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Autore: _DreamerL490_    19/11/2011    1 recensioni
Tutto nasce dalla passione per la musica. Una ragazza sta vivendo il suo sogno; gira il mondo con la sua band e sono entrati a far parte della sua vita i 30 Seconds to mars. Nel giro di due anni tra peripezie e sorprese tutto cambierà.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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*Reneé*
Trovai un biglietto nel mio camerino. Era di Jared, lo lessi subito, volevo raggiungerlo, ma non potevo perchè prima avrei dovuto fare il Meet and Greet.
"Non vai da lui?" chiese qualcuno . Era Tomo, avrei riconosciuto la sua voce anche da lontano.
"Sì, ma ora devo incontrare i fan" risposi secca. Anche se avevo staccato dal mondo per due ore, ero ancora arrabbiata. Non con Jared, forse un po’, ma non era colpa sua. Tutto era dovuto ai miei scheletri nell’armadio che mi tormentavano da una vita.
"Cerca di capirlo. Lui può sembrare grande, ma certe volte non lo è. Non lo fa apposta, tu lo sai bene, per cui prova a fare quello che ti ho detto " disse.
"Va bene, ma ora per favore lasciami andare " risposi. Dovevo fare tutto in fretta se volevo raggiungere Jared in albergo ed io non conoscevo Berlino così bene per cui non volevo perdermi.
"Ok, ci vediamo domani piccolo panda. Ti voglio bene" disse. Lo abbracciai subito, era il padre che non avevo avuto.
" Ti voglio bene anch’io. Se senti Vicki, salutamela. " dissi roca, la voce mi era andata via.
Entrai subito nella stanza in cui mi aspettavano i 5 fortunati. Matt, Cole e Helen stavano già facendo le foto con loro. Io mi diressi verso una ragazza mora, era emozionatissima, non riusciva a costruire una frase. Cercavo di aiutarla, ma stavo peggiorando le cose. Le firmai il CD, feci una foto con lei e cercai di farla rilassare; se reagiva così con me, figuriamoci con Cole. Lui oltre ad essere quello piùcalmo era anche il rubacuori del gruppo; era bello, i suoi occhi chiari erano capaci di catturare qualsiasi ragazza, ma non è mai stato un ragazzo da una relazione vera. Passai subito agli altri, loro erano un po’ più rilassati. Mi regalarono braccialetti, ritratti, peluche e tante altre cose. Erano i regali in anticipo per il mio compleanno.
Fuori continuava a piovere, così presi un taxi e mi diressi verso l’hotel.

*Jared*
Stavo aspettando da più di mezz’ora, le mie speranze stavano svanendo, ma non era possibile, una parte di me non se ne sarebbe mai andata. Non sapevo più che fare, guardavo la pioggia cadere, il vento muovere le foglie, mi preparavo un discorso, ma niente faceva trascorrere il tempo. Toc Toc qualcuno aveva bussato. Andai ad aprire la porta, era lei. Il mio cuore iniziò a battere come non mai, stavo provando la stessa sensazione di quando le confessai il mio amore. Non ero mai stato preso così da qualcuno, ma con lei era diverso, niente aveva più senso. Non sapevo che dire, così la strinsi a me. Le mie braccia non volevano lasciarla andare e le sue facevano lo stesso. Il mio viso era affondato nei suoi capelli, sentivo il suo dolce profumo. Ma dovetti lasciare la presa, non potevo non dire niente dopo quello che avevo fatto.
"Sì lo so, sono stato uno stupido, bastardo e tutto quello che vuoi. Fai quello che ti pare di me, fammi soffrire, piangere, tormentami, ma non andartene via per una mia cavolata" dissi. Sapevo benissimo che non mi avrebbe mai lasciato, ma una piccola parte di me continuava a ripetermi di stare attento. Non potevo perdermela, qualcuno se la sarebbe presa ed io sapevo chi era, Cole. La gelosia mi corrodeva dentro, non sopportavo l’idea di poterla vedere solo ogni 4 mesi e che Cole passasse 24h su 24 con lei per un anno. Non avevo mai provato questo sentimento, tra poco sarei impazzito, ma era in Tour mondiale e non potevo farci niente.
"Non prendertela con te stesso, è anche colpa mia e dei miei tormenti"rispose lei.
"Sì, ma io…"non lasciò finire che iniziò subito a parlare : "Shhh, questa è la nostra ultima sera insieme, ti rivedrò tra non so quanto, non voglio trascorrere tutta la notte vedendoti in queste condizioni". Mi azzittì con un dito. Anch’io volevo quello che lei voleva, ma era strano che lo esplicitasse. Forse c’era lo zampino di mio fratello. Volevo sentirla mia, sentire il suo corpo contro il mio e perdermi nell’oblio. Non volevo sprecare il tempo, per cui la spinsi contro il muro e la baciai. In un primo momento lei non reagì, ma dopo qualche secondo mi assecondo e mi strinse a sé. Le mie mani le tenevano il viso, le sue la mia schiena. Il mio istinto stava uscendo, dopo tutto non ero così diverso da Shannon, io riuscivo a controllarmi, almeno fin’ora. Volevo di più, le mie mani si spostarono lungo le sue gambe; le alzai, le portai verso i miei fianchi e la premetti con più forza contro il muro. Lei si adattò al mio corpo, eravamo come fuoco e ghiaccio che si sfiorano. Ero assetato, assetato di lei. Le sue mani fredde mi sfiorarono la schiena nuda, gemetti e le morsi un labbro. Io le sfilai la maglietta, finalmente i nostri corpi s’incontrarono. Si stavano fondendo. La presi e la posai sul letto. Continuavo a baciarla, non la lasciavo respirare. Le aprì delicatamente le gambe e iniziai a entrare in lei. Aumentai il ritmo, soffocavo i suoi gemiti con le mie labbra, non mi sarei più separato da lei. Adoravo sentirla mia.
Era mattino, tra poco lei sarebbe partita per Monaco ed io per Washington DC. Lei stava ancora dormendo, le accarezzavo i capelli, tra meno di due ore ci saremmo salutati.
"Ciao" disse sbadigliano.
"Hey come stai?" chiesi.
"Benissimo" rispose.
"Sono contento, sta notte hai infranto le tue regole, sono sorpreso" dissi.
"Qualche volta bisogna lasciare andare i propri istinti e poi ti rincontrerò tra 4 mesi" rispose.
"Sono d’accordo con te" affermai. Sapevo che era un’eccezione, non mi sarei abituato.
**
Era l’ora dei saluti. Fran era già entrata nel tour bus, non voleva vederci andare via. Per lei è sempre stato duro questo momento. Cole, Matt e Helen erano pronti per partire, stavano aspettando Reneé. Tomo si avvicinò a lei e l’abbracciò, sembravano padre e figlia. Poi arrivò il turno di mio fratello, la strinse a sé e le sussurrò qualcosa d’incomprensibile. La salutai per ultimo, non le dissi niente, l’abbracciai solamente. Non c’era bisogno di parole. L’accompagnai fino alla porta del bus e le diedi un ultimo bacio. Mi girai un’ultima volta, erano già partiti.
"Dai Bro, andiamo a far impazzire la gente di Washington DC!" disse Shan. 

  
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