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Autore: binca    20/11/2011    6 recensioni
Tutte le storie hanno un'inizio e allo stesso tempo tutte le estati hanno una storia anche se, a dircela tutta, solo un'estate non verrà mai dimenticata e per questo verrà soprannominata la più importante della nostra vita, come immagino avrete capitò che la storia che sto per raccontarvi parte proprio da quì.
Ora voi mi direte, come può un'estate cambiare la vita di una persona ?!
Bianca ha quattordici anni ed è convinta di aver trovato il vero amore, la sua relazione va avanti da ben tre anni e finalmente dopo mesi che non lo vede per via della lontananza, potrà accoccolarsi fra le braccia di Matteo, ma non sempre i sogni vanno come ci si aspetta.
Una migliore amica falsa e doppiogiochista, un'amore rovinato e la consapevolezza di perdere tutto perchè si, Bianca nel giro di una sera, si ritroverà senza la sua migliore amica, senza il suo ragazzo, senza il suo gruppo di amici e completamente sola, fra le lacrime e il dolore, dovrà trovare la forza di rialzarsi e ricominciare a vivere una nuova vita senza le persone che più amava.
Ps : E' UNA STORIA VERA:) SPERO VI PIACCIA.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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CIAOOOOO DOVETE ASPETTARE FINO AL 13 E POI VI

PROMETTO CHE LE COSE TORNERANNO INTERESSANTI

*______*

SPERO CHE AVRETE PAZIENZA ... UN BACIONE

CIAOOOOOOOOO

 

 

Incerta osservai i dieci metri di rete tutti arrotolati appoggiati nel sotto scala.

La sera precedente, non avevo pensato a come portarli in maneggio, ed ora, l'incertezza si stava impadronendo di me.

  • Hey ! - Mi salutò Valeria cogliendomi alla sprovvista.

Sorrisi e rimasi un attimo immobile prima di indicarle il malloppo rubato mentre le sue labbra trattenevano a stento le risa.

  • C'è no.. fammi capire.. tu hai rubato tutta quella roba ?

  • Già che ne pensi ?

  • Che è perfetto naturalmente, ma ora sbrighiamoci che vorrei evitare di incontrare molta gente quindi prima faciamo meglio è !

  • Confermo ! - E con queste parole presi il suo zaino lasciando a lei il lavoro sporco, incamminandomi giù per la stradina.

 

 

Era martedì pomeriggio. Una giornata di pioggia, triste, con il cielo grigio e spento. Solo gli ombrelli colorati della gente per strada erano allegri.

Sbadigliai inconscia mentre Il pullman giallino e vecchio si fermava di colpo, con un leggero stridore.

  • Mi sa che oggi non riusciamo ad andare a cavallo.. - Farfugliai

  • Amen.. intanto facciamo la rete e poi si vedrà.

  • Oook ! - Risposi tornando a posare lo sguardo sulla corriera che portava le persone dalla stazione di Ponte delle Alpi fino a Padola.

Come al solito era affollato. Dalle porte aperte, usciva un forte odore di bagnato, di chiuso d’umido. Un signore alto,

grasso, con il cappotto beige e un ombrello verde con il manico in legno, occupava molto spazio. Restai immobile a

fissare il foulard blu della signora appena scesa da una macchina ferma nella piazza. Sembrava fiera d'essere arrivata

a destinazione e continuava ad accarezzare il suo borsellino in pelle.

Avevo gli occhi stanchi, i capelli umidi e uno zaino pesante da portare, pieno di attrezzi da cavallo. Rabbrividii per via

della pioggia e ripresi a camminare .Volevo solo andare in maneggio.

Poi successe altro. Successe troppo in fretta. Mi vidi bloccata da un muro trasparente di ricordi.

Velocemente capii perchè il pulman e la signora mi avevano catturato i pensieri.

Ritrovai davanti a me Matteo, girato di spalle, alto, con una felpa dei colori del fuoco e con delle gocce sulle spalle, i capelli castani e umidi.

Esattamente com'era successo tempo addietro.

Una schiena conosciuta. Si girò, anche lui. Bello come sempre.

Mi concentrai maggiormente mentre i ricordi mi inondavano ancora di più. Era un anno e più che non ci vedevamo, Lui si era messo con un’altra. Io l'avevo scordato o così credevo. Le cuffie nelle orecchie, lo sguardo vago e gli occhi chiari. Quella volta gli ero corsa incontro, mi ero avvicinata a lui per salutarlo con un bacio sulla guancia, venendo investita dal suo profumo che si mischiò

  • Bianca .. - Sussurrò Valeria mentre le lacrime inondavano il mio viso.

Feci finta di niente senza staccare lo sguardo da quegli occhi azzurri, quegli occhi terrificanti, che tante volte mi avevano incantata ed altrettante mi avevano obbligato ad abbassare lo sguardo.

Mi aveva vista, certo che mi aveva vista e anche lui, come me, non aveva il coraggio di chiudere quel momento solo nostro.

