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Autore: xenascully    22/11/2011    2 recensioni
Quando il loro intrepido Capo scompare, la squadra di Gibbs si impegna per trovarlo prima che il suo tempo giunga alla fine...
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Dopo un’altra settimana, Tony si trovò ancora appostato sulla sedia accanto al letto di Gibbs. Ormai era diventata una routine; ogni giorno in cui non doveva presentarsi all’NCIS lo passava in quell’ospedale. Quel giorno era una sera tardi, dopo essere rimasto a lavorare più del necessario. Si era fermato a casa per farsi una doccia, almeno. Non sarebbe mai andato in giro sporco…

“Hey, Capo.” Disse Tony, a voce bassa, avvicinando di un po’ la sedia al letto. “Tutti stanno meglio adesso. Eccetto te, ovviamente. Ziva è ritornata alla normalità.” Gli disse, come se stessero avendo una normale conversazione. Succedeva ad ogni visita. Tony gli raccontava cos’era successo quel giorno, poi sedeva in silenzio, sperando in una risposta.

“McGee ha cominciato ad accompagnarmi nelle mie corse mattutine.” Continuò. “Riesco a fare un miglio, ormai. Uno andando e uno tornando, quindi tecnicamente sono due. Il doppio di quello che facevo qualche settimana fa.” Sorrise, orgoglioso. “Quella tecnica di cui ti ho parlato la settimana scorsa…l’ho usata altre due volte. Sembra che funzioni davvero. Quello, o sto migliorando. Non ne sono sicuro. Ma non ho intenzione di sfidare la sorte.” Sorrise ancora ridacchiando. Ma smise in fretta.

“Vorrei che ti svegliassi, Capo.” Gli disse con voce calma. “Ci manchi…mi manchi. Non è la stessa cosa senza di te, a lavoro. Non che le cose fossero proprio normali prima che capitasse tutto questo…E non è che non siamo rimasti senza di te in precedenza. Ma questo…beh, è diverso, sai? Visto che ancora non sono pronto per lavorare sul campo, McGee e Ziva sono sempre insieme ad altre squadre. Ho passato così tanto tempo in obitorio, che probabilmente potrei dare una mano con le autopsie.” Ridacchiò leggermente. “Non che stia pensando di cambiare carriera o altro. Diavolo, ho passato così tanto tempo con Abs che quando Vance è passato in laboratorio e mi ha visto che le davo una mano con le ricerche, ha pensato bene di appuntarmi come suo assistente finché McGee e Ziva continuano a lavorare con la squadra di Daniels. Ora…voglio bene a Abby, non fraintendermi. Ma quando ha bevuto troppi Caf-Pow nel corso della giornata, e devi assistere per più di cinque minuti, cominci a chiederti il senso della vita, e perché esistiamo.”

Si appoggiò allo schienale della sedia. “Non che mi faccia venire voglia di terminare la mia vita. Ma sono arrivato al punto di chiedermi se per caso non lo faccia apposta; come se fosse un suo istinto naturale quello di fare impazzire tutti i suoi assistenti. Lo sa che rimarrò lì solo per qualche giorno, ma credo che non possa farne a meno. Sto pensando di disintossicarla gradualmente da quella roba. Non può farle bene bere così tanto. Certo, tu e Abby e la caffeina…sarei morto e sepolto da un pezzo prima di provare una cosa simile.”

Si massaggiò le tempie con la punta delle dita. Gli stava venendo mal di testa, ne era certo, solo a sentire la sua stessa voce. “Mi hai appena dato uno scappellotto mentale, Capo?” Sogghignò. “Me ne starò zitto per un po’.” Lanciò un’occhiata alla poltrona contro il muro, proprio sotto la finestra.

Mentre si muoveva per affondarci dentro, sbadigliò. “Immagino sia stata una lunga giornata.” Disse, mettendosi di fianco per appoggiare la testa contro il bracciolo. “Non ti dispiace se chiudo gli occhi per un po’, vero, Capo? Darà una mano con il mio piano di ‘restare zitto’…” Osservò la figura immobile stesa a letto, aspettando una risposta, come sempre. Poi chiuse gli occhi, e si addormentò rapidamente…

Ducky era rimasto ad osservare la scena fuori dalla porta per un po’. Voleva che Tony avesse il suo tempo per stare con Gibbs, e trovava davvero molto più semplice ascoltare cosa stava frullando nella testa di Tony quando stava…beh, origliando.

