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Autore: elisa85    20/11/2011    11 recensioni
Tutto ha inizio la sera del ballo...sembrerebbe una storia uguale all'originale, ma una rivelazione inaspettata innesca delle reazioni differenti.
Chissà se la nostra Oscar non capisca prima i suoi veri sentimenti?
Questa è la prima ff che scrivo in assoluto, anche se è un pò che "gironzolo" in questo sito...chiedo clemenza!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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20. Per sempre






Trema.
La sente rabbrividire al di sotto del suo corpo e quel suo tremore dovrebbe provocargli tenerezza, invece non fa altro che alimentare il fuoco che sente bruciare per lei.
Con difficoltà allontana quei pensieri dalla sua mente, scorgendo invece una ragazzina impaurita: forse si è resa conto anche lei dove possa portare quell'amore appena nato e probabilmente ne ha paura.
I suoi capelli sono ora di un color nocciola, il viso è imperlato dalla pioggia ed alcune gocce si sono fermate sulle sue ciglia scure impreziosendole quegli occhi meravigliosi.
Vorrebbe non lasciare mai quel posto, sciogliere quell'abbraccio, ma ancora una volta il suo dannato buon senso gli suggerisce la cosa più giusta da fare.
- " Credo che dovremmo tornare a palazzo Oscar ".
- " Perché? ".
- " Oscar...stai tremando di freddo...non vorrai ammalarti ".
- " André,  senti non vorrei che tu pensassi che io non sia convinta della mia scelta, ma... "
- " Oscar, non dirlo neanche...io sarò qui ad aspettarti come sempre " - le sussurra dolcemente, sugellandole le labbra con un bacio innocente - " E ora andiamo, sei completamente bagnata ".
Gli Afferra la mano senza aggiungere altra parola. Lo segue silenziosamente fidandosi ciecamente di lui, delle sue parole, sentendo di non doversi giustificare ulteriormente, per non aver avuto il coraggio di donarsi a lui. E' perfettamente consapevole in cosa possano sfociare quelle carezze e quei baci, ma per lei è diverso: è come ritrovarsi all'improvviso a fare a pugni contro tutto ciò che ha sempre soppresso per volontà degli altri;  viverlo sulla propria pelle è spaventosamente differente e molti sono stati i fantasmi contro cui si è confrontata in quella giornata.
Forse sono state solamente troppe emozioni da metabolizzare tutte assieme.
No, non è vero.
Sta mentendo spudoratamente a sé stessa.
Ancora una volta.
La sua è semplicemente paura.
Paura di ciò che potrebbe essere, ciò che potrebbe significare. Legarsi a lui per sempre. Anche se è veramente l'unica cosa che desidera realmente.
Quella paura che lei è solita combattere fin da bambina, apparentemente affrontandola, ma che in effetti raggira scaltramente per terrore di dover soffrire nel guardare in faccia la realtà. Sà che non potrà fuggire per sempre, rimandano ancora la verità del loro amore.
E lui ancora una volta ha capito i suoi turbamenti.
Lui, che è semplicemente perfetto.



Hanno lanciato i cavalli al galoppo sotto quella pioggia battente, che si infrange sui loro visi distesi.
Si guardano e si sorridono mentre cavalcano fianco a fianco, tornando verso il palazzo; nei loro occhi la consapevolezza di una nuova forza ad unirli indissolubilmente.
Sono giunti finalmente alle scuderie, un forte odore di fieno e di erba tagliata li invade all'interno delle stalle rese buie dalle nubi che hanno ricoperto il cielo di quel pomeriggio. Ridendo con la spensieratezza di due ragazzini, smontano da cavallo conducendo gli animali nei loro recenti e prima di disellarli, senza fiatare André si allontana, seguito dallo sguardo di lei, fin quando non scompare nel buio più profondo; riesce a malapena a muovere un passo verso la sua direzione che lui è già di ritorno con una coperta in mano.
- " Ecco... così sentirai meno freddo " - dice, mentre le avvolge la coperta attorno alla schiena, soffermandosi con le mani sulle sue spalle.