A questo pensiero, mi si strinse il cuore.

Era lo stesso di allora, era lo stesso di pochi giorni prima o forse no.

Piangendo guardai i capelli lunghi, i suoi abiti nuovi, il jeans scuro, una mano nella tasca sinistra. Sembrava diverso, sembrava lontano e lo era. Mi accorsi che era passato tanto tempo. Mi ricordai di noi e mi toccai

d’istinto il piercing, come se fosse passata un eternità e non poco meno di un mese. Non sapevo se si era accorto di quel mio gesto. Avrei voluto abbracciarlo, parlare, chiedergli qualcosa ma avevo la gola chiusa da un nodo,restai immobile. Erano passati dieci minuti infiniti e non mi accorsi di aver attraversato tutta la piazza con una lentezza inalienante.

  • Va tutto bene ? - Domandò Valeria incerta mentre io annuivo e riprendevo il mio passo normale.

 

 

In maneggio stranamente era pieno.

Paolo e Mattia, stavano chiaccherano amabilmente con una ragazzina forse fin troppo conosciuta.

Saltellando mi incamminai verso Chiara, una ragazzina che fino a qualche anno prima, non avevo mai sopportato.

  • Bianca ! - Urlò abbracciandomi di slancio mentre io sorridente la osservavo.

Era cresciuta dall'ultima volta.

I capelli biondi e mossi erano abbastanza corti, nascondevano a malapena tutto il collo ma non mi sorpresi. Normalmente gli portava anche più corti per volere dei suoi.

Sorrisi e feci finta di niente.

Il mio secondo gruppo si stava riformando.

Mancavano Solo Eleonora e Beatrice e poi ci saremo stati tutti.

  • Oh guarda chi si vede le due falegname ! - Ci saluto il padrone del maneggio facendomi l'occhilino.

  • Maury !

  • Pensavo che non sareste venute con sto tempo .. - Sospirò alludendo al cielo completamente nero.

I lampi e i fulmini cominciavano a farsi sentire. Sembrava proprio che un brutto temporale stesse per arrivare.

La pioggia era molto insistente e si sentiva battere sul tetto. Sentendo un nitrito mi guardai intorno. I cavalli erano agitati e così gli

altri animali. Alzando la testa il cielo cupo, provavo una sensazione di paura ma allo stesso tempo di piacere di stare in quel luogo,

mi sentivo protetta. Nelle discese l'acqua scorreva come un piccolo ruscello e nelle parti pianeggianti le pozzanghere erano

piuttosto profonde. Velocemente entrai nella grande costruzione, quando a un certo punto sentii il rombo dei tuoni minaccioso, ma

non mi feci prendere dal panico come mi succedeva spesso da piccola.

Velocemente mi cambiai nel fienile armandomi di stivali di plastica e impermeabile prima di prendere martello chiodi e trapano .

Sentivo gli occhi dei clienti di passaggio fissi su me e Valeria, ma non me ne importava.

Avevamo un lavoro da finire e stranamente, quello era l'unico momento dove mi distraevo davvero.

  • Sei pronta ? - Domandai alla mia amica.

  • Certo che si ! - Rispose facendomi l'occhiolino.

Annuii e piano piano cominciai tagliare e a piantare chiodi.

  • Avete bisogno di una mano ? - Urlò Marta.

  • Si .. Vai con chiara e loro a cercare delle tavole alte circa un metro !

  • Oook !

Sorrisi e ricominciai il mio lavoro.

Quasi quasi, avrei anche potuto specializzarmi in falegnameria , ma senza ombra di dubbio, mia mamma mi avrebbe ucciso.

 

 

 

Il temporale era passto lasciando spazio ad un arcobaleno fantastico.




Antonella e Giacomo ci avevano raggiunti da pochi minuti ed ora savamo preparando un cartello per vietare alla gente di entrare all'interno del recinto.

 

Solo io, fortunatamente, avevo avuto il permesso di addentrarmi nella casa dei coniglietti sotto lo sguardo un po' deluso di Chiara ma tutto sommato avevamo tuti pensato che fosse meglio così.

Il lavoro non era finito ma dopo aver lavorato cinque ore di seguito senza sosta ne io ne Valeria ce la facevamo più e così avevamo deciso di continuare il giorno seguente.

  • Hey voi due ! Ferme un attimo !- Ci chiamò Maurizio mentre noi lo

    osservavamo con fare interrogativo.

  • Si ?

  • Che ne dite di andare al Lunelli domani ? - Domandò mentre i nostri occhi si illuminavano.

  • Dici davvero ? - Urlammi entrambe.

    Andare al lunelli, era la cosa migliore che si potesse fare a cavallo. Consistava nel fare un giro di mezza giornata, partendo verso le otto di mattina per non tornare prima delle due.

  • Certo se non non ve l'avrei chiesto.. Un ragazzo mi ha chiesto se è possibile farlo ma dato che non c'è abbastanza gente.. mi chiedevo se voi due eravate interessate !

