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Autore: gryffindor_girl    19/11/2011    4 recensioni
Harry Potter non usa più la magia…
Non so più neanche se ha ancora la sua bacchetta. Ma lui, Il Ragazzo Sopravvissuto, non pronuncia più nessuna formula, non lancia più una maledizione o persino un semplice incantesimo. Questo lo so per certo.
Invece continua a vivere questa specie di vita a metà. Immerso nel mondo Babbano, tagliato fuori da qualsiasi realtà magica. Io sono l’unica di noi che lo vede ancora ormai. E persino questo tenue legame non fa che spaventarmi sempre più per la sua fragilità, come se me lo sentissi scivolare via tra le dita ogni volta un pò di più.
E mi condanno ancora per non averlo visto arrivare.
POST DH - TRANNE L'EPILOGO, HERMIONE POV
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Come Undone

di gryffindor_girl ( 'Questo autore è straniero e a gestire questo account è la persona che traduce le sue storie'-  kla87, pagina su EFP Fanfiction)

 

Nota traduttrice:  Volevo ringraziare Jaybree88 nuovamente per la sua dolcezza e i suoi consigli; Lights per il meraviglioso banner che, nonostante i numerosi impegni, è riuscita a confezionarmi con la sua creatività; per i commenti e la lettura soprattutto roxy_xyz, kiki2604, PotionFang, flopi,  ma anche aleinadp,Alexy89, asia94, brescy, Crimson_Iris,  Fiore_Appassito_ , i_ly97   e Stella Del Sud. Se volete lasciate un commentino.  Dedico questo capitolo in particolare a Apple90 e Viki_chan per i loro successi personali.

Il link del secondo capitolo originale è http://fanfiction.portkey.org/story/8099/2 . [ 'Se vuoi pubblicare su questo sito una traduzione di questo autore, e hai il suo permesso, inviami almeno il primo capitolo della traduzione completa (nel caso di fanfic one-shot, tutta la one-shot tradotta). Allora ti fornirò la password per accedere a questo account'.]

 

Come undone

 

Capitolo Due  Missing - Scomparso

 

 

Like the deserts miss the rain.

 

 

 

*

 

In un primo momento penso solamente che si farà vivo in una settimana o due come l'ultima volta. Mi calmo un po’ , sicura che tornerà e Kreacher me lo farà sapere. 

Ma dopo tre settimane comincio a sentirmi nuovamente preoccupata. Vorrei non essere stata così impaziente di stare solo lì seduta in sua compagnia;  mi pento di non essermi presa un numero del suo nuovo lavoro o qualcos’altro che possa condurmi a lui.

 

I Weasley sono tutti perplessi. Ron dimentica persino di essere arrabbiato con lui e comincia a preoccuparsi per davvero, così racconto loro dell'ultima volta che l’ho visto. La modifico un po’, soprattutto perché Ginny mi guarda palesemente storto. Credo sia perché ho mantenute le mie visite a lui segrete e lo capisco perché in realtà non ne so neanche io il motivo. Arthur usa i suoi contatti al Ministero per cercare di rintracciarlo in modo discreto, ma senza alcun risultato. C'è ancora così tanto da fare senza lanciare ancora una vera e propria caccia all'uomo. Non vogliamo che la notizia si diffonda e provochi il panico, quando potrebbe semplicemente voler stare un po’ da solo. 

Sono completamente scoraggiata e io odio non sapere cosa fare. Così, per cominciare, compro una civetta. E’ bellissima e bianca come la neve, molto simile a Edwige - e questa è una delle ragioni per cui l’ho comprata a dire il vero. Per questo e perché il proprietario dell’ Emporio del Gufo di Diagon Alley mi ha detto che è particolarmente brava a trovare le persone - e persistente.

 

La porto a Grimmauld e la tengo in giro per la stanza di Harry, le lascio annusare e beccare i suoi abiti che sono tutti ancora nell’ armadio e nei cassetti o sparsi sul pavimento, per poi sistemarli al loro posto. Kreacher le da qualche dolcetto per gufi da mangiare e si prendono subito in simpatia l'uno con l'altro, così gli permetto di sceglierle un nome. E’ una mossa istintiva ma che si rivela  intelligente da parte mia, perché  Kreacher da quel giorno sembra avermi trasmesso tutta la sua obbedienza in assenza di Harry. L’ha chiamata Cappella e stravede completamente per lei.

 

Ma lei non ha fortuna nel trovare Harry.

Ogni lettera che le affido, la riporta indietro  tre, talvolta quattro giorni dopo. E’ sempre sfinita e sporca e so bene guardandola nei suoi enormi occhi gialli quanto si sia veramente impegnata. L'ultima volta torna indietro persino con una ferita all’ala, con grande preoccupazione di Kreacher. Mi da un colpetto con fare di scusa ogni volta che vengo intorno e io le offro un dolcetto, felice comunque che stia tenendo compagnia a Kreacher.

