Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses
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Autore: Domi_Carr    19/11/2011    1 recensioni
La mia prima fan fiction sul mondo musicale. Nata da un'idea: un chitarrista famoso e apprezzato incontra una collega altrettanto talentuosa ma all'alba del successo.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dj Ashba
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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CAPITOLO 36
 
Ero distrutta, fisicamente e emotivamente, quando arrivò l’ora di andare a cena dai miei.
Mi presentai in tuta e con gli occhi ancora gonfi di pianto.
Non volevo che la notizia si diffondesse senza che fossi io a darla, anche se arrivata a sera sperai solamente che dopo avere affrontato tutti praticamente in un colpo solo mi restassero le forze per respirare e valutare le conseguenze di quello che era accaduto.
Dopo le ragazze della mia band ed il manager mancava la mia famiglia.
 
Dopo il dolce, che mangiai a fatica, ripetei anche a loro la frase-ritornello della giornata.
 
“Eh?!” mio padre sembrò sul punto di prendere un coccolone, divenne rosso in volto e per poco non gli andò di traverso l’ultimo boccone di torta.
“Sì, sarete nonni” dissi
Mia madre si alzo di scatto dalla sedia e venne ad abbracciarmi.
Era il primo abbraccio della giornata. Tutte le altre persone con le quali avevo parlato della mia gravidanza erano state fredde e mi avevano giudicata. Lei scoppiò in lacrime, stringendomi forte.
“Ti staremo vicini, lo sai. Avresti potuto dirmelo prima, ti ho fatto una bella lavata di capo in quest’ultimo periodo per la questione del lavoro”
“L’ho saputo da pochi giorni con certezza”
“E cosa pensi di fare? Col gruppo?” anche mio padre la metteva sul lato pratico.
“Ho chiesto di mettere il tour in pausa fino all’anno prossimo, poi vedremo cosa potrò fare”
“Sono molto deluso, Elena. Ma non c’è niente che si possa fare ormai. Ha ragione tua madre, ti staremo vicino. Questo è il minimo, visto che mi pare di capire che un padre non ci sia” la sua voce era rassegnata, ma allo stesso tempo doveva avere capito la realtà. Anche se ovviamente sospettavo che avrebbe volentieri preso per il collo sia me che il padre di suo nipote.
“No, non c’è” risposi a mio papà, che era stato perspicace.
Mia madre intervenne nel discorso “Resterai al lavoro finchè te la sentirai, poi come dipendente avrai diritto alla maternità. Dai, coraggio” mi asciugò le lacrime “Ce la faremo, vedrai. Assieme ce la faremo”.
 
  
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