  • Suisisisisiisisis ! - Urlammo nuovamente.

    Il viso di Mauri era tutto un programma, sapevo intendere i suoi sorrisetti che aveva imparato ad usare principalmente con me fin da quando ero piccola.

    Ormai infatti, se avevo voglia di montare a cavallo, non mi serviva neanche più chiamare il giorno prima ma arrivavo in maneggio e lo informavo della mia decisione.

    L'anno precedente, mi aveva dimostrato di volermi bene dandomi la possibilità di cavalcare il suo cavallo, animale sacro a lui come a tutto il maneggio.

    Nessuno aveva avuto il dono di poter fare un giro intero con lui, ma soprattutto nessuno, aveva avuto il permesso di fare la prateria con Momo.

    Quella, era stata la sensazione più bella di tutta la mia vita.

Solo tre, quattro volte a stagione avevamo il piacere di fare quella galoppata e solo il gruppo dei massimi esperti ne conosceva la magia che veniva poi tramandata ai giri più facili che l'aspettavano impazienti con la bava alla bocca anche per anni.

Ed io, con Momo, il cavallo perfetto, avevo avuto il permesso di farmi quella galoppata di tre chilometri mollando le redini e togliendo i piedi dalle staffe prima che l'animale sacro al maneggio, venisse ucciso investito da un vecchio pazzo.

Sembrava assurda come cosa, eppure da quel giorno, mi ero sentita più vicina a Maurizio e da quella volta, lui, aveva smesso di considerarmi o meglio, mi lasciava fare quello che volevo.


 

Se le sue regole con tutti gli altri erano infrangibili, a me le faceva rompere come se niente fosse.

Se vietava di fare una discesa al trotto o al galoppo, aspettava semplicemente che quello davanti a me l'avesse finita e poi, quasi lo

facesse apposta partiva, come una furia, lasciandomi al mio destino in discesa.

Sapevo che andare al Lunelli, il rifugio dove ci si fermava per mangiare qualcosa e per far riposare i cavalli, significava potersi sbizzarrire facendo di tutto.

Stavo per aggiungere qualcosa quando Paolo, Mattia e Antonella si pararono alle nostre spalle.

  • Possiamo venire anche noi ? - Domandarono incrociando le dita mentre Maurizio squoteva la testa.

  • No mi dispiace... è un giro da esperti.

  • Ma noi sappiamo andare ! - Protestarono i tre.

  • Sapete andare al passo e più o meno al trotto, ma niente galoppo e soprattutto non avete resistenza.. e soprattutto non resistete sei ore senza scendere. - Rispose secco.

  • Maury. - Lo chiamai opo aver fatto qualche ragionamento.

  • Si ?

  • Chiara può venire però ! - Constatai osservando la ragazzina che mi osservava stupita.

  • Io... non credo .. - Farfugliuò lei – Non l'ho neanche domandato perchè si insomma.. non credo ...

  • Io credo di si invece ! Non dovresti avere problemi ma quello lo lascio decidere all'istruttore.

  • Per me Bianca ha ragione.. Se domani vuoi venire, sei la ben venuta.

Sorrisi. Ero più che sicura che la biondina avrebbe avuto il permesso di venire.

 

 

Erano circa le nove e mezza e dopo la solita scappatina in cimitero ci stavamo incamminando tutti verso il bar.

Senza ombra di dubbio, eravamo aumentati, Giacomo, Paolo e Chiara si erano decisi a venire con noi e così mi sentivo anche più tranquilla.

Sorrisi quando vidi la faccia terrorizata della nostra cara amica cameriera.

Fortunatamente però, Mattia quel giorno non aveva voglia di giocare e così, ordinammo velocemente i nostri gelati.

Avevo smesso di mangiare quelli confezzionati, stavo male tutta la notte rimurginando su pensieri lontani e così, un po' con l'astuzia un po' con gli occhi dolci, ero riuscita a convincere paolo a comprarmi tre palline di gelato alla Manta.

Quel che trovavo buffo in quel posto infatti, era che non avevano ciocco-menta o altro, ma solo gusti strani, che a Venezia non si trovavano.

Gusti che comunque mangiavo con piacere.

  • Hey Jack ! - Chiamai il quattrocchi.

  • Si ?

  • Ma tua cugina non ti uccide se vieni in giro con me ?

  • Mmm... Martina veramente me l'ha vietato ma non mi interessa !

Annuii, forse sarebbe stato un buon amico.

 

ANGOLO DELLE RECENSIONI :

 

 angel97  : HEHEH .... Magarii.. il 22 novembre è il suo compleanno... vorrei tanto potergli fare almeno gli auguri ma mi è vietato.. probabilmente gli farò una ricarica da 25\50 euro.. tanto x far qualcosa ma questo fatto, non eliminerà mai il buco che sento dentro per non potergli dire che sn fiera di lui e che ormai è diventato un ometto dt che compierà 11 anni <3

 

 

 

  
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