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Autore: gm19961    21/11/2011    4 recensioni
"Mi ricordo ancora la prima volta che la vidi...
Era la ragazza più semplice del mondo, eppure qualcosa di lei mi colpì profondamente. Oltre alla sua spiaccata intelligenza e la sua particolare bellezza, notai dell'altro. Notai che dietro quel viso, nascondeva dei segreti, un passato da dimenticare. E solo dopo un anno, scoprii che l'unica cosa di cui lei avesse bisogno era solo di un po' d'affetto, e che ne so, magari anche un po' del mio amore. Lei mi salvò, dopotutto era il mio angelo, il mio viso d'angelo.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo quattro

Riattacco la cornetta. Molto interessante. Prendo una sigaretta e me la metto in bocca: la accendo e aspiro il suo sapore amaro, esso riesce a darmi un po’ di pace ai sensi. Mi sono messa a chiamarlo e lui mi risponde così? Dovrebbe avere le sue ragioni ma, qualcosa mi dice che non mi ha detto tutta la verità. No, devo fidarmi di lui, insomma, vuole lasciare Pattie per me. Mi dispiace per quello che sto facendo a Pattie ma credo di essermi innamorata di George. Lui è così dolce, sincero, generoso. Il primo che non si è comportato come un maniaco depravato e che non pensa con il pendolo in mezzo alle gambe. Mi dispiace però... volevo sentire la sua splendida voce e tutto ciò che ho potuto udire, è stato solo misero “devo andare, ciao.”

Butto fuori ancora del fumo e guardo l’ora. E’ mezzogiorno e fuori fa freddo, molto freddo. Mi conviene rimanere in casa a questo punto. Non mi va nemmeno di far visita a Nancy: chi ha voglia di rimanere fuori in strada e assomigliare a un pinguino infreddolito? Io di sicuro no. Certo che, sono una ventiduenne con un lavoro appagante, una bella casa e che non ha nessuno con cui stare. Pensavo che George sarebbe venuto volentieri a farmi compagnia, ma spesso dimentico che lui è un Beatle e per questo dato di fatto, tutti vogliono un pezzo di lui, compresa me stessa. Mi alzo dalla sedia della cucina e dopo aver finito di fumare, vado in bagno. Credo che un bel bagno caldo sia l’ideale in queste giornata glaciale. L’Inghilterra è un ambiente troppo freddo per me, l’Italia mi manca, e sento anche la lontananza dal mio fratellino. Chissà come sta…