Tony non aveva parlato per davvero, nell’ultima settimana. Ducky sospettava che la cosa avesse a che fare con il dover rimanere forte per il resto della squadra; guidandoli al meglio delle sue possibilità dal suo posto dietro una scrivania. Li aveva aiutati nel loro periodo di recupero, e li aveva tenuti insieme, come sempre, durante quei tempi incerti.

Prima che Tim e Ziva venissero assegnati ad un’altra squadra, Tony li aveva guidati con successo per tre casi, con pochissimo aiuto da parte di Abby e Ducky. In realtà, i casi archiviati erano il solo modo che Tony aveva per distrarsi. Avevano avuto fortuna per una settimana, senza che accadesse nessun crimine di maggiore importanza. Ma ora stavano lavorando ad un caso di omicidio con un’altra squadra, e Tony non stava conducendo lo show.

Lavorare con Abigail aveva tenuto occupato l’Agente, anche se forse facendogli accumulare più stress dei casi archiviati. Avevano fatto grossi progressi, ma Ducky sapeva che il ragazzo stava cominciando a non farcela più. Gli mancava lavorare sul campo. Gli mancava il suo capo più di qualsiasi altra cosa. Il fatto che si fosse addormentato così facilmente non faceva altro che provare la stanchezza mentale che lo perseguitava.

Ducky entrò nella stanza di Gibbs quando sentì il leggero russare del secondo in comando del suo amico. Tony sembrava un po’ scomodo sul suo posto in poltrona, ma era, certamente, addormentato. Ducky sorrise dolcemente fra sé e sé. Alla fine il ragazzo finalmente si stava riposando; qualcosa che lui aveva continuato a dubitare per le ultime settimane.

Si voltò verso Gibbs e si avvicinò al letto, appoggiando gentilmente una mano sull’avambraccio dell’uomo. “Caro Jethro,” sussurrò “vorrei tanto che ti svegliassi e non mi rendessi un bugiardo.” Gli diede una pacca sul braccio e si sedette sulla sedia precedentemente abbandonata da Tony.

“Perché un bugiardo, Duck?” Provenne una voce roca dal letto.

“Beh, ho detto che saresti riuscito a farcela, ovv-” Ducky capì all’improvviso che Gibbs stava parlando. I suoi occhi saettarono fino al viso dell’amico mentre questi apriva gli occhi. “Jethro…” Si alzò immediatamente in piedi, senza parole.

“Ti comporti come se fosse passato un sacco di tempo dall’ultima volta in cui ci siamo visti.” Gibbs strinse gli occhi.

Ducky appoggiò una mano contro la guancia dell’uomo e gli sorrise felice con gli occhi un po’ inumiditi. “Beh,” disse finalmente “è passato abbastanza tempo, amico mio.”

La mano di Gibbs si sollevò e gli afferrò debolmente il polso. “Cos’è successo? Perché sono qui?”

Ducky spostò la mano sulla sua spalla e usò l’altra mano per premere un bottone per alzare un po’ la parte superiore del letto. “La tua riluttanza nel farti controllare meglio la commozione cerebrale, ha fatto sì che non venisse notata una leggera emorragia.” Spiegò. “Sei rimasto incosciente per due settimane.”

Gibbs fissò, vagamente, il petto dell’amico, pensieroso. “Ero a casa, stavo parlando con DiNozzo…”

“E hai avuto un attacco di convulsioni.” Gli disse Ducky. “Sei fortunato che lui fosse presente per chiamare l’ambulanza. Non possiamo dire cosa sarebbe successo, fossi stato da solo. Temo, il peggio, in realtà.”

“Sta bene?” Chiese Gibbs.

“Come ci si può aspettare.” Ducky si spostò un po’ così che Gibbs potesse vedere Tony. “Ha passato qui ogni giorno, Jethro. E se l’è cavata piuttosto bene a lavoro, tenendo tutti insieme.”