 

Ma niente, non lo riusciamo a rintracciare. Poi, poco prima che Arthur apra un’inchiesta per scomparsa al Ministero, salta fuori un biglietto sul tavolo della cucina di Grimmauld Place. Lungo solo dodici parole.

 

Sto bene. Non preoccupatevi per me, e non cercatemi.

Harry.

 

La prendiamo tutti in maniera diversa, da Ron, che è furioso e continua a far finta che Harry non sia mai esistito, a Ginny che è devastata ma riesce a mantenere un silenzio glaciale, a Luna che sorride semplicemente e sembra averlo accettarlo come una spiegazione perfettamente solida e razionale. Il suo modo di vedere le cose è che se un mago non vuole essere trovato, non viene trovato. Finché non sarà pronto.

 

Sorprendentemente io non sono arrabbiata. Mi fa solo impazzire il fatto di non riuscire a venirne a capo. E ancora di più il fatto di non poterne discutere davvero con Ron; finisce sempre per innervosirsi e arrabbiarsi con me, dicendomi di rinunciare , che Harry non vuole più starci intorno e che dobbiamo solo prenderne atto. So bene che non potrò mai accettare una cosa del genere ma non insisto più con lui. E’ molto turbato dalla faccenda, non solo per se stesso ma anche per la sua famiglia, e in particolare Ginny.

E’ diventata terribilmente magra. Le guance scavate e i capelli privi della loro solita lucentezza. Noto che alza ancora lo sguardo con fare speranzoso ogni volta che qualcuno appare alla Tana, sperando di vedere Harry lo so. Ma lei non parla con me di lui. Anche se a volte la vedo fissarmi in modo strano, e so che vuole chiedermi qualcosa - qualcosa di Harry ne sono sicura - ma non lo fa. Mi offro io spontaneamente una notte in cui non ne so ancora nulla e ho provato tutto quello che mi viene in mente per rintracciarlo. Questo sembra solo irritarla, così non ci provo più .

Ma passo sempre meno tempo alla Tana mentre le cose tra me e Ron cadono a pezzi.

Non so se quello che abbiamo avuto si possa chiamare una relazione. Credevo di essere abbastanza acuta per questo genere di cose, ma quando si tratta di me suppongo di perdere questa capacità. Mi piaceva il nostro punzecchiarci, ma ora mi stanca solamente. In più è incredibilmente esigente, tanto che mi ritrovo ad evitarlo. Ha bisogno di rassicurazioni costanti ed io non ho né il tempo né la pazienza per farlo, tra lo studio e la ricerca di Harry. Non sa quanto sforzo o riflessione ci sto mettendo , però, quindi è più che giusto, suppongo, che senta di non ricevere abbastanza del mio tempo.

Ma ora so per certo di aver bisogno di spazio. Nei momenti di tranquillità, quando sto seduta a  leggere o semplicemente sdraiata sul letto, comincio ad avvertire una tristezza ,che non ho mai provato, farsi strada dentro di me. Mi consuma e mi sta cambiando, lo sento. E se non riesco a venirne a capo, temo possa schiacciarmi. 

Ecco perché, con l'aiuto dei miei genitori, ho preso un posto tutto mio. 

 

Ed io e Ron  ci lasciamo per la prima volta.

 

*

 

La mia  casa è bellissima. 

E’ piccola, una villetta a schiera, attaccata ad una fila di case tutte uguali con un piccolo giardino di fronte e un piccolo cortile sul retro, la strada è carina e tranquilla, accogliente e riservata.

La mia parte preferita è il piccolo solarium appoggiato al  cortile;  il mio primo acquisto è un divano morbido e invitante per la parte più soleggiata di quella stanza - il posto ideale per leggere. Ma Grattastinchi pensa sia il luogo ideale per dormire, così mi fa concorrenza per quell’ottimo posto.

Ho comprato un enorme letto con una bellissima testata in ottone, e mi piace il fatto di averlo tutto per me. Ron si lamenta del perché abbia bisogno di un letto così grande se non ho nessuno con cui condividerlo, ma io lo lascio perdere. Ha accettato di aiutarmi nel trasferimento; siamo riusciti comunque a rimanere amici, il che mi rende estremamente felice e sollevata.

Il mio ultimo acquisto per la casa è un divano per il salotto. E’ incredibilmente lungo e spazioso, e dal momento che non possiedo una camera per gli ospiti, lo considero il mio letto di riserva. Mi ci distendo la prima sera e capisco solo allora che l’ho preso per una persona in particolare.. se  mai tornerà, è per Harry.

 E’ una strana rivelazione, e forse è per questo che lo sogno quella notte.

 

E’ proprio lì, nella mia nuova cucina con me, a parlare, a ridere. Poi usciamo sul mio cortile e c'è un’ enorme tenda lì - come quella che abbiamo portato con noi nella nostra caccia agli Horcrux, ma più grande. Lui mi guarda e il verde dei suoi occhi è così vivido; è la cosa che più ricordo di quel sogno. Quando afferra la mia mano è incredibilmente calda, poi stringe la mia e camminiamo in direzione della tenda, e mi sveglio.