Apro il rubinetto dell’acqua calda e aspetto che la vasca si riempia per bene. Passano quindici minuti, e il bagno si riempie di profumo e bollicine di sapone. Il bello di immergermi e sento il telefono squillare. Roteo gli occhi e andando in giro per casa senza vestiti, rispondo al telefono. “Pronto?”
“Ciao Angel, sono George! Ora mi sono liberato e c’è qualcosa che dovevi dirmi?” io sorrido e a sua voce è così incredibilmente affascinante. “Sì, volevo chiederti di venire a casa mia, ma se sei impegnato...”
“No che dici, ora sono liberissimo. Dov’è che abiti?” mi dice allegramente, e io gli do le indicazioni necessarie. Che tempismo, però! Riattacco la cornetta e vado a farmi un bagno veloce, giusto il tempo di darmi una sistemata. M'immergo nella vasca e quanto mai l’avessi fatto, chiusi gli occhi e lasciai il tempo scorrere. Ormai sono troppo rilassata perché possa uscirne. Ma poi il campanello della porta, ovviamente, suonò. “Entra pure George!” grido dal bagno ed esco dalla vasca, mettendomi subito un accappatoio e rimanendo scalza, vado verso di lui. “Mi hai beccato nel momento sbagliato” ridacchio e vedo che mi squadra dalla testa ai piedi: improvvisamente il suo pallore scompare, e da invece via a un colorito sempre più rossastro sulle guance. “Nah, sono capitato al momento giusto, invece!” ride lanciandomi dei sorrisi continui. “Beh, vado a vestirmi, tu siediti pure sul divano.” In quel momento sento che mi prende la mano e mi tira verso di sé. Mi abbraccia stretto, ed io appoggio il viso sul suo petto, sorridendo serena e socchiudendo gli occhi. Le sue mani mi accarezzano la schiena e ci sediamo insieme sul divano. Io mi siedo su di lui, e gli circondo il collo con le braccia. Il cuore mi batte a mille e forse anche di più, vedo che si avvicina alle mia labbra incrocio gli occhi, mi allontano un po’ e lui mi sorride, e di scatto mi bacia, senza che facessi in tempo a scostarmi. Rimango a fissarlo, lui ha gli occhi chiusi. Non ci credo, era da circa… quella volta che non baciavo qualcuno, quattro anni circa. Chiudo gli occhi anch'io e schiudo la bocca, lasciando intrecciare la mia lingua con la sua. Improvvisamente non ho più paura, sento di potermi fidare di George, ho trovato la persona giusta. Si scolla da me e strofina il mio naso contro il suo.
“Allora? Era così complicato?” mi sussurra nell’orecchio e io scuoto la testa sorridendo. “In effetti, no.” Ci baciamo un’altra volta, forse questa più intensamente di prima. Sento che mi slega a corda di stoffa dell’accappatoio e il mio cuore sussulta, batte all'impazzata, e non riesco a mantenere il mio fiatone. Che gran figura di merda. Posa le sue dolci e calde mani sui miei fianchi e mi accarezza dolcemente.  Non so cosa mi fosse preso ma non facemmo nulla quella volta, restammo accoccolati l’un l’altro, sdraiati sul divano, a dormire come dei bambini. Mi ricordo che, certe volte mi svegliavo per controllare che lui non avesse preso e se ne fosse andato. Forse dormire con lui è stata la cosa più bella che io avessi mai fatto. Ma torniamo al presente, George mi mette le dita tra i capelli e li arriccia su di esso, dolcemente. Io apro gli occhi e me lo ritrovo a fissarmi con il sorriso più bello che abbia mai visto. “Ben svegliata.” Mi dice, baciandomi le labbra e stampandomi un sapore buonissimo, che però, mi sembrava molto femminile. Sarà solo la mia impressione!
“Vuoi andare a fare in giretto in centro o preferisci star qui?” mi chiede, sbattendo le palpebre con un fare tenero. Sembra un angelo. Il mio Angelo. “Non lo... so.” sbadiglio, sono sicura di avere i capelli spettinati e mi auguro che il mio accappatoio sia chiuso. Abbasso lo sguardo ed è aperto solo sul mio petto ma George non sembra prestare molta attenzione al mio seno, o almeno spero. “Inutile che lo chiudi, l’ho già visto prima!” mi ride in faccia ed io gli tiro uno schiaffetto sui capelli. Lui mi prende i polsi e si mette sopra di me, accarezzandomi la nuca. “Ma io quanto ti amo?”  dice dandomi un bacetto sulle labbra. “Non lo so, credo tanto.” Rispondo baciandolo di mia spontanea volontà. “George...”
“Dimmi” sembra sereno, e con quei capelli spettinati è davvero bello. “Nessuno si metterà in mezzo a noi, vero? Non ci tradiremo mai, giusto?” lui mi guarda, e dopo un solo secondo di silenzio, mi risponde. “..Nessuno...”
Ed io gli credo, se George mi dice una cosa, deve per forza essere la verità, no?

 