Gibbs annuì, orgoglioso del suo Agente. Poi Ducky spostò la mano dalla sua spalla, staccando per sbaglio uno dei cavi, facendo scattare l’allarme del macchinario accanto a lui. “Oh, cielo.” Esclamò Ducky. “Forse dovrei avvisare le infermiere che ti sei svegliato.” Aggirò il letto cercando il cavo…

*~.~*

Tony balzò in piedi dalla sua posizione ripiegata sulla poltrona, al suono dell’allarme. Si riscosse rapidamente quando comprese che proveniva dal letto di Gibbs, e vide che il colorito dell’uomo da pallido si stava facendo blu. Accorse al letto e cominciò a chiamare qualcuno.

Le dita di Tony cercarono il punto in cui sentire il battito cardiaco su collo e polso…non riuscì a sentire nulla…

“Ti prego, Capo, non farlo…Ti prego, non andartene!” E improvvisamente venne tirato indietro e dottori senza volto circondarono il letto, nascondendo Gibbs alla sua vista.

La familiare sensazione cominciò a stringergli il petto…

*~.~*

L’infermiera connesse di nuovo il cavo a Gibbs e se ne andò per cercare un dottore. Ducky l’aveva seguita, ed era per questo che Gibbs aveva notato il disagio di Tony ancora disteso in poltrona. L’aveva visto abbastanza volte da sapere che stava avendo un incubo.

Attentamente, spostò le gambe per appoggiarle a terra, testando la sua forza prima di provare ad alzarsi. Afferrando l’asta con la flebo, si fece strada verso la poltrona sedendosi sul bordo. “Tony.” Appoggiò una mano sulla sua spalla, stringendola un attimo prima si scuoterlo, leggermente. Poteva sentire i respiri erratici, e cominciò a diventare ansioso di svegliarlo. Lo scosse più forte. “Tony, svegliati!”

Tony scattò immediatamente in posizione seduta, occhi sgranati. La sua mente sembrò comprendere chi stava vedendo, ma lui si spostò e mise i piedi a terra, alzando un dito, facendo capire a Gibbs di dargli un momento.

Gibbs lo guardò cominciare a respirare più lentamente di sua volontà. Con una mano appoggiata contro la schiena di Tony, Gibbs rimase paziente sentendo gli stessi battiti del suo cuore ritornare alla normalità. Dopo un minuto circa, Tony si raddrizzò e si voltò per guardare Gibbs. Sbatté le palpebre un paio di volte, quasi a mettere in dubbio quello che stava guardando.

“Sei davvero sveglio?” Chiese, allungandosi per toccargli una spalla, quasi per verificare.

“Beh, non bevo caffè da trecentotrentasei ore. Sono sveglio quanto posso esserlo, senza averne avuto…” Sogghignò.

Tony deglutì, poi si chinò in avanti, avvolgendo le braccia attorno a Gibbs e seppellendo il viso contro la sua spalla. “Non avrei mai dovuto dubitare che tu sei Superman, Capo.” Mormorò.

Gibbs rise leggermente rispondendo all’abbraccio. “Hai lo stesso odore del mio seminterrato.” Commentò.

“Ci ho passato del tempo.” Replicò. “Sente la tua mancanza. Anche il tuo bourbon. Ma ho tenuto compagnia ad entrambi.” Si staccò da lui e fissò negli occhi il suo Capo, grato di vederci del divertimento invece di rimprovero. “Sei fortunato che non ci fosse nessuna barca da rovinare.” Sogghignò.

Gibbs sorrise ampiamente e arruffò i capelli di Tony. “Sono felice che tu abbia tenuto tutto a posto mentre non c’ero.”

“È stato un lavoraccio, Capo.” Ammise. “Sono felice che tu sia tornato…non credo che sarei stato in grado di continuare a lungo. I mal di testa da bourbon…”

Gibbs scosse la testa, roteando gli occhi, leggermente…

 

Ed ecco che Gibbs si è finalmente svegliato!!!!!!!

  
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