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Autore: Vagabonda    20/11/2011    2 recensioni
No, il titolo non è sbagliato. C’è scritto proprio Callen, avete letto bene. Perché così è come Elisabetta chiama all’inizio la più famosa e invidiata famiglia di vampiri. Elisabetta ha molte cose in comune con Bella Swan. Per esempio, è timida come lei, con una particolare predisposizione per catastrofi e un’assoluta mancanza di equilibrio. Un giorno, quasi per caso, il libro Twilight capita tra le sue mani. E lei comincia a leggere, e si ritrova in un mondo incredibile, talmente simile al suo da sembrare quasi lo stesso. Che sia tutta una questione di coincidenze? La ragazza non ne è poi tanto sicura…
Rimasi a bocca aperta, fissando la faccia del volume con un misto di sorpresa e ilarità. La lucida copertina nera ricambiò il mio sguardo, le lettere rosse che parevano dichiarare prepotentemente il loro nome. Twilight lessi.
Fui presa dall’insensata voglia di ridere e un singulto isterico uscì dalle mie labbra serrate. Quando si parla del diavolo…
Ma ero soddisfatta e abbastanza impaziente, quando cominciai a sfogliare le pagine del libro. Finalmente avrei appreso la storia del vampiro più discusso del momento direttamente dalle parole dell’autrice, e non sarei più apparsa una completa ignorante di fronte alle acclamazioni della mia amica.
Non avevo mai pensato seriamente alla mia morte, recitava la prima frase, seguita da molte altre. Sorrisi, afferrando quel libro così improbabile tra le mie mani, e mi sistemai comoda sul sedile. Mi rimanevano ancora pochi minuti di viaggio, ma perché non sfruttarli al meglio? A dir la verità, quel volume mi incuriosiva e non poco, e già le prime parole avevano stuzzicato il mio istinto di lettrice. E poi, non ero forse impaziente di conoscere meglio questo Edward?
Con quei pensieri e la pioggia scrosciante che accompagnava i miei occhi avidi di sapere, cominciai a leggere il libro
Twilight.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La moto blu elettrico imboccò una piccola e sterrata stradina di campagna. Io, Umberto e gli altri la seguimmo. Avevo un fastidioso groppo in gola e lo stomaco serrato. Non riuscivo a staccare gli occhi dalla mia amica.
Finalmente Daniele si fermò. Umberto spense la moto e io mi guardai intorno: eravamo nel bel mezzo di un campo di grano. Dove erano passate le ruote, le spighe si erano piegate. Eravamo isolati, completamente soli. Soli di fronte al pericolo, soli di fronte al mondo.
Umberto scese dalla moto e io lo imitai. Mi prese la mano e senza guardarmi la strinse. Ricambiai la stretta, cercando di tratte coraggio da quel contatto. Con la coda dell’occhio, vidi i miei amici stringersi intorno a noi, formando un semicerchio che vedeva al centro Daniele e Alessia.
Il ragazzo scese dalla moto, togliendosi il casco e rivelando una zazzera di capelli scurissimi. Non erano neri, ma castani, come gli occhi, di una bellezza sconvolgente e inquietante. Se non avesse avuto quello sguardo carico di odio e di cattiveria, sarebbe stato senz’altro un ragazzo bellissimo. Il corpo tonico era racchiuso in vestiti scuri e attillati, e un braccio muscoloso cingeva la vita della mia migliore amica. Spostai il mio sguardo sul viso di Alessia, e quello che vi lessi mi fece stringere il cuore e riempire gli occhi di nuove lacrime.
Gli occhi della mia amica, solitamente così vivaci e colorati, erano spenti e tristi. Non guardava me, non guardava nessuno di noi. Il suo sguardo era rivolto verso il cielo, verso la terra, ma sapevo che non vedeva niente. Era lo sguardo di chi ha smesso di lottare, di chi ha perso la speranza.
-Dobbiamo fare qualcosa…- sentii dire. Impiegai un attimo per riconoscere la mia voce. Era roca e strozzata, e sussultai rendendomi conto di quanto fosse piena di rabbia.
-Eccoci qua, infine. Avete impiegato una vita per arrivare- disse Daniele in quell’esatto momento. La sua voce era bassa e tranquilla e molto sexy.
