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Autore: Laay    20/11/2011    2 recensioni
La sorpresa di un raggio di sole.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Devi andare avanti, mi ripeto cercando disperatamente di convincere me stessa.
Prendo i bigliettini e li ripongo sulla scrivania. Squilla il cellulare.
*Joe Calling*.
«Ciao Joe!»
«Cosa diavolo hai in mente di fare?»
«Scusa?!»
«Non far finta di non capire.»
«Non ti seguo, davvero.»
«Lorelai, l'Italia!»
«Questa notizia ha viaggiato più di 300.000 km/s a quanto pare.»
«Sei impazzita?»
«Per niente.»
«Ti rendi conto che non ha senso? Non puoi scappare perchè è successo qualche casino.»
«Joe, per piacere. Non metterti in mezzo. Di queste cose poi certo non se ne parla a telefono. E comunque sta tranquillo, non è niente di deciso. Domani partirò per stare via una settimana, vado a far visita alla nonna. Poi deciderò se è meglio per me restare lì.»
«Sei solo una ragazzina che scappa dai problemi.»
«Lo so.»
Arrabbiatissima gli chiudo il telefono in faccia.
Ragazzina? Ragazzina?! Come si permette?!
Elimino gli ultimi minuti vissuti dalla mia mente. Accendo il pc, è molto che non lo faccio.
Controllo la mail ma niente di nuovo così riguardo i dettagli del viaggio. Ho già tutte le carte in regola. Il mio volo è previsto per le 10:30 di domani mattina.
Chiudo il pc e prendo dall'armadio la mia valigia. Tiro fuori tutti i vestiti migliori che ho e li metto dentro arruffatamente. Faccio in fretta così chiudo la valigia e la pongo accanto al comodino. 
Chiamo Joy.
«Siamo spiacenti, il numero da lei chiamato potrebbe essere spento o non raggiungibile, la preghiamo di riprovare più tardi, grazie.»
Quanto posso odiare la segreteria?!
Devo trovare un modo per rintracciarla. Corro a casa sua.
«E' di sopra con un amico!» Mi informa sua madre. 
Un amico?! Un amico?! Sarebbe...?
Non faccio nemmeno in tempo a formula possibili ipotesi sull'identità di questo amico che aprendo la porta trovo Joy a piangere tra le braccia di Joe. 
Appena il mio sguardo fa capolino nella stanza i due lasciando l'abbraccio e mi guardano fisso, stupiti.
«Cosa ci fai qui?» domanda Joy, con amarezza mista a rabbia.
«Scusate l'intrusione, non volevo disturbare.» Rispondo facendo per andarmene.
«No, no! Dove vai? Torna subito qui!» Dice Joy, prendendomi per un braccio e dandomi uno di quegli abbracci che non mi dava da tempo.
«Joy, io.. io ero passata a salutarti, domani parto.» Dico con un sospiro.
Lei continua ad abbracciarmi.
«Lay, non partire, non partire, ti prego!»
Un colpo al cuore. Non mi chiamava Lay dalla quinta elementare.
«Joy, ho già prenotato il volo e poi sarà solo per qualche giorno!»
«No, non sarà per qualche giorno! Tu vuoi andare via, vuoi lasciarmi da sola!» Mi dice, tirandomi dei deboli pugni sulle spalle.
«Ehi, calmati! Joy per piacere, devi capirmi. E' un periodo difficile. Ho bisogno di starmene un pò da sola, ma poi torno! Joe, spiegaglielo anche tu!»
Lui senza proferir parola evita il mio sguardo.
«Lasciala andare, Joy. Lasciala essere irrespondabile scappando dai problemi e scappando dalle persone.»
«Joe, devi smetterla! Ho bisogno di andare via da questo posto perchè tu e il tuo caro fratellino mi avete portato dei brutti guai!»
No, perchè l'ho detto?! Perchè l'ho detto?!
Joe mi guarda con una faccia stupita. «Questa era la cosa peggiore che potessi dire. ESCI-SUBITO-DA-QUESTA-STANZA!» Mi dice arrabbiato, scandendo bene le ultime parole e facendo una pausa di pochi millesimi di secondo tra una e l'altra.
Intimorita e vergognosa di me stessa per le parole dette, dò un bacio a Joy sulla guancia e scappo via di corsa, salutando con un distante "Ciao" la madre della mia amica di sempre.
Lascio che mi si chiuda la porta d'ingresso alle spalle, trovandomi così sotto il sole di L.A. . Le strade sono affollate e cerco di confondermi con la gente. Ormai c'è poco da fare, partire, partire e basta. Joy è in buone mani, questo è sicuro. Chiamo Ilary per spiegarle la situazione e per incontrarla. Voglio salutarla. Il cellulare squlla per un pò quando poi una voce distratta mi risponde.
