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Autore: Shichan    19/11/2011    4 recensioni
Infine c’era Sirius, che era una cataclisma di per sé, ma di cui c’erano momenti particolarmente… difficili. Come quando inveiva contro la sua famiglia, o peggio ancora, quando gongolava ai danni di suo fratello Regulus.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Regulus Black, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Queste sono quelle cose malvagie che nascono solo perché te le chiedono per i compleanni, e tu capisci che non avresti dovuto dire “elencami che pairing ti piacciono e ti ci scrivo qualcosa”, non avresti davvero dovuto.
Un grazie a nacchan e acchan, che si son sorbite il “ma sarà giusto per il regolamento di EFP? E’ solo accennata? Ma si capisce? Ma--!” senza spararmi a distanza XD
Buon compleanno Damie!

 

 

Con gli anni, anni di convivenza in dormitorio dai quali non puoi fuggire, Remus aveva imparato ad accogliere con un sorriso i difetti dei suoi amici, più o meno gravi che fossero.
I calzini di James, ad esempio, quelli del “post allenamento di Quidditch” – innegabilmente una categoria a sé stante – che puzzavano così tanto da minacciare di rendere inefficace qualsiasi incanto si usasse per cercare di neutralizzarli o renderli innocui. Senza contare che ti portavano a farti domande esistenziali come “ma sono piedi umani i tuoi o ti hanno fatto una fattura, James?”.
Il balbettio di Peter, indubbiamente meno letale dei calzini di Potter, ma potenzialmente snervante e che metteva a dura prova la tua capacità con presunte lingue straniere, visto che spesso rendeva incomprensibile cosa dicesse.
Infine c’era Sirius, che era una cataclisma di per sé, ma di cui c’erano momenti particolarmente… difficili. Come quando inveiva contro la sua famiglia, o peggio ancora, quando gongolava ai danni di suo fratello Regulus.
Allora, ingenuamente – errori di gioventù, è sempre così – Remus una volta gli aveva chiesto perché due fratelli arrivassero ad odiarsi tanto; insomma, lui era figlio unico e forse non capiva le “dinamiche”, ma quello gli sembrava proprio odio, non “discussioni”, né “screzio”.
«Succede quando c’è di mezzo l’orgoglio di essere uomo, Moony.» aveva detto e no, Remus non era stato certo di volere più una spiegazione a quel punto, ma BlackSirius Black – era così, stuzzicavi quel suo miscuglio letale di arroganza, fierezza e animo pesantemente bastardo e via, partiva, non lo fermavi più.
«Comunque» aveva aggiunto «sono stato frainteso, e la mia sensibilità è stata profondamente ferita.» aveva continuato, mentre James sottolineava che Sirius poteva essere sensibile al massimo come una mandragola appena nata. Remus avrebbe voluto spalleggiare James e buttarla davvero sul ridere, evitandosi particolari che – continuava ad esserne certo – non voleva davvero conoscere; tuttavia, la sequenza “io”, “Regulus”, “insegnare” e “masturbazione” che uscì dalla bocca di Sirius lo bloccarono obbligandolo a rivedere le sue priorità, tra cui sventolare un Peter paonazzo.
Riuscì a riprendere lucidità e quindi a registrare mentalmente cosa accadeva e si diceva intorno a lui in tempo per sentire la massima di Sirius, e non “massima” come “perla di saggezza”, ma come abbreviazione di “massima faccia da culo sottoforma di frase”: «Dopotutto» aveva detto l’amico «doveva pur toccare a me svezzare il mio fratellino su certe questioni delicate per un uomo.» si era detto fiero, sghignazzando.

Con gli anni, anni di convivenza in dormitorio dai quali non puoi fuggire, Remus aveva imparato cose fondamentali: i calzini di James andavano buttati appena usati, anche se questo comportava comprarne quantità industriali – ma almeno sapevi cosa regalargli a Natale.
Peter necessitava spesso una traduzione simultanea e a Sirius Black, quando gongolava, non si facevano mai domande.
…E ripensandoci sì, Regulus era autorizzato – dopotutto – ad odiare suo fratello, perché non importava quanta pazienza potessi avere: un maschietto adolescente non muore dalla voglia di dire agli amici che suo fratello gli ha insegnato certe cose facendogliele.

   
 
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