-Abbiamo avuto…da fare- replicò Umberto, senza distogliere i suoi occhi di smeraldo da quello castani di lui. Potevo percepire sulla mia pelle l’elettricità di quel contatto. Rabbrividii istintivamente.
Daniele rise. Quel suono così bello mi attraversò e mi chiesi come potesse una cosa tanto affascinante risultare allo stesso tempo così minacciosa.
-Avete escogitato un piano? Un piano per salvare la vostra amichetta?- chiese, la voce satura di sarcasmo –E se lei non volesse essere salvata, eh? A questo non avete pensato?-
Lo guardai sconvolta, ma prima che uno di noi potesse ribattere, un lampo attraversò lo spazio che ci separava da Daniele e Alessia.
-Nicolò, no!-
Con un urto che lo fece sbalzare lontano, vidi il mio amico cadere a terra. Mi precipitai da lui e gli tesi una mano. Lui l’afferrò senza guardarmi negli occhi. I suoi erano puntati su Alessia, che però continuava a fissare il vuoto.
La melodiosa risata di Daniele riempì nuovamente l’aria –Cosa pensavi di fare, sciocco? Tu non vali nemmeno la metà di me, e Alessia questo lo sa-
Guardai Daniele. Di cosa stava parlando? Cos’era stato a far cadere Nicolò? Sembrava una specie di barriera…
-E perché non me l’ha mai detto, cane? Perché è tornata da me, se non perché mi ama?-
Sobbalzai, colpita dal tono del mio amico. Non credevo che Nicolò potesse provare tanto odio per una persona, non il ragazzo buono e ingenuo che conoscevo io.
Daniele sorrise, strafottente –Non ti ha mai amato. Da quando me ne sono andato, ha atteso il mio ritorno ogni giorno, mi ha sognato ogni notte, ha pronunciato il mio nome milione di volte-
Non potei tacere più a lungo –Alessia, è vero quello che dice?- urlai, rivolta alla mia amica. Lei non diede alcun segno di avermi sentita.
-Non c’è bisogno di chiederglielo, è vero-
Lo guardai –Non mi fido di te, non credo a una sola parola che hai pronunciato. Alessia ha sempre amato Nicolò, è destino che stiano insieme!-
-Ti sbagli, la sua anima è stata chiamata dalla mia- disse Daniele –non capisci? Si sono riconosciute-
Aggrottai la fronte. Anime gemelle? Che fosse la verità?
-No-
La potenza nella voce di Umberto mi fece sussultare. Lo guardai: il suo volto era di pietra, ma negli occhi ardeva una fiamma inestinguibile.
-Ha ragione-
Di chi era quella voce così sottile e inconsistente? Quelle parole erano davvero uscite dalla bocca della mia solare, gioiosa migliore amica? La guardai. Parlava a Umberto, ma i suoi occhi erano fissi su Nicolò. Due pozzi blu in cui perdersi.
-No!-
Anche il mio amico la guardava, ma al contrario degli occhi di Alessia, quelli di Nicolò erano carichi di parole e di amore –Noi abbiamo imparato ad amarci giorno dopo giorno, abbiamo superato mille difficoltà e il nostro amore ne è uscito sempre un po’ più forte. Come puoi dire questo? Come puoi pensare che si trattasse solo di una menzogna?-
-Non era una menzogna. Ma quello che provo per Daniele…è diverso- disse Alessia. Finalmente vidi un lampo di vita passare sul suo viso. Gli occhi le si riempirono di lacrime, quando pronunciò quelle parole –Non capisci? Io non ho avuto scelta, io non ho scelta. Devo stare con lui-
-Perché?- chiese Nicolò, il viso bagnato e gli occhi morenti –tu lo ami?-
Per la terza volta, la risata di Daniele riecheggiò nel campo –Amore? Cos’è l’amore, se non una pallida imitazione dell’odio? No, qui non si parla di sentimenti frivoli né di paroline dolci o carezze. Qui si parla di anime predestinare, di destini decisi ancor prima che noi nascessimo-
-Stronzate! Il destino non esiste, siamo noi a decidere il nostro futuro-
Rosaspina aveva parlato con voce forte e decisa. Guardai anche il suo viso: era alta e fiera, bella come non mai. Al suo fianco, Giorgio la guardava con occhi spalancati e ammirati. Sorrisi, non potendo evitarlo. Era bello vedere come l’amore potesse sbocciare anche in mezzo alle avversità.
