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Autore: lostinthefreedom    21/11/2011    5 recensioni
Usami è una persona che non si scompone minimamente neanche dopo aver ricevuto una notizia tragica, ma sarà lo stesso anche dopo aver "scoperto" che il suo amato Misaki lo tradisce? Lo scoprirete in questa mia nuova ff a capitoli, mi raccomando aspetto numerose le vostre recensioni. Buona lettura!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Eccoci qui» disse Nowaki indicando con la mano l’insegna color sangue che si trovava sopra la porta socchiusa della tavola calda e distraendo Misaki per l’ennesima volta dalle sue rimuginazioni sulle frasi di Usami e sul suo comportamento del tutto inusuale.
«P-perfetto, entriamo?» rispose Misaki a scoppio leggermente ritardato.
«Certo» detto questo Nowaki aprì la porta e fece passare avanti Misaki con un gesto della mano. Misaki si ricordò dei lividi sulle gambe e sulla schiena solo quando si sedettero in un tavolino vicino alla vetrata e notò che il locale era molto affollato e che la cameriera stava per impazzire per via di tutte le persone che la stavano chiamando, allora il ragazzo si voltò verso Nowaki e disse:
«Credo che ne avremo per un po’…»
«Non importa, tanto ho tutto il pomeriggio libero. Piuttosto, è da un po’ che non ci si vede, che mi racconti, hai la feccia preoccupata, è successo qualcosa all’università o con tuo fratello?» rispose Nowaki poggiando il gomito al tavolino e reggendosi la testa con la mano.
«E io che credevo di poter liberare un po’ la mente, invece non riesco nemmeno a seguire quello che mi succede intorno perché sono troppo occupato a pensare a Usami e a stamattina» pensò Misaki facendo un sospiro profondo e chiudendo gli occhi per pochi secondi, poi rispose a Nowaki:
«In effetti sì, sono un po’ turbato per una cosa successa a scuola e per alcuni problemi con il mio convivente… cioè, il mio tutor!» si corresse immediatamente e divenne rosso scarlatto in viso, abbassando all’istante il capo.
«Ah sì, Usami-sensei, mi avevi accennato che tuo fratello si era sposato e trasferito e che tu per non pesargli sei andato a vivere con il tuo tutor…» disse Nowaki lasciando in sospeso la frase per far capire a Misaki che se voleva confidarsi con lui su qualcosa poteva farlo senza problemi.
«Già, bhè, adesso sono successi un paio di fatti che ci hanno fatto avere delle discussioni e, a parer mio anche delle incomprensioni, perché credo di non aver capito le sue intenzioni, credo… credo che voglia cacciarmi di casa» ora Misaki stava letteralmente andando a fuoco, ma quando stava per scoppiare, Nowaki disse delle parole che ebbero l’effetto di una doccia fredda per il povero ragazzo che gli stava di fronte:
«Bhè, forse anche lui ha trovato una donna e ha intenzione di sposarsi… non hai mai pensato di prendere un monolocale? Se vuoi, prima di trovarlo, io e il mio Sempai possiamo ospitarti, ma prima di darti la conferma dovrei parlarne a Hiro-san… Misaki?» il ragazzo era rimasto di sasso, come una statua di marmo.
« “Un’altra donna”? “Sposarsi”? Non può essere! Mi rifiuto di credere che sia così! Deve per forza esserci un’altra spiegazione!» mentre dentro di sé urlava questa frase, ulteriori pensieri e frustrazioni affollarono la povera mente di Misaki.
«N-non credo che possa essere così… insomma, Usagi-san è un uomo abbastanza solitario e molto indaffarato e poi credo che me ne avrebbe parlato, noi due abbiamo sviluppato… un contatto molto… confidenziale e intimo… insomma, nel senso che siamo più amici che alunno e tutor, in quel senso, non.. nell’altro… emmm, dimentica l’ultima parte, perché non l’ho capita neppure io» disse Misaki concludendo con una serie di risatine nervose.
«…D’accordo… comunque il fatto di essere solitari non c’entra, l’amore ti colpisce quando meno te lo aspetti e chiunque, anche il più burbero del mondo non può porvi resistenza, guarda Hiro-san…» Nowaki si tradì con le sue mani e all’istante se ne accorse, ma ormai le sue parole erano arrivate alle orecchie di Misaki che con stupore chiese:
«Ah, non sapevo che il professor Kamijou avesse una fidanzata, ma non è una cosa seria se non convivono, insomma, mica vivevate insieme voi due?»
«Emmm, no, quello che volevo dire è che Hiro-san ha avuto una relazione, ma in passato, molto tempo fa. Comunque si, io e lui viviamo insieme» rispose Nowaki salvandosi per il rotto della cuffia.
«Ho capito. Ma anche se quello che dici è vero, io continuo a pensare che Usagi-san mi avrebbe almeno accennato che c’è una persona nella sua vita sentimentale» con quelle parole Misaki sembrava essersi convinto della sua affermazione, ma Nowaki gli aveva messo una pulce nell’orecchio che andava automaticamente ad inserirsi nella cartella “Problemi e preoccupazioni” ormai stracolma, nel cervello di Misaki.
«Bhè, certo, io non conosco di persona Usami-sansei mentre tu lo conosci da più di un anno, però se hai qualche dubbio o qualche preoccupazione secondo me dovresti semplicemente parlargli, o non riuscirete mai a capire come stanno le cose» a quelle parole Misaki ebbe un barlume di luminosità che si spense subito.