- " Grazie, sei molto gentile ".
Le sposta una ciocca bagnata rimasta appiccicata sulle labbra e gli sembra ancora assurdo potersi permettere certi gesti nei suoi confronti; lei non scappa, anzi sembra invece attendere quelle attenzioni, forse da troppo tempo negatele.
- " Oscar, siediti pure ...mi occupo in un secondo dei cavalli e arrivo ".
Lei annuisce, accennando un lieve sorriso.
Lo osserva mentre toglie le selle e le appoggia alle travi di legno. E' bello il suo André.
E' bello come la statua di Apollo, il dio del sole. Si meraviglia, mentre capisce di osservarlo con insistenza e senza nessuna voglia di volgere la sua attenzione su qualcos'altro. I suoi capelli scuri, sembrano neri come la notte, la sua camicia è totalmente bagnata e aderisce sul suo corpo come una seconda pelle; ormai è del tutto trasparente e ciò le permette di vederne meglio la forma delle sue spalle larghe, le braccia muscolose e la vita stretta; inclina leggermente la testa di lato, continuando a scendere con lo sguardo. Quasi sicuramente le sue guance saranno diventate rosse come due tizzoni, quando si è soffermata sulle sue natiche ben tornite e le sue gambe snelle e slanciate.
Non ha mai guardato nessuno in questo modo.
Non ha mai sentito nascere dentro di sé quella piacevole sofferenza che ti spinge a bearti alla sola visione del corpo di un uomo. Del suo uomo.
- " Oscar... "
Alza immediatamente lo sguardo sul suo viso, cercando di resettare i suoi ultimi pensieri, mentre lui la guarda divertito.
- " Cosa c'è André...perché mi guardi così ".
- " Signor Conte, da lei non mi sarei mai aspettato un simile comportamento..."
- " Ma cosa... "
- " Lei mi sta guardando in maniera inoppurtuna ".
Colpita e affondata. Ora vorebbe solo sprofondare. Lei, l'algida Oscar Francois de Jarjayes, beccata a fantasticare sul corpo meraviglioso del suo ex-attendente.
Un respiro profondo il suo, per reagire a quel capitombolo e come se nulla fosse, torna a guardarlo insistentemente, facendo tra sé e sé una piccola constatazione: lui è suo ora e può guardarlo quanto vuole, almeno quando sono soli.
- " Uhm è vero, - ammette impudente - ma è colpa sua Grandier, lei non dovrebbe essere così bello ".
- " Oscar,... mi metti in imbarazzo, davvero ".
- " ...credo dovrai farci l'abitudine ". - Si è ripresa la sua piccola rivincita, adesso che può scorgere sul il suo bel viso quel rossore che solitamente non gli appartiene.



Corrono veloci, attraversando il vialetto di gaia che conduce all'entrata della servitù, stretti sotto la coperta di Oscar per ripararsi dal temporale.
Raggiungono la porta in legno, fermandosi a recuperare il fiato, ancora legati l'uno all'altra, solo un istante, per prendere un respiro profondo prima di mettere piede in quella casa e fingere che non sia accaduto mai nulla, riprendendo quell'assurdo gioco di ruoli.
- " Sei pronta? ".
- " Si... ".
- " Andrè aspetta " - gli tira la giacca e si alza sulle punte lasciando sulla sua bocca un ultimo bacio - " è solo una situazione momentanea, troverò una soluzione te l'ho prometto ".
- " Oscar...la troveremo insieme. Ora non ti preoccupare, ci penseremo poi, d'accordo? ".


Si presentano nelle cucine, al cospetto di Nanny,  fradici dalla testa ai piedi, formando sotto di loro delle piccole pozzanghere.
- " Ma...che mi venga un colpo! " - Si fa il segno della croce osservando come i loro vestiti siano trasparenti e attillati e ben poco lasciano all'immaginazione.
- " Bambina mia, copriti per favore, sei complentamente inzuppata, ma cosa è successo? E tu screanzato passami quello scialle e non provare nemmeno a guardarla! "
- " Certo nonna... ".