***
 

Sono passati circa tre mesi e la relazione con George va a gonfie vele. Diciamo che possiamo definire come una “vecchia coppia sposata.” Ormai viene sempre a casa mia e lui si mette pure a cucinare per me. Certe volte dormiamo insieme ma non abbiamo ancora fatto quel genere di cose, e ripeto, forse è il ragazzo migliore che abbia mai conosciuto. Oggi però, è quasi Natale e deve andare in TV a fare quegli spettacoli e quelle interviste che lo porteranno via da me per circa settantadue ore. Beh, riflettiamo un momento, prima che arrivasse lui a sconvolgermi la vita, di solto, che facevo? Mi metto a pensarci per vari minuti ma scuoto la testa, è come se da quando lui è entrato nel mio cuore, il resto non ha più avuto importanza. Ed è una magnifica sensazione, qualcuno mi ha riempito il mio organo ormai lesionato e abusato, e ora è nelle mani di quel ragazzo d’oro. Il mio angioletto. Guardo una sua fotografia che ci ha scattato un passante per strada e che ho messo in una cornice in bella vista sul comodino di casa, in parte a un vaso fiori che il mio Georgie mi ha regalato ieri, prima di salutarmi. Ripeto che è un amore. Rimango a fissare la foto e improvvisamente sento suonare alla porta. Sbuffo e cammino scalza verso la porta: afferro la sua maniglia fredda e spalanco la porta. “Ciao Angel.”
Il mio cuore sussulta, è davvero lui. Metto una mano sulla bocca e chiudo la porta con forza ma la sua resistenza me lo impedisce. "Ah, non penserai di scappare ancora da me? Non ora, amore bello.” Mi guarda con i suoi occhi scuri, quelli che mi piacevano tanto, e che se ora provo a fissarli per qualche secondo, rivedo solo l’orrore. “Entra.” dico fredda verso di lui, e lui mi ferma per il polso, incitando a rimanere ferma dove sono. “Aspetta, prima ti devo presentare una persona.” Sfoggia il suo miglior accento italiano e mi sorride soddisfatto: si inginocchia, sorridendo nel vuoto del corridoio. “Vieni, vieni a conoscere la mamma!”
Cha diamine ha detto?! Sporgo la testa nel corridoio e vedo una testolina bionda che sbuca fuori dal nulla e che corre verso di lui. Lo prende in braccio, e quel bambino, che avrà che ne so, più di tre anni, sporge le braccia verso di me. Io rimango immobile. “Che storia è questa, Alex!?”
“Questo bambino è la nostra storia.” Lo osservo per bene. Assomiglia in tutto e per tutto a lui, solo con un particolare: ha delle lentiggini pur essendo biondiccio. “E tu pensi che.. che io ti creda? Non m’assomiglia affatto!” gli urlo addosso, non curante dei sentimenti del bambino che improvvisamente si mette a piangere. “Bene, ora che mi sono scollato la sua responsabilità di dosso, t’invito alla mia residenza estiva in Italia, te la ricordi?”
“Io non vado da nessuna parte.” dico incazzata.
“Ti sbagli. Tu verrai con me, e mi darei un bel po’ di informazioni. Lavoravi per me e non hai mai smesso di farlo, bambolina. Anche se mi hai abbandonato. Sono un uomo buono, non ho fatto del male alla tua famiglia, solo perché sei una bellezza inaudita e perché ci possiamo divertire ancora.” Mi prende per il polso e io lo scuoto, facendolo staccare.
“Io ho una nuova vita.”
“Finché ci sarò io, tu non avrai mai una vita. Riceverai il tutto, documenti e altro tra sette giorni, preferisco farti passare il Natale con il tuo Beatle. E non portarti dietro il marmocchio quando sarai in missione, non voglio pesti tra i piedi. Ciao zuccherino.” “Come fai a sapere di George?” lo guardo in cagnesco e lui scuote la testa, sospirando. “Allora non mi conosci affatto, amore.”
“Piantala di chiamarmi come se fossi una ragazzina!”
“Ma tu sei una ragazzina, o no? E non ho tempo di discutere.Ricorda che se rifiuti l’invito, qualcuno si farà del male, tipo non so la tua “mammina” Nancy o il tuo fidanzato.”
Lo da in braccio a me. “Divertiti con lui. E oh, non ho passato tanto tempo con lui, sai, sono stato impegnato. Non so quale sia il suo nome, quindi chiamalo come vuoi. Baci, amore bello.”
E così se ne va. E questo è veramente il bambino che ho dato alla luce quattro anni fa? Credo di sì.
Lo so, vi sembrerà strano ma io quell’uomo lo conosco da una vita. E’ stato una persona importante, e anche un infame, forse la persona più pericolosa che abbia mai conosciuto. Chiudo la porta e poso il bambino sul divano, inginocchiandomi a lui. “Come ti chiami?”
Il bambino mi guarda con uno sguardo triste e io gli sorrido, forse non sa che sono io. “Non lo so.”
Lo guardo perplessa, vorrei proprio sapere come mai non gli hanno dato un nome e non avete idea dei sensi di colpa che ho in questo momento. Mi viene da piangere, chissà quante cose ha passato e io non ero lì con lui. Ma credetemi quando vi dico che non avevo scelta, il mio cervello da diciottenne non ragionava, ero così stupida e così malata. “So io come chiamarti. Ti piace il nome Georgie?”
Il bambino annuì e io sorrisi. A chi non piace quel nome..
Il mio primo incontro con mio figlio forse fu la cosa più bella che avessi mai fatto. Ma nella mia testa rimbombavano mille pensieri, come ad esempio, quel era lo scopo di Marlon di riavermi a lavorare per lui, il passato del mio piccolo Georgie. Tante e troppe cose. E quello che mi spezza il cuore è che io non possa passere più di tanto tempo con George. Rientrerà solo fra tre giorni e passeremo il Natale insieme, sarà bello, spero di avere un ricordo spettacolare di “noi” in questo periodo.