 

Il mattino dopo la tristezza dentro di me si fa opprimente .

Le settimane volano e neanche una parola da lui. Contatto assolutamente tutti i nostri vecchi amici di scuola, Neville, Dean, Seamus, tutti quelli che mi vengono in mente. Nessuno di loro ha notizie di lui. Poi la Gazzetta del Profeta lo fa notare.

 

Quasi rovescio il tè quando vedo il titolo una mattina.

 

'Il Ragazzo Che E’ Sopravvissuto ...Sparito.'

 

C'è una foto di me, Harry e Ron alla scopritura di un monumento. Ron saluta con la mano allegramente fuori della foto, il suo braccio intorno a me. Io sorrido debolmente e continuo a guardare Harry accanto a me. Mi tiene la mano, sorridendo ma è un sorriso vuoto, ora lo vedo. Ogni tanto guarda i suoi piedi o su in cielo, come se volesse decollare in quel momento.

I suoi capelli nella foto sono così diversi dall'ultima volta che l’ho visto. Per la millesima volta, ripenso alla nostra ultima conversazione, cercando di scovare degli indizi. Stivali dell’Esercito. Niente occhiali. Braccia abbronzate. Nulla di tutto ciò ha un senso.

Leggo l'articolo ma è solo spazzatura, tutte speculazioni di un qualche giovane giornalista sul fatto che Harry non abbia presenziato ad alcuni eventi e che ha iniziato a ficcanasare intorno alla casa dei Weasley. Nessuno ha rilasciato dichiarazioni naturalmente, ma poi Percy accidentalmente si è lasciato sfuggire che non lo vedono da mesi perciò non possono sapere dove sia.

Come previsto più tardi quel giorno ricevo un Gufo da Il Profeta e così blocco le visite. Cercano di tormentarci tutti per le successive due settimane. Vado a fare visita a Kreacher e lui è il più preoccupato per i Gufi, tanto che ha protetto la casa con un Incantesimo di Anti Rilevamento. 

 

La notizia muore dopo un po' perché nessuno ne sa assolutamente niente , non c'è nulla da raccontare.

E i miei sogni su Harry continuano.

A volte è lì solo sullo sfondo in un sogno normale e noioso. A volte è fuori dalla mia portata , io cerco di trovarlo e lui continua a sfuggirmi- quei sogni sono così frustranti.

 

E in altri, ha il ruolo da protagonista. E’ quando inizio ad avere quei sogni che smetto di cercarlo così tanto.

Non ho mai fatto un sogno erotico su di lui prima d’ora. Ma questi sogni sono così vividi; riesco a sentirlo - le linee dure del suo corpo, la sua guancia ruvida. Riesco a sentire il suo odore, il sapore di lui, e quando mi sveglio è come se tutto sia ancora attorno a me. Razionalizzo che è solo un sintomo della sua mancanza, ma la tristezza che sento si trasforma in un dolore raggelante che è sempre lì in fondo allo stomaco, tutti i giorni. Mi sento sull’orlo di piangere sempre nei momenti più inadeguati ed è tutto dovuto a questo.

E  finalmente mi arrabbio. Come  può essersene andato così? Senza lasciarci nulla, una qualche idea di dove sia. Dopo tutto quello che abbiamo fatto per lui. Dopo tutto quello che io ho fatto per lui. Ora mi sento offesa , e cerco di togliermelo dalla testa.

 

E’ probabilmente per questo che decido di riallacciare con Ron.

 

Riconosco che è  un errore fin dal primo momento ma lui è così insistente e io semplicemente non ho più l'energia per discutere con lui. Inoltre, ha ragione, non c’è un  motivo reale per cui ci siamo lasciati. Mi piace stare di nuovo alla Tana. Molly mi fa sentire così benvenuta e adoro parlare con George e Arthur.

 

Non mi piace invece che Ron stia a casa mia. Ma lo sopporto, sempre nervosa finché non se ne va. Lui sembra non accorgersene.

 

Una mattina, dopo averlo accompagnato all’uscita, capisco. E’ perché in fondo, sono ancora convinta che Harry possa ricomparire. Ancora. E se anche Ron fosse stato lì, Harry non sarebbe potuto restare.

 

Mi metterei a gridare dalla frustrazione. Odio non sapere le risposte, odio il fatto che possa essere ferito o in pericolo ed io non abbia modo di saperlo.

 

Questo mi sta logorando sempre peggio ogni giorno e comincio a litigare di nuovo con Ron. Non ci rivolgiamo la parola da giorni, quando finalmente accade.

 

Harry ritorna.