«Sì, certo, parlargli, mi viene il batticuore quando gli dico “Buongiorno” e dovrei chiedergli se ha una donna che vuole sposare? Non ce la farei mai!» pensò Misaki portandosi le mani alla testa e scompigliandosi i capelli.
«Misaki? Sei sicuro di stare bene? Se vuoi ti riaccompagno a casa appena abbiamo finito di mangiare» disse Nowaki con sguardo preoccupato.
«No, no, sto benissimo, vorrei chiederti solo un favore…» rispose il ragazzino.
«Certo Misaki, chiedi pure»
«Ti dispiacerebbe passare con me il pomeriggio per tenermi occupato e per non farmi pensare ai miei problemi? So che è da egoisti chiedertelo, però…»
«Non c’è problema! Anzi, in realtà mi fai anche un piacere, altrimenti sarei dovuto rimanere tutto il tempo a casa da solo» concluse il ragazzo sfoggiando un sorriso amichevole che Misaki ricambiò. Dopo pochi secondi arrivò la cameriera che con un sorriso sforzato e stanco chiese:
«Scusate per l’attesa, cosa posso portarvi?» allora i due ragazzi si guardarono e Misaki disse:
«Per me del sushi, grazie… per te Nowaki-san?» domandò all’amico.
«Lo stesso, grazie» rispose rivolgendosi alla cameriera che stava annotando l’ordinazione su un post-it che poi attaccò sul bancone della cucina.
«Le vostre ordinazioni arrivano subito» concluse la signorina prendendo i menù e portando un cestino di pane.
«Perfetto… allora Misaki, dove andiamo questo pomeriggio? Qualche idea?» chiese Nowaki ritornando a posare lo sguardo sul ragazzino che gli stava di fronte e prendendo un pezzo di pane dentro il cestino di paglia.
«Bhè… non saprei, decidi tu, a me basta svuotare completamente la mente dai pensieri» rispose Misaki sospirando e addentando un grissino.
«Ecco le vostre ordinazioni, prego» la cameriera porse i due piatti fumanti ai ragazzi e con un sorriso si diresse dagli altri clienti.
«Ummm… che buon profumino…» disse Misaki annusando profondamente il fumo proveniente dal piatto bollente e iniziando a soffiare per far raffreddare la zuppa. I quei 10 o 15 minuti in cui mangiarono, i due ragazzi rimasero in silenzio per tutto il tempo e quando Nowaki finì per primo, si pulì con un tovagliolo e disse:
«Ah, possiamo andare…»
«Driiin…Driiin…Driiin…» il cellulare di qualcuno suonò, era quello di Nowaki, che lo tirò fuori dalla tasca della giacca e senza nemmeno guardare chi lo stava chiamando, rispose:
«Pronto?... Sì, ah ciao Sempai… uno straordinario? Bhè in realtà… d’accordo, ti aiuto volentieri se le cose stanno così… ci vediamo tra mezz’ora, ciao> Nowaki riattaccò con un sospiro e alzando lo sguardo verso il viso di Misaki, che senza volerlo era rimasto a fissarlo per tutto il tempo con il cucchiaio a mezz’aria, gli disse un po’ in imbarazzo:
«Misaki, era l’ospedale, mi dispiace tanto ma oggi tre colleghi di pediatria non si sono presentati e il mio Sempai è da solo con più 40 bimbi con vari problemi… quindi… io…» Misaki non gli fece neppure terminare la frase, con un gesto della mano lo fece tacere e disse con tono autoritario e comprensivo:
«Non ti devi assolutamente scusare, anzi, ti ammiro molto per il lavoro che fai, quindi non ti chiederei mai e poi mai di uscire con me piuttosto che andare a occuparti di quei bimbi della pediatria… non preoccuparti, sarà per un’altra volta… ora vai, l’ospedale è molto lontano da qui e da quello che ho capito hai solo mezz’ora» e alla fine fece un sorriso sincero che illuminò Nowaki.
«Grazie Misaki, vedrai che alla prima occasione libera ti faccio uno squillo e magari usciamo anche in quattro, quando tu e Usami-sansei vi sarete riappacificati… vedrai che andrà tutto per il meglio, non ci sono dubbi, riuscirete a chiarirvi» detto questo si alzò e diede una pacca sulla spalla a Misaki che a sua volta batté la mano sulla sua, poi si avvicinò alla cassa è allungò dei soldi, allora il ragazzo stava per opporsi quando Nowaki lo bloccò sul nascere dicendo:
«Ti devo un favore, iniziamo col pagare il pranzo» e con un ultimo sorriso uscì dal locale ancora stracolmo di gente. Non vedendolo più, Misaki si voltò e con un enorme sospiro afferrò l’ultima fetta di pane rimasta nel cestino e la addentò con estrema lentezza e malavoglia.
«Caspita, questa proprio non ci voleva e adesso cosa farò per il resto della giornata? Come farò a non pensare a Usagi-san e al fatto che vuole sbarazzarsi di me? Non lo so, non so più niente!» Questo fu l’ultimo pensiero di Misaki prima di iniziare a prendere a testate il tavolo e a sclerare come non mai, dopo pochi minuti ebbe un barlume di lucidità e si accorse che tutti lo stavano fissando come se fosse un alieno spasticoide venuto dal pianeta “Sono pazzo!”, allora si alzò velocemente dal suo posto e senza dare peso alle piccole pugnalate che sentiva ad ogni falcata per colpa delle contusioni e facendosi strada tra la gente che riempiva il locale si precipitò fuori e iniziò a correre senza meta, senza sapere dove le sue gambe lo avrebbero portato. 

  
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