«Pronto?»
Le spiego tutto quello che è successo ultimamente e lei mi dice che è con me, mi consiglia di partire per un pò e di pensare a tutto ciò. Lei ora è fuori città e non può venirmi a salutare.
Sospiro e chiudo la telefonata. Cavolo! Devo lasciare i biglietti ai ragazzi. Beh, Joe ormai lo sa, ma glielo lascerò comunque. Così mi avvio verso casa per andarli a prendere. Il tragitto mi sembra più lungo del solito e mi faccio spazio tra la gente evitando di guardarli in volto. Dopo circa una decina di minuti, sembrati almeno 30, sono di fronte la porta di casa. Apro la porta e salgo velocemente di sopra. Esco di nuovo e prendo la bici per fare prima. Pedalo velocemente verso casa Jonas e assicurandomi di non essere vista da nessuno infilo i bigliettini nella cassetta della posta. Forse mi sbaglio, ho una strana sensazione. Mi sento gli occhi puntati addosso. Forse sarà solo una suggestione visto che sto cercando di far accadere l'esatto contrario. Alzo gli occhi e noto che la tenda della finestra della camera di Nick si muove leggermente, peccato che non ci sia un briciolo di vento. Squoto la testa, non mi importa, non mi importa! Mi ripeto. Rimonto in bici e torno a casa. Passo il resto della giornata sul divano, tra un panino e un film, fin quando non arriva l'ora di andare a dormire. Salgo velocemente, infilo il pigiama e vado a letto sperando che la nottata passi presto. 
All'improvviso sento una melodia, bella ma allo stesso tempo straziante. Inseguo quel suono per capire da dove possa provenire, così vedo delle mani, delle mani che battono pesantemente su un pianoforte. Mi avvicino, la voce continua a cantare senza accorgersi della mia presenza. Cerco di scorgere il viso, ma all'improvviso vedo la figura di spalle. La melodia continua fin quando non si spezza di botto e una voce sussura piano «Please, don't leave me
Mi sveglio di soprassalto. Era solo un sogno. Evito di pensarci, piuttosto devo pensare a quanto sia in ritardo per il volo! Sono le 9:00 e io non mi sono ancora alzata. Velocemente mi alzo e rifaccio il letto. Mi dò una sciacquata e mi vesto. Scendo di sotto e trovo la mamma ad aspettarmi.
«Buongiorno, signorina.»
Cerca di sembrare normale, ma riesco a capire quanto sia triste.
«'Giorno Mamma.»
«Ti ho preparato la colazione»
«Grazie mille! Mi mancherà la tua colazione!»
Mi dà un bacio sulla fronte e si dirige in cucina. Avrei voluto dirle che sono in ritardo che devo scappare ma non mi è sembrato proprio il caso.
Finisco la mia colazione più velocemente possibile, salgo di sopra prendo la valigia e il biglietto.
«Mamma io..» Dire che devo andare è difficile.
«Figurati Tesoro, và. Sappi che Ti Voglio Bene e che mi mancherai tantissimo. Chiama mi raccomando!» Mi abbraccia forte.
«Mi mancherai tantissimo anche tu, mamma. Ti chiamo appena arrivo! Ti voglio bene anche io.»
Mi stacco da quel dolce abbraccio e vado via chiudendo la porta.
Per fortuna l'aereoporto non è molto lontano da casa ma prendo un taxi. C'è un pò di traffico ma dopo poco giungo a destinazione. Sono le 10:00. Stranamente non sono in ritardo!
Trovo un posto in sala d'attesa mentre annunciano che il mio volo partirà con 10 minuti di ritardo. E io che ho cercato di fare presto!
Chiamo la nonna e le dico che sarò a casa per la sera e mando un SMS a Joy, ma non penso che risponderà.
Prendo un libro, evito di ascoltare musica, ho soltanto i Jonas nella playlist e non mi sembra il caso ora.
La mia mente non riesce a concentrarsi sulle parole scritte su quel pezzo di carta, riesce solo a pensare a come le piacerebbe fare un giro in gondola con Nick. Riesce a pensare solo a come vorrebbe salire sulla Tour Eiffel insieme a Nick, riesce solo a pensare a quanto sarebbe bello camminare mano nella mano con Nick mangiando un gelato e scambiarsi continuamente i diversi gusti. Riesce solo a pensare a quanto sarebbe bello guardare le stelle insieme a lui o semplicemente a quanto sarebbe bello essere tra le sue braccia. La mia mente riesce solo a pensare a Nick e a quanto il mio cuore con i suoi "Ti Amo" abbia ormai stonato qualsiasi altro pensiero e tutto il sistema nervoso.
«Hey!»
Una voce distrae minimanete i miei pensieri, ma all'inizio non le dò molta importanza.
  
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