Appena tornato a casa, gli raccontai tutta la storia, di mio figlio e dell’uomo che me lo aveva affidato. Non gli dissi nient’altro, coinvolgerlo nella mia vita poteva ferirlo e ne ero già abbastanza spaventata e frustrata io, figuriamoci lui. Quando vide Georgie dormire in braccio a me, la prima cosa che fece fu sorridere beatamente. Mi disse che ero una mamma fantastica, anche se ho cercato di rifiutare quello scricciolo dal mio cuore di madre. Georgie si abituò subito a George.  In quella settimana passammo tanto tempo insieme, e forse mi accorsi di amare George sempre di più, l’amore che provavo per lui fu in costante evoluzione fino a raggiungere il suo culmine: la notte di Natale, mentre Georgie dormiva beatamente sul divano, e il buio della notte ne faceva veglia, dall’altra parte, in camera mia, feci l’amore con George: era successo tutto così all’improvviso, una cosa dolcissima, la notte migliore della mia vita. Sentivo il calore della sua pelle bruciare contro il mio corpo, le sue labbra pulsavano affetto e amore con una tale foga che mi lasci in pace i miei tesi e saldi nervi. Con lui riuscivo ad essere me, lasciare da parte la mia corazza e aprire il mio cuore verso di lui, fidarmi totalmente, come nessuno mai. Provai un senso di appartenenza totale: ero sua e lui era mio. Iniziai a toccare la sua schiena nuda e lui mi accarezzava dolcemente il corpo, facendolo da sobbalzare da tale piacere che l’atto mi conferiva.
Quella notte ci amammo per davvero, e appena finimmo, ci guardammo l’un l’altro negli occhi. Era sudato, un bell’Angelo lì in parte nel mio letto, e anche lui, con il suo sguardo spensierato e raffinato, mi scrutava come se fosse davvero soddisfatto di quella notte di passione. Non rimpiansi quella settimana trascorsa con la mia nuova famiglia, ma capii che era ora di andarmene in Italia. Raccontai una bugia al mio fidanzato, dicendogli di fare un lungo servizio fotografico in America del Sud, e Georgie sarebbe stato con Nancy, e qualche volta con il suo “papà”. Il giorno prima della partenza, mi regalò un anello d’oro bianco, doveva essergli costato una fortuna e guardai l’incisione nell’interno dell’oggettino tondo: “You’re my beautiful Angel’s Face – I love you. G.H”
Quando lo vidi piansi dalla gioia, era stato un gesto magnifico, di completa fiducia reciproca. Ma non mi dovetti fidare di lui, qualcosa di orribile stava per succedere, e me ne ricordo come se fosse ieri.

 
 

 

--

Questo è un capitolo rivelatorio, uno dei tanti che stanno per arrivare. Duuuunque, la nostra Angel ha un passato da nascondere che gli si ripresenta davanti. Un figlio da accudire, sette giorni con il suo George trascorsi meravigliosamente. Ma non vi sfugge qualcosa? JNon vi sfugge il fatto che Geo stesse tradendo spudoratamente la sua Angel prima si mettersi insieme ufficialmente? Lui dopotutto, agli occhi di tutti, sta ancora con Pattie.
 

La parte in corsivo sono i fatti narrati dalla stessa Angel, che vi riassume i fatti dei periodi lunghi e complicati. Infatti sono scritti al passato remoto, mentre le scene che si devono sviluppare e descritte in dettaglio, al presente, come di consuetudine. Il POV di Angel si presenterà, oltre che in questo capitolo appena fatto, in altri due o tre. Per il resto, tocca a George, perché la storia dopotutto, è anche sua.
 

Lo so, sono brava a complicare le cose, ma voglio farvi divertire o per lo meno, appassionare <3
 

Un bassssscione,
 

gm19961
 

P.S Grazie per le belle parole degli scorsi capitoli <3
 

   
 
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