 

*

 

Lights will guide you home

 

And ignite your bones

 

And I will try and fix you

 

*

E’ tarda notte e sono ancora sulla sedia della veranda, in pigiama, i piedi arricciati sotto di me e Grattastinchi sulle mie ginocchia, che fa le fusa. Sono immersa nella lettura di un libro, un romanzo che sto per finire; sono diventata un’amante di romanzi ultimamente. Romanzi d’amore perfino, anche se non l’ammetterei a nessuno. Ma devono essere a lieto fine. Leggo sempre l'ultima pagina prima, per esserne sicura prima ancora  di cominciarlo.

 

Grattastinchi smette di fare le fusa così bruscamente che anch’io interrompo la mia lettura e abbasso lo sguardo verso di lui. Le sue orecchie si drizzano e si muovono convulsamente avanti e indietro, e si gira a guardare dentro casa. Poi salta e trotterella alla porta d'ingresso. Non miagola come fa di solito quando vuole uscire fuori, se ne sta lì, a fissare la maniglia della porta.

E’ così strano, che mi alzo. Cammino per pochi passi fino alla porta , poi mi fermo e richiamo la mia bacchetta, un po’ agitata.

 

Grattastinchi mi guarda e miagola piano. Io lo guardo storto, per poi raggiungere la maniglia della porta.

 

Apro lentamente, la mia bacchetta protesa in avanti.

 

Lui è lì in piedi sul gradino, dandomi le spalle, le mani sui fianchi. Capisco che è lui all’istante.

 

Si volta bruscamente , sorpreso. I capelli sono ancora corti, il viso abbronzato, i vestiti sportivi – persino trasandati.

Il suo volto si apre in un sorriso incerto.

 

"Ti sono mancato?"

 

Mi viene in mente una sola parola mentre mi precipito verso di lui, facendolo quasi cadere dallo scalino. Solo una parola mentre gli stringo le spalle e le braccia per controllare che sia reale e tutto intero e indenne e lì presente. Una parola per rispondere alla sua risata bassa, come se la trattenga, poi lascia che lo abbracci stretto di nuovo.

 

Sì.

 

Oh sì. Mi sei mancato.

 

 

*

Lo tiro dentro, non lasciandolo andare per un istante. Sembra quasi riempire la mia piccola cucina con la sua sola presenza, anche stando soltanto in piedi in silenzio, sorridendomi dolcemente.

 

"Harry" sussurro, guardando in alto verso di lui, assaporando ogni tratto del suo viso . Sembra incredibilmente diverso, ma tutto quello che ricordo, i suoi occhi, la sua cicatrice ancora lì, sembra  proprio come mi appare in  sogno. Sento la pelle prendere fuoco mentre  il mio pensiero va ai miei sogni e questo mi spinge a distogliere lo sguardo da lui.

 

Indossa una giacca di pelle, e una maglia scura a girocollo sotto. Ha un segno sul collo e aggrotto la fronte, muovendomi per esaminarlo, ma lui si volta verso il mio frigo e lo apre.

 

"C’è qualcosa da mangiare? Cazzo, sto morendo di fame. "

 

Mostro il mio disappunto al suo linguaggio, non per disapprovazione, ma solo perché non è mai stato uno che dice molte parolacce. Ma apro il frigo ancora di più per prendere gli avanzi di take away che ho mangiato per cena, richiamando stoviglie e posate dalla credenza. 

Non posso esserne sicura, ma sembra quasi allontanarsi dagli oggetti fluttuanti con disgusto. Lo vedo con la coda dell'occhio mentre pronuncio l’incantesimo necessario per riscaldare il cibo e rinfrescare la bibita.

E’ teso, a disagio. Decido di non chiedergli nulla fino a quando non abbia mangiato e non possa sottrarsi. Ho l’impressione che sia nervoso e ansioso di andarsene e rabbrividisco al pensiero, pronta a legarlo se anche ci avesse provato.

 

Invece mi permette di fare storie sulla sua alimentazione e di condurlo al piccolo tavolo da pranzo. Si siede pesantemente, sembra stanco. Mi accorgo che non si è ancora tolto la giacca.

 

Lo osservo mentre inizia a mangiare, e dopo qualche boccone e un sorso della sua bibita, prendo un respiro profondo e passo all’attacco.

 

"Harry. Dove diavolo sei stato? "

 

Lui alza lo sguardo, e sorride, un luccichio nei suoi occhi. Non riesco ad associare questa persona con il mio amico a cui ho sempre dovuto riparare gli occhiali; ancora adesso non li porta. Finisce il boccone.

 

"Allora, la risposta è sì?"

 

"Risposta a che cosa?"

 

"Sì, ti sono mancato".

 

 

La rabbia si affaccia di nuovo prepotentemente, da dove è stata confinata dal momento in cui ho posato gli occhi su di lui. Mi spavento quando inizia a manifestarsi ,invece, in lacrime che velano i miei occhi. Mi costringo a dire con calma.

