

Era un bravo ragazzo. Il suo migliore amico. Un fratello che aveva lottato sempre al suo fianco, pronto a proteggerla in ogni situazione.

Ma Ron non poteva capire. Nessuno poteva farlo.

Lei amava Harry Potter. E amava Vesper. O forse entrambi.

 

*°*°*°*°*

 

`•.¸¸.•´´¯`••._.• THE APPLE'S CORNER `•.¸¸.•´´¯`••._.•

Ragazzi, che giornata. Con il mio splendido risultato dell'esame e la promozione in tasca posso annunciare che Anima Bianca porta bene. Senza dubbio ^_^

Grazie a Viki, alla mia Sister Stizy, a Josephine, Aly Black, Kia, Kla, Sabri89, Irene, e Kiki per le belle recensioni.

Grazie inoltre alla Special One Argentlam, e alla mitica Roxy.

Il prossimo capitolo verrà postato Venerdì 25 Novembre. Un abbraccio immenso a tutti i lettori.

AUROR POWER!
   
 
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