- " Oh Nanny, non ti preoccupare, non è successo nulla di grave ".
- " André cosa hai combinato...ragazzi non avete più dieci anni e ormai sono vecchia per corrervi dietro! Oh buon cielo... " - Sospira Nanny alzando gli occhi verso l'alto e i due non possono che trattenere una risata soffocata per quel rimprovero alla loro marachella.
- " Nonna ci siamo incontrati durante una cavalcata e ci ha sorpresi il temporale, tutto qui ".
- " Uhm...incontrati " - si avvicina con dito minaccioso - " voi non me l'ha raccontate giusta... ".
- " Senti Nanny, puoi farci preparare un bagno caldo, sia a me che André? ".
- " Certo Oscar, adesso chiamo subito Annette. Ma tu adesso vai in camera tua a toglierti quei vestiti bagnati ".
- " Va bene Nanny e grazie... ".
La vede sparire mentre il rumore dei suoi stivali rieccheggia nel corridoio e il suo sguardo rimane sospeso nel vuoto.
- " Andrè! André! ".
- " Ehm...si nonna! ".
- " Ragazzo mio, che cos'è questa storia?! Vi sto tenendo d'occhio e certi sguardi li capisco ancora... ".
- " Nonna ti stai preoccupando per niente ".
- " Io non credo, la mia Oscar è così raggiante e tu caro, sembri rinato dalle tue sofferenze. Non voglio sapere cosa sia successo, ma questo niente è troppo pericoloso d'affrontare da soli ".
Si volta a guardare scrupolosamente che non vi sia nessuno ad udire ciò che sta per dire; il bel volto di suo nipote diventa maledettamente serio, stringendosi al petto quelle mani piccole e rovinate dal troppo lavoro.
- " Tu vuoi bene a tutti e due, vero? ".
- " Come se foste figli miei... ".
- " Bene...perchè avremo bisogno di te ". - La guarda in quei piccoli occhi amorevoli inondati di lacrime, rubandole così la promessa di tacere il loro segreto.






E' seduta sulla poltrona davanti al camino acceso nella sua stanza, nel tentativo di asciugare i capelli ancora umidi da quel bagno bollente in cui si è lasciata cullare dall'acqua, fin quando non ha sentito perderne il tepore.
Senza controllo la sua memoria vola in un battito sul ricordo di ciò che è appena accaduto, ripercorrendo ogni più piccolo passaggio, ogni piccolo gesto e parola.
Sente nitidamente l'eco di quei sospiri nati dalla sua bocca, da quella di lui, al loro reciproco incontrarsi.
Non ha mai pensato di poter vivere così intensamente nel corpo e nell'anima e comprendere quanto possa essere meraviglioso appartenere ad una persona.
Sta imparando a fidarsi delle sue emozioni,  del suo intuito, ad ascoltare quella voce rimasta bloccata alla base del suo stomaco per timore che se solo avesse raggiunto il cuore si sarebbe trasformata in un urlo. Sta imparando a fidarsi della donna. Grazie a lui.

Un rumore al di là della porta. Un lieve tintinnare delle porcellane.
La cara Nanny le avrà portato sicuramente qualcosa di caldo da bere, premurosa come al suo solito.
- " Avanti...entra pure ".
- " Scusami Oscar...sono io ".
- " André...cosa ci fai qui? " - Sobbalza appena sulla poltrona, con il cuore in gola, irrigidendo le braccia appoggiate sui braccioli e stringendo in una morsa il velluto tra la sue dita.

Quella domanda dal tono sorpreso, l'ha destabilizzato. Che lei abbia cambiato idea su di loro? E' possibile un suo ripensamento? E' la serpe dell'incertezza che legge nei suoi occhi.