 

"Certo che mi sei mancato, idiota." La cosa lo fa sorridere e io scuoto la testa e mi sposto più vicino a lui. "Sono contenta che lo trovi divertente. Perché, sono stata fuori di me, Harry. "

Il suo volto torna serio allora e le mie lacrime minacciano di uscire di nuovo. Sbatto le ciglia e cerco di sostenere il suo sguardo, ma non ci riesco e mi metto ad osservare la mia mano poggiata sul tavolo. Le sue dita mi appaiono di fronte alla vista per avvolgere la mia; sono ancora fredde a causa dell'aria di fuori . Continuo a sbattere gli occhi furiosamente.

 

"Hermione. Mi dispiace. "Lui mi stringe le mani ma io non riesco ad alzare lo sguardo perché la mia vista è sfocata. Mi scuote la mano con dolcezza. "Ehi".

Sbatto le palpebre un’ altra volta, forte, per cancellare le lacrime. Ma sono ancora lì quando torno a guardare verso di lui; lo capisco perché il suo volto si è rabbuiato. Poi mi attira a sé in un forte abbraccio. Il mio volto premuto sulla sua giacca, l’odore di pelle in qualche modo confortante, mentre io gli stringo le braccia attorno alla vita. Noto di nuovo quel vago odore di fumo di sigaretta.

"Mi dispiace." Mi allontana da lui per guardarmi in faccia, asciugandomi le lacrime con i suoi pollici. "Lo so ... lo sapevo che ti saresti preoccupata. Avrei dovuto mettermi in contatto con te. " Sembra sentirsi davvero in colpa e questo mi fa sentire meglio.

 

"Perché non l’hai fatto?" La mia voce è tranquilla, ma sento la rabbia montare di nuovo.

 

"Non ho potuto. E’. .. E 'il mio lavoro, sono stato veramente sommerso. "

 

Lo guardo con disappunto, e noto che evita il mio sguardo. Poi vedo di nuovo quel segno sul collo.

 

Questa volta però sono più veloce di lui quando le dita guizzano verso il colletto  per spostare la maglia. Lunghe linee grigie di inchiostro sono incise sulla sua pelle e continuano verso la spalla e la clavicola, più linee promettono un disegno più largo sotto i vestiti.

Non riesco a trattenermi dal boccheggiare, e dal tirargli la maglietta per cercare di seguire il tatuaggio, affascinata. Lui fa per protestare ma lo ignoro e metto le mani sotto la giacca per scrollargliela dalla spalla.

 

Se il tatuaggio al collo mi ha sorpreso, sono completamente atterrita dal resto del disegno. La sua maglietta è a maniche corte e vedo immediatamente che tutto il suo braccio sinistro è interamente ricoperto di disegni grigio sfumato. Si fondono per fare una manica piena, ma osservando focalizzo un paio di immagini, un drago, e una sorta di serpente. Passo le dita sulla sua pelle, senza parole per quello che ha fatto.

 

Sopporta il mio controllo per un po’ poi si scrolla la giacca dalle spalle completamente e torna a mangiare. Lo fisso, cercando di capire se questo è lo stesso Harry che conosco , il mio Harry.

 

"Cos ... Quando te lo sei fatto fare?"

 

Alza le spalle, e vedo che è profondamente corrucciato mentre continua a mangiare.

 

"Mesi fa".

Odio che sia così sfuggente, ma capisco che la situazione è molto più complicata di quanto pensassi. E in quel momento decido che non mi importa. Non mi importa che aspetto abbia, cosa abbia fatto, in quale stato si trovi. Finché lui è lì.

 

Noto che ha finito da bere così ne evoco ancora. Lui mi guarda con disappunto .

 

"Vorrei che tu non lo facessi."

 

 "Cosa?"

 

Afferra la bottiglia a mezz'aria.

 

"Non potremmo semplicemente alzarci e prenderlo dalla credenza? Come fanno le persone normali? "

 

La mia faccia si avvita in una smorfia confusa ma lui continua a tenere gli occhi sul piatto.

 

"Ah ...beh... "

 

Non so cosa dire, ma parla di nuovo.

 

"Mi dispiace, io sono solo ... sono solo molto stanco".

 

Sono ancora confusa, ma mi accodo a quello che ha appena detto. 

 

"Quindi rimani?" Indico il divano. "Posso farti il letto".

 

Lui sorride di nuovo e penso a quanto sia sciocco che questo mi faccia così piacere. 

 

"Sarebbe fantastico, grazie." Si guarda intorno con ammirazione. "E' carino qui, 'Mione."

 

Non riesco a trattenere un moto di orgoglio. "Grazie. Grattastinchi ed io lo adoriamo. "

 

Sorride in basso al mio gatto, che si struscia affettuosamente sulle sue gambe.

 

"E 'ingrassato".

 

"Non è vero!" Sono indignata e Grattastinchi si ferma a guardare Harry per un momento. Harry si china e comincia a grattargli le orecchie e lui a malincuore fa le fusa. 

