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Autore: OneThing    21/11/2011    1 recensioni
Questa è la mia FF quindi siate buone vi prego.
"Mi avviai in sala pronta a distendermi sul divano a godermi un po' di buona TV Inglese. Entrai e vidi 2 sconosciuti sul divano che beati fissavano lo scherzo al plasma davanti a loro.
Io rimasi impietrita a guardarli. Poi improvvisamente, come conigli ne saltarono fuori altri 3. Uno da dietro il divano, l'altro da dietro la tenda e un'altro ancora mi colse alle spalle, seguì il mio sguardo spaesato e, andandosi a sedere con gli altri, disse con poco interesse:" ti sei persa, piccola?" e poi si girò nuovamente per guardare la TV.
C'erano 5 sconosciuti nel salotto di mio zio."
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Ore 7.00 di un soleggiato mattino di Luglio.
Era stato davvero complicato mentire a sua madre per tutto quel tempo e ancora di più lo era stato quando quella mattina alle 5 era uscita di casa sapendo che al suo ritorno sua madre oltre ad essere arrabbiata non le avrebbe più dato la stessa fiducia, non che adesso gli e ne desse molta.. Ma era convinta che ne valesse la pena.
Ero seduta su quello scomodo sedile in seconda classe di un aereo economico, pensavo al discorso che mia madre stava facendo davanti alla lettera che con cura le avevo lasciato sul tavolo della cucina.  Le avevo scritto qualcosa di molto sbrigativo nonostante ci avessi messo ore per pensare a qualcosa di convincente.
“Mamma stai tranquilla, sono a Londra da tuo fratello.
Ti voglio bene, ci vediamo tra un mese..”
Non ero mai stata una sentimentale e per me quel biglietto era fin troppo.
Dovevo ammettere che non odiavo i miei genitori come la maggior parte degli adolescenti solo che a volte mi davano proprio sui nervi ed era inevitabile arrabbiarmi.
“Stefy, ma sei sveglia?” chiese la mia migliore amica sporgendosi verso di me per controllare se ero caduta nelle braccia di Morfeo.
“Certo” dissi di colpo entusiasta facendola sobbalzare sul sedile.
“Ste, ho paura, stiamo per partire e io non te l’ho detto ma ho paura di volare” disse torturandosi le mani imbarazzata.
Io sorrisi felice che ci fosse anche lei al mio fianco e stringendole la mano le dissi: “ Stai tranquilla io sono qui vicino a te”
Lei sorrise di nuovo e poi appoggiò la testa sulla poltrona così terribilmente scomoda.
Era un volo economico e dell’ultimo minuto, quindi ci accontentammo.
Dopo circa 2 ore arrivammo all’aeroporto di Londra.
Eccitate ci guardavamo da tutte le parti come delle turiste spaesate.
Un uomo grosso di muscolatura e alto si avvicinò sorridendo.
“Buongiorno ragazze, avete fatto un  buon viaggio?” parlava con un accento divertente e nonostante avessi una voglia pazzesca di ridergli in faccia mi trattenni dal farlo anche perché era proprio un bel uomo.
Era alto e muscoloso sui 30anni circa, aveva i capelli corti, ma non troppo, due occhi azzurri e una leggera striscia di barba.
Io sorrisi: “mamma dice che ho i tuoi occhi, ma io sono convinta che i tuoi siano mille volte meglio” e così dicendo lo abbracciai, anzi gli saltai addosso.
“Ero convinto che non  mi avresti riconosciuto” rispose ridendo “volevo spaventarti” continuò.
“Penso che tu ci sia riuscito, ma con Alessandra” dissi ridendo.
Entrambi ci girammo per guardare Alessandra che diventò rossa dalla vergogna.
“Lei deve essere la tua migliore amica..” disse mio zio porgendole la mano con delicatezza come se la stesse stringendo ad una bambola di porcellana.
“Piacere” disse ancora rossa in volto.
“Vabbe ragazze, andiamo?” disse lui un po’ imbarazzato.
“Certo, ma penso che dovrei avvisare mamma, almeno per avvertirla.. intanto voi incamminatevi, io vi seguo” dissi sorridendo.
Dovevo ammettere che pregavo che lei non rispondesse al telefono.
“Pronto?” disse una voce assonnata dall’altra parte del ricevitore.
“Ciao mamma” dissi preoccupata.
“Hey Stefania allora? Sei arrivata?” disse divertita.
“Sisi.. aspetta ma tu come fai a saperlo?” dissi stupita.
“Pensavi che tuo zio facesse tutto senza avvertirmi?” disse di tutta risposta.
Parlai un bel po’ con mia madre che, nonostante fosse terribilmente arrabbiata a causa del mio comportamento, non lo fece notare.
In meno di mezz’ora eravamo a casa di mio zio, ma ne io ne Alessandra ci aspettavamo di essere accolte da quella persona.
 
 
  
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