-Il corpo di Alessia racchiude l’anima di una vampira, una vampira che da secoli è destinata al vampiro che riposa dentro di me. Adesso queste anime si sono svegliate e ritrovate, e voi non potrete fare niente per separarle!-
Trattenni il respiro, lanciando un’occhiata a Umberto. Lui mi strinse la mano, intimandomi di tacere.
-Non spetta a noi- sussurrò, in modo che potessi sentirlo solo io.
Annuii, sbirciando verso Giorgio e pregando che per una volta tenesse a freno la sua linguaccia. Ma il mio amico era ancora tutto preso da Rosaspina, perciò trassi un respiro di sollievo. Prima di girarmi, incontrai lo sguardo della mia nuova compagna. Mi parve che mi facesse l’occhiolino. Poi, Nicolò parlò.
-Questa volta chi si sbaglia sei tu, e te lo dimostrerò-
Tutti ci girammo a guardarlo, ma sapevo già cosa sarebbe successo. Senza che battesse ciglio, al suo fianco si materializzò la figura di Jasper. L’espressione sul volto del vampiro era molto simile a quella di Nicolò. Ma Jasper faceva anche paura, con gli occhi scuri e la mascella serrata. Sembrava più reale che mai, e qualcosa mi diceva che in quel momento era tangibile quanto me e gli altri.
Guardai Daniele, esultando. Chiaramente non sapeva dell’esistenza dei fantasmi-vampiro, e fissava Jasper con un misto di terrore e sorpresa.
-Alessia, chiama Alice-
La mia amica guardava Jasper con gli occhi spalancati, enormi e azzurrissimi. Non rispose, ma al suo fianco si materializzò la figura di una piccola vampira dai capelli corvini. Era poco più bassa di lei, il viso ovale dov’erano incastonati due grandi occhi furbi. Alice sorrise a Jasper, e il vampiro biondo ricambiò.
-Mi hai imbrogliata!-
Il pugno di Alessia colpì forte Daniele sul viso –Mi avevi detto che Jasper era dentro di te!-
Il ragazzo di asciugò il sangue dal labbro spaccato –Ho mentito. È stato facile, se vuoi saperlo. Dovresti fidarti meno degli estranei-
-Ma io ero attratta da te!- urlò Alessia, alzando di nuovo la mano per colpirlo.
Questa volta Daniele era pronto. Afferrò il braccio della mia amica e la tirò a sé -È questa la capacità del mio vampiro. Ma ormai non ha più importanza. Se non potrò averti io, non ti avrà nessuno-
Poi, accaddero molte cose contemporaneamente.
Vidi le mani di Daniele serrarsi intorno al collo della mia amica, gli occhi di Alessia aprirsi per la sorpresa e per l’orrore.
Vidi Nicolò scattare verso di lei, seguito da Jasper che tese le mani verso Alice.
Vidi Alice sporgersi verso di lui, ma le loro dita non si toccarono. La vidi sparire, mentre il colore abbandonava il viso della mia migliore amica, mentre la vita fuggiva velocemente via dal suo corpo.
Ma non udii il mio urlo, non sentii la mia voce che la chiamava, piangendo.
Non vidi più niente, coprendomi il volto con le mani e desiderando che fosse tutto un orrendo, impossibile incubo.





Come penso avrete capito, questo è IL capitolo. Quello decisivo, quello che segna la fine della storia. Penso che dopo questo ce ne saranno ancora un paio, poi scriverò la parola fine.
Non sono impaziente di farlo…ma vi compenso che la scarsa partecipazione da parte dei miei lettori non mi sprona a scrivere ancora. Insomma, sono un po’ depressa…
Fatemi sentire che ci siete, fatemi sentire che non mi avete abbandonata. ‘Kay?
Conto su di voi, l’ho sempre fatto. E ve lo ripeto, lo farò fino alla nausea: siete voi il motore della storia. Non dimenticatelo mai :)
A presto, spero
Baci
Elena
   
 
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