 

"Sei ancora bellissimo però, non è vero, amico?", mormora.

Io roteo gli occhi mentre Grattastinchi torna allegramente a strusciarsi intorno alle gambe di Harry, addolcito.

 

"Puoi dirmi dove sei stato?"

 

La domanda mi esce fuori.

 

Rivolge nuovamente lo sguardo verso di me e mi rendo conto che i miei sogni non rendono al colore dei suoi occhi alcuna giustizia. Sono molto più brillanti, più ....belli.

 

"Sinceramente?" Mi guarda attentamente. "No."

 

Faccio un cenno col capo, perché in qualche modo mi aspettavo quella risposta. "Beh mi puoi promettere qualcosa allora?"

 

Strizza un po’gli occhi, prendendo in considerazione la cosa. "Forse".

 

"Non andartene. Non più per così tanto tempo, non senza dirmi dove stai andando o quando sarai di ritorno - o come mettermi in contatto con te. Non andartene più così di punto in bianco ».

Studia il mio viso e sembra quasi che lo stia assaporando come ho fatto io con lui prima. Poi mi sfiora la guancia con il dorso delle nocche, il più tenero, affettuoso gesto che abbia mai fatto verso di me. Io smetto di respirare per un secondo.

 

"Va bene. Farò del mio meglio. E tu mi prometti una cosa? "

 

Annuisco.

 

"Non dire a nessuno che sono stato qui. O che hai avuto notizie di me. Ok? "

 

Lo guardo con disappunto, perplessa e scioccata, ma vedo che è mortalmente serio. Pongo una sola condizione.

 

"Per ora".

 

Alza le spalle a quella risposta. "Sì, per ora."

 

Così, con questa tregua precaria tra di noi, vado a preparare il letto. Ricordo la sua reazione di prima e lo faccio senza magia, anche se sono incredibilmente confusa riguardo a questa cosa. Gli porto anche un asciugamano e gli chiedo se voglia fare una doccia. Annuisce con gratitudine e gli mostro dove è il bagno.

Cerco di non immaginarmelo lì dentro mentre il suono dell’acqua che scorre attraversa il soffitto sopra di me e cerco di guardare la TV. Finalmente mi rendo conto che potrebbe aver bisogno di abiti puliti così mi metto a frugare in giro per trovare il pantalone di una tuta di Ron e una vecchia t-shirt e li poggio fuori dalla porta. Proprio quando lo faccio, l'acqua si chiude ed io quasi mi precipito giù per le scale.

 

Lui torna giù con indosso solo i suoi jeans però, tenendo il mano il resto.

 

Inghiotto a fatica. E’ magro, non un millimetro di grasso in lui, è muscoloso e abbronzato come se avesse lavorato all’aperto senza maglietta per molto tempo. Il tatuaggio copre tutta la spalla sinistra, fino al polso. Faccio uno sforzo estremo per non guardare e gli prendo i suoi vestiti.

 

"Ti lavo la maglietta".

Lui aggrotta la fronte, ma annuisce in silenzio, mentre io vado ad appendere la giacca lungo una sedia, riponendo le sue  scarpe vicino alla porta e mettendo la maglietta in lavatrice, in cucina.

 

Quando ho finito lui è seduto sul letto che ho preparato  sul divano e mi sento stranamente soddisfatta, come se il divano sia davvero destinato a lui dopo tutto.

 

Gli porto una tazza di tè e lui la accetta con gratitudine. Mi siedo sulla poltrona di fronte.

 

Lui chiede timidamente di Hagrid poi di Luna, ma quando dice “come stanno” e io rispondo con “preoccupati per te “ entrambe le volte, si arrende e siede in silenzio. Poi troviamo un terreno più sicuro parlando  di Kreacher e lui chiede di Cappella.

 

"Mi ha detto che è tua"

"Beh, sì."

 

"E 'carino da parte tua lasciarla lì con lui. Ama quella civetta. "

 

Annuisco consapevolmente: è proprio evidente che Kreacher ami prendersi cura di lei, lo so. Lo guardo mentre lui beve un lento sorso dalla sua tazza.

"L’ho presa per trovare te." Lui sobbalza leggermente a questo. "Non ci è riuscita."

 

"Già." Evita il mio sguardo. "Non mi sorprende."

 

Lo osservo finché non torna a guardarmi. "E’ bellissima". Sorride tristemente. "Somiglia molto ad Edwige".

 

Annuisco, ma la commozione fa di nuovo capolino e non riesco a parlare.

 

Posa giù la sua tazza e si stende sul divano, portando indietro la testa e premendo le dita sugli occhi. Devo  concentrarmi veramente a fondo sulla televisione per un momento perché non riesco a staccare gli occhi dal suo petto così definito. Davvero ancora non riesco a credere che lui sia lì, o a quanto lui sia diverso. Mi schiarisco la gola.

"Stanco?"