Si avvicina al tavolino di fianco alla sua poltrona, posando il vassoio in argento, compiendo gesti per lui abitudinari e mantenendo quella tranquillità che l'ha sempre contraddistinto, tuttavia non riesce a convincere sè stesso sentendendosi vulnerabile come mai prima d'ora; annaspa in quel vortice di pensieri che si susseguono, nel tentativo di trovare una spiegazione plausibile; forse il suo forte senso del dovere avrà prevalso ancora una volta su di lei, schiacciando come un macigno quella presa di conscienza sulla sua vita appena conquistata. Quel senso del dovere così radicato, che le avrà bisbigliato che diventare la comagna di un uomo del popolo, equivarebbe a tradire suo padre, la corona, l'essere ripudiata e disonorata rinunciando al suo lavoro, alla sua carriera, se non peggio. Sarebbe chiederle troppo.  
Scuote lievemente la testa, rinsavendo un pò di autocontrollo per risponderle, senza farle capire quanto lei sia in grado di turbarlo con una semplice domanda.
- " Ti ho portato un tè caldo, l'ha preparato mia nonna ".
- " Grazie Andrè, non dovevi disturbarti... "
- " ...Se non hai bisogno di altro, mi ritiro ".

Rimane interdetta dal suo comportamento, cosa sta accandendo...che cos'è questa fretta di allontanarsi da lei?
Corruga le sopracciglia interrogandosi sul motivo di tale atteggiamento, con lo sguardo fisso sulle assi di legno del pavimento, ma non riesce a dare una risposta ai suoi pensieri.
Si osservano a lungo dopo le ultime parole pronunciate da Andrè, il quale attende un congedo che non arriva; è pronto sulla soglia, una sola parola ed uscirà da quella stanza, senza più interferire nella sua vita.
Rimangono ammutoliti, avvolti nella semioscurità di quella stanza, i volti illuminati dalla luce tremolante del fuoco che riflette sulla parete decorata le loro ombre vicine, come se fossero il prolugamento dei loro veri pensieri, delle loro anime predestinate.
Non vuole che lui se ne vada, lasciandola sola; devi dirgli qualcosa, qualsiasi cosa, perchè se uscirà da quella stanza non avrà più la forza di guardarlo negli occhi.
- " Andrè... ."
- " Si, Oscar... ".
- " Resta qui...con me ". - S'incammina verso lui, lentamente, riducendo passo dopo passo la distanza tra loro ed una volta vicina, allunga un braccio fino a raggiungere e catturare la mano di Andrè, intrecciando le dita con le sue; dopo qualche secondo la mano di lui rafforza la sua presa, aggancciando così per sempre e perdutamente la sua vita in un giuramento d'amore eterno.
Un lieve sospiro quello di Oscar, quando ha sentito quella stretta attorno alla sua mano, una conferma che nulla è cambiato.
Avanza verso la luce, sendendosi sul pavimento in legno davanti al camino, le loro mani ancora unite; delicatamente tira verso di sé André, invitandolo a sedersi uno vicino all'altra, irradiati dal calore del fuoco; nessuna parola a rompere il silenzio ovattato di quella stanza, interrotto dallo scoppiettare improvviso della legna.
Le viene spontaneo appoggiare la testa sulla sua spalla infilando il volto nell'incavo del suo collo, inspirando così il suo profumo e portare la sua mano con una leggera carezza adagiata sul suo petto, potendo sentire sotto il suo tatto, il battito accelerato di Andrè.
Passa un braccio dietro alla schiena di lei, cingendole le spalle e stringendola a sé, posandole un bacio sul capo; non riesce a ragionare, a farsi un'idea su ciò che potrà avvenire, ora che sente che lei è finalmente sua. Le alza il viso scoprendolo arrossato e rincontrando nuovamente i suoi occhi.
La luce proveniente dal camino, crea ombre immaginarie sul suo volto, tingendo la sua pelle diafana di un caldo rossore esaltato dalla penombra che li avvolge; la vede chiudere gli occhi, quando il suo palmo si distende sulla sua guancia, trasformandosi in una dolce carezza, lei inclina il viso assencondando quel gesto e quell'innocuo contatto viene prolungato quando un improvviso calore soggiunge sulla mano di André; le dita esili di Oscar imprigionano quelle di lui, trattendendole vicino al suo volto, la sua bocca si posa con estrema lentezza sul palmo di Andrè, tracciando una scia di piccoli baci fino a raggiungere la punta delle dita.
