Dieci
anni.
Sì,
erano passati dieci anni. Eravamo cresciuti
tutti, eravamo diventati adulti, avevamo tutti un lavoro, una nostra
casa, e
una vita da gestire.
Quel
trenta dicembre accadde l’impossibile
probabilmente. All’ultimo minuto Louis decise di ritirare
dietro i suoi
bagagli, e..riuscimmo a convincere suo padre e mio padre a farlo vivere
con
noi, dopo avergli spiegato velocemente la situazione. Mio padre non
sembrava
molto d’accordo, e su questo ci avrei messo la mano sul
fuoco, ma dopo pochi
giorni era già abituato alla presenza di Louis in casa
nostra come mio
fidanzato. Sembrava un sogno, che adesso era divenuto
realtà. Bill era
ritornato a Doncaster per lavoro, e veniva da noi ogni due settimane
per
passarci a trovare, e la vita non sembrava poi così
difficile. Louis aveva
cominciato a lavorare con me al bar, e in quel modo avremmo passato il
nostro
tempo sempre insieme. Non potevo chiedere niente di meglio. Mi chiedo
ancora
come mio padre sia riuscito ad accettare la situazione, ma
probabilmente
vedendomi correre più veloce della luce tra i corridoi
dell’aeroporto, e
baciare Louis davanti decine e decine di persone, aveva capito che dopo
cinque
mesi, quello doveva essere vero amore. Ci fece tante di quelle domande
che non
sapevamo più come rispondere, ma soprattutto si chiedeva
come fossimo riusciti
a non farci scoprire per ben cinque mesi di fila. Eravamo stati bravi,
non
c’era da negarlo.
Adesso
dopo dieci anni ci ritrovavamo spesso a
ripensare al passato, ai nostri splendidi momenti, e adesso era passato
così
tanto tempo che non riuscivamo nemmeno a crederci. Avevamo deciso io,
Louis,
Zoe e Zayn di prendere una casa tutti insieme, e accumulando i soldi
dei nostri
quattro stipendi, eravamo riusciti a prendere una villa enorme proprio
al
centro di Londra, non molto distante da quella di mio padre. Non ci
lamentavamo
proprio, e la nostra vita insieme non ci dispiaceva per nulla.
Zayn
era riuscito a trovarsi una sua attività, e
aveva aperto un ristorante, insieme a Zoe, ed entrambi guadagnavano
benissimo
ed erano assolutamente fieri del loro lavoro. Quanto a me e a Louis, io
avevo
trovato lavoro da Starbucks, mentre Louis aveva coniato il sogno di una
vita:
lavorava in un negozio della Toms, e improvvisamente mi ritrovai la
casa piena
di quelle scarpe, eppure lui era felicissimo di lavorare lì.
Fin da sempre mi
diceva che era uno dei suoi sogni più grandi, e adesso
diceva che la sua vita
sembrava perfetta.
Zayn e
Zoe, invece, si erano sposati l’anno prima.
Sembrava davvero splendido, nessuno di noi poteva credere a quella
splendida
notizia, ed eravamo tutti felici di poter partecipare, i primi io e
Louis che
avevamo fatto da testimoni. Ricordo ancora quel giorno, in cui mia
sorella
sembrava non vederci più dall’emozione, e Zayn
sudava freddo mentre stava
davanti l’altare. Sembrava quasi una scena comica, eppure fu
uno dei più bei
matrimoni al quale io abbia mai preso parte.
-Amore!
Dove sei?- sentii la voce di Louis provenire
da dentro la casa, e mi voltai appena per poterlo guardare.
–Sono in piscina
amore!- stavo distesa su una delle sdraio che c’erano attorno
alla piscina
della nostra splendida casa, lo vidi arrivare di corsa quasi, sedendosi
vicino
a me.
-Tutto
bene?- chiese. Tolsi gli occhiali mettendoli
sulla testa, mostrando il mio viso. Da un po’ di anni tutti
mi dicevano che
ormai ero diventata identica a mia madre, e la cosa non mi dispiaceva
per
niente, avevo sempre desiderato di essere splendida come lei.
-Sì,
stavo prendendo un po’ di sole!- dissi,
sorridendo.
-Sicura
che non faccia male alla piccola?- chiese
Louis, poggiando una mano sulla mia pancia. Sì,
probabilmente ho dimenticato di
raccontare un piccolo grande dettaglio. Cinque mesi prima io e Louis
avevamo
deciso di.. volere un figlio. Io ero felicissima all’idea, e
quando il
ginecologo aveva annunciato che ero finalmente incinta, Louis parve
scoppiare a
piangere mentre mi abbracciava. Sembrava essere il momento
più bello della mia
vita, qualcosa che non si dimentica molto facilmente. Una settimana
prima avevamo
anche saputo che sarebbe stata una splendida femminuccia, e io non
potevo
desiderare altro.
-E’
tutto okay, tranquillo, nemmeno è nata e già fai
il paranoico!- dissi ridendo, e sfiorandomi il pancione che cresceva
sempre di
più. Lui si avvicinò appena con le labbra alla
mia pancia, sfiorandola
dolcemente.
-Non
vedo l’ora di poterla guardare negli occhi, non
mi sarei mai aspettato che un giorno io, Louis Tomlinson, avrei avuto
una
bambina!- disse con gli occhi gonfi e felici, dalla gioia. Sorrisi, e
poi lo
vidi avvicinarsi a me per potermi baciare. Avevamo già
deciso il nome che
avrebbe avuto la nuova piccola Tomlinson, e Louis non aveva niente in
contrario
nel chiamarla come mia madre. Rose Tomlinson. Suonava così
bene che ogni volta
che lo pronunciavamo sembravamo così felici, ed
evidentemente lo eravamo
davvero. Vidi arrivare poi in lontananza Zayn e Zoe, pronti per fare un
bel
bagno in piscina in quella calda giornata di giugno.
–Buongiorno bellezze!-
disse Zoe, salutando prima me, e poi Louis, sfiorandomi poi la pancia.
Ormai
era diventato un gesto così automatico che avevo preso
l’abitudine, e ogni
volta mi veniva spontaneo poter sorridere. Dopo aver salutato anche
Zayn, si
buttarono entrambi in piscina. Negli ultimi anni avevo perfettamente
percepito
la sensibilità di Zayn, che inizialmente poteva apparire un
ragazzo molto
spaccone, ma in realtà era dolce e sensibile come pochi.
Quasi si era messo a
piangere pure lui quando avevamo avuto la splendida notizia di Rose.
L’unica
che era rimasto un attimino sconvolto era mio padre, ma probabilmente
perché
ancora mi considerava come la sua “piccola” ma
evidentemente non si era accorto
che adesso avevo ben ventotto anni.
Eravamo
tutti così fieri delle nostre vite, che
adesso non avevamo più bisogno di nulla, se non della nostra
felicità, e del
nostro star bene.
La mia
storia agli occhi di chiunque potrebbe
apparire un po’ complicata, eppure sembra la storia
più bella e interessante
che possa esistere, sembrava un incubo quando è cominciata
quel fatidico giugno,
ma si è conclusa trasformandosi nel sogno che ogni persona
vorrebbe vivere,
dopo ben dieci anni.
Ero
felice così, non avevo bisogno di nient’altro
adesso.
Fine.