 

Non voglio terminare la conversazione, ma allo stesso tempo ho la sensazione che non dovrei spingere le cose troppo oltre e così in fretta con lui. Stranamente sembra come un animale selvatico a cui sto cercando di avvicinarmi , guadagnando lentamente la sua fiducia, e che qualsiasi movimento sbagliato possa ricacciare di corsa nel buio.

Annuisce alla mia domanda e sorride stancamente.

 

"Devi esserlo anche tu, mi dispiace che sia così tardi." Vorrei dire di no, ma mi ritrovo a sbadigliare. "Come va il corso di formazione?"

 

Alzo le spalle. "Bene credo, anche se il mio ultimo esame è andato male! "

 

Lui mi sorride e mi scalda così profondamente il fatto che sia un sorriso vero –  è questo è il momento in cui mi sono più avvicinata a rivedere l’Harry che conosco. Ride persino leggermente.

 

"Fammi indovinare ... hai preso solo 100 su 100. "

Mi raddrizzo, immediatamente sulla difensiva. "Beh, ma 122 è la mia media quindi..." Taglio corto, sentendomi così stupida di fronte al suo sorriso d’intesa. La mia voce è calma, ma devo ancora finire. "Solo che io.. non avrei dovuto sbagliare l'ultima domanda. Sapevo la risposta – ci ho ripensato all’ultimo".

 

Lui scuote la testa e sorride ma non aggiunge nient’altro.

 

Decido di dover chiudere con una nota positiva. Inoltre, ho qualcosa da chiedergli e ho bisogno che sia di buon umore per farlo.

 

Mi alzo e vado a sedermi accanto a lui sul divano. Il suo volto diventa serio, capisce che ho un secondo fine

 

"Harry, mi puoi ..." gli prendo la mano e fisso le mie mani che stringono le sue. "Promettimi che sarai qui al mattino."

 

Lui scuote la testa con decisione, ma esita prima di rispondere.

 

"Non ne sono sicuro. Devo essere via molto presto. "

 

Annuisco e stringo la sua mano più forte. "Va bene. Ti chiedo solo di svegliarmi  prima”. Annuisce lentamente ma io stringo più forte .

 

"Promettimelo".

Lui rotea gli occhi poi sorride. "Te lo prometto".

 

"Ottimo". Sorrido compiaciuta e mi alzo in piedi, afferrandogli il volto e inclinandolo in basso per stampargli un bacio in testa. Sembra ridere sommessamente, non ne sono sicura. Ma improvvisamente mi rendo conto che voglio restare. Voglio sdraiarmi sul divano accanto a lui e non lasciarlo mai andare. 

 

Allora mi giro e quasi corro su per le scale nella mia stanza.

 

*

Cerco di addormentarmi per quasi tre ore. Ma la mia mente è esasperata e al limite - sono completamente distrutta, ma non voglio prendermi niente o fare alcun incantesimo per dormire perché voglio essere pronta a sentirlo andarsene nel caso in cui lo faccia. 

Quando non ce la faccio più a non sapere, mi metto addosso la vestaglia e scendo giù di soppiatto.

Quasi mi aspetto che se ne sia andato, invece è lì; giace disteso sullo spazioso divano, con la coperta in vita. La televisione è ancora accesa, deve essersi addormentato guardandola. Il mio sollievo che lui sia ancora lì è così intenso che mi fermo per un secondo a godere semplicemente della sua vista, mentre dorme tranquillo - il suo petto che si alza e si abbassa in respiri profondi.

 

Un braccio è sospeso sopra la testa, l'altro – il sinistro, quello con i tatuaggi - è poggiato sugli occhi. Mi avvicino a piccoli passi, con la paura di svegliarlo, ma sentendo un irrefrenabile bisogno di studiare il tatuaggio più da vicino.

 

Mi avvicino di qualche centimetro e lui si muove nel sonno, scuotendosi un po'e mi fermo, osservandolo mentre sogna. Gli sfugge un gemito e poi si calma di nuovo.

 

Mi inginocchio piano al suo fianco. Vedo che è accigliato nel sonno, come se qualcosa nel suo sogno lo preoccupi. E così, anche se so che lo avrebbe fatto infuriare , pronuncio la formula del Sonno senza Sogni che ho appena imparato al tirocinio il mese scorso. E’ innocua, e aiuta a svegliarsi rinvigorito, ma allo stesso tempo concilia un sonno profondo.

Il braccio cade dal viso e i suoi lineamenti si rilassano immediatamente sotto il mio sguardo.

Ora il suo braccio è disteso, a penzoloni sul divano con le dita quasi a toccare il tappeto. Io mi muovo per chinarmi più vicino a studiare il disegno, sotto la luce tremolante della televisione.

Sembra proprio come un ombreggiatura grigia fino a quando non ci si avvicina a vedere quanto l'opera d'arte sia intricata. Non sono mai stata molto un tipo da tatuaggio, ma devo ammetterlo, è abbastanza sorprendente.