Il suo sguardo da ignara ammaliatrice ha il potere di incantarlo, ogni suo movimento, ogni suo gesto, sono inconsapevolmente fonte di puro piacere, un piacere che a breve lo condurrà alla follia; non può permettersi che il desiderio di averla per sé, s'impossessi della sua ragione prevalicando sul resto, ma non può non notare quell'ingenua seduzione delle sue labbra, quel richiamo al toccarsi e scoprirsi nuovamente.
- " Oscar...cosa fai? - le sussurra sulla bocca ".
- " Io non lo so...so solo che voglio te, Andrè. Ora e per sempre ".
La mano di Oscar scivola nei suoi capelli scuri attirando a sé il suo viso, senza più indugi le loro labbra si uniscono, si cercano rendendo da subito quel bacio profondo, carico di desiderio.
Si staccano, si riavvicinano, i loro corpi impazienti di incontrarsi, di sentire il calore dell'altro bruciare sulla pelle; un attimo per respirare, interrotto da baci che catturano velocemente le labbra, mordendo delicatamente la carne.
La mano di Andrè cinge il fianco di Oscar, avvicinandola ancora e lei colta da una strana agitazione si trova a cercare avidamente la sua bocca, la sua lingua sfiorandogli il collo, il petto, accarezzandogli gli addominali piatti e ben scolpiti, fino a tirare con forza la stoffa della sua camicia, verso di sè.
Andrè si appoggia a lei attirato dal suo braccio, sporgendosi sul suo corpo e facendola arretrare con la schiena, in una dolce discesa  verso il pavimento accompagnata dalla mano a sorreggerle la nuca. Si osservano cercando sul volto dell'altro tracce di un dubbio, di una insensatezza in realtà inesistente. Sente le gambe di lei distendersi a fianco del suo corpo e le sue mani accarezzargli la schiena; la riempie di baci umidi sul collo, imprigionandole di nuovo la bocca, mentre la sua mano adagiata sul fianco si muove lentamente sul suo ventre piatto, risalendo fino a riempirsi trovando la rotondità del seno, indugiando possessivamente e la sente gemere nella sua bocca a quel contatto, portando così la sua passione allo stremo; ripercorre a ritroso il percorso sul suo corpo fino a sfiorarle le coscie, afferrandole i fianchi per poi scivolare con lentezza sul tessuto dei suoi pantaloni fino a tracciare un dolce passaggio vicino al suo inguine.
Un sussulto il suo, per quel tocco un pò audace di Andrè, che le ha provocato una sfilettata al ventre, appesantendole le gambe e aumentandole il battito; si stupisce di quella forte emozione provata al tocco della mano del suo uomo, vergognandosi dei suoi stessi pensieri forse spudorati che vorrebbero il susseguirsi delle sue carezze.
Andrè sente cedere poco a poco quella rigidità, dovuta forse alla paura di quel nuovo rapporto tra loro, il ginocchio non trova resistenza, facendosi strade tra le gambe di lei ora rilassate; si sposta portandosi completamente al di sopra, coprendola con il suo corpo e sorreggendosi sui gomiti, mentre lei gli fa spazio, bloccando le gambe ai lati del corpo di lui.
Sente il peso di lui concentrarsi sul suo addome, sente il calore scaturito dai loro corpi perfettamente aderenti e non resiste all'impulso di toccarlo, infilando le mani al di sotto della sua camicia, adulando al tatto la pelle liscia e tesa della sua schiena, baciandogli l'incavo del collo; chiude gli occhi assaporando il tocco gentile e sensuale di Oscar che indaga sul suo corpo, portandolo a brandire con forza il tessuto dei suoi vestiti, ormai divenuti un ostacolo.
Si leva appena da lei, quel tanto che basta per togliersi la camicia e gettarla poco lontano. La mano di Oscar si posa sul suo petto bloccandolo e raggiungendolo, mettendosi nuovamente seduta. Si guardano intensamente, quando lei porta le braccia al di sopra della sua testa in segno di una muta richiesta.