Osservandolo più da vicino vedo che ci sono varie immagini incastonate insieme, un sinuoso drago, con le fauci spalancate, che sputano fuoco grigio verso la parte esterna del suo braccio. Sulla parte interna del bicipite c’è una creatura maestosa con la testa d'aquila e il corpo di un cavallo - un Ippogrifo, realizzo di colpo. Il corpo flessuoso di un serpente si attorciglia intorno al suo avambraccio e lo seguo fino alla testa con occhi neri e zanne enormi. Il Basilisco?  Lo guardo in faccia, profondamente addormentato e scuoto la testa. Che cos’è questa storia?

Poi un disegno nella parte interna del polso cattura la mia attenzione e mi avvicino ancora di più. E’ un piccolo disco circolare, situato in un delicato semi cerchio. Una catena sottile vi si dirama e si snoda intorno al suo polso ancora una volta, realistico come una vera e propria collana.

 

Qualcosa di lui mi spinge a  toccarlo, e a tracciarne le linee, è così familiare.

Respiro sonoramente, non appena la mia mente riesce ad afferrarne il significato e subito lo guardo - felice di avergli fatto quell’incantesimo o lo avrei sicuramente svegliato allora.  La Giratempo. E’ la Giratempo con la sua lunga catena.

 

Osservo il suo viso a lungo prima di sollevargli il braccio e sistemarglielo sul petto. Faccio scorrere le mie dita lungo la sua cicatrice dolcemente, solo una volta, perché so che non si sveglierà.

 

Poi richiamo una coperta e vado verso la poltrona, arricciando i piedi sotto di me e osservandolo fino a che non mi addormento.

 

 

*

 

“Hermione.”

 

Sto sognando che siamo in infermeria, Harry ed io. Siamo di nuovo ad Hogwarts, ma il suo aspetto è come quello che ha ora, capelli corti, collo marchiato dal tatuaggio. Tolgo la catenina dal collo e mi alzo in punta di piedi per metterla intorno anche a lui. Sono consapevole di quanto siamo vicini – riesco a sentire il calore del suo corpo mentre stiamo in piedi insieme con la catenina attorno.

Io tengo la delicata Giratempo tra l’indice e il pollice e faccio per girarla. Ma lui circonda il mio polso con le dita, trattenendomi con forza. Alzo lentamente lo sguardo sui suoi occhi e lui mi guarda a sua volta, con quei suoi occhi sorprendentemente verdi. Una scia di brividi mi percorre bruscamente.

 

"Hermione Jane".

 

Lui si china lentamente, e  finalmente le sue labbra sono sulle mie, calde, morbide ...

 

Apro gli occhi con un sobbalzo.

 

Sono ancora rannicchiata sulla poltrona, ma la luce del primo mattino irrompe dalle finestre della cucina ora. Volto leggermente la testa e vedo Harry, chino su di me, la sua mano attorno al mio polso. E’ completamente vestito, con le scarpe e sembra pronto per andarsene. La sua espressione è interessata, persino divertita, un leggero sorriso gli tira le labbra.

Mi sveglio di colpo e sobbalzo colpevole. Il mio sogno soffia via come fumo, e mi metto su a sedere. Lascia andare il mio polso e aspetta, poi si china per prendere il tè che mi ha preparato.

Lo prendo lentamente, contenta che lui sia ancora lì, ma sentendo salire un po’ di nausea al pensiero che stia, ovviamente, andando via di lì a poco e con l'imbarazzo del mio sogno ancora persistente. Lui aspetta che io prenda un sorso di tè.

 

"Devo andare".

Accenno solo di si col capo, anche se vorrei supplicarlo perché non lo faccia.

 

"Io. .. tornerò presto va bene?"

 

Alzo lo sguardo verso di lui che sta in piedi sopra di me e i miei occhi si riempiono di lacrime in maniera imbarazzante.

“Sì.. Per favore. "

 

Sorride e mi accarezza la guancia di nuovo, come ha fatto la sera prima . Chiudo gli occhi, ed esce fuori una lacrima. Lui la asciuga.

 

"Presto. Davvero".

 

Annuisco a testa bassa.

Si incammina verso la porta.

 

"Harry James?"

 

Si volta, sorridendo.

 

"Posso mandarti  Cappella ?"

 

Sembra veramente dispiaciuto. "Non ancora, ok? La prossima volta. "

 

Vedo nei suoi occhi che sta dicendo la verità, mi sento più sollevata, più rincuorata. Mi sento ancora in preda al panico, ma cerco di nasconderlo dietro la mia tazza.

 

"La prossima volta", ripeto.

 

Lui annuisce e solleva una mano. La agita verso di me, poi si volta di nuovo e apre la porta.

 

Lo guardo andare via.

 

 

*

 

Lyrics credits (in ordine) : Missing di Everything But the Girl, Fix You dei Coldplay.

  
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