Le mani di Andrè si muovono tremanti afferrando l'estremità della sua camicia e sfilandogliela lentamente, scoprenso poco alla volta la sua pelle candida.
Rimane ammutolito quando l'indumento prima sul corpo di lei, giace completamente tra le sue mani, lasciandogli la possibilità di ammirarla in tutta la sua bellezza.
Si sdraia nuovamente, la nuda schiena a contatto con il legno freddo del pavimento le provoca lievi brividi, mentre gli accarezza il torace fino a giungere esitante ai bottoni dei suoi pantaloni, fin quando le sue dita non vengono sostituite da quelle di lui che agilmente si libera dei calzoni. Le toglie i mocassini, cingendole le caviglie sottili, conquistando inesorabilmente la risalita delle sue gambe, passando per l'incavo delle ginocchia e poi lungo le coscie snelle e ben delineate, liberando il bottone dall'asola.
Sente scivolare sulla pelle il tessuto dei pantaloni, percependo chiaramente la sua nudità.
Ma l'imbarazzo dura ben poco, perchè una volta allontanati anche gli indumenti, Andrè torna da lei, sdraiandosi di nuovo al di sopra, imprigionandole il volto tra le mani e spostandole dei riccioli dalla fronte; cerca di rasserenarla ora che i loro corpi combaciano completamente, vede i suoi occhi velati di un leggero timore quando capisce che la sua Oscar si è resa conto di tutto il suo desiderio, premerle contro.
Un bacio più intenso per rapirla nuovamente, mentre con delicatezza avanza titubante in mezzo al suo piacere.
Sente le sue mani comprimergli sulle reni, improvvisamente attirato verso le sue gambe, entrando lentamente in lei.
Vede il suo petto alzarsi e abbassarsi velocemente, mentre chiude gli occhi.
Rimane immobile su di lei, attendendo una sua conferma, aspettando che il dolore che l'ha colta possa affievolirsi così come il suo senso di colpa, per averle provocato del male. Dopo qualche secondo, i loro occhi si ritrovano e lei accenna un lieve sorriso ad Andrè, sfiorandogli una guancia, rassicurandolo.
Cerca le sue labbra lui, mentre inizia a muoversi con attenzione ed ad ogni mossa sente il suo respiro cambiare, mutare in un crescendo, fin quando non sente soffocare al suo orecchio, un gemito seguito dal suo nome.
Un puro richiamo al suo amore nascosto da sempre, si perde in lei, invocando affannosamente il suo nome, mentre il piacere accresce, pulsando nel petto e nel ventre, rubandosi l'anima, scoprendo, toccandosi con possesso; gli cinge i fianchi con le gambe cercando di abbattere se possibile, ogni distanza tra loro.
La fronte di André appoggiata sulla sua spalla, i suoi scuri capelli sparsi sul suo seno, sente i loro movimenti aumentare all'uniscolo, mentre il cuore sembra esploderle in gola.
Un piacere più intenso fra le sue gambe, la stordisce, facendole perdere la cognizione della realtà, mentre si ritrova a gemere a ridosso del suo collo e affondare le dita nella sue spalle; sente il suo uomo spingere con decisione, mentre il corpo è percorso da fremiti, per poi ritirarsi all'improvviso e abbandonarsi su di lei.
Stretti in quell'abbraccio, i loro battiti tornano alla normalità, la passione lascia posto a dolci carezze.
Gli alza il viso adagiato ancora sul suo seno, scoprendo in lui il suo stesso sorriso.
- " Ti amo ".
- " Ti amo ".
- " Andrè... "
- " Si amore... "
- " Sono tua per sempre ".
- " Sono tuo da sempre ".







Scusate per il tremendo ritardo, ma nel bene o nel male finalmente sono riuscita ad aggiornare.
E' la mia prima scena d'amore, poche parole e molti gesti, spero che non vi annoi...
A